|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Raventale - Mortal Aspirations
|
( 1955 letture )
|
Sono un metodico (tenete in mente questa affermazione). Ad esempio mi attraggono donne che ben conciliano con la mia attitudine musicale: decise, impenetrabili e con quel fondo di malinconica tristezza che le rende misteriosamente irresistibili. L'assenza di una sola di queste caratteristiche mi provoca indifferenza totale. Proprio come succede per un disco.
Con il nuovo Raventale nessun problema a riguardo: un platter indiscutibilmente vivace, particolare nella propria costruzione archetipica e dotato di quelle tinte notturne che lo posizionano a metà dall'essere un titolo semplicemente aggressivo ovvero meramente introspettivo. Sempre (troppo) costante ad uno schema timbrico-compositivo che non intende distanziarsi radicalmente dal post black industrial che prevede la voce elettrizzata dall'harmonizer, la chitarra frequentemente in tremolo ed un mixage di up tempos piuttosto regolari, Astaroth innesta valori (liriche) e sentori (act) tipicamente melodic doom. I brani di Mortal Aspirations godono così di molti richiami onirici che ne guidano lo sviluppo, ora alleggerendo l'impatto e lavorando di fioretto chitarristico, ora intensificando l'apporto tastieristico così da creare un'atmosfera vorticosa e drammatica. Il progetto è un solo-work piuttosto radicale in cui ogni strumento è studiato e realizzato dal mastermind Astaroth che dimostra di avere un buon seme compositivo di fondo, una discreta perizia nel maneggiare la strumentazione base e l’elettronica, ma un po’ troppa ripetitività. La terza My Birds Of Misfortune rappresenta la sintesi cantata di quanto vi ho appena descritto: ferale l'attacco di metà brano quando tra 2 porzioni scariche la programmazione della drum-machine (dalle restituzioni esageratamente plastificate) dispensa un tappeto di bass-drums su cui la single note produce una velocissima melodia psico-horror. L'espediente della variazione ritmica basata sull'intensificazione della cassa nei momenti con minor contenuto timbrico sarà un must imprescindibile per tutto il platter: in A Fading Scent Of Cinnamon And Naked è, ad esempio, facilissimo notare che con l'ingresso delle keyboards la frequenza diminuisce, alleggerendosi ulteriormente una volta montati anche gli arpeggi in perfetto pagan-style; stesso discorso nella vicina Escape To The Stars in cui la differenza rimane molto più marcata da una prima parte tirata e decisamente black metal ed una seconda ultramelodica e ritmicamente molto trattenuta.
L’apporto atmosferico aumenta di brano in brano, aiutato dalle brevi cuciture alla Cosmos Inside (molto “space”) e Watching A Luna Becomes Thy Face, ma soprattutto dalla crescita delle tastiere, spesso posizionate a guidare la main-line dei 9 act (The Silhouette Of Despair, Suicide As The Destined End tanto per proporre i due esempi più eclatanti). In questo senso i Raventale sono ancora lontani dall’abbandonare completamente i richiami ai conterranei Drudkh, anche se dai primi esperimenti discografici l’album (il terzo) gode di una maggiore personalizzazione. Due accorgimenti lo rimodellano rispetto al limitrofo Long Passed Days: il rafforzamento della base chitarristica prodotta con un maggiore utilizzo del riffing bitonale e stoppato, e la maggiore distorsione applicata al cantato; se il primo, fondamentalmente positivo, aiuta a rendere più risoluto l’amalgama, il secondo mi pare invece un passo falso bello e buono; il registro di Athamas (non più nella band ed utilizzato solo in Mortal Aspirations) viene infatti schiacciato nelle sue armoniche naturali rendendo la restituzione lineare e priva dei normali alti e bassi interpretativi. Molto meglio in passato quando Astaroth si occupava anche di questo aspetto.
Ed è proprio questo il punto: l’omogeneità delle tracce (non solo del cantato) e l’ortodossia metodologica della loro costruzione stilistica, ci consegna un lavoro che se da un lato non ha cadute improvvise o evidenti inciampi, dall’altro si indebolisce nel continuum suonando come un insistente autocitazionismo delle prime 3 tracce. In tal modo è difficile trovare lo spazio per una votazione che possa elevare i Raventale, pur buoni e mai stucchevoli, ad un rating che superi il 70.
Insomma, ascoltare Mortal Aspirations è come trovare la donna di cui vi parlavo, uscirci (con soddisfazione) 10 volte e capire che, nonostante le evidenti qualità, tutta la vita così non può andare. Ricordate cosa vi dicevo? Metodico, non abitudinario…
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1
|
Metodico, non metodista!  |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. The Fall Of The Mortal Aspirations 2. Cosmos Inside 3. My Birds Of Misfortune 4. A Fading Scent Of Cinnamon And Naked 5. Watching A Luna Becomes Thy Face 6. The Silhouette Of Despair 7. Escape To The Stars 8. Suicide As The Destined End 9. A Ravens Fade
|
|
Line Up
|
Astaroth - Everything
Session Athamas - Vocals
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|