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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Dying Fetus - History Repeats
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( 4958 letture )
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Altri venti di questi anni.
Sugli album di cover si è detto tutto ed il contrario di tutto. Brutti o belli, giusti o sbagliati che li si voglia considerare, questi si ripropongono nel mercato discografico come le banane nel banco frutta. Perennemente. Dato che in tal caso l’uscita vede protagonista uno di quei gruppi che non hanno a cuore la commercializzazione -intesa nella peggior declinazione possibile- e che negli anni sono andati avanti tra mille difficoltà, migliorandosi senza snaturare le proprie idee, è bene spendere qualche parola. L’ep History Repeats (GianBattista Vico insegna) è un regalo che i Dying Fetus decidono di fare prima a se stessi e poi ai fan, quelli più tosti e rancidi. Coloro i quali, dopo aver collezionato ogni album, magari in formato digipack, ogni ep e perfino qualsiasi t-shirt dello storico ensemble americano, non avranno altro da fare se non procurarsi il nuovo prodotto. Solamente 5000 copie ne verranno stampate dalla Relapse Records, quindi è opportuno darsi una mossa per accaparrarselo.
Un omaggio a se stessi, si diceva, ed infatti History Repeats è prima di tutto l’occasione per celebrare il ventennale dalla nascita della band. Grazie al cielo, i nostri cari “diversamente giovani” mostrano sempre una forma smagliante, un po’ come i terzini che arrivano ai quaranta e ancora trottano per il campo come e più dei ventenni. Che regalino ci propongono? Semplice, sei cover di sei tracce che evidentemente a loro divertono parecchio, ed in più un pezzo inedito.
Il regalino comincia con Fade Into Obscurity dei Dehumanized, e la band ce la mette tutta per riprodurre fedelmente il suono originario. Sound carico di groove e nessuna concessione verso le ultra velocità alle quali Gallagher e soci ci hanno abituato. Si passa a Unchallenged Hate, tratta dalla versione originale di quel caposaldo del marciume sonico chiamato From Enslavement To Obliteration. Si parla di Napalm Death ed anche in tal caso abbiamo una copia fedele alla matrice. Si passa a suoni tipicamente grind/death ed è la volta di Gorehog, dei Broken Hope. I Dying Fetus però, non mostrano più una totale fedeltà all’originale, ma corrono via come una formula 1. Sarà che negli anni hanno raffinato la propria tecnica in maniera ineccepibile, sarà che per loro i Broken Hope non correvano abbastanza, fatto sta che i Dying Fetus sovrastano e a tratti mortificano quanto realizzato dal gruppo di Joe Ptacek, superandolo per qualità esecutiva. Si arriva finalmente all’inedito, Rohypnol, e quarantadue secondi sono necessari per ricordare a tutti che i Diyng Fetus sono sempre più vivi, anche se decisamente sarcastici ed elementari. Unleashed Upon Mankind serve a riportare tutto su binari più consoni al death tradizionale, e non è un caso che il pezzo sia tratto dalla discografia di un ensemble, i Bolt Thrower, che dalla tradizione storica non si è mai mosso, nemmeno per andare al bagno. Mid tempos, quattro quarti a manetta e giù a rotta di collo per i ricorsi storici. Dalla più elementare memoria recente, al passato tradizionale ma tecnicamente superiore: è la volta dei Pestilence. Probabilmente tale traccia è la meno riuscita dell’ep, non perché Gallagher e compagni non siano all’altezza nella riproposizione (ci mancherebbe), ma perché le sonorità in stile Twisted Turth non si sposano, almeno per il sottoscritto, con l’istintività dei Dying Fetus. Si giunge all’ultimo pezzo, ed il meglio arriva nel finale. Born In A Casket -non c’è bisogno che scriva chi l’ha composta- riporta i Dying Fetus dove devono stare: a cavallo tra brutal e grind. Il pezzo è sparato, ignorante e divertente come l’originale.
Concludendo, History Repeats, come scritto in cima, è un omaggio al proprio cammino ventennale, e, dietro corrispettivo, un pensiero per chi ama follemente i Dying Fetus. Considerando che molti gruppi celebrano anniversari facendo uscire patetici ‘Best Of’, in tal caso, se non altro, si potrà brindare avendo un prodotto unico ed inedito.
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10
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@Alex Ve non ne sto facendo una tragedia, non ne faccio di sicuro un pezzo da collezione almeno non per il valore artistico di poco conto. |
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9
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Undercover: premesso che questo tipo di uscite possono piacere o meno, ci mancherebbe, ma come fai a definire questo ep una scelta della label per vendere? E' limitata a 5000 copie, di sicuro non guadagneranno molto anche vendendole tutte, è chiaramente un prodotto riservato ai collezionisti. Ci sono un bel po' di gruppi che vanno avanti ad ep ogni anno, per una volta che lo fanno i Dying Fetus non mi sembra una tragedia. |
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8
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Undercover: il ben altro sta, si spera, per arrivare dato che hanno già annunciato il nuovo album ed un live per una formazione del genere che spesso suona in locali dall'acustica pessima non è facile a meno che non si voglia ascotare qualcosa di super-ritoccato in post-produzione; citami anche solo un live "storico" di un gruppo brutal/death/grind che non sia nè "truccato" nè un guazzabuglio di grugniti inintelligibili. Anch'io preferisco album di tutti inediti dato che su 1500 dischi che possiedo, non voglio tirarmela, avrò si e no 3/4 raccolte di cui una di George Benson di prima che si mettesse a fare musica "per scopate vicino al camino". |
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7
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@rox68 perché da una band come loro per un ventennale di carriera mi sarei aspettato ben altro. Sì il tiro c'è e l'intenzione di cui parli non è neanche male ma perché fare una cosa simile? A sto punto fai uscire un live che a parte il "Killing Live Dvd" non mi risulta in discografia abbiano nulla "on stage" e magari due ore di pezzi presi da più concerti magari con registrazioni old dell'era con Jason e altre attuali sarebbero state più interessanti di una formazione padrona della strumentazione che si diletta a fare la "cover band" come se già ci mancasse questo tipo di piaga, ci mancano solo loro... o comunque la vuoi fare una cosa simile, falla corposa in stile "Rotten To The Core" dei Deceased non di 7 pezzi di cui uno è un inedito che non serve a nulla, io la vedo così, poi oh son scelte di label questa e si vede, la Relapse inonda il mercato di cazzate e lo fa da anni ormai, venderanno di sicuro. |
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6
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Undercover: perchè "vergognosamente"? Fosse un gruppo che non propone materiale nuovo da anni oppure un gruppo che ogni 2x3 ci rifila una vangata di cover tanto per fare qualcosa ti capirei ma non mi sembra il caso dei DY. E poi le cover, soprattutto quelle più orientate al grind, sono suonate con una "intenzione" che non potrebbe essere migliore. C'è da ben sperare per il nuovo album. |
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5
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@Khaine ma era utile un'uscita simile impostata in questa maniera? Fai un best of decente, metti un paio d'inediti un dvd e per quanto possa essere pacchiano e consumista sempre meglio di quanto fatto vergognosamente da quest'album di cover, i Misery Index hanno fatto anche di peggio ristampando un "best of" la bestemmia delle bestemmia, però dai un minimo di dignità da una band così grande te l'attendi. Poi musicalmente parlando per me dopo l'uscita di Netherton potevano anche finire, non li seguo più con lo stesso piacere da quando uscì "Destroy The Opposition" anche se live fanno ancora il loro cattivissimo e graditissimo dovere. |
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@ tribal axis ed EdoCFH: non voglio fare l'avvocato del diavolo, ma vi è chiaro che si tratta di un'uscita celebrativa dei 20 anni di attività, stampata in 5.000 copie? |
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3
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primo passo falso per una grandissima band che non ha mai sbagliato un colpo |
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loro possono suonare tutto il metal estremo senza problemi, tecnicamente parlando, visti live un anno fa mi erano piaciuti, ma i loro album via via mi hanno stancato un po'. |
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un'unico,pessimo,inedito.... io gli avrei dato volentieri 4 ad una uscita così.Una bella presa in giro....40 secondo di ineditio...mioddio... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Fade Into Obscurity (Dehumanized) 2. Unchallenged Hate (Napalm Death) 3. Gorehog (Broken Hope) 4. Rohypnol (Dying Fetus) 5. Unleashed Upon Mankind (Bolt Thrower) 6. Twisted Truth (Pestilence) 7. Born In A Casket (Cannibal Corpse)
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Line Up
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John Gallagher - Guitars, Vocals Sean Beasley: Bass, Vocals Mike Kimball: Guitars Trey Williams: Drums
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