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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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War From A Harlots Mouth - MMX
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( 3005 letture )
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Un fine pensatore diceva che in ogni disordine c’è un ordine segreto.
Salvo che in questo disco, aggiungo io.
Eccovi l’ennesimo gruppetto che ha preso di mira l’apparato uditivo. La cosa strana è che in questo caso, a differenza di tanti altri, non si parla di una band targata USA, ma di un giovane ensemble tedesco che più non si potrebbe (di Berlino per la precisione). Il math/core -che, date le molteplici sorprese ormai è più un uovo di Pasqua che un genere- è più radicato in altri paesi. I teutonici hanno sempre mostrato maggiore inclinazione al thrash old school, al power e a generi classicheggianti e sedimentati. Che questi cinque loschi figuri siano figli del muro crollato e quindi abbiano assunto anabolizzanti hardcore è probabile. Di certo l’angloamericanismo su cui si fonda il ‘core-qualcosa-grind’ qui è presente in forma pompata ed estrema, questa volta troppo.
Seguo tale band dagli inizi, e mi aveva colpito dal primo full length, Transmetropolitan. A quell’interessante album ne è seguito uno di altrettanta fattura, Sheol. I War From A Harlots Mouth si sono così ricamati il loro buon nome, hanno cominciato a girare in tour in piacevole compagnia di ulteriori gruppi anche più conosciuti, e si sono legittimamente ritagliati la propria fetta di pubblico. Tutto ciò fino alla prova del terzo disco: MMX. Ancora una volta registriamo le influenze jazz ed il taglio claustrofobico a fare da contraltare all’impeto hardcore/grind. Partiture ultra tecniche, liriche sparate a più non posso, break maciullanti e ripartenze al fulmicotone. In teoria ci sarebbe tutto il necessario per spalancare le orecchie e farsele piacevolmente triturare. Purtroppo però la pratica è diversa dalla base teorica e non basta avere un’eccellente tecnica di base. I War From A Harlots Mouth (letteralmente “guerra dalla bocca delle puttane”) hanno perso la bussola delle proprie composizioni, hanno messo il tutto in un album, senza però preoccuparsi di donare amalgama. Invece di vomitare guerra hanno macinato noia. Qui non si cede piacere a pagamento, come invece le donne di facili costumi di cui al moniker; qui si fomenta lo sbadiglio a tradimento.
Dire che in molti casi non ci sia né capo né coda potrà anche risultare brutale, ma è quanto di più immediato e chiarificatore a me venga in mente per riassumere MMX. L’album in questione è come un puzzle ricomposto a caso. Le parti sembrano quasi sempre slegate tra loro e coglierne il senso è impresa quanto mai difficile, sempre che sia fattibile. Conseguenza diretta è la fatica che si percepisce nell’arrivare al termine dell’ascolto. Qua e là permangono barlumi di qualità, ma è davvero troppo poco, e non penso siano sufficienti ad elevare un giudizio complessivamente basso.
Come per gli Psyopus (anche loro caduti al terzo disco), per i cinque tedeschi è arrivato il momento di riflettere, di ragionare su come giocare al meglio le proprie carte, che sono tante e tutte buone, ma solo in teoria. Non si può bazzicare tra i Burnt By The Sun, i Dillinger Escape Plan, i Cephalic Carnage, i Terror, i Blutch, i Napalm Death, spruzzare ad intervalli irregolari un po’ di jazz, far piovere qualche pizzico di claustrofobia e chiudere un disco senza un minimo di feeling. Una volta trovata la forma sarebbe buona cosa donare anche un senso, perché questo non devono essere gli ascoltatori a ricercarlo -nemmeno fossero degli Indiana MathCore Jones - ma deve essere la band a trasmetterlo.
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2
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disco bellissimo....da 80 almeno....il più bello del gruppo |
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1
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sono d'accordo, la differenza e' che io li ho semrpe considerati ben poco interessanti |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Insomnia 2. To Age And Obsolete 3. The Increased Sensation Of Dullness 4. Sleep Is The Brother Of Death 5. The Polyglutamine Pact 6. Cancer Man 7. C.G.B. Spender 8. Sugarcoat 9. Spineless 10. Recluse MMX 11. Inferno III/IV
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Line Up
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Nico (Vocals) Simon (Guitar) Daniel (Guitar) Filip (Bass) Paule (Drums)
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RECENSIONI |
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