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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Kissin` Dynamite - Addicted To Metal
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( 5116 letture )
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La meglio gioventù. Ragazzini terribili questi Kissin’ Dynamite. Sfrontati, incoscienti, sbarbatelli, capelloni, ma terribilmente capaci con i loro strumenti e con il futuro, indiscutibilmente, dalla loro. Il più in età è del ‘90, il più giovane del ‘92, ma come sono granitici questi cinque tedeschi, con indubbie qualità. E, all’inverso di quanto qualcuno potrebbe pensare, non sono affatto all’esordio ma al secondo disco, essendosi meritati l’attenzione di una major e l’ala protettrice di collaborazioni prestigiose, una su tutte quella con il metal master Udo Dirkschneider. Addicted To Metal è entrato direttamente al numero 91 nelle chart di Germania e sta scalando posizioni, con un tour europeo che li porterà su tanti stage importanti. Ma chi sono questi giovincelli spuntati sotto un funghetto di bosco in puro metallo? Dicembre 2007: alcuni giornalisti musicali si vedono recapitare un CD a quattro tracce a nome della band: niente libretto, zero informazioni di fondo, nessuna indicazione. Ma quel che è più importante, hanno occasione di ascoltare riff con le palle, tecnica ottima e buona fantasia compositiva, tutte caratteristiche che riportano ad un hard di matrice inglese con spruzzi di America, quella losangelena per capirci. Il loro monicker gira nell’underground, nomi importanti del panorama lungocrinito si muovono per loro, tantochè 6 mesi più tardi -luglio 2008- l'acciaio dell'esordio dei “Baciatori di Dinamite”, titolato Steel Of Swabia, è disponibile nei negozi. Le grandi promesse incise sul platter trovano oggettivo riscontro dal vivo. Nei loro spettacoli, schedulati nei week end, visto che i ragazzi vanno ancora tutti a scuola, ci si ritrova innanzi una band validissima, dura e sagace, al limite anche esperta di cose da palco, nonostante la verdissima età. Si esibiscono con successo e immensi commenti positivi al Bang Your Head festival e al Master of Rock in terra Ceca, dove vengono notati da un esterrefatto Udo che li segue attentamente dal backstage. Da quel momento comincia la simbiosi tra la band e il grande Udo, in gennaio il nano-metal fa visita negli studi dove i cinque stanno registrando e collabora fattivamente alla stesura di due pezzi: la title track e In The Name Of Iron Fist, apportando contributi in alcune strofe in coppia con il singer Johannes Braun.
Una copertina molto metal, con i cinque sospesi tra incudine e martello in atmosfere da fornace infernale, poi scocca l’ora della prima bomba. Titletrack, ed è subito inno metal, un anthem che si estende nell’aria carica di elettricità. Sapori vagamente mixati tra Warlock e Manowar come coralità metalliche, chitarre che predispongono il campo minato per voci allo zenith dove fa capolino anche, il già citato, Udo. Traccia impressionante per solidità, decisamente. Chitarra che succhia energia e la ripropone sotto forma di riff infernale, voce che si eleva, compositi corali con flavour teutonico che pavimentano il pezzo, questa è Run For Your Life: vocals che sanno di Klaus Meine degli Scorpions sulle note più alte. Solo in hammer on, sequenza bruciante poi è subito Supersonic Killer (grande titolo). L’incessante lavoro delle sei corde apre a sonorità primi Metallica style, confermato anche dal cantato senza fronzoli e sputatamente diretto, solo i cori riconducono sui binari dei Kissin’ Dynamite che qui fanno nuovamente il verso agli “inni puri e metallici dei Manowar”. Grande chorus, grandi acuti, soluzioni melodiche, chitarre in bella vista, sezione ritmica indomita, metal a piene mani che invade la stanza e ci costringe ad imitare un drummer scatenato. Piatti, rullante, timpani, doppia cassa, grande grande track. High Enough cambia il panorama e ci scaraventa in una cover di una band stratosferica ma molto sottovalutata, ossia i Damn Yankees, progetto e supergruppo nato, sul finire degli ottanta, dall'unione dell'ex-chitarrista degli Styx Tommy Shaw, l'ex-bassista dei Night Ranger Jack Blades ed il chitarrista Ted Nugent (ex-Amboy Dukes), con il validissimo Michael Cartellone dietro ai tamburi. La resa è fantastica, i ragazzetti-kartopfen dimostrano non solo di saper far deragliare le alabarde in orgie metal ma schizzano in faccia ai loro detrattori la capacità melodica, il feeling, il gusto, gli intrecci vocali, il saper rivalutare una canzone già perfetta, con una prova ancor più esaltante. Micidiali. Ottima prova del singer Johannes Braun e delle chitarre di Ande e Jim. Partenza a mille, è Love Me Hate Me. Pezzo sei, robusto come una parete di roccia grezza, Stratovarius che fanno capolino sul pentagramma che innerva le note, ottimo solo incrociato, sezione ritmica in acciaio presso fuso, una voce che richiama i diavoletti con coda e forcone in fila per ricevere la loro copia omaggio. Stilemi un po’ abusati ma la resa affascina. Hysteria non è la celeberrima cover dei Def Lep ma una rilettura della pazzia umana che sa di chitarre al truciolato metallico, voci solidissime, acuti e riff sparati mettendo in serio pericolo gli ampli. Un’inquietudine di fondo da corpo al pezzo che si dimostra una scheggia sferragliante di follia e l’apertura melodica, con piano e voce, ne da una prova chiara; ottima interpretazione.
“Tutti contro tutti” nel pezzo sette: un già sentito con arie ipersfruttate che hanno in loro tanti padri e alcune madri, io ci vedo, i soliti combattenti metal americani Manowar, un pizzico di Halloween e nei cori epici ci sono anche i nostrani Rhapsody; una traccia effettivamente un po’ stucchevole soprattutto per le troppe somiglianze e richiami palesi senza mostrare nulla di originale. In The Name Of Iron Fist nasce con un arpeggio dolce e una voce accondiscendente poi la chitarra sfrena e il contesto diventa lavico ed eruttante. Ottimo riff, Johannes Braun, coadiuvato nei rinforzi vocali dal solito Udo, costruisce una struttura portante indistruttibile con le corde scalate delle chitarre che danno il meglio, un solo brillante e magico che scaglia assonanze e piace, una ritmica tellurica e inossidabile; gran lapillo metal. Un tamburino introduce Assassins Of Love che veleggia serena e placida con vocalità piene, inutile sottolineare l’ottima prova vocale del cantante, perennemente sugli scudi, e uno scheletrato finalmente originale che lascia nello sgabuzzino i soliti clichè per sfoderare chitarre imbizzarrite che si muovono su un ritmo anomalo e seducente, quasi quattro minuti, sinceramente, molto apprezzabili. Why Can’t You Hear Me diverte con un compendio di sound a la Hendrix, per poi trasformarsi in una melanconica traccia in stile 18 And Life degli Skid Row, con il frontman Hannes che mostra ancor di più il suo talento e la sua estensione da brividi. Eclettici i cinque, non c’è che dire. Ci si avvia al finale e il duo We Want More e Metal Nation paga dazio al metal più puro, esibendo spirito di ferro e grandi doti tecniche ma zoppicando un po’ in fatto di composizione e di novità. Addicted to Metal sorprende per le talentuose capacità dei cinque tedeschi: maturità, perizia tecnica, capacita di songwriting e, a quanto si dice, presenza scenica e grande impatto dal vivo. Sicuramente vederli su un palco sarà un appuntamento da non lasciarsi sfuggire, un po’ come ascoltare questo disco che ha una pecca, almeno per il sottoscritto, evidente: la poca originalità di certi arrangiamenti. Sono convinto che il firmare per una major abbia mutato un po’ la direzione compositiva e degli arrangiamenti della band e qualche vecchia volpe ci abbia messo la coda per rendere più “rotondo” il prodotto, detto questo i Kissin’ Dynamite meritano grande fiducia anche perché i dodici pezzi proposti gestiscono al meglio, emozioni, groove e sensazioni. In Germania li presentano come la miglior realtà uscita dai tempi degli Edguy: a parte il marketing e i battage pubblicitari, i Kissin’ Dynamite sono davvero bravi e stupiscono, manca solo un po’ di originalità nelle composizioni e poi non li fermerà più nessuno. Annotatevi il nome sul taccuino, lo ritroveremo nei prossimi anni. Sono predestinati, lo si intuisce.
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4
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Accidenti che album! Il fatto che siano così giovani la dice lunga su quello che si prospetta per questa band! Speriamo mantengano passione e furore per scrivere altri album come questo... Come hai detto tu, Franco, sono predestinati! |
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3
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LET'S GET FREAKY,FREAKY FREAKY FREAKY! ^^ |
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1
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smack smack boom boom... ottima recensione |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Addicted To Metal 2. Run For Your Life 3. Supersonic Killer 4. High Enough (Damn Yankees cover) 5. Love Me Hate Me 6. Hysteria 7. All Against All 8. In The Name Of Iron Fist 9. Assassins Of Love 10. Why Can't You Hear Me 11. We Want More 12. Metal Nation
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Line Up
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Johannes Braun - Voce Ande Braun - Chitarra, tastiere e cori Jim Müller - chitarre Steffen Haile - Basso e cori Andreas Schnitzer - batteria, percussioni e cori
MusicistaOspite Udo Dirkschneider - seconda voce su tracce 1 e 8
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