Il pregio del combo heavy polacco Crystal Viper consiste nel suo nuotare al di fuori dei clichées di genere, seppur toccando il bordo con le mani per non finire al largo. Chiunque li abbia sentiti una volta avrà notato la particolarità vocale di Marta Gabriel, la quale, abbastanza eccezionalmente, non è né una Sharon den Adel, principessina gotica assai svenevole, né una tomboy à la Patti Smith, né una virago popputa come Doro Pesch. In effetti, la Gabriel è la Vipera di Cristallo, una dominatrice sessuale che gioca su volute ambiguità di genere per trasmettere un’immagine a tratti forte, a tratti languida. Su un piano più strettamente tecnico, pur con i dovuti confronti e limiti, è un Rob Halford con parrucca e senza sorpresa: spesso e volentieri una screamer affilata, con toni financo epici. Certo, questo è -almeno in parte- un live, e la resa non è delle migliori: le tonalità si abbassano notevolmente, e il timbro diventa quasi sgraziato.
Va anche detto -ma questo ce lo potevamo aspettare- che, avendo la band polacca solo due album all’attivo, il repertorio è un po’ striminzito, con tre tracce da The Curse of Crystal Viper e due (più intro) da The Last Axeman. Al contempo, tuttavia, la proposta risulta compatta, pescando solo i momenti più validi dei due studio albums, e l’heavy solido dei Crystal Viper non stanca così rapidamente. Ben più interessante è il resto del cd: quattro tracce, di cui una inedita, un singolo già estratto, un “lato b” e una cover. Cominciamo da Secret of the Black Water, antipasto dal prossimo lavoro della band (di cui ancora non conosciamo titolo, stato dei lavori, e release date: lo collochiamo in un punto qualsiasi del nostro futuro), che sostanzialmente non si discosta dalla formula sin qui proposta. Non che sia un male, intendiamoci: i Crystal Viper non ci stancheranno ancora per un po’, e il loro lo fanno più che bene. È poi la volta del singolo The Wolf and the Witch, che avevamo avuto modo di apprezzare già da qualche mese: si conferma l’impressione positiva che ricordavamo, brano dalle ottime melodie e dal ritmo efficace che non stenta a farsi largo nella nostra memoria per restarci almeno qualche giorno. Stronghold: Under Siege è un lato b di un’edizione limitata persa nelle nebbie, ed effettivamente meritava di essere ripescata: pur non eccellendo, non demerita, e si pone con scioltezza nel vastissimo limbo dei brani a cui guarderemo con simpatia ma difficilmente ascolteremo molte altre volte. Chiude Obsession (It Burns for You), cover dei beneamati Virgin Steele in cui la Gabriel raggiunge vette vocali strepitose. Certo, urla laddove DeFeis vocalizzava, languido e provocante, e a conti fatti rovescia la tensione amorosa dell’originale (lì un ragazzo sessualmente esplosivo che gode malignamente, qui una dominatrice che esulta della propria supremazia), ma il risultato è ottimo.
L’offerta eccessivamente variegata contenuta in questo Defenders of the Magic Circle lo penalizza, rendendolo più simile ad un maxi EP che ad un’uscita “piena”. Dà l’idea di essere stato pensato con fretta, ma tutto sommato il risultato è particolarmente godibile, a dimostrazione delle qualità di questo ensemble che potrà, entro poco tempo, piazzare un colpo vincente per farsi ricordare.
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