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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Metalium - Grounded - Chapter Eight
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( 3432 letture )
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Esiste una sostanziale differenza tra i deja vu ben riusciti e quelli che sanno di marcio. I redivivi Metalium, true defenders teutonici attivi ormai dal 1998, hanno costruito una carriera più che dignitosa sulla struttura dell'epic metal tradizionale, con tanto di clichè e tamarraggine a volontà, ma si trovano ora dinnanzi ad un bivio: continuare a marciare nella medesima direzione o accorgersi di esser giunti a raschiare il fondo del barile. Spesso la stampa qualificata (e non) storce il naso di fronte alla riproposizione di sonorità ampiamente collaudate e portate al trionfo da dischi storici e band ormai leggendarie: questione di gusti, ampiamente sostenuta dalla frangia di ascoltatori che invece apprezzano le sonorità old school. Qui però sorge la differenza di cui si è detto in incipit, perchè di fronte al minestrone pluri riscaldato e ormai insipido di Grounded- Chapter Eight anche i defenders più oltranzisti potrebbero accantonare lo spadone. Capitolo ottavo, come dice il titolo dell'album: la parabola dei Metalium, tutta all'insegna dell'acciaio potente, valoroso ed eroico -nella musica come nelle lyric- era partita nel 1999 e si è evoluta attraverso quattro album ampiamente apprezzati dalle platee e da successivi tre episodi di mordente calante. Il lento declino forse oggi si fa sensibilmente più pesante.Grounded- Chapter Eight si apre esaltato alla follia, con un "We Are Heavy Metal" ed un "Fuck You !" assolutamente gratuiti, che se da una parte possono eccitare l'attesa di chi si appresta ad ascoltare il disco, dall'altra risultano alquanto fuori luogo vista la monotonia del pezzo che segue. La regola di gran parte del platter sembra essere la lentezza e la noiosità di troppe tracce, con le chitarre molto ordinate che si limitano a recitare il loro copioncino. I riffs sono sicuramente rocciosissimi, ma le vocals di Henning Basse appaiono piatte e lontane dagli standard eroici e tronfi dell'epic. Qua e là è possibile imbattersi in qualche sprazzo piacevole, qualche buona trama chitarristica, nel bel groove di Crossroad Overload, ma i ritmi rimangono sempre discreti e la voce proprio non fa breccia: nemmeno nella scialba ballatona Borrowed Time. I Metalium cercano di piazzare in fondo la zampata decisiva con due pezzi più intensi come Lonely e Once Loyal. Quest'ultima è, probabilmente, la performance migliore di Michael Ehré dietro ai tamburi: una presenza costante e apprezzabile quella del drummer. L'epicità, cercata e trovata realmente soltanto in coda, resta confinata a livelli troppo bassi per un disco di questo tipo: stavolta i Metalium hanno ciccato il colpo. Si può proporre un epic metal di chiaro stampo retrò in maniera esaltante o in maniera appassita e priva di pathos: i Metalium hanno scelto per una volta la seconda strada, e allora si può meglio comprendere che quando si giudicano le band orientate al passato bisogna sempre tener conto della qualità e del risultato con cui lo fanno; il platter ottavo della saga del five pieces mitteleuropeo è un'accozzaglia di clichè e riffoni senza verve, non prende l'ascoltatore e rimane staticamente ancorato alla sua dimensione. Non è quindi la tendenza a riproporre sonorità già ampiamente collaudate che va criticata, ma il risultato scadente di chi non riesce a farlo in maniera convincente. Spiace esprimere giudizi negativi nei confronti di chi ostenta tanto amore per la musica degli Dei, spiace storcere il naso di fronte ad una band con un palmarès più che dignitoso: ma la sostanza di Grounded- Chapter Eight parla chiaro; voce e chitarre non si prendono il predominio della scena: e già questo è di per sè un deterrente notevole per un disco heavy metal.
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nati quando c'era la moda power e veniva messo sotto contratto chiunque arrivasse con una spada in mano... sempre stati inutili, mediocri... |
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è sempre stata un band modesta a mio modo di vedere... anche dal vivo non sono mai stati dei mostri.. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Heavy Metal 2. Light Of Day 3. Pay For Fee 4. Pharos Slavery 5. Crossroad Overload 6. Falling Into Darkness 7. Alone 8. Borrowed Time 9. Once Loyal 10. Lonely
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Line Up
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Henning Basse - Vocals Matthias Lange - Guitars Tolo Grimalt - Guitars Lars Ratz - Bass Michael Ehré - Drums
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RECENSIONI |
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