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Hell In The Club - Let The Games Begin
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Finalmente una gran bella novità nel panorama italico, infine. Era ora. Di band hard rock/glam così ne avevamo quasi perso le tracce da tempo immemore. Ci volevano gli infernali Hell In The Club per ridestare un gusto che shakera benissimo l’hard rock, la baldanza sfacciata del glam, impatto “in your face” e una produzione eccellente. Ma da dove fuoriescono ‘sti rockettari imbellettati di street? Facile risposta, gli H.I.T.C. sono un poker ben assortito fondato da membri di due delle più importanti heavy metal band tricolori in circolazione: i Secret Sphere e gli Elvenking, già attive dalla metà degli anni ‘90 con numerosissime esperienze live europee e pubblicazioni di grande considerazione da parte della critica. Un sound che inietta, in una formula hard, massicce dosi di rock'n'roll con tante influenze meticce che richiamano i grandi nomi internazionali e influenze disparatissime. Andrea Buratto, alias Andy, bassista dei Secret Sphere, aveva in cantiere da molto tempo questo progetto e proprio lui si è messo alla ricerca della line-up ideale reclutando il resto della formazione. Un combo bravissimo a coagulare in un unico canestro l'eredità del passato, miscelare il tutto e risputare fuori un bolo acre che riesce a creare davvero qualcosa di eccitante. E non solo per la scena dello stivale, prova ne sia che questo debut-color-album viene distribuito in Europa, Giappone e States. Insomma molte fiches puntate sulle loro teste. Da una copertina suggestiva e peccaminosa, si dipartono le linee guida della loro creatura.
Sin dall’opener, Never Turn My Back, la piovra tentacolare del rock duro si impossessa del vostro stereo eruttando note ad alto wattaggio. Voce matura e densa il giusto, chitarre molto presenti e sezione ritmica che pulsa sui bassi, forse il chorus non rimarrà immortale ma è un chiaro esempio che questi ci sanno fare; cori efficaci e minimali e assolo che più hard ottantiano non si può. Buona traccia, vero battesimo del fuoco per chi, nel proprio monicker, cita l’inferno. Rock Down This Place, parte al fulmicotone ed è cantabile sin dal primo accenno melodico, ottimo il gusto e la riproposizione che diventa accattivante, sempre più, con lo scorrere del tempo. Qui i paragoni potrebbero sprecarsi con act molto celebri, ma il calderone in cui viene fuso l’argento vivo delle loro penne compositive è decisamente da pollice altissimo. Chitarre a tonnellate, si va benissimo così! On the Road ha qualcosa di anfetaminico, mescolando atmosfere da rock americano alla durezza europea con una ragnatela chitarristica che fa godere di un ritornello allegro, un po’ come la bellissima ed evocativa Natural Born Rockers che spara subito cori anthemici e assalto all’arma bianca. Voce di Dave, inizialmente filtrata, armageddon a base di strumenti fitti e tiratissimi all’Hardcore Superstar e un solo di Picco che è mazza da baseball sulle mascelle. Pezzo che metterà d’accordo rockers, glamsters e metallari fedeli alla linea dura. Batteria smartellante, è ora di Since You're Not Here, raffigurata su linee brekkate della sei corde, inciso corale ma non smielato, la voce del singer non lo consentirebbe di certo, poi ci pensa Picco con il plettro a darci dentro con grande feeling. Minimali ma completi, niente fronzoli inutili, solo grande rock energico. E la dimostrazione provata giunge con lo scampolo successivo che è una cover di Sam Cooke -portata già al successo da Cat Stevens- qui resa irriconoscibile. Another Saturday Night plasma il rock and roll con un andamento sferragliante e coralità moderne che non possono non incidervi le orecchie, lo so è una mia idea ma io qui ci trovo addirittura atmosfere alla Boston sotto la coltre di impegno e fatica per rendere ammaliante la traccia; manco a dirlo, operazione riuscita. Metà disco andato e non ce ne siamo accorti. Sotto con il resto, people. Raise Your Drinking Glass è una party song travolgente nata per far saltare e ballare, tutte le mani in alto e scatenatevi come ad una gara di maglietta bagnata, cosiccome l’adrenalina schizza dai solchi arati della seguente No Appreciation, costruita su fondamenta Motley e con cori e chitarre che, al contrario del titolo, si fanno apprezzare parecchio. Di frutto proibito si parla in Forbidden Fruit, batteria che suona alla grande penetrata da un basso a proiettile dum dum e una voce che aerografa un altro esemplare innestato da chitarre potenti; i cori valgono da soli un otto in pagella. Numero dieci, colpo del fantasista, arriva lo slow acustico. Dave mette sul tappeto tutte le sue capacità per arpionare melodie vivide, tonalità da grande singer per uno sviluppo da southern ballad che, quando si elettrifica, diventa ancor più convincente. Permettetemi una similitudine, Steve Lee e i Gotthard qui mettono fuori il capino e salutano, e visto che sapete quanto io stimi i rossocrociati, capirete che razza di pezzo hanno inciso i nostri. Daydream Boulevard è nervosa, moderna, a tratti claustrofobica ed è un pezzo da novanta nel songwriting degli Hell…, una track di grande qualità, o come dicono i bravi recensori, di alta pregevolezza. Don’t Throw in the Towel serra il calice da cui ci abbeveriamo e decreta la fine del time running. Decisa e secca la guitar che cavalca voce e idee, attraenti coralità che rimangono nelle vene con chiari richiami agli eighties, periodo aureo del genere.
Appena il laser si stoppa, la voglia di rimetterlo su è predominante, e questo è un gran complimento. Let The Games Begin è un prodotto con i fiocchi, anche se leggermente eterogeneo nell’unire influenze e derivazioni diverse, ma va sotto un unico comune denominatore: la grande classe della proposta. Il gruppo dà fondo a tutta la simbologia dell’hard rock, portando quei colori come una tribù di Lakota Sioux farebbe con le proprie pitture di guerra. Questo è un cd che va comprato, non per sostenere il metal italiano, errore gravissimo che si compiva sistematicamente negli anni 80 e di cui si sono pagati tanti dazi, ma solamente perché è un prodotto boombastico che farà leccare baffi, barba, e pilu a chi si avvicinerà a queste 13 song che spaccano. Hell In The Club, my favorite music right now!
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Tutti molto godibili i loro album..anche l\'ultimo EP mi è piaciuto molto. Non so perche ma come proposta musicale li ho sempre accostati ai Crazy lixx, altra band che mi piace un sacco |
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A parte il voto lettori ridicolo, questo esordio degli Hell e` un ottimo album, forse il piu` party glam per come la vedo io. Ma devo dire che assieme agli Hardcore superstar sono l`unica band che mi ha portato a meta` anni 80. Forse il voto di Frankiss e` un po` troppo alto, per me dieci punti in meno, ma va a gusti. |
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continuo ad ascoltarlo ormai dall'uscita, è proprio un ottimo disco hard rock, spesso mi tornano in mente gli skid row più spensierati e spontanei, lavoro esplosivo e godibilissimo! |
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che discone!!! altrochè Elvenking!! |
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e il video di Rock Down This Place, che mi dite eh, di sto fantastico video?? That's rock'n'roll!! |
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che figata di disco!!! |
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Disco spettacolo e orgoglio nostrano...H.I.T.C. spaccano di brutto!!! |
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Si grazie Me Medesimo....ti prego grande pappone procuratore di signorine per la redazione di Metallized...ricordati di mandarmene un paio a casa e che siano disponibili....altrimenti qui nn si batte chiodo..... e ci si deve sfinire di pratiche onaniste.....Inutile dire che il tuo commento....ha gambe corte e ridicole...e sa di presa per il culo..e allora ti ripago con la stessa moneta. Ah..per me una bionda e una rossiccia in costumi scollacciati....poi ti faccio avere due pass per il backstage degli Hell In The Club....così ci pensano loro a te!! |
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Debbo asserire di si...sei per caso interessato?  |
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@ Me Medesimo: lo sai per esperienza personale?  |
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Non confondete...non sto dicendo che non devono suonare solo perchè fanno caà nel ghigno e son fatti male addosso...posson chiaramente fare lo stracazzo che vogliono e non mi pare tra l'altro che lo faccian male, visto tutto il clamore suscitato con questo disco...sto semplicemente dicendo che il genere proposto richiederebbe anche una bella immagine da strapponi-stura fighe e la loro non lo è di certo...probabilmente l'unica figa che hanno visto nella loro vita è quella di su mà! @Flag of hate: Non mi pare sinceramente che gli HS facciano cagare sai...prova a rivederli a modino...probabilmente chiavano più in una sola notte che l'intera redazione di Metallized in una vita... With Respect. |
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Quindi solo chi è belloccio può rokkare alla grande? Beh questa è una novità e dire che seguo e mi occupo della scena da 32 anni.... |
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x me medesimo: discorso ridicolo |
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sinceramente sti cazzi di come sono. Intanto han fatto un buon disco di hard rock da 75 |
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Si, perchè gli HS sono dei gran figaccioni, vero? XD |
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Sono innanzitutto troppo brutti in viso, per poter fare i figaccioni Hard Rockers...non si posson guardare! Cioè, tipo...vogliamo accostarli ad una band a caso, tipo gli Hardcore Superstar? Ahah...sono ridicoli! E ora non venitemi a dire che questo è un genere che non ha bisogno di immagine! Mi resta difficile dissociare la musica dalle facce quando ascolto certa roba. |
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@Maurilio e Ixo....come sono solito dire...de gustibus....anche se non rientra nelle vostre preferenze l'unica cosa che nn si può dire di un disco del genere è che sia mal prodotto o non sia suonato molto molto bene....poi ad ognuno il proprio giudizio... Rock on.. |
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Mah, anche a me non é sembrato un cd da 89, concordo con ixo. |
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Mah, sinceramente mi sembra sempre la solita solfa trita e ritrita... forse perchè l' hard rock non è il mio genere preferito, ma non sono riuscito ad andare oltre la 5° canzone |
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Mi avete incuriosito con questo album, e poi un sano Hard Rock duro e puro e cazzutto ci sta sempre bene, se italiano tanto meglio! Voglio proprio ascoltarlo, magari comincio dal tubo! |
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@Undercover...no nessun problema figurati..era solo per pun tualizzare a chi legge...magari sente la definizione party rock e pensa a qualcosa di leggerino e senza palle..qui invece c'è rock con le strapalle....e chitarre a stecca...certo che chi ama e ascolta Dimmu Borgir o Cathedral o Gory Blister si dirigerà su altroi dischi...tutto qui. Stay Rocked!!! |
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@Frankiss dipende cosa intendi per tosto, sono altri i ritmi a cui preferisco andare. Il mio non era un termine spregiativo, molti dei brani starebbero benissimo nelle disco rock fidati, in quelle americane ti fanno ondeggiare con i Cannibal con questi di sottofondo anche con i pezzi più duri l'aria è molto più "cheta". Poi sarà impressione personale, fatto sta che il disco lo sto consumando. |
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@Undercover...non sono molto d'accordo con te, ci sono un paio di pezzy da party rock...il resto è tutto molto tosto...parecchio anche... |
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non e' frequente essere veramente impressionati al primo ascolto ma e' accaduto.ora attendo il primo live agevole da raggiungere |
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@Tribal Axis e Mariamaligno, vi posso dire che sti ragazzi di sicuro non suonano il mio genere preferito, è un disco da party, quello che ti porteresti dietro con amici e per passare una bella (e sottolineo bella) serata con una tipa dal finale col botto. |
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io come mariamaligno sono rimasto colpito negativamente dal video e dalla canzone da lui citati. però vista la recensione e i commenti forse un ascolto glielo darò. |
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@Gabriele....a nome di tutti i collaboratori di Metallized..ringrazio te per le belle parole....i portali, le testate giornalistiche e via dicendo, dovrebbero servire allo scopo da te citato...peccato che quasi mai accada...ma noi siamo qui anche x questo...continua a seguirci... |
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Sono solo alla seconda traccia, ma a primo impatto posso dire che mi piacciono molto! Ringrazio Metallized perchè mi sta allargando gli orizzonti musicali a dismisura Recensite roba di cui non sospetterei dell'esistenza nemmeno se me la trovassi sul naso mentre cerco in qualche scaffale di un negozio di dischi. Non si finisce mai di imparare. |
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@hm is....l'equazione è corretta!!!! |
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Se la musica è bella come la cover me lo compro subito! |
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mai visti live e nemmeno in video..ma questo album è davvero un gran bel disco....sempre a mio avviso ovviamente...chi ama il genere lo troverà davvero bello...ne sono certo |
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Finora avevo visto solo il video di "On The Road" trovandolo letteralmente penoso sia dal punto di vista visivo che, soprattutto, musicale tanto da dissuadermi dall'ascolto dell'album. Ora leggo una rece cosi' lusinghiera...be' dovro' per forza dargli una seconda possibilita' sperando di ricredermi... |
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Sono totalmente concorde, che gran bel disco che si son sparati i ragazzi fossero tutti così i progetti alternativi alle realtà principali sarebbe festa. L'ho ascoltato non so quante volte davvero bello. |
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