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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Prima Recensione di: Fabio Rossi "Hm is the law" A distanza di due anni il supergruppo americano Chickenfoot torna prepotentemente a far parlare di sé con l’uscita del secondo full lenght, prodotto dall’esperto Mike Fraser ed intitolato in modo chiaramente scaramantico III. Il disco è stato preceduto dal fortunatissimo singolo Big Foot, uscito nel mese di agosto, che è rimasto per ben tre settimane al primo posto nelle classifiche della US MediaBase Classic Rock Chart: un segno evidente dell’incondizionato affetto che il pubblico statunitense nutre verso questa band. Il precedente album Chickenfoot, seppur di elevato livello qualitativo, non mi aveva del tutto convinto, avendone riscontrato una certa disomogeneità di fondo dovuta essenzialmente alla scarsa coesione da parte dei quattro talentuosi musicisti, un dato di fatto ammesso, tra l’altro, anche dallo stesso Satriani. Stavolta tale difetto non si manifesta minimamente e, sebbene la musica proposta non si distolga assolutamente dal consolidatissimo e convenzionale hard rock, il risultato complessivo è straordinariamente avvolgente. Era da tempo, infatti, che non mi capitava di ascoltare una nuova uscita senza riscontrare la benché minima lacuna nemmeno a cercarla con il lanternino.
I dieci pezzi proposti –più una gustosa hidden track- sono ottimamente registrati, mirabilmente eseguiti ed, in alcuni frangenti, rappresentano quanto di meglio un genere stantio come l’hard rock oggigiorno sa proporre (e scusate davvero se è e poco). Siamo al cospetto di canzoni che pongono in grande risalto l’innata voglia di divertirsi da parte di Joe Satriani e dei suoi compagni d’avventura. III non è in modo assoluto un full lenght pretenzioso e non contiene alchimie sonore particolari della serie “sentite come suoniamo, noi siamo noi e voi non siete un c…” tipico di molti artisti pieni di sé che si pavoneggiano dietro la loro bravura; qui siamo fortunatamente al cospetto di puro, adrenalinico hard rock; ci si può solo inchinare di fronte alle inebrianti note scaturite dalla sei corde di Joe che ha il pregio di non eccedere in eccessivi virtuosismi, all’ugola graffiante ed in strabiliante forma di Sammy Hagar ed all’eccellente lavoro della sezione ritmica assicurata dal drumming di Chad Smith –a suo agio anche lontano dal funky dei Red Hot Chili Peppers- e dal basso avvolgente di Michael Anthony del quale mi preme porre in evidenza il prezioso lavoro come seconda voce. L’errata impressione che i Chickenfoot siano solo una mera project band senza soverchie velleità se non quelle di fare biecamente cassa, toglietevela dalla mente: III, pur disponendo di un songwriting immediato, non rasenta mai la faciloneria, né tantomeno quella fastidiosa orecchiabilità tesa unicamente al vil denaro (e scusate nuovamente se è poco!).
Si parte alla grande con la trainante ritmica di Last Temptation, un pezzo che si fa soprattutto apprezzare per l’incantevole refrain e per l’assolo di chitarra sciorinato dalle magiche dita di Joe; la seguente Alright Alright ammicca ai Kiss e pone ben in evidenza la vena goliardica che sta alla base della filosofia dei Chickenfoot. Il suo incedere è quasi disincantato ed ha il suo punto di forza nell’irresistibile ritornello a due voci targato Hagar e Anthony; Different Devil ha un’andatura in stile Van Halen più melodica e radiofonica senza sconfinare mai, sia ben inteso, nel melenso; in Up Next si torna a far sul serio grazie soprattutto ad un riffing graffiante ed incisivo, mentre il testo tratta un argomento delicato come la morte ed è stato ispirato dal prematuro decesso per cancro del manager John Carter; Lighten Up è aperta dalle tastiere per poi crescere mano a mano di intensità fino alla dirompente ritmica portante, con una superba prova vocale di Hagar; Come Closer sembra tratta da un album dei Rainbow del periodo post Dio, con il suo incedere intenso e toccante; Three Ans A Half Letters ha una struttura atipica: Hagar all’inizio piuttosto che cantare parla, ma poi il pezzo esplode portando sugli scudi un ritornello affascinante; la notissima Big Foot è giocata tutta su una ritmica tanto semplice quanto interessante sulla quale Satriani intesse un riffing davvero coinvolgente; Dubai Blues è una song divertente giocata su una ritmica ovviamente blueseggiente sulla quale il vocalism di Hagar sforna ancora una volta una prova magnifica; Something Going Wrong ha contorni country ed è più rarefatta e dispone di linee vocali decisamente affascinanti; un basso ossessivo ci introduce nella traccia nascosta, una composizione tipicamente made in Satriani con ancora tastiere in sottofondo ed una sezione ritmica perfetta.
Disco bellissimo al di la di ogni ragionevole dubbio, anzi mi voglio esporre: giudico III addirittura la migliore uscita del 2011!
VOTO Prima Recensione: 90
Seconda Recensione di: Emanuele Bascelli "Jimi The Ghost" HISTORIA MAGISTRA VITAE Ma cosa allora ha valore? Suscitare gli applausi? Certamente no. Né tanto meno suscitare le lodi della folla, che altro non sono che applausi della lingua? [Marco Annio Catilo Severo – Marco Aurelio Imperatore 121-180 d.C - dal Libro VI-16]
La storia ci fa da maestra. Molte volte bisogna prendere le cose della nostra vita alla leggera, possibilmente con naturalezza e divertimento. In tutte le nostre attività. Anche solo per il puro ed unico nostro piacere di sentire e vedere le nostre idee prendere forma e consistenza, che essa siano musica, pittura o plasticamente opera scultorea. Così hanno fatto i Chickenfoot sin dall'inizio.
La durata della vita umana non è che un punto e la sostanza è un flusso, e nebulose ne sono le percezioni, e la composizione del corpo è corruttibile, e l'anima è un turbine, e la fortuna imperscrutabile, e la fama cosa insensata... E dunque, cosa c'è che possa guidare un uomo? Una cosa e solo una, la filosofia. [Marco Annio Catilo Severo – Marco Aurelio Imperatore 121-180 d.C.]
Non credo che il super gruppo di “Imperatori”, i Chickenfoot, abbiano esaminato i concetti filosofici che dovrebbero illuminare tutti noi esseri umani, in linea teorica, nelle incomprensioni e complessità della vita quotidiana, ma questa band si è formata grazie ad una improvvisata serata musicale in jam session al Club di Sammy Hagar, il Cabo Wabo Cantina, proprio a Cabo San Lucas, in Messico, e vi garantisco che ne vale veramente la pena visitarlo, anche virtualmente. In quella estemporanea jam c’era anche Michael Anthony, ex bassista dei Van Halen, che in un'intervista ha lucidamente affermato: “Noi ci stavamo solo divertendo!”. Chiaro già a tutti il messaggio, ed il punto di partenza per comprendere questo primigenio gruppo musicale. Nessun desiderio di successo, consensi e facili fragorosi applausi plateali. No, assolutamente questo non era il primo obiettivo della band... toglietevelo dalla testa fin da subito! Alla voce c’era il padrone di casa del locale messicano, Sammy Hagar, l’originale “Red Rocker”, cantante dei Montrose ed entrato di forza nel museo dei grandi, nel Rock and Roll Hall of Fame nel Cleveland, Ohio, come membro dei Van Halen dopo l’addio di David Lee Roth. Sammy ha aggiunto nel corso dell'intervista: “... dopo aver lasciato i Van Halen volevamo unirci ad altri musicisti. Chad Smith, il batterista dei Red Hot Chili Peppers, ci raggiunse e tutto è andato come meglio non poteva… Gradualmente abbiamo cominciato a parlare di fare qualcosa insieme più seriamente, ma avevamo bisogno di un chitarrista. E lo trovammo”. Il suo nome non ha bisogno di assolute e lunghe presentazioni, è il funambolo evoluzionista ricercatore delle sei corde e maestro di Kirk Hammett e Steve Vai, Joe Satriani. Tutti e quattro i membri della band sono fortemente caratterizzati da una dominante individualità, però nei Chickenfoot riescono a trasformarsi e diventare un gruppo unico e sorprendente. Michael Anthony e Chad Smith s’ispirano ai loro eroi del passato. Per Anthony il modello è Harvey Brooks degli Electric Flags, mentre per Smith è John Bonham dei Led Zeppelin. Uniti insieme da una sezione ritmica che fonde in maniera perfetta le parti musicali con la lirica, trovando un punto di incontro fra potenza e velocità: esattamente ciò che una vera sezione ritmica dovrebbe fare per dare forza al rock ‘n’ roll, quindi… let’s Rock, Chickenfoot!
L'universo è cambiamento; la nostra vita è il risultato dei nostri pensieri. [Marco Annio Catilo Severo – Marco Aurelio Imperatore 121-180 d.C.]
III segue la pubblicazione di Chickenfoot, album d’esordio del 2009 che ha raggiunto proprio il posto n° 3 nella Billboard’s Top Independent Album Chart e la posizione n° 88 nella Top 200, ottenendo il disco d’Oro negli Stati Uniti. Ovviamente il tutto per puro divertimento… album prodotto dal noto mix-engineer Mike Fraser (AC/DC, Metallica, Slipknot, Bad Religion ed Aerosmith) e pubblicato dalla EarMUSIC/Edel. Chickenfoot III si presenta saltando di fatto e di forza il secondo prodotto musicale, giustificato secondo Hagar con questa motivazione: “Lo abbiamo intitolato Chickenfoot III perché è così bello, le canzoni così coese che è come se avessimo saltato a piè pari il secondo album.”
In nessun altro luogo un uomo si può ritirare trovando più quiete o libertà che nella propria anima. [Marco Annio Catilo Severo – Marco Aurelio Imperatore 121-180 d.C., da Meditazioni, Libro VI]
L'anima linfatica delle parti compositive prendono vita dall’inconfondibile stile vocale di Hagar, in particolare nelle sezioni di canto graffiate che ricordano in buona parte i Montrose e dalla chitarra di Satriani con il tocco tipico ed unico della sua tecnica stilistica. Last Temptation apre il cd con un riff proprio dallo stile e dai toni curati ed ossessivi di Joe Satriani, che si sussegue ad una sezione ritmica cucita ottimamente sulla voce musicale di Hagar, che viene rafforzata dalla linea di batteria di Smith. Personalmente adoro quando Satriani esegue tutta una partitura musicale effettuando variazioni continue lungo tutta la ritmica del brano: assolo saturo, tondo, stretto e diaframmatico. Gran pezzo di apertura rock da sentire con una buona regolazione del volume audio. Il tempo scandito dalla voce del batterista e dal suo hi-hat, chiuso come se stesse suonando un concerto in un qualche locale, apre Alright, Alright: ancora un bel riff ritmico, con doppio assolo eseguito in due separate sezioni della traccia con pedale di espressione wah e con il peculiare super-bending di Satriani accompagnano la voce di Hagar fino alla fine del brano, per fare strada poi a Different Devil nelle atmosfere tradizionali pop-Nashville, della Contea del Tennessee, dettate da una chitarra ritmica country-folk, ed assolo ancora con humbucker posto sul select neck e tonedown controllato che forniscono un segnale pulito, saturo e caldo su uscita Peavey JsX. Bel pezzo, da ascoltare in un pub, magari in compagnia di qualche amico! Intro del Guitar Hero Joe Satriani in Up Next, costruisce un tempo scandito dalla sua Ibanez con setup hard rock, assolo con sezione di tapping effettato su un pedale digital delay, concluso dal vibrato su unico armonico ottenuto con una veloce opposizione della leva sulle corde, Anthony e Smith aiutano il genio della chitarra a far spiccare il volo alla traccia. La voce di Hagar è dura e forte, in linea con il testo lirico che fa riferimento decisamente al tema della morte. Lighten Up, con assoli e ritmica mai ripetitive, rapidamente mi fa scorrere nell’ascolto e nella lettura del cd fino a toccare la sesta traccia... un intro particolare e diversamente eseguito mi preavvisa una ballata struggente: è Come Closer, un brano drammatico nel quale Hagar ha scritto prima le parole e poi Joe Satriani ha successivamente composto l’intera parte musicale. Una traccia interessante, che stilisticamente diversifica ed interrompe il tema rock dell’album. Un basso ed una voce parlata introducono Three And A Half Letter, in cui lo spirito del rock invade il corpo ed i sensi dell’uditore con un'energica collera, racchiusa nel testo che fa riferimento sfacciatamente e rabbiosamente all’economia mondiale. È il rock che deve comunicare messaggi, deve denunciare e lo fa anche attraverso le note distorte e vorticosamente experimental/instrumental rock di Satriani, dalla batteria di Chad e dagli urli al cielo del frontman Hagar. Il successivo brano è il primo singolo, uscito il 2 agosto 2011, e si intitola Bigfoot, forte ed energico, ma assolutamente ironico, come chiaramente rappresentato anche nella video-anteprima. Intro di batteria con tempo frazionario “didattico” e bass guitar danno inizio a Dubai Blues, che fa ricorso ad una costruzione tipica dello stile rock blues, ma che si caratterizza con gli assoli in overdrive, utilizzato frequentemente da Joe nei jam live dei G3. Alla fine degli anni venti, sulle rive del Mississippi, Charlie Patton (1891-1934) probabilmente, ma ci sono pareri discordanti, fonderà lo stile delta blues. È uno stile musicale nato nelle piantagioni di cotone proprio presenti sul delta del fiume, caratterizzato comunemente da una chitarra slide dal suono sporco, grezzo, robusto e con una voce graffiante, tormentata ed espressiva. Charlie Patton è stato un punto di riferimento per tutti i bluesman nati in quel periodo ed il primo musicista in assoluto ad incidere un blues su disco, storicamente verrà ricordato anche come il primo Guitar Hero del passato della musica e del chitarrismo mondiale. In questo modo, appunto, inizia Something Going Wrong, proprio come un delta blues. Ascoltatela con luce soffusa, magari in una notte scura e torbida, guardando le stelle in alto nel cielo che cingono il quadro della vostra città. È il mio brano preferito. In assoluto.
Si ha bisogno di molto poco per condurre una vita felice. [Marco Annio Catilo Severo – Marco Aurelio Imperatore 121-180 d.C.]
III é un cd genuino, spontaneo, costruito con apparente naturalità, indicato per tutti i nostalgici ed appassionati del rock and roll. Io ho piacevolmente apprezzato, in particolare, tutta la sezione ritmica del disco, abilmente e chiaramente diretta in gran parte sotto l’influenza di un ottimo Joe Satriani. Direi, qui, in squisita ispirazione. La voce di Sammy Hagar è nota e fortemente padroneggiata, può anche non essere gradita a molti, ma obiettivamente ha una grande e forte gamma tonale con un'apprezzabile espressività tipicamente rock in tutti i brani. Michael Anthony e Chad Smith, dal canto loro, manifestano tutta la loro esperienza musicale anche in quest'occasione. In definitiva si tratta di un ottimo lavoro della super band e di questi "Imperatori" del rock, con una solida e storica produzione musicale alle spalle. Ascoltatelo, ne vale la pena. Fidatevi.
Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis -traduzione: La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, messaggera dell’antichità. [Cicerone, De Oratore 9]
VOTO Seconda Recensione: 85
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Album molto bello, non credo che questi 4 qui potranno mai fare qualcosa di poco notevole. Ciononostante io preferisco l'esordio, che trovo sia un disco fenomenale. Qui a mio parere c'è una leggera flessione nella parte centrale. Sarei comunque felicissimo se pubblicassero qualcosa di nuovo. Voto 85 |
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anch'io lo preferisco al primo..il primo aveva troppi ricalchi di qualche pezzo già sentitio (van halen??) |
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mi piace più del primo...hard rock puro nudo e crudo |
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sicuramente un buon album, in cui si evince la voglia di 4 amici di creare musica per divertimento (e aggiungerei business). A prescindere dalla capacità dei musicisti, la musica si assesta su armonie ormai compassate, stra-RI-ascoltate nella ritmica, ancor di più negli assoli. VOTO 7 (e come sempre mi ripeto: o si va avanti producendo qualcosa di innovativo, sennò sti signori se ne vadano a casa a curare l'orto, poichè questo è puro business!) |
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Sempre d'accordo con te Jimi, la musica è un mezzo per viaggiare con la mente, in modo tridimensionale ( grazie Jimi per aver refforzato il concetto che intendevo sottolineare ); per esempio se una band punta su suoni dark dovrebbe materilazzarsi davanti ai vostri occhi un luogo di culto che nasconde sinistri presagi; oppure Tharsh scenari di distruzione post-atomica; oppure glam/sleaze qualche vicolo che cela clubs di infimo ordine, ecc.. ecc.. Quelle bands che non riescono a disegnare nulla nella mente valgono realmente poco. Poi esiste la quarta dimensione: di tempo. Visto che è da tanto tempo che ascolto hard usa, personalmente ritengo che 'III' non mi lascierà evidenti tracce. Le due recensioni qui sopra comunque sono condivisibili. |
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Sempre d'accordo con te Jimi, la musica è un mezzo per viaggiare con la mente, in modo tridimensionale ( grazie Jimi per aver refforzato il concetto che intendevo sottolineare ); per esempio se una band punta su suoni dark dovrebbe materilazzarsi davanti ai vostri occhi un luogo di culto che nasconde sinistri presagi; oppure Tharsh scenari di distruzione post-atomica; oppure glam/sleaze qualche vicolo che cela clubs di infimo ordine, ecc.. ecc.. Quelle bands che non riescono a disegnare nulla nella mente valgono realmente poco. Poi esiste la quarta dimensione: di tempo. Visto che è da tanto tempo che ascolto hard usa, personalmente ritengo che 'III' non mi lascierà evidenti tracce. Le due recensioni qui sopra comunque sono condivisibili. |
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@fabio II: sai c'è una storia molto particolare è proprio quella che ha origine dalle rive del delta del Mississippi, quando il blues divenne poi un blues elettrico, che si rafforzò ed si re-inventò nelle fabbriche del Nashville...interessante... be loro in questo cd, cercano di raccontarcelo, ovviamente con un Equipment dei giorni nostri! Cercate di vedere ed ascoltare la musica, appunto, tridimensionalmente....nel vale la pena...Ciao raga! Jimi TG |
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PS: odio il 3D ....  |
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Ho ascoltato il cd una sola volta, ma non mi ha impressionato più di tanto ( siamo comunque sopra lo standard qualitativo, beninteso ). L'hard USA mi vedrà sempre al suo fianco, sono nato con certe sonorità: dai Kiss. ai Montrose, ai B.O.C.; sino alle cult bands come Starz o Godz. Questo è pane per i miei denti insomma, ma trovo che il lavoro, tutto, stia in un limbo che non si identifica ne con hard-blues di cui c'è più di un riferimento ( simil Badlands ? ); ne con l'hard rock ready made dei Montrose che, con le loro lancinanti chitarre distorte, diedero all'epoca nuova linfa proprio all'hard blues, svecchiandone il suono. Infondo questa musica da sempre è il giusto propellente per percorrere le highway americane. Storie di migrazioni insomma, come quella antichissima del blues rurale che partendo dal profondo sud diventò elettrico a Chicago. Per rendere un'idea di ciò che suscita 'III': sembra di essere fermi ad una pompa di benzina nel bel mezzo della prateria. Ci sono anche gli occhialini per vedere tutto in 3D! A fine settimana approfondirò l'ascolto |
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Quoto Jimi, RIP Jobs! Un genio, un visionario. |
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HISTORIA MAGISTRA VITAE: "La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, messaggera dell’antichità."..Rest in peace Steve Jobs. L'Ultimo dei visionari. Jimi TG for Steve Jobs |
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Classe, classe e ancora classe...e anche un pò di mestiere per colmare a volte qualche buco di creatività. Tutto sommato migliore al debut album e di molto, la rece di JTG mi ha molto "preso" come del resto ogni cosa che scrive...e mi complimento anche con HM is the law, sempre attento e preciso, forse questa volta un pò troppo alto col voto. Credo che 83 sia il voto giusto perchè si sente il mestiere in alcuni punti, proprio là dove la creatività o il picco di emozione che la canzone di turno avrebbe dovuto mettere in risalto vengono meno. |
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mi sa che me lo prendo dopo queste belle recensioni... |
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Non mi è piaciuto per nulla. Lo considero un enorme passo indietro rispetto all'esordio.. Voto personale: 50 |
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Recensione Magistrale del dott. Fabio HMITL e voto ragionevolmente GIUSTO per un gruppo composto da veri artisti, anzi che dico, leggende del Rock. Complimenti Fabio, sempre molto preciso ed obbiettivo. Mi aspetto una tua collaborazione nella nostra Radio. A presto Carmelo (Sound Designer di Frank Channel Web Radio) |
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Grazie Andrea! Sei e sarai sempre il benvenuto! Ascoltare e condividere le proposte provenienti da altre menti accresce notevolmente il vero senso di libertà e di cultura reciproca...come diceva solitamente J.Milton:"....perché dove c'è un gran desiderio di imparare, lì per forza molte saranno le discussioni e le opinioni, perché l'opinione negli uomini non è altro che la conoscenza nel suo farsi...". Grazie ancora Andrea per il tuo riscontro. A presto. Jimi TG. |
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Ciao a tutti, sono la stessa persona del messaggio precedente. Per prima cosa voglio ringraziare i recensori. Mi aspettavo attacchi, invece siete stati molto gentili ed educati. Faccio i complimenti al (bel) sito. Per quanto riguarda il discorso dell'innovazione, è chiaro che non si può pretenderla sempre, però è la caratteristica che dimostra la grandezza di un gruppo. Solamente nel metal, pensate a Slayer, Morbid Angel e Darkhtrone. Perché sono grandi? Perché si sono inventati un modo di suonare "nuovo", come non si era mai sentito, e tutte le band venute dopo hanno preso (o copiato) il loro stile. Per quanto riguarda il mollare il metal, non vedo il motivo: ci sono band che suonano in maniera fresca e originale (vedi Mastodon, con grandi dischi come "Leviathan" e "Blood Mountain"). E' che, onestamente, da un progetto parallelo come questo mi aspettavo, appunto, qualcosa di veramente nuovo. Con i loro progetti principali hanno già suonato rock, è qualcosa di già sentito da loro, e da quattro talenti del genere, messi assieme, pensavo potessero battere nuove strade. Ovvero: "Siamo un supergruppo? Facciamo qualcosa di super". Tutti qui. Io preferisco, appunto, che da un progetto esterno alle band-madri si faccia qualcosa di diverso. Come quando Steven Wilson, sui 30 minuti di musica scritta assieme a Portnoy e Akerfieldt, riguardo al suo nuovo progetto, se n'è uscito dicendo: "Vi aspettate prog-rock con sfuriate death metal? Scordatevelo. Siamo andati in una direzione nuova. Molti ne rimarranno sorpresi". Tutto qui. Comunque, vista la gentilezza dei recensori, mi farò prestare l'album da un mio amico (lo stesso che mi ha prestato il primo) e l'ascolterò in maniera molto approfondita. Magari avete ragione voi, e tornerò a fare mea culpa. Ciao! |
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Sarà roba trita e ritrita na cacchio che album. Condivido ampiamente la media voto recensore 88 |
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a me sembra roba trita e ritrita, già sentita centinaia di volte, bella musica, nulla da dire, ma 90 ? |
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Ciao ragazzi...sono rientrato or ora dopo una serata ad ascoltare musica indipendente in piazza e tra le vie della mia adorata città: Bologna..."Indipendent Music Night 2011"...una follia...mille generi, ma tutti avevano una...ispirazione! Non aggiungo nulla alle profetiche parole di Fabio, Lizard e altri, solo una frase di Angus Young che mi piace ricordarlo tra i commenti, proprio in questa pagina web. Dagli anni ottanta le maggiori critiche che furono rivolte agli AC/DC riguardavano il loro sound inalterato nel tempo, solite pentatoniche, soliti riff, ed Angus esausto disse così:"Ci hanno accusato di aver fatto lo stesso album per dodici volte. E' una bugia. La verità è che l'abbiamo rifatto per quattordici volte....". E lo stesso Les Paul (inventore della Gibson omonima) quando gli chiesero di modificare la forma della sua chitarra oramai ripetitiva, per nulla innovativa e definita "vecchia e appartenente al passato", lui rispose così:"Quando una bancarella di hot dog funziona, non cambi tipo di hot dog, aggiungi un'altra bancarella..." Buona domenica a tutti. Jimi TG |
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Commento 30 da condividere |
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Cavoli volevo di cavoli, sto PC oggi fa le bizze, ma me sa ke so io ke nun ce vedo! |
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Ecco Lizard ha usato il termione giusto: ispirazione. Se c'è ispirazione ma sti gran cacoli dell'innovazione! |
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Ecco Lizard ha usato il termione giusto: ispirazione. Se c'è ispirazione ma sti gran cacoli dell'innovazione! |
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Caro Andrea, a me pare che gli appassionati di musica rock e metal debbano schiarirsi le idee perchè le trovo abbastamza confuse. Se un gruppo famoso decide di tentare nuove soluzioni per variegare il proprio sound viene criticato ferocemente dai conservatori (pensiamo ai Korn che camibiano quasi di album in album, al cambio di direttrice dei Metallica dopo MOP, dei Machine Head e Slayer con le incursioni nu metal in The Burning Red e Diabolus in Musica o sconfinando al rock alla svolta mainstream dei Genesis o all'approccio americano dei Rainbow del dopo Dio e si potrebbe continuere all'infinito). Di contro se e una band ristagna nei soliti cliché tipo il caso dei Chichenfoot o AC/DC i progressisti storcono il naso. Io penso che sicuramente l'evoluzione stia alla base della sopravvivenza della musica, ma è anche vero che si è detto tutto di tutto ed è davvero complicatissimo essere per l'appunto innovativi. Detto ciò personalmente apprezzo chi si rifà a stilemi consolidati, ma con classe (ed il caso di III è emblematico). Addirittura ci sono band nuove come gli Airbourne che riciclando pedissequamente lo stile degli AC/DC in questo momento dispongono di un sounwriting migliore ed infatti in atto li preferisco. Il discorso è complesso, ma bisogna stare attenti perchè si corre il rischio di convincersi che il rock ed il metal non abbiano più niente da dire e sarebbe una conclusione davvero deleteria. Grazie di essere intervenurto. (non tenete conto del commento 28) |
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A parte che Hagar l'hard rock lo ha inventato assieme ai Montrose quarant'anni fa e quindi non copia proprio nessuno, ma fa quello che ha sempre fatto alla grande, il problema innovazione/conservazione è un falso. Il punto è che si può ammirare allo stesso tempo chi propone innovazione come chi propone conservazione se lo fa col cuore, con ispirazione e con sincerità. Altrimenti, per fare un esempio, già uno Stevie Ray Vaughan era fuori tempo massimo visto che suonava blues negli anni '80? E Bonamassa oggi cos'è, un patetico conservatore con la mente bloccata all'anno 1973? La musica ha una data di scadenza? Allora molliamolo questo cacchio di heavy metal, che ha più di trent'anni!!! Il punto, quindi, è se c'è ispirazione o meno, se si parla di buona musica o meno. Secondo te Andrea no, in questo disco non ce n'è ed il discorso direi si potrebbe fermare qua. Oppure, del tutto legittimamente si potrebbe dire che si ha preferenza per chi innova. Benissimo. Personalmente ho preferenza per la buona musica, al di là del riferimento temporale. |
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Caro Andrea, a me pare che gli appassionati di musica rock e metal debbano schiarirsi le idee perchè le trovo abbastamza confuse. Se un gruppo famoso decide di tentare nuove soluzioni per variegare il proprio sound viene criticato ferocemente dai conservatori (pensiamo ai Korn che camibiano quasi di album in album, al cambio di direttrice dei Metallica dopo MOP, dei Machine Head e Slayer con le incursioni nu metal in The Burning Red e Diabolus in Musica o sconfinando al rock alla svolta mainstream dei Genesis o all'approccio americano dei Rainbow del dopo Dio e si potrebbe continuere all'infinito). Di contro se e una band ristagna nei soliti cliché tipo il caso dei Chichenfoot o AC/DC i progressisti storcono il naso. Io penso che sicuramente l'evoluzioni sta alla base della sopravvivenza della musica, ma è anche vero che si è detto tutto di tutto ed è davvero complicatissimo essere per l'appunto innovativi. Detto ciò personalmente apprezzo chi si rifà a stilemi consolidati, ma con classe (ed il caso di III è emblematico). Addirittura ci sono band nuove come gli Airbourne che riciclando pedissequamente lo stile degli AC/DC in questo momento dispongono di un sounwriting migliore ed infatti in atto li preferisco. Il discorso è complesso, ma bisogna stare attenti perchè si corre il rischio di convincersi che il rock ed il metal non hanno più niente da dire e sarebbe una conclusione davvero deleteria. Grazie di essere intervenurto. |
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Appoggio completamente l'osservazione di Andrea |
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Io mi chiedo una sola cosa: ma perché, nel 2011, escono ancora sul mercato questi lavori? Ok, capisco che uno non debba per forza sconvolgere sempre il mondo, creando un genere totalmente nuovo, ma non è possibile che un prodotto, che si vanta di essere un minimo artistico musicale, sia la copia della musica hard rock (venata di blues) dei mitici '70. Leggevo Satriani che parlava di questo progetto come "un sound blues psicheledico stile Hendrix e riff a-là Led Zeppelin", e mi domandavo: ma al posto di andare avanti, qui si va indietro? Come fa a essere arte (ricerca di un suono che possa esprimere quello che hai dentro, e quindi differente da ogni artista, ma anche che possa rappresentare il mondo e il contesto in cui vivi) se è uguale a quello di altre band passate? Con tutte le rivoluzioni del rock negli anni '80 e '90 (stavo giusto sentendo i Sonic Youth, un minuto fa...), che senso ha un disco formato da musicisti che si divertono a coverizzare il sound dei loro idoli di gioventù? Lo facciano pure tra loro, ma non ce lo vengano a raccontare - con in più l'aggravante di non arrivare minimamente a sfiorare le vette dei loro maestri. Il disco non lascia nulla, peggio anche del primo, cliches a ripetizione ("yeah" ripetuti non so quante volte) e Satriani che dimostra una cosa già nota: non è in grado di scrivere dei riff (per canzoni cantante) di livello. Non terrificanti come quelle dei suoi dischi solisti, ma che non colpiscono. Questo è hard rock, ragazzi: o le canzoni ti entrano subito dentro, o "arrivederci e grazie". Un album come "Highway To Hell", per fare un esempio, andava subito a segno: riff semplicissimi ma fantastici, ritmi trascinanti e grande groove; non c'era bisogno di molti ascolti. E non vedo perché andare a spendere 15 euro, con centinaia e centinaia di dischi fenomenali usciti in 50 anni di rock ancora da scoprire, per una copia sbiadita di altri album. Il voto non lo do, altrimenti abbasso la media. Sonic Tooth. |
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migliore uscita del 2011 mi pare un pelino esagerato... al primo ascolto mi ha detto poco |
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@ Jimi The Ghost: è stato un piacere condividere la recensione con te ancora di più scoprire che la pensi come me! |
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@arkanoid: non ho alcun tipo di pregiudizio nei loro confronti. infatti il primo disco mi era piaciuto moltissimo. |
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@luci di ferro: scusa leggo solamente adesso il tuo post. Nessun litigio, pare, anche se nel 2006 così non sembrasse tra le righe delle riviste di musica.. (si diceva che Anthony avesse letto la sua sostituzione su Internet) In realtà Eddie Van Halen aveva intenzione da tempo di sostituire il suo primo bassista Michael Anthony con il figlioletto Wolfgang Van Halen in modo da tirar fuori tutto il "nuovo gruppo" con la famiglia Van Halen al completo. Hagar era andato via, Michael l'ho aveva seguito..Era molto difficile star dietro a Van Halen anche perché il suo caratteraccio, peggiorato ed enfatizzato dalla sua malattia....Comprensibile, no?.... Jimi TG |
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condivido il contenuto delle due ovvio recensioni. Album migliore del primo con pezzi da capogiro. |
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condivido il contenuto delle due ovvio recensioni. Album migliore del primo con pezzi da capogiro. |
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Rece impeccabili x un grande disco!!! |
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Semmai i pregiudizi su Satriani e Hagar sono positivi, ed è da lì che nasce la delusione... comunque il pezzo migliore è forse la traccia nascosta, e questo la dice lunga... |
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Veramente assurdi i commenti contro questo disco, ma come si fa a criticare un capolavoro simile per me è solo mero pregiudizio contro Satriani e company: voto 100!!!!!!!! |
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Questo disco è per me stupendo rock'roll. La voce di Hagar è spendida in questo contesto (N.B. a me l'Hagar dei Van Halen non piaceva). Di Anthony e Smith cosa si può dire se non che sono meravigliosi. Per Satriani, stratosferico in questo disco, consiglio di leggere canzone dopo canzone la recensione di JTG per apprezzarne la tecnica (es. Up Next). Il voto a mio parere è sopra al 90 abbondantemente. Concordo anche col sempre ottimo Fabio, per me è il mglior disco extra metal del 2011. @The perfect element. adoro i Black Country Communion ma trovo i Chickenfoot più scanzonati scazzati e con meno voglia di prendersi sul serio in vero spirito Rock'n'Roll |
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assolutamente inferiore al precedente. in totale disaccordo sopratutto con la prima recensione: la "disomogeneità" del primo lavoro era invece secondo me la caratteristica fondamentale per ogni opera hard rock che si rispetti: la varietà. a questa nuova fatica manca: è piatta e alla lunga stanca. da annoverare tra le grosse delusioni dell'anno. |
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Boh, l'ho ascoltato in streaming una volta e non mi ha trasmesso nulla sinceramente. Proverò a riascoltarlo. |
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Questo è un signor disco veramente una sorpresa in positivo. Il mio voto 85! |
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Altra mezza delusione. Il mestiere c'è (e chi lo nega): secondo me è ben arrangiato e ha un suono che, sebbene più leggero del primo album, è un giusto compromesso tra classico e moderno. Purtroppo però c'è poca sostanza (quanti "yeah" dovremo ancora sentire?). Nel primo 2 o 3 pezzi cazzuti c'erano, qui invece non c'è una canzone che spicca sulle altre e il livello generale mi sembra terribilmente medio. Unica migliorìa: un pò più originali le melodie, sebbene sempre molto (troppo) orecchiabili. Si ascolta, piacevole, ma resta poco. Voto 65 |
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Ma cosa è successo tra i Van Halen e Michael Anthony hanno litigato? Perchè Michael Anthony non è più uno della band del mitico e leggendario EDDIE VAN HALEN |
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Rock per cinquantenni, siano essi musicisti o ascoltatori. Non vuole essere una critica, ma una semplice constatazione di fatto. Forse tra dieci o vent'anni saprò apprezzare, ma per ora avverto solo la sensazione che il feeling sia attaccato con lo sputo sopra tanto (troppo) mestiere. Che poi questi signori il mestiere lo sappiano insegnare a chicchessia, per carità, è un altro fatto incontestabile. Voto 60. |
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Hola a tutti! Grande Fabio! Un piacere ed un onore condividere le rece con un grande redattore! @The perfect element TI QUOTO:....Hai ragione sul fatto che i Black Country Communion sono una grande, anzi una grandissima band. Mi piacciono molto dal punto di vista tecnico.Glenn Hughes ottima voce, visto ad un passo dal vivo al "Concerto Music Heaven Bologna" del 15.05.2010. Credo che non siano assolutamente confrontabili gli stili di riferimento. Sono sufficientemente scostanti le influenze dei due Head Guitarist. Lo stile di Joe Bonamassa più che hard rock è, dal punto di vista del setup, della chitarra, dell'action, un sound rhythm'n'blues "anglosassone." Satriani è stile hard rock/blues con tecniche di scuola metal.(I sound sono prodotti con chitarre completamente opposte per fattura: Bonamassa utilizza una Gibson Les Paul Studio ponte tune-o-matic 2010 con pick up Burstbucker 2 al manico e 1 Burstbucker 3 al ponte - Satriani ibanez signature ponte Floyd Rose a doppio bloccaggio, leva Edge con pick up 2 Di Marzio Paf, ma con gran robustezza ecc....)I Black Country Communion, chiamata così la band in onore della zona britannica di provenienza dei due musicisti inglesi, fanno appunto uno stile dell'area musicale anglosassone...ma il blues è nato in America...anche se gistamente verrà riscoperto però dai musicisti americani solo sul finire degli anni '60 grazie agli anglosassoni....Che casino ho fatto!...In definitiva gran bel gruppo come affermi tu!!!...Anzi, aggiungerei, gran bei gruppi con stili ed influenze diverse...... Ciao a tutti. Jimi TG |
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Un deciso passo in avanti rispetto al deludente debut album. Ho ascoltato un ottimo disco di hard rock suonato alla grande, assai divertente e 'tamarro' al punto giusto. Non c'è nulla di stratosferico in tutto cio', quindi il mio voto è 75! In ogni caso...Black Country Communion - Chickenfoot...2 a 0! |
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ahahahahahah  |
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due recensioni al cardiopalma, stupende , il disco non lo conosco e il gruppo solo di fama ( line up fantastica), io la copertina la trovo davvero bella |
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....gran disco!!! Billo spara cazzate senza pensare, è proprio fatto così...... |
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@BILLIOROCK fci: se ti fossi informato, sapresti che nel digipack del disco sono presenti degli occhialini 3d (rosso-blu) che permettono la visione in tre dimensioni del logo e dell'intero booklet (immagini, line up ecc). |
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scusate ma siamo difronte alla cover più orrenda dell anno... |
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grande musica, per me sono una band vera, dal carisma contagioso |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01 Last Temptation 02 Alright, Alright 03 Different Devil 04 Up Next 05 Lighten Up 06 Come Closer 07 Three and a Half Letters 08 Bigfoot 09 Dubai Blues 10 Something Going Wrong
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Line Up
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Sammy Hagar - Voce Joe Satriani - Chitarra Michael Anthony - Basso Chad Smith - Batteria
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