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Triptykon - Eparistera Daimones
( 10727 letture )
Il trittico (dal greco tri "tre" + ptychē "piega") è un'unica opera pittorica o scultorea divisa in tre parti, che possono essere congiunte da cerniere laterali o da un piedistallo detto predella.
(cit. Wikipedia)


Non poteva che scegliere questa parola, il buon vecchio Tom Gabriel Warrior per rappresentare il suo nuovo progetto chiamato appunto Triptykon. Una semplice parola per descrivere un enorme cammino musicale iniziato ventotto anni fa con i seminali Hellhammer, proseguito con i monumentali Celtic Frost -band abile nel lasciare, in ogni sua trasformazione stilistica, un impatto tremendo e profondo nel mondo musicale estremo- ed infine “chiuso” con questa nuova realtà musicale.

Il repentino split-up dei riformati Celtic Frost (ed annesso scontro verbale con l’ex-compagno Martin Eric Ain) deve aver sicuramente influenzato la genesi di questo act, la cui fase embrionale è iniziata poco dopo l’uscita del favoloso Monotheist quand’ancora la band è da considerarsi un semplice side-project; la mutazione in un impegno vero e continuativo si materializza in seguito allo scioglimento della band madre. Il primo nucleo comprende infatti solo Tom e la sua amica bassista Vanja Slajh, per poi allargarsi con l’ingresso di V. Santura, chitarrista live nell’ultimo tour dei Celtic Frost e mente dei Dark Fortress, ed al mitico Reed St. Mark alla batteria. Purtroppo, l’alchimia con quest’ultimo non si finalizza ed ecco arrivare Norman Lonhard dai Fear My Thoughts a rilevare il posto lasciato vacante dall’ex Celtic Frost. Stabilizzata la formazione, Tom si butta nella stesura dei brani, trovando in V. Santura un’ottima spalla sia per la fase compositiva, sia per quella di registrazione, al punto da affidargli la produzione del disco, effettuata proprio nel suo studio personale, i Woodshed Studios.

I Triptykon non hanno paura di puntare in alto con Eparistera Daimones e questo ci viene ulteriormente confermato dallo splendido lavoro grafico operato, e per il quale sono stati chiamati a collaborare sua maestà Giger, per la cover, e l’astro nascente Vincent Castiglia -un artista spagnolo famoso per dipingere utilizzando solamente il suo sangue come colore-, per il ritratto della band inserito all’interno del booklet.

Lie upon lie, mankind shall die

Semplici note di chitarra distorta fanno da apertura all’iniziale Goetia, quasi un ponte sospeso tra questo Eparistera Daimones ed il precedente Monotheist, ma è solo una breve illusione. Le 6 corde iniziano a pestare riffs marcissimi e velocissimi in puro stile Celtic Frost, per poi affogare nella pesantezza estrema del chorus. A guidare la carica, una grandissima prestazione vocale di Tom che, sebbene aiutata in certi frangenti dall’effettistica, non sembra risentire minimamente del tempo che avanza. Il brano poi si espande in una parte centrale molto doomeggiante e sperimentale, per poi ricollegarsi al main-riff del verso e terminare con il chorus.

Rise! Abyss within my soul

Il doom prende il sopravvento nella successiva Abyss Within Within My Soul. Arpeggi dissonanti, vocals litaniche, chitarre in feedback e quant’altro riescono a creare un muro sonoro devastante, perfetto nel disegnare uno sfondo apocalittico di pazzia e distruzione. In questa traccia c’è sicuramente un chiaro rimando a Monotheist, ma la soffocante pesantezza del platter viene riletta in maniera più sottilmente dinamica, per non dire rabbiosa. Poco da aggiungere, un pezzo favoloso.

I am your shrine
I am your womb
You rest inside my me
My flesh shall be your tomb


Si respira un’atmosfera malsana su In Shroud Decayed, per non dire incestuosa a scorgere le liriche del brano. Un arpeggio di chitarra leggermente distorta e stracarica di delay introduce la voce camaleontica di Tom, abile nel cambiare registro vocale anche nel giro di poche battute. La traccia si mantiene sempre su toni oscuri e sospesi, resi ancora più misteriosi dall’ingresso di un spettrale voce femminile ad opera di Simone Vollenweider -che in passato aveva già collaborato con Tom negli Apollyon Sun- per poi scivolare nell’intermezzo ambient di Shrine.

Blessed those who do believe
Those who will die in you


Ci pensa A Thousand Lies a svegliarci dal sogno evanescente della track precedente, con un brano mazzata dai pochi orpelli che sprizza odio da tutti i pori. Nonostante questa traccia sia la più “ortodossa” del disco, trasudante Celtic Frost dai ogni battuta, ritengo che un po’ di sano headbanging, prima di rituffarci all’interno delle nere visioni dei Triptykon, ci stia perfettamente.

Seven, seven they are
No gate shall shut them out
Like snakes through grass they glide
Like wind, like wind they storm


Infatti, ecco subito tornare in scena incubi e visioni bibliche di morte su Descendant. Le chitarre di Tom e di Santura riescono ad evocare i serpenti citati nelle liriche, con il loro riffing vorticoso ed ondulatorio.

Like a body without soul and a sacrifice of faith
The desire to be flesh, yet forced to abdicate
Pain- myopic empire


Pesantezza è invece la parola d’ordine della successiva Myopic Empire, un macigno doom direttamente ereditato da Monotheist, che però non sembra reggere molto il confronto con il resto dei brani presenti. Inoltre, l’intermezzo di pianoforte e voce femminile piazzato a metà traccia -piuttosto avulso dal resto- mi fa ritenere che sia stato creato ad arte per raccordare il brano con la successiva My Pain.

Fall asleep in my arms, never to wake up ever again
Morning comes as a surprise to the solitary heart
This world within my mind, did it ever even exist?


Il riffing distorto sparisce quasi del tutto, sostituito da semplici armoniche naturali di clean guitar ed il basso ultradistorto di Vanja Slajh a fare da contrappunto. Il resto è un duetto vocale degno di Into The Pandemonium tra Tom e la dolce voce di Simone Vollenweider. Un breve momento di quiete e raccoglimento interiore prima che i Triptykon sgancino la più letale delle loro bombe, ossia la conclusiva The Prolonging.

As you perish, I shall live

The Prolonging è la quintessenza musicale dei Triptykon, c’è poco da fare. Una suite di venti minuti dove la band svizzera concentra tutte le anime mostrate sino ad ora nell’album. Il solo finale tra feedback vari, chitarre granitiche e basso iper-distorto in bella evidenza, con il buon Tom a declamare senza sosta la sopracitata frase, vale l’acquisto immediato di Eparistera Daimones.

Dopo questa estenuante descrizione track-by-track, è tempo dei classici commenti finali -chiedo ancora al lettore un minimo di pazienza-, i quali non possono che essere strapositivi. L’esordio dei Triptykon è il perfetto anello mancante tra il glorioso passato dei Celtic Frost ed il controverso disco della reunion, una release che riesce ad inglobare e trasformare in qualcosa di nuovo, la furia e l’irruenza degli esordi, la sperimentazione della fase di mezzo e l’estrema pesantezza sonora di Monotheist. Sebbene Tom sia il pilastro centrale dell’intero progetto, egli riesce comunque a non limitare i restanti membri della band a meri comprimari. A partire da V. Santura, autore di un’ottima prova come chitarrista ma anche abile nel captare e riversare su disco ottico l’anima musicale dei Triptykon, ma anche ascoltando il lavoro in fase di arrangiamento di Vanja Slajh e Norman Lonhard, è perfettamente chiara la sensazione che Eparistera Daimones è il frutto di una band coesa ed unita.
Per concludere, un grandissimo lavoro che finirà senza alcun dubbio tra la mia top 5 di fine anno.

The end



VOTO RECENSORE
93
VOTO LETTORI
84.18 su 141 voti [ VOTA]
Dany71
Domenica 14 Gennaio 2018, 16.47.18
28
@Vandalo: ascoltare dischi del genere in auto è vietato per legge
Vandalo
Mercoledì 5 Novembre 2014, 22.04.04
27
L'ho preso poco tempo fa, saltando a pie' pari Monotheist per presunta incompatibilita' di carattere dopo qualche ostico ascolto, almeno per ora, ma questo Eparistera mi ha davvero "mesmerizzato", restando prigioniero nel lettore dell'automobile da subito! Davvero gran bella uscita che mi invoglia ogni giorno di piu' a esplorare l'inferno sonoro messo in piedi dai Triptykon nel successivo Melana.. pero' che titoli... :l
Nikolas
Domenica 23 Marzo 2014, 20.39.39
26
A quasi 4 anno dal primo ascolto mi rendo conto di non aver commentato... Beh avete già detto tutto voi, claustrofobico, ma anche furioso in alcune scariche death che pochi altri possono permettersi, sognante in una perla come My Pain, annichilita poi dalla mastodontica conclusione di The Prolonging. Un disco come non se ne sentivano (e, credo, non se ne sentiranno) da anni. Per me averli visti a Wacken, in mezzo all'indifferenza di molti che si aspettavano i deficitari CoF, rimane un emozione che non dimenticherò. Tom G. Warrior uno dei cinque, forse tre, artisti metal che bisognerebbe portare con sè se dovessimo abbandonare il pianeta. Voto: 97
gianmarco
Venerdì 14 Marzo 2014, 21.41.04
25
la coda death di descendant è stratosferica
Andy '71
Giovedì 6 Giugno 2013, 8.47.48
24
Discone!Voto 93,perfetto!
celtic warrior
Lunedì 24 Settembre 2012, 20.22.56
23
Un album di metal putrido e violento voto 90
waste of air
Venerdì 7 Settembre 2012, 0.23.37
22
Dunque. Ho trovato la recensione di questo disco oggi! Eppure l'avevo cercata...Se non fosse stato per Barry neanche l'avrei trovata! Cercavo Tryptykon io...
Doomale
Sabato 26 Maggio 2012, 12.51.19
21
Perfetto grazie della delucidazione!
Undercover
Martedì 22 Maggio 2012, 21.09.07
20
E' uguale o meglio similare dato che la cover è presa da un'opera di Giger, in questa versione però c'è anche la mano di Vincent Castiglia e qualcosa di diverso anche nelle forme mi pare ci sia.
Doomale
Martedì 22 Maggio 2012, 17.13.57
19
Disco stupendo...ma dopo aver rispolverato alcuni vecchi cd black death mi sale un dubbio sulla cover...Cercate la copertina dell'album "stillbirth machine" degli Order fron Chaos del 1993 e mi direte...
ASD
Sabato 14 Aprile 2012, 20.44.04
18
Questo e Monotheist sono due capolavori assoluti! A me Tom Warrior come vocalist non mi è mai piaciuto molto nei Celtic Frost, ma in questi due album è spettacolare, teatrale ed espressivo nell'impostazione, comunica benissimo il testo del brano. Due album oscuri che più non si può, macabri e pesanti! Da avere entrambi insieme all' EP Shatter. aspetto con ansia un nuovo album, se mai ci sarà.
luci di ferro
Sabato 23 Ottobre 2010, 2.34.09
17
voce, testi, atmosfera, artwork, tutto perfettamente sintonizzato... La classe non è acqua! 94 su 100
Matteo Cagnola
Giovedì 21 Ottobre 2010, 16.06.07
16
Dopo E.D. dei Triptykon aspetto con ansia "shatter" e così questo 2010 si chiude bene con questi due capolavori assoluti. Li aspetto ancora live ma come gruppo principale perchè aprire per i Dimmu Borgir non è stato il massimo (anche se sono stati GRANDIOSI!!!!!) e io ero lì SOLO per loro e penso proprio che meritano di più.
Er Trucido
Domenica 19 Settembre 2010, 0.36.12
15
Bellissimo, claustrofobico ed oscuro...uno dei dischi dell'anno
Electric Warrior
Giovedì 3 Giugno 2010, 14.50.50
14
2009 e 2010 sono veramente due anni d'oro del Metal. Mai sentiti così tanti capolavori in così poco tempo. Questo lavoro dei Triptykon è un capolavoro del Metal. Da tanto non si sentiva un disco così sporco, pesante e lugubre.
Kryptos
Martedì 18 Maggio 2010, 14.33.51
13
Un altro album spaventoso dal nostro "Warrior", anche se secondo me un filino inferiore all'incredibile "Monotheist"... Voto 89.
andrea
Lunedì 17 Maggio 2010, 18.33.38
12
devo sentirlo al più presto
tribal axis
Sabato 15 Maggio 2010, 19.29.51
11
i Celtic Frost non mi sono mai piaciuti. questo disco invece lo trovo geniale. pesante, oscuro, marcissimo. voto: 90.
Blackster
Sabato 15 Maggio 2010, 13.29.18
10
Memorabile... dal primo all'ultimo secondo.
nedogiuda
Sabato 15 Maggio 2010, 13.22.03
9
Anch'io voglio Giger come amico per farmi le copertine del gruppo
Metal 73
Venerdì 14 Maggio 2010, 20.21.11
8
Mha!!!!
enry
Venerdì 14 Maggio 2010, 17.51.27
7
Molto bello, neanche troppo difficile da assimilare, mi è piaciuto subito. "My Pain" è IL dark-metal e "A Thousand Lies" una bordata difficile da dimenticare. 85/100 senza pensarci.
Hellion
Venerdì 14 Maggio 2010, 15.34.05
6
...dico solo una cosa: Capolavoro!
sandman
Venerdì 14 Maggio 2010, 13.39.12
5
seguirò presto, anzi prestissimo, il tuo consiglio. spero proprio che sta volta il buon tom non si becchi gli insulti che li ho tirato dopo appunto monotheist bellissima rece comunque
Bloody Karma
Venerdì 14 Maggio 2010, 13.36.45
4
@sandman: come ho scritto nella recensione ci sono parecchi rimandi ai tempi passati, ma sono comunque filtrati/drogati sotto un atmosfera doomeggiante figlia di monotheist...prova ad ascoltare qualche samples e vedi un po...ti posso comunque dire che quest'ultimo disco è parecchio più immediato di monotheist..
sandman
Venerdì 14 Maggio 2010, 13.33.13
3
ma a uno che adora i primi celtic frost ma che disprezza in modo pressoche assoluto monotheist, questo album potrebbe piacere?
Ghenes
Venerdì 14 Maggio 2010, 10.45.20
2
bella recensione! ricordo una intervista a Warrior in cui affermava che il suo prossimo disco (prima di Monotheist) avrebbe aperto le menti. non siamo ancora arrivati a quel punto ma questo disco si avvicina molto a quell'idea di musica estrema. disco affascinante e che ha bisogno di molti ascolti per essere apprezzato. finalmente Tom è ritornato sui suoi livelli.
N.I.B.
Venerdì 14 Maggio 2010, 9.56.22
1
Lavoro a dir poco STUPENDO per un'Artista con la "A" maiuscola... questo lavoro, è quello che il sottoscritto voleva sentire da un qualsiasi progetto appartenente a Mr. T.G. Warrior... e sono perfettamente d'accordo con i commenti finali del Recensore... GRANDI TRIPTYKON...!!!!
INFORMAZIONI
2010
Prowling Death Records
Black/Doom
Tracklist
1. Goetia
2. Abyss Within My Soul
3. In Shrouds Decayed
4. Shrine
5. A Thousand Lies
6. Descendant
7. Myopic Empire
8. My Pain
9. The Prolonging
Line Up
Tom Gabriel Warrior - Vocals, Guitars, Programming
Norman Lonhard - Drums, Percussion
V. Santura - Guitars, Vocals
Vanja Slajh - Bass
 
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