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Alice In Chains - Jar Of Flies
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Scrivemmo Jar Of Flies in poco più di una settimana di alcool e solitudine.
Questa fu la descrizione che Jerry Cantrell, chitarrista degli Alice in Chains, diede dell’EP Jar Of Flies al momento della sua uscita, nel 1994. A quell’epoca la band di Seattle era già assurta a band di culto fra gli appassionati del grunge grazie allo strepitoso Dirt di due anni prima, pertanto, a maggior ragione viste le dichiarazioni del chitarrista, nonché principale compositore della band, tutti si aspettarono un lavoro di transizione verso un successivo grande album. D’altra parte, solitamente, quando un gruppo rilascia sul mercato discografico un EP, si pensa che nel lavoro confluiscano canzoni banali, magari scarti provenienti da altri album, o semplicemente qualche esperimento sonoro partorito fra una jam session e l’altra.
Per Jar Of Flies, tuttavia, può certamente risultare veritiera la seconda affermazione (come già detto, ce la confermò Jerry Cantrell in persona), ma altrettanto certamente non è ipotizzabile la prima. Questo EP, difatti, lungi dall’essere un esprimento malriuscito o un’accozzaglia di scarti, presenta invece 7 tracce semiacustiche, per la cui scrittura gli Alice in Chains mostrano un gusto compositivo e melodico mai ascoltato prima nei loro lavori; siamo difatti lontani anni luce dalle grida lancinanti e dai riff urticanti di Dirt ed anzi Jar Of Flies ci accompagna lungo un viaggio, malinconico e sofferto, scandito però da chitarre classiche, violini e violoncelli. Prima di gettarci a fondo nella musica della band di Seattle, un breve aneddoto sulla copertina; l’ispirazione viene da un esperimento fatto da Jerry Cantrell in tenera età: vi erano due barattoli contenenti mosche, con le prime che vennero nutrite in sovrabbondanza e le seconde che invece vennero malnutrite. Inizialmente le mosche del primo caso si riprodussero in grandi quantità, ma successivamente fu il loro stesso numero ad ucciderle. Le mosche dell’altro vaso, invece, riuscirono a sopravvivere molto più a lungo. Ed ora, signore e signori, parli la musica.
Rotten Apple inizia con un riff di vaga ispirazione blues, che si ripete in modo ossessivo lungo tutto il brano, trascinandoci poi in un brano costellato da melodie che definire ammalianti è poco: Jerry Cantrell e il nuovo bassista Mike Inez sono difatti subito al massimo della forma ed il primo, in particolare, dimostra come non sia necessario suonare a mille all’ora per produrre musica di qualità. Una menzione, naturalmente, non può non essere fatta per il testo, che, seppur più criptico e forse meno ispirato rispetto agli standard medi degli Alice in Chains, brilla comunque di luce propria nel ritornello.
Yeah, What I see is unreal I've written my own part Eat of the apple, so young I'm crawling back to start
E’ forse un riferimento all’eroina, ad una crisi di astinenza? Non lo sapremo mai davvero. Di Nutshell non c’è molto da dire, nel senso che parla la canzone in sé: un riff acustico, nuovamente ossessivo e nuovamente ammaliante, scandisce il ritmo di un vero e proprio testamento qual è quello cantato da Layne Staley, qui in uno dei vertici della sua espressività: vale la pena di riportarlo integralmente per chi ancora non dovesse conoscerlo.
We chase misprinted lies We face the path of time And yet I fight And yet I fight This battle all alone No one to cry to No place to call home.
My gift of self is raped My privacy is raked And yet I find And yet I find Repeating in my head If I can't be my own I'd feel better dead
Da brividi, in particolare, l’ultima frase, a maggior ragione se si pensa quale sarà, di lì a qualche anno, la sorte di Layne Staley. I Stay Away è scandita da un altro brillante riff acustico e, nonostante un ritornello un po’ lamentoso e meno ispirato rispetto ai precedenti, si risolleva poco dopo la metà grazie ad un geniale inserimento di violini e ad un assolo come sempre carico di feeling (nonché di wah-wah) da parte del chitarrista. No Excuses è un brano dal sapore quasi country, scritto interamente da Jerry Cantrell, in cui, oltre all’eccellente lavoro al basso di Mike Inez, vanno segnalate le straordinarie interpretazioni canore da parte del chitarrista e di Layne Staley: i due, infatti, cantano all’unisono della propria amicizia, difficile, a tratti scontrosa e ricolma di problemi, ma comunque fraterna ed estremamente sentita.
Yeah, it's fine We'll walk down the line Leave our rain A cold trade for warm sunshine
You're my friend I will defend And if we change Well I love you anyway
Whale & Wasp è una breve strumentale che sorprende per la propria semplicità ed al tempo stesso per la varietà di sonorità in essa presenti: abbiamo difatti il consueto riff acustico accostato a brevi ed angoscianti inserti di chitarra elettrica, contornati da viole e violoncelli; poi, a sorpresa, la malinconia del brano viene stemperata lasciando il passo ad un assolo del sempre fantastico Jerry Cantrell. Don’t Follow è l’ennesimo “testamento” di Layne Staley, che recita il suo lamento accompagnato dalla chitarra acustica e da una malinconica armonica.
Forgot my woman, lost my Friends Things I'd done and where I've been Sleep in sweat the mirrors Cold See my face it's growin' Old Scared to death no reason Why Do whatever to get me by Think about the things I Said Read the page it's cold And dead
Chiude il disco l’inaspettata Swing On This, un brano dal sapore quasi jazz, che risulta essere il meno riuscito fra i sette che compongono l’EP, a dispetto di un assolo squisito e di una partitura di basso nuovamente degna di nota.
Jar Of Flies, dunque, è uno dei lavori meno canonici degli Alice in Chains ed al tempo stesso uno dei più riusciti (a seconda dei vostri gusti, potrebbe benissimo essere il più riuscito): una piccola ed inestimabile gemma di appena mezz’ora in cui la band di Seattle mostra il suo lato più melodico pur mantenendo intatta l’espressività lirica ed il pathos della sua musica. Niente di più, niente di meno, e c’è ben poco altro da aggiungere, se non un consiglio: premete il tasto PLAY e godetevi il viaggio.
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90.34 su 177 voti [
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Cos\'è quest\'ambum... racchiude tutto il tormento di Staley. Album melodico ma profondamente metal. Nutshell mi fa sempre venire i brividi...
Memorabile, punto. |
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Il mio cuore batte tra le note di questo gruppo, ma il '94 porca troia che anno...Jar of Flies, Superunknown, Vitalogy, Welcome to Sky Valley, Hex, Dummy, The Downward Spiral, Wildhoney, Tears Laid in earth,Awake,Promise Land, Deliverance...mamma mia. |
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No excuses da pelle d'oca |
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riascoltato ora, da' sempre emozioni |
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Questa band me ne sono innamorato fin dal primo ascolto...ha sorpassato tutte le mie band preferite mettendo le "frecce"..e "asfaltadone "....sto consumando il loro album come non mai....w gli AIC |
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La mia band preferita del genere grunge, un gruppo immenso con un cantante dalle più belle voci di sempre. Questo disco è semplicemente una pietra miliare del genere. Voto 94. |
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...ah no parlavi del disco  |
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@Giaxomo: grazie, ma la recensione ha quasi 8 anni |
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25/1/1994 - 25/1/2019: buon 25esimo, capolavoro immortale! |
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Capolavoro assoluto, un album così uscito dopo dirt solo una band superiore poteva farlo. Voto 100 |
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bell'album, e il ritornello di I Stay Away, secondo me, è tutto tranne che poco ispirato (forse per merito della voce) |
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Disco meraviglioso. Certe liriche non ammettono discussione, è poesia e proprio per questo non è roba per tutti, qui metal non ce n'è. Contentissimo di leggere che qualcuno ha saputo scoprire ed apprezzare la band anche quando il periodo d'oro del Seattle-sound era ormai un ricordo. |
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Bellissimo. No excuses da brividi |
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Anch'io lo comprai usato, mi annoiò e lo rivendetti a uno, guadagnandoci! |
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Pragmaticamente ti do pienamente ragione...ma la ragione nell ascoltare questo album credo sia del tutto fuorviante...senza se e senza ma appunto perché nn ce spazio per ulteriori parole...emozioni senza tempo e solo tanta rabbia per la m...a che ha portato via troppo presto questo cantastorie di anime dalla voce più sconvolgente mai esistita |
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Non puoi inserire nella stessa frase "un disco senza se e senza ma" e poi "emozionalmente", é un controsenso perché le emozioni non sono uguali per qualsiasi soggetto |
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So benissimo che un paio di commenti fuorvianti son stati partoriti da menti becere e che nominarle sarebbe soltanto fargli fin troppa pubblicità. Ma a questi incompetenti chiederei di "sporcare" con le loro bestemmie il water di casa loro. Sempre se ne siano ancora capaci.....Disco senza se e senza ma..."emozionalmente" il miglior album della storia del rock...altrettanto emozionalmente Staley miglior cantante della storia del rock. |
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Brividi ad ogni nota 80 |
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La voce di layne era straordinariamente magica,la strumentistica con i cori è magnifica,una band cosi non la ritroveremo mai piu |
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Lo conservo come una sacra reliquia, atmosfere mozzafiato, sound e strumentistica stupendi e testi emozionanti.Strabello.Un convincente ed emozionante capolavoro per questa magnifica band. |
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che album ragazzi,lo ascolto ogni giorno,pura poesia |
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ma come è bello l'effetto dellla chitarra di rotten apple con il pedale? sembra davvero un armonica, anche stay away rivaleggia con i brani più belli dei led zeppelin . e la voce dei due mi fa impazzire. Capolavoro non smetterò mai di ascoltarlo . |
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Non trovo le parole per descrivere la bellezza di quest'album...ogni volta che lo ascolto mi distrugge letteralmente. 95 ci sta tutto. Poesia. |
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Dirt non mi è mai piaciuto più di tanto, ma questo è un gran bel lavoro. Nutshell è perfetta. |
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Capolavoro ! Atmosfere da brividi per un cd che rappresenta una vera e propria perla nella discografie degli AIC |
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... vedere il famoso MTV Unplugged, degli Alice in Chains... Layne è stra-fatto ma canta da Dio! E JoF è un miracolo. Stop! |
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In una parola: "soporifero". Ho acquistato a scatola chiusa questo cd (usato per fortuna), visto che di questo gruppo possedevo Dirt da quando è uscito, ma non sono riuscito ad arrivare nemmeno una volta alla fine del cd da quanto lo trovo palloso. Per fortuna sono riuscito a piazzarlo di nuovo sulla baya! |
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Troppo bello,, comdivido appieno il voto. |
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Non si finisce mai di imparare dalla musica, e purtroppo ho evitato per troppo tempo questa band che adesso è diventata una dei miei punti di riferimento. Jar of Flies e Dir sono gli album che più mi toccano l'anima, quasi commovendomi, cosa che solo gli Opeth sapevano fare. 99. |
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c'è la mia infanzia in quest'album....senza voto..di un valore inestimabile.. |
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disco emozionante, un sound malinconico e crepuscolare, la sola "Nutshell" vale un intera carriera...l'unica song che ritengo un po troppo fuori posto è Swing On This, piuttosto avulsa dal contesto, il resto è pura magia... |
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Un disco carino e nulla più questo degli Alice in Chains... E comunque il grunge ormai è solo un brutto ricordo! |
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@fabio II:....assolutamente si, anche Albert.  |
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almeno un paio dei più grandi pezzi acustici della storia del rock sono su questo CD. L' interpretazione di Layne è qualcosa che non si può descrivere, solo un angelo può cantare così |
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Grande Jimi The Ghost, oppure anche Albert Einstein :'L'immaginazione è tutto, rappresenta le future attrattive della vita'. 'JoF' è un lavoro caldo ed emozionale, lontano anni luce dal manierismo rock |
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probabilmente la migliore uscita discografica degli AIC, no excuses e nutshell sono commoventi all'inverosimile... voto giustissimo per un (per il sottoscritto IL) manifesto del grunge. |
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Quanti ricordi mi legano a questo disco... Quante emozioni mi ha dato, soprattutto con "Nutshell", che ascolterei ancora all'infinito senza stancarmi mai... Grazie per averlo "rispolverato"!  |
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Album eccezionale. Da brivido ogni secondo! |
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E' vero Jimi TG, mi sa sì che aveva pienamente ragione Hesse |
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"L'odio è soltanto un difetto dell'immaginazione." [Graham Greene, Il potere è la gloria, 1940]. Tutti odiano ed hanno in qualche modo allontanato a loro modo questo mefistotelico genere musicale "il grunge" dalle proprie categorie musicali. Eppure i commenti sono tutti lodevoli con voti alti ed apprezzabili ogni volta che si rispolvera un disco da quel periodo storico.....Hesse aveva ragione: "...Se odiamo qualcuno, è perché nella sua effige odiamo qualcosa che è in noi...."Sono contento, che Lizard abbia scritto quel suo già famoso articolo sul grunge. La conoscenza è tutto, ed eleva in qualche maniera la cultura dei popoli...Jar Of Flies è un album stupendo, una pietra preziosa nella mia personale collezione di vinili degli anni '90. Jimi TG |
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non mi piace dare voti ma questa volta faccio un'eccezione: 100. |
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E' talmente bello, intenso e unico che è davvero difficile descrivere il mondo che gira all'interno di questo disco. E' pregno delle personalità in fase discendente dei componenti della band, si sente ogni singola emozione che vibra e "Nutshell", "Rotten Apple" e "No Excuses" rimangono per me le tre hit incontrastate al proprio interno. Di "I Stay Away" ho il ricordo bellissimo di un ballo con un ragazza ormai passata, gli Alice in un modo o nell'altro son sempre stati compagni di buona ventura. |
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Semplicemente stupendo. 99, ma vorrei mettere 100. Non aggiungo altro. |
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All'epoca in cui uscì (lo acquistai a scatola chiusa) mi chiesi dove fossero finite le chitarre eletteriche e i riff acidi, ma poi ascoltandolo capiì che c'era dell'altro... MOLTO!! Bellissimo e intenso. Unico difetto? Era un EP e quindi durava poco... alla fine ne volevo ancora!!! |
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1
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Splendido e terribile, un gioiello assoluto in una discografia perfetta. Un classico istantaneo: lo comprai il giorno stesso in cui uscì ed al primo ascolto era già incastonato nel mio cuore, come se ci fosse stato da sempre. |
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