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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 6888 letture )
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UNA BREVE INTRODUZIONE Marty Friedman non è il tipo di musicista che ha bisogno di presentazioni: la fama acquisita suonando nei Megadeth e nei Cacophony lo precede e costituisce un biglietto da visita che farebbe gola a chiunque; tuttavia, ad oggi sono ancora troppo poche le persone che conoscono la sua carriera solista, di cui Scenes -il disco che mi accingo ad analizzare- costituisce il secondo capitolo.
L’ALBUM Dopo aver inciso grandi dischi metal come Rust In Peace, Countdown To Extinction, Dragon’s Kiss, Speed Metal Symphony e Go Off!, il Nostro decide di esplorare delle vie musicali meno rumorose e di sperimentare nuove sonorità, vicine a quel tipo di armonie orientali da cui ha sempre tratto manifesta ispirazione. E’ così che, inserendo il cd nel lettore, verrete catapultati nel celestiale quadro dipinto da Tibet, brano che funge da apripista ma anche da efficace anteprima di quanto verremo ad ascoltare nei 40 minuti circa di musica offerti da quest’album. Le moltissime melodie presenti nel disco, quasi sempre cantabili e lente, permettono di fatto a Friedman di concentrarsi sullo sviluppo del proprio tocco personale, abbandonando i virtuosismi che hanno caratterizzato i suoi precedenti lavori in studio. Comunque sia, non si tratta certo di un album doom: se è vero che l’approccio ritmico è calmo e meditativo, è altrettanto vero che qua e là non mancano fraseggi solisti degni di nota e che il contesto musicale del platter è abbastanza vario, passando da canzoni ben studiate in tutta la loro struttura -è il caso di Angel e Night- a pezzi emotivamente molto intensi -come Valley Of Eternity e Realm Of The Senses- che lasciano spazio ai meravigliosi passaggi di tastiera eseguiti dal bravo Brian BecVar. Gli unici due brani che tendono a discostarsi dalle atmosfere orientaleggianti di cui parlavo poco fa sono West e la brevissima Trance, rispettivamente sesta e settima traccia dell’album, la prima dal malinconico carattere blues e la seconda dal sapore tipicamente rock. Se poi, ascoltando la conclusiva Triumph avvertirete la sensazione di averne già sentito le melodie portanti, sappiate che non si tratta né di un miracolo né di un’allucinazione auditiva: questo brano, infatti, non è altro che il riarrangiamento di Thunder March, ultimo pezzo di Dragon’s Kiss, primo disco solista di Friedman; fra le due versioni non posso dire quale sia la mia preferita, ma è sicuro che il lavoro svolto in entrambi i casi è eccellente essendo i due brani perfettamente inseriti nel contesto armonico e ritmico dell’album di riferimento.
IN CONCLUSIONE Personalmente, non consiglio l’acquisto a chi si aspetta di trovarsi di fronte ad un album shred (perché di virtuosismi in questo platter non ce n’è manco l’ombra); viceversa suggerisco caldamente -a chi voglia fruire di musica rilassante e piena di emotività- di ascoltare quello che è per certo uno dei dischi più coraggiosi e meglio riusciti degli ultimi due decenni.
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9
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Questo cd e \"Introduction\" sono due capolavori che trascendono dal metal, creando con chitarre e piano delle melodie celestiali.... Da avere per chi ama la musica a 360 gradi. |
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8
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Quando uscì lo ascoltai a lungo. 75 |
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7
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La musica contenuta in questo cd è celestiale, angel e valley of eternity sono assolutamente SPLENDIDE. Il voto complessivo dei lettori è inaccettabile |
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6
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Di solito i dischi strumentale dei vari guitar hero sono abbastanza noiosi, si sbrodolano addosso dodicimila note al secondo e ti annoiano dopo 10 minuti, quì Marty si è superato crendo uno dei più bei dischi strumentali di sempre. |
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5
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...la prima di due opere innarrivabili. Musica oltre gli schemi ed il tempo. Triumph (stupenda, e condivido a pieno il pensiero espresso in recensione) è un esempio assoluto di come una bella melodia trascenda arrangiamenti, generi e mode (che comunque è chiaro possono tanto valorizzarla quanto penalizzarla) ... ma quando una melodia è degna del proprio nome,funziona sempre ... acustica, orchestrata, rock ... fischiettata !! ... Friedman è un maestro in questo ambito ... e non solo. L'ho incontrato a Milano durante una clinic nel 2007 ... mi ero preparato tutte le copertine dei cd per farle autografare, i suoi solisti, megadeth e cacophony ... praticamente un pacco di roba ... stringo la mano, apro lo zaino e ... le avevo lasciate a casa a 200 km di distanza nella fretta di partire. Cavolo!!!! ... quando ci ripenso mi rode il fegato ogni volta. M'accontentai di una locandina rimediata al volo e di una foto ... Pazienza. |
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4
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Ho il CD originale. Stupendo ed etereo! |
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3
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Oh, vedo con piacere che abbiamo un NUOVO amante dello shred sulle nostre pagine... benvenuto e grazie della visita  |
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2
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Un album più maturo rispetto al precedente! Lascia spazio a melodie ben costruite che al virtuosismo! Da 1 a 10 gli do 9! Un bell'album! |
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1
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Altro capolavoro di Friedman!Non sono ancora riuscito a trovare un suo disco che non mi piaccia!Ne aspetto altre di recensioni su questi meravigliosi dischi, eheh...  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Tibet 2. Angel 3. Valley of Eternity 4. Night 5. Realm of the Senses 6. West 7. Trance 8. Triumph
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Line Up
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Marty Friedman - All Guitars Brian BecVar – Keyboards, Percussion Nick Menza - Drums
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