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Kissin` Dynamite - Generation Goodbye
31/07/2016
( 2421 letture )
I verdi virgulti di belle speranze tornano a far parlare i magazine. Eh si perchè questi tedescotti, nonostante la giovane età stanno macinando chilometri, dischi e pezzi ormai da parecchio, e se la cavano proprio niente male. Il quintetto originario di Baden-Württemberg è giovanissimo, e dal 2008, anno del esordio di Steel Of Swabia, ha pubblicato con questo nuovo lavoro, ben cinque album in appena otto anni, cose e ritmi da seventies, complice anche l’etichetta che crede fortemente in loro e li supporta con mezzi considerevoli. I testi acclusi sono davvero interessanti, visto che i ragazzi scrivono di tematiche attinenti alla realtà che ci circonda ogni giorno, e allora giù con un songwriting basato su liriche che trattano fatti politici, economici e prendono in esame una generazione che basa molto del proprio respiro sociale sugli smartphone e sui social, insomma una fotografia nitida dei nostri tempi, e con un titolo del disco assai significativo. Il combo, oltretutto, dimostra anche palle quadre nella gestione della propria carriera, dal 2014 hanno licenziato il management, gestendosi in prima persona, mentre il singer, e principale compositore del quintetto, ha voluto sedersi al banco mixer e curare tutto in prima persona, compresa la produzione.

Ne escono fuori 11 tracce che denotano un salto in avanti significativo rispetto ai precedenti quattro full lenght, sia per idee chiare, che per song focalizzate, produzione più hard e meno pompatamente pop, insomma una nuova vita per i Kissin’ Dynamite. Copertina acchiappante che fa da aperitivo alla musica, che sboccia subito con i cori anthemici della title-track, invero troppo simili a quelli di Lay Your Hands On Me dei Bon Jovi, però lo scampolo sfoggia un bel tiro, un refrain maestoso, fresco, e di ottima onda lunga che colpisce subito; gli strumenti guerreggiano e mostrano amalgama in formazione a testuggine. Hashtag Your Life declina potenza esplosiva e un gruppo compatto come asfalto granuloso, una song dura, spedita, con melodie più anglo-americane che classicamente tedesche, insomma una sorta di internazionalizzazione da parte di questi rocker, che cuciono con tessuti in lana di vetro, una canzone indovinata, pronta a sparare manrovesci di brutto senza remore: pollice altissimo. Bello il solismo vitaminico e caliente delle sei corde. Se la semiballad If Clocks Were Running Backwards conferma quanto di buono detto sino ad ora, anche grazie ad un bel solo del ascia e cambi di ritmo incattiviti che donano lucentezza opaca alla resa, Somebody To Hate erutta lapilli incandescenti rendendo quasi urticanti le casse, una bella mazzata che non risparmia nessuno per pregiata foga strumentale e una vocalità considerevole. Ipnotico e terroso il riff portante di She Came She Saw che poi diventa un inno molto teutonico nel gusto e nel chorus, con la batteria che picchia duro e l’andamento quasi epic, fornisce un indirizzo preciso, mentre l’inizio e il chitarrismo di Highlight Zone è letteralmente rubato ai Maiden, poi lo sviluppo non è malvagio e si lascia apprezzare senza far gridare al miracolo: detto tra di noi quel furtarello a Harris e soci si poteva francamente evitare. Masterpiece è hard rock fatto con attributi, melodie e scrittura di livello, un pezzo davvero bellissimo impreziosito da una voce femminile che accompagna l’intreccio melodic-hardeggiante, Flying Colours sbuccia la potenza di un basso che calcifica la struttura di un pezzo tetragono, inscalfibile, con schegge armoniche e soluzioni dure che si conficcano ovunque e regalano un potenziale anthem, con tanto di solismo della chitarra ipervitaminizzato: una delle tracce più belle del intero lotto. Under Friendly Fire trae linfa dal metal della NWOBHM e saccheggia per bene le vostre case rubando pure la nutella dalla credenza, Larger Than Life spacca alla grande con chitarre che emanano effluvi a metà tra filo spinato e racchettate in acciaio sparate sul muso, anche se le atmosfere sono nuovamente americane, mentre la finale Utopia si colora da ballad, senza grande impressioni recate in chi ascolta, con un gusto teutonico stampato nelle note proposte. La band è arrivata al punto di svolta, e sinceramente dico io, meno male, non era più possibile proseguire su uno standard iper prodotto e strizzante orecchio e occhio al pop, sarebbe stata una pista morta, nonostante gli entusiasmi degli inizi.

Chiaro che, con questo Generation Goodbye, il quintetto cerca una ricollocazione sulla mappatura del hard europeo, e le carte giocate sono di rilievo, personalmente vedo questo CD come un ottimo trampolino per la consacrazione a livello continentale, vedremo se sarò stato profetico o meno. In ogni caso, una sterzata necessaria, a metà tra l’hard più duro e il metallo appuntito e acuminato, davvero un buonissimo album: evviva la rinascita di Hannes Braun e soci.



VOTO RECENSORE
76
VOTO LETTORI
79.14 su 7 voti [ VOTA]
lux chaos
Mercoledì 19 Ottobre 2016, 9.25.30
8
Ancora a un passo dal capolavoro, ma alcune delle canzoni di genere più fresche e vincenti di tutto il 2016 vengono da qua dentro, un songwriting che non perdona, e ritornelli che si infilano in testa e, anche solo per dei particolari, si lasciano sempre ricordare, e il pugno si alza spesso verso al cielo....grande gruppo
Mandrake
Lunedì 1 Agosto 2016, 20.01.18
7
Grandi Kissin! Li seguo dal primo album e sono uno spasso! Megalomania era un ottimo album, così come i precedenti. Le premesse di questo sembrano buone, speriamo però non come il singolo che ho sentito che fa abbastanza cacare, ma credo fosse una provocazione voluta.
HeroOfSand_14
Lunedì 1 Agosto 2016, 12.00.53
6
Buon disco, ottima band che si sta confermando come una realtà di livello. L album più fresco trovo sia Money, Sex and Power, ma da Megalomania sono maturati anche nei testi, come detto nella rece, e qui si sente. Le prime due canzoni sono una bomba, If Clocks ottima ballad e She Came She Saw ė un anthem difficile da scordare. Utopia chiude bene un disco con qualche sbavatura qua e là in alcuni brani, ma nel complesso si rivela essere di spessore. Bravo ancora una volta il singer
rik bay area thrash
Lunedì 1 Agosto 2016, 10.53.09
5
@ Metal Shock : ciao. Ogni tanto capita di ascoltare qualche buon disco, anche se non è thrash metal. Un passato di glam e class metal non si può cancellare tanto facilmente. Cercherò di dargli un ascolto. Intanto grazie per la dritta !
Metal Shock
Lunedì 1 Agosto 2016, 10.24.29
4
@Rikbay: prova ad ascoltare Addicted to metal, lo trovo un grande album, questo lo devo ancora ascoltare.
rik bay area thrash
Lunedì 1 Agosto 2016, 10.11.08
3
Questi sono i dischi che ti riconciliano con l' hard rock !! Bellissimo album con un gran tiro. (Imho) Anche la voce del singer è gritty ed è perfetta per la proposta musicale realizzata dal gruppo. Veramente una piacevole sorpresa. La produzione e si pompata ma non assolutamente finta o artefatta. Tutti gli strumenti suonano reali e ben bilanciati. i kissin' mi hanno riportato a quei favolosi anni 80. Grazie.
luca
Lunedì 1 Agosto 2016, 0.38.31
2
@Frankiss
luca
Lunedì 1 Agosto 2016, 0.37.58
1
interessante questo gruppo non lo conoscevo, quali sono gli altri album che mi consigli dei Kissin' Dynamite?
INFORMAZIONI
2016
AFM Records
Hard Rock
Tracklist
1. Generation Goodbye
2. Hashtag Your Life
3. If Clocks Were Running Backwards
4. Somebody To Hate
5. She Came She Saw
6. Highlight Zone
7. Masterpiece
8. Flying Colours
9. Under Friendly Fire
10. Larger Than Life
11. Utopia
Line Up
Hannes Braun (Voce)
Jim Müller (Chitarre)
Ande Braun (Chitarre)
Steffen Haile (Basso)
Andreas Schnitzer (Batteria)
 
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