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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Frameshift - An Absence of Empathy
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( 4263 letture )
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Secondo “muscoloso” capitolo per il progetto Frameshift di Henning Pauly, chitarrista, compositore, e polistrumentista; in questa seconda release il buon Henning sostituisce alla voce James LaBrie dei Dream Theater con l’ex Skid Row Sebastian Bach, e conferma alla batteria il fratello Eddie Marvin. Il risultato è un prodotto molto eterogeneo, ben radicato nel prog più ‘Aeyronautico’, con bei suoni, atmosfere a volte cibernetiche, spesso guidate da un riffing convincente e mai banale. Di certo un secondo capitolo più roccioso del primo, la voce di Sebastian sembra fatta apposta per colorare di mille sfumature questo capitolo del progetto Frameshift. La storia si dipana attraverso le vicende di un uomo che sperimenterà sulla sua pelle diverse forme di violenza: il concept centrale del Cd è proprio come possano in ogni uomo svilupparsi sentimenti a volte talmente crudeli e violenti da non poter essere controllati. 12 saranno i capitoli di questa nuova storia, che molto dovrà alla voce del grande Sebastian Bach, ancora una volta autore di una prova su altissimi livelli; d’altronde, scritturare un singer di questo livello è una sicurezza! Le linee vocali, peraltro, non sono mai banali, e viaggiano bene negli episodi più tirati (l’opener “Human Grain”, “Just one more time”, “I killed you” tra le altre), dove Seb tira fuori acuti cristallini e voci urlate e disperate con la classe che gli compete. Un lavoro mai disarmonico e mai slegato dal bel concept che sottende l’intera opera: anche nelle scene più delicate, come “In an empty room” o la conclusiva “What kind of animal” il sound rimane convincente, così come la prova di tutti e tre gli interpreti. “An Absence of Empathy”, in definitiva, è una prova di stile sicuramente ben riuscita. Dietro l’angolo echi di Pain of Salvation, l’Ayreon di “The Human Equation”, e una voce riconoscibilissima come quella di Sebastian Bach rendono il secondo capitolo di Frameshift un disco di sicura presa per tutti i prog metallers. Non scenderà giù al primo ascolto, di certo è un lavoro che necessita di tempo per ‘sedimentare’ ed esprimere il suo bouquet completo; ma ancora una volta il buon Henning Pauly e soci hanno confezionato un prodotto ben suonato, con una storia interessante. Molto piacevole.
P.S. Molte questioni legali su diritti d’autore e versioni non approvate sono sorte immediatamente prima della pubblicazione di questo cd. Sebastian Bach sembra essere stato “scavalcato” nella gestione del mix, del packaging e dei diritti d’autore. Se volete saperne di più, leggete qui.
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2
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incredibile!!!!!! sottovalutatissimo e mal pubblicizzato sto capolavoro!!!! Bach è perfettissimo non ha mai cantato cosi bene!!!! gran idee e arrangiamenti!!! uno dei piu bei album degli ultimi anni!!!! da AVERE!!!!! |
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1
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O raga ma è vero che il cd nn uscirà più prechè si sono bisticciati con bach?? |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Human Grain 2. Just one more time 3. Miseducation 4. I killed you 5. This is gonna hurt 6. Push the button 7. In an empty room 8. Outcast 9. Blade 10. How long can I resist 11. When I look into my eyes 12. What kind of animal
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Line Up
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Henning Pauly: all instruments except drums Sebastian Bach: Vocals Eddie Marvin: Drums
www.frameshift2.com
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RECENSIONI |
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