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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 4386 letture )
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Provenienti dalla terra d’Albione, gli Eden’s Curse sono giunti al loro terzo full length, intitolato Trinity e pubblicato a distanza di tre anni dal precedente anonimo The Second Coming. La band si presenta con un’importante novità nella line up: l’italiano Alessandro Del Vecchio (Edge Of Forever) ha sostituito alle tastiere Ferdy Doernberg. Per cercare di affermarsi definitivamente al grande pubblico e rendere il più possibile appetibile la nuova release, gli Eden’s Curse si sono avvalsi di due special guest d’eccezione: James LaBrie (Dream Theater) e Andi Deris (Helloween), che duettano con il valido cantante Michael Eden rispettivamente in No Holy Man (peraltro primo singolo estratto di cui potete ammirare l’inguardabile cover) e Black Widow che, non a caso, risulteranno anche tra le composizioni migliori. La track conclusiva, invece, è un omaggio al mai dimenticato Ronnie James Dio grazie al rifacimento della nota Rock'n'Roll Children.
Il songwriting di Trinity ricalca sostanzialmente quanto proposto in passato dalla formazione, permanendo nell’ambito dell’hard rock/AOR/heavy metal melodico sempre lineare ed accattivante, munito di refrain orecchiabili, riff semplici sebbene di sicuro impatto, e liriche che, come si evince chiaramente già dall’artwork, hanno come di consueto riferimenti espliciti nel campo della religione. Le canzoni che compongono il disco sono ottimamente registrate e presentano alcuni momenti di pregevole fattura alternati ad altri, però, che evidenziano una fastidiosa eccessiva ruffianeria di fondo che, di fatto, inficia il valore complessivo del lavoro. A titolo esemplificativo reputo intenso ed intrigante l’incedere evocativo di Jerusalem Sleep (a mio parere anche il brano migliore di Trinity), splendido il ritornello di Black Widow (pezzo incisivo decisamente hard rock contraddistinto da un valido lavoro alle pelli di Pete Newdeck), convincenti senz’altro sia l’andamento marziale di No Holy Man che la struggente Guardian Angel. Convincono, tuttavia, molto meno la title track, Saints Of Tomorrow, Children Of The Tide e Rivers Of Destiny, svilite da ritornelli banali all’inverosimile. Nel complesso risultano sufficientemente accettabili, seppur convenzionali, la sostenuta Can’t Fool The Devil e Dare To Be Different.
In definitiva siamo in presenza di un lavoro senza infamia e senza lode nel quale l’eccessiva ricerca d’immediatezza si è rivelata una scelta penalizzante, nella considerazione che quando gli Eden’s Curse hanno cercato di aumentare il climax hanno anche dimostrato di saperlo fare bene come nel caso, appunto, della citata Jerusalem Sleep. Forse la mia è una domanda retorica, ma mi chiedo: perché perdersi così nella faciloneria più scontata?
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9
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Da me, in riferimento al commento di Giovanni, voto giusto 70, per me, rnr children come cantava il vate su Sacred Heart of rnr. Altrimenti ascolti gli Osanna, poi provi, forse, se ci riesci a capire se questi sono aor, progressivi o semplicemente rock |
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8
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Aborto? Smorziamo toni e parole, pleaz, e più rispetto per i musicisti, che - magari a dispetto del risultato finale - si impegnano comunque a fondo. Grazie. |
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7
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A me il disco piace nulla di stratosferico ma vale almeno 65 |
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6
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@ beppe68: scusa ma osannata da chi? |
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5
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Disco scontato e facilone,band osannata ma inutile! |
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4
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L'ho trovato insipido ed in effetti Jerusalem Sleep è nettamente il pezzo migliore. |
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3
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Disco noioso all'inverosimile voto sin troppo alto |
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2
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Rispetto al mio collega Khaine cha aveva recensito il precedente aborto di questa formazione sono stato sin troppo clemente. |
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1
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Non condivido assolutamente nè la recensione nè il voto. Imho ci troviamo di fronte ad uno dei migliori dischi di melodic metal dell'anno. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01 Trinitas Sanctus (Intro) 02 Trinity 03 Saints Of Tomorrow 04 No Holy Man 05 Guardian Angel 06 Can’t Fool The Devil 07 Rivers Of Destiny 08 Dare To Be Different 09 Children Of The Tide 10 Black Widow 11 Jerusalem Sleeps 12 Rock ‘N’ Roll Children
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Line Up
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Michael Eden (Voce) Thorsten Koehne (Chitarra) Paul Logue (Basso) Alessandro Del Vecchio (Tastiere) Pete Newdeck (Batteria)
Musicisti Ospiti:
James LaBrie - Voce su traccia 4 Andi Deris (Voce su traccia 10)
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RECENSIONI |
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