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Reflection - Advertising Violence
( 1417 letture )
Melodia potente, strutture non banali, tecnica semplice ma impeccabile, songwriting ragionato: non sono certo degli sprovveduti questi Reflection, attivi ormai dal 1992, e Advertising Violence sta a dimostrarlo, col suo thrash debordante ma non 'ignorante', che pone in primo piano l'importanza del riffery, del guitarism solista, della varietà strutturale dei pezzi. Tedeschi di Lünen, i cinque thrashers mitteleuropei hanno debuttato solo nel 2004 con Made In Hell, album che aveva dato seguito a due demo precedenti, ed ora tornano sul mercato con un secondo lavoro molto convincente, edito da Fastball Records e intitolato Advertising Violence. Oggigiorno stiamo assistendo ad unremake considerevole della scena thrash metal old school, un revival che poggia le sue radici su una moltitudine cospicua di bands tese a celebrare la grandeur del genere sfornando una mole notevole di lavori che inflazionano il mercato del thrash, spesso con risultati incoraggianti e altrettanto spesso con dischi che poco aggiungono alla scena, rivelandosi dei meri copia-incolla privi d'anima e spessore.

I Reflection sembrano tuttavia collocarsi nel lotto di pubblicazioni più incoraggianti, quelle nelle quali è ancora possibile ricercare emozioni, adrenalina pulsante, il quid decisivo d'energia senza pretendere l'innovazione, cosa peraltro non richiesta da nessun thrasher della vecchia guardia. La tradizione classica e l'eccitazione forsennata innervano il platter attraverso frenetici riff brevi e stratificazioni stilistiche, prevalentemente col piede premuto sull'acceleratore; sferrando potenti martellamenti psicotici ad alta velocità, la band teutonica garantisce tutte le peculiarità essenziali che potremmo attenderci da un sano disco di caro vecchio thrash: dalla voce aggressiva e travolgente all'incandescente sezione solista, velocissima, da delirio. Cambi di rotta e ripartenze improvvise, assieme ad una sezione ritmica pulsante, creano grande fervore, merito di una prestazione esaltante delle chitarre e dell'apporto incessante del drummer Fabian Frerichs, artefici di un sound compatto, oscuro e lontano da estremismi e modernismi pericolosi. Non c'è traccia di growl fuorviante, possano stare tranquilli gli headbanger conservatori; e non c'è traccia di voci pulite o 'squillanti' alla power thrash (in stile Anthrax, per fare il paragone più illustre), per la gioia degli ascoltatori che prediligono vocals ruvide, roche ed agressive. Saranno soddisfatti gli adepti della vecchia scuola: thrash fiero e oltranzista, corna alte e teste che sbattono si alternano tra pezzi capaci di toccare intensi picchi di velocità, violenza e delirio, mentre il classico tupa-tupa a rotta di collo, grondando veleno, permette al disco di poter essere considerato una delle migliori releases del settore in questa prima metà del 2011. L'album si apre con l'assolo lancinante e i riff a scorribanda di Sparks Of Life, e prosegue con i repentini cambi di tempo di Rise o la furia devastante, con tanto di blastbeat, udibile in Bury You; tra i brani migliori, da headbanging isterico, spicca Collecting Memories, caratterizzata da una marcata alternanza di parti veloci ed altre più razionali. Flash And Bones e No Way Back proseguono il massacro, infarcite di adrenalina e stop'n'go, tenendo alta la tensione e trainandoci fino a Apocalyptic Chaos, col suo riffing azzeccatissimo, e Perplexity, splendida strumentale articolata attorno ad una sorta di melodic heavy-thrash dalle pregevoli accelerazioni ritmiche. The Last Relief, la traccia finale del platter, chiude i giochi con una intro inquietante e la consueta, successiva, sfuriata impazzita di thrash irruento.

Non si può parlare di capolavoro o di disco superlativo, quanto più di un ottimo album fatto con grinta e competenza, che promette di farsi gradire dagli appassionati del filone. I pochi punti deboli riscontrabili nel disco in questione potrebbero essere attribuiti alla scelta 'parlata' di alcune sporadiche parti vocali, e, più in generale, a qualche lineea cantata meno trascinante delle altre, ma sono soltanto piccole sottigliezze che non intaccano la buona resa che il full length mantiene per tutti i quarantasette minuti della sua durata. In molti 'novellini' dell'ondata old school contemporanea, quelli che si limitano a picchiare sulle pelli e sciorinare riff tronchi come se ciò bastasse a poter parlare di 'thrash', dovrebbero imparare dai Reflection, che sanno dosare sapientemente melodia assassina, potenza devastante, riff efficaci, velocità, linee vocali e sezione solista senza mai annoiare.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
20 su 18 voti [ VOTA]
the Thrasher
Sabato 21 Maggio 2011, 11.37.31
2
eheh grazie mille per i complimenti
jeffwaters
Sabato 21 Maggio 2011, 10.44.42
1
Non posso perdermeli, poi essendo stati recensiti da the thrasher, ovvero una garanzia per il thrash
INFORMAZIONI
2011
Fastball Records
Thrash
Tracklist
1. Sparks Of Life
2. Rip And Slash
3. Rise
4. Bury You
5. Collecting Memories
6. Flesh And Bones
7. No Way Back
8. Apocalyptic Chaos
9. Value For Warfare
10. Perplexity
11. The Last Relief
Line Up
Siggi Kwapich (Basso)
Fabian Frerichs (Batteria)
Timo Lehmann (Chitarra)
Heino Drescher (Chitarra)
Markus Radola (Voce)
 
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