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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Burzum - From the Depths of Darkness
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( 9884 letture )
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Chiudete gli occhi. Immaginatevi a percorrere un’infinita foresta, estranea ai concetti di tempo e spazio. Ci siete? Ottimo. Ora aggiungete un ronzare inquietante rotto da poche urla disperate, che filtrano la nebbia alzatasi al crepuscolo. Presenze oscure calcano con voi gli stessi sentieri, sfiorano le stesse foglie umide. Poi, di colpo, scorgete elfi, rivoli di acqua limpida, ed una melodia sintetizzata pervade l’aria notturna. Benvenuti nel complesso universo descritto dal celebre progetto Burzum, entità dietro alla quale si nasconde un uomo, Varg Vikernes, della cui vita privata sappiamo ogni cosa. Non ha senso soffermarsi su di essa. Poco invece conosciamo delle reali pulsioni del suo animo: forse la sua autentica essenza. La sua volontà di ricreare un mondo dominato dalla magia, dal percorso introspettivo, dall’oscurità come simbolo della profondità d’animo dell’uomo. Tutti ricorderete la frase programmatica vergata anche nelle pagine del suo sito web:
Songs were supposed to exhaust the listener and put him or her in a trancelike state of mind, and last track should "calm down" the listener and carry him or her into the "world of fantasy" - when he or she fell asleep (trad: Le canzoni sono pensate per rendere esausto l’ascoltatore e portarlo ad uno stato di trance; l’ultima invece dovrebbe calmarlo e accompagnarlo nel mondo della magia, mentre sta scivolando nel sonno)
Fin da giovane questa concezione lo ossessionava, tanto da portarlo ad interminabili camminate in mezzo alle lussureggianti foreste di latifoglie dell’estremo nord, oppure a combattere (ritornando, per poche ore, al mondo medioevale), in fittizi campi di battaglia assieme ai suoi amici conosciuti tramite i role-playing game. Qui conoscerà Samoth degli Emperor, i componenti degli Immortal che abitavano poco distante da dove è cresciuto, nonché i membri degli Old Funeral, progetto in cui si fece le ossa. In questa compilation, che riprende brani del primissimo (e più fervido) periodo creativo, l’Artista Varg ripropone la magia plasmata vent’anni fa, quando fra lo stupore generale usciva quel piccolo capolavoro della nera fiamma conosciuto semplicemente come Burzum. Stando alle dichiarazioni precedenti all’uscita (siamo nel 2010, quando l’idea è quantomeno in fase embrionale), le tracce di quell’istante della vita di Vikernes non dovrebbero rappresentarlo nelle vesti odierne. Detto ciò, ad un rapido ascolto, ci si rende immediatamente conto di quanto la dimensione primordiale del progetto sia ineluttabilmente legata a queste composizioni. Peccato, purtroppo, che la re-incisione abbia provocato lo smarrimento progressivo delle peculiarità che avevano reso maestoso l’esordio. Che Varg non abbia lo smalto di un diciottenne, è palese. Già in Fallen si notano il cambiamento a livello vocale - dove uno screaming razionale sostituisce il grido disperato a cui eravamo avvezzi -, l’introduzione di voci pulite (da Belus) - probabilmente atte a donare dinamicità alle composizioni -, ed una produzione sufficientemente limpida. Modificazioni a cui si deve aggiungere l’utilizzo di accordi maggiori mai inseriti nelle proprie partiture (pensate alla progressione Mi minore, Re maggiore, Do maggiore di Jeg Faller). Un’evoluzione verso una “svolta” melodica che non si sposa alla perfezione con il ripescaggio dei lavori della sua dorata gioventù. Ma il concetto di viaggio resta, seppur con alcuni distinguo. Innanzitutto l’ultima traccia non è presente nella sua forma abituale. Per meglio comprendere citiamo l’artista stesso:
The last track of the "spell" (LP side or CD) is always a calm (often synthesizer) track (trad: L’ultima traccia dell’”incantesimo” è sempre un contemplativo episodio affidato al sintetizzatore)
Bene, Channeling the Power of the Minds into New God non è un brano spiccatamente ambient, come ci si dovrebbe aspettare. In secundis, gli episodi fondamentali, ossia Feeble Screams to the Forest Unknown e My Journey to the Stars, assomigliano ai loro fratelli originali senza riuscire ad essere altrettanto efficaci: benché la componente emozionale (per l’immediato paragone ai sentimenti suscitati dalle registrazioni primigenie) sia rimasta la stessa, si avverte la perdita di quella spontaneità e di quell’immediatezza che rappresentavano il nucleo della filosofia del Conte. Una prestazione agli strumenti decisamente più matura, e meno propensa ai piccoli errori a cui il giovane profeta di allora ci aveva abituato (d’altronde, per sua stessa ammissione Burzum venne inciso in 19 ore soltanto!), contribuisce alla suddetta sensazione, che pervade in generale l’intero album. Di conseguenza il percorso si rivela meno affascinante, meno personale - in senso lato - e la notte, perduti nelle astrazioni da Advanced D&D, diventa un revival di un passato brillante ma non più praticabile.
Sorprende in ogni caso questa riproposizione di brani storici: perché toccare quel che già era grandissimo? Perché modificare (anche in piccoli aspetti, esempio il minutaggio) opere maestose del tempo trascorso? Soprattutto quando la condizione spirituale è differente: la compilation intera è paragonabile all’ultimo Varg, non certo, e non mi stancherò mai di ribadirlo, al Varg arrabbiato, deluso, disilluso, bisognoso di evadere dalla condizione in cui versava ad inizio ‘90. Dal lato tecnico, il Conte è cresciuto esponenzialmente: la sicurezza dietro alle pelli, alla chitarra, è disarmante. È aumentata anche la consapevolezza e la conoscenza dei propri mezzi: ciò è evidente nelle tre tracce strumentali aggiunte, che sembrano coeve ai lavori dietro alle sbarre. Della produzione atipica per il genere, abbiamo detto. È da specificare che noi amanti del caro vecchio Burzum, di questioni tecniche ci interessiamo relativamente…
L’artwork riprende la famosa fortezza raffigurata in Det Som Engang Var. Questa, prima del passaggio ai temi ritratti dal pittore nazionale Kittelsen, dimostra il legame con il mondo fantasy del Nostro (non che fosse necessario esplicitarlo). Per l’analisi corretta delle copertine, e per comprendere quest’ultima, vi rimando al relativo articolo presente sul sito.
In conclusione, ho dei dubbi sul valore della compilation: da una parte mi sono rituffato nei meandri della mente di un artista che, vita ed azioni a parte (ma qui si parla di Arte e non di uomini), ho sempre trovato interessante, dall’altra le stonature presenti mi hanno spinto a riesumare i dischi originali, accantonando l’ascolto del disco esaminando. Per farci venire un attacco di nostalgia From the Depths of Darkness è ottimo. Per tutto il resto, passare da altre zone...
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Sono per i brani originali,che non temono alcun confronto né necessitano di rivisitazioni.Ma il genio non va discusso,solo ammirato e ascoltato in estatico silenzio. |
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A me è piaciuto. Da ragazzo ho adorato le assurde atmosfere del vecchio sound e la voce di Varg che sembrava uscire dall'inferno. Col tempo mi sono sempre chiesto come sarebbero stati gli stessi pezzi con un suono decente ed un cantato comprensibile. La risposta è questo disco. Per me da 9. |
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A me è piaciuto. E l"ho acquistato in vinile. A mio modesto avviso spicca una splendida versione di a lost forgotten sad spirit. Grandiosa. 85 |
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A mio modesto parare preferisco di gran lunga From the depths of darkness...le canzoni hanno finalmente la giusta interpretazione e intensità che Vikernes a soli ventanni non poteva dare. Gli do come voto un bel 9. E ora la voce è quella giusta. Nel primo disco sembrava un "castrato"  |
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No, invece a me piace molto. Ci dò un 83 |
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Si sono d'accordo con Kryptos.... se la poteva risparmiare.... in ogni caso preferisco le canzoni "originali" |
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@Moro in effetti il sapere come certe canzoni dovessero suonare è interessante, ma come dici tu, la magia va perduta irreparabilmente. Chissà se avremmo amato allo stesso modo burzum se all'epoca le sue opere fossero uscite in versioni "curate", invece che in schegge magmatiche....gran parte del fascino, a mio parere, si celava proprio nella sua "umanità." (spesso varg metteva in musica, con le sue incertezze, i suoi errori, quello che magari avremmo voluto suonare noi). |
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Operazione inutile ed evitabilissima... Ma indubbiamente meglio di quella boiata colossale di "Under The Sign Of Hell 2011"... |
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Amo moltissimo le riregistrazioni, meglio dei best of . Eppure sono incredibilmente di parte rispetto ai primi dischi di Burzum. Lui è stato il mio primissimo ascolto al blackmetal e sono troppo legato ai primi due album: la produzione, le urla (il punto forte di Burzum), quelle piccole inesattezze che davano calore e prova del risultato analogico: qualche tempo sempre non perfetto, le splettrate imprecise, il lato umano della batteria.... Di questa nuova produzione non apprezzo il timbro vocale ) (che sta bene negli ultimi dischi ma non qui) e i rallentamenti sono troppo rallentati rispetto alle canzoni originali. Quello che però apprezzo è la manifestazione di come i pezzi erano nella testa di Varg al tempo, come dovevano effettivamente suonare se ci fossero stati tanti fattori in più (soldi, tempo, produzione). Io metterei, molto furbescamente un bel Senza Voto. |
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Ma cos'ha in mano? Una spada?? |
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A me è piaciuto tanto... |
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A mio parere l'SV è un po' un lavarsi le mani, senza concludere niente (ma sono opinioni!). Da fan e non da recensore, a me il lavoro non è dispiaciuto (ok, rivisitare i capolavori non si fa, ma a Varg perdonerei anche una compilation di canzoni natalizie), però l'ho trovato a tratti poco fedele alla sua linea (di cui si gloria spesso). Feeble Screams è stata la prima traccia mai incisa dal Conte: l'emotività dovrebbe esser troppo forte per permettere una sua ri-presentazione dopo quasi vent'anni...non so se mi spiego. |
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Come ha detto qualcuno qui sotto io avrei messo in tutta tranquillità un SV....... |
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La cosa positiva di questa rivisitazione per me è davvero la voce, che è sempre stata croce e delizia di Varg, ma che per me era l'unico elemento debole della sua musica. Mi piace di più come canta adesso che 20 anni fa, è meno irritante, più profondo. Non mi farei troppe elucubrazioni sulla via di un passato ingombrante, il primo sentimento di fronte a questa release è quasi normale sia quasi di ripudio, perchè quando uno scrive capolavori la gente vuole che non li si ritocchino più, ma io l'ho sentito e dico che l'alone oscuro è ancora presente. C'è più ragione adesso, c'è un uomo dietro e non un ragazzino e si sente, ma il disco, preso com'è senza scavare troppo indietro è buono. Se un gruppo black sfornasse un disco del genere sarebbe quasi capolavoro. |
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La cosa positiva di questa rivisitazione per me è davvero, che è sempre stata croce e delizia di Varg, ma che per me era l'unico elemento debole della sua musica. Mi piace di più come canta adesso che 20 anni fa, è meno irritante, più profondo. Non mi farei troppe elucubrazioni sulla via di un passato ingombrante, il primo sentimento di fronte a questa release è quasi normale sia quasi di ripudio, perchè quando uno scrive capolavori la gente vuole che non li si ritocchino più, ma io l'ho sentito e dico che l'alone oscuro è ancora presente. C'è più ragione adesso, c'è un uomo dietro e non un ragazzino e si sente, ma il disco, preso com'è senza scavare troppo indietro è buono. Se un gruppo black sfornasse un disco del genere sarebbe quasi capolavoro. |
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a me piace ascoltare certi pezzi in versione più melodica e meno rabbiosa, certo Burzum e Det Som Engang Var nella loro versione originale sono patrimonio del black metal, ma queste nuove versioni come il Burzum degli anni '10 hanno perso quella rozzezza e rabbia del passato e non è detto che sia per forza un male |
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A me piace moltissimo anche l'ultima produzione, però trovo non abbia nessun senso risuonare (e soprattutto cantare nello stile odierno) i vecchi pezzi. Detto questo è Burzum, dunque è già nelle mie mani... |
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A me non è dispiaciuto, certo ho dovuto resettare tutto ciò che avevo sentito nel cuore quando ascoltavo 15 e più anni fa per le prime volte questo artista, ma in sè non lo trovo male |
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@piggod: my fault, hai ragione te.  |
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Dopo Burzum e Aske, uscì Der Som Engang Var. A parte questo, non faceva meglio a dare alle stampe un best of? |
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Proprio quest'oggi mi sono apprestato ad un attento ascolto del debut omonimo, " Burzum ", dell' EP " Aske " e del successivo "Hvis Lyset Tar Oss". Ne sono rimasto piacevolmente ed incredibilmente impressionato. Questa produzione potrebbe essere un buon compendio per chi, come me, si è avvicinato relativamente da poco ad un'attenta comprensione della corrente, tuttavia se svilito delle sue componenti vitali, della malignità, dell'atmosfera fredda e malata di una voce straziante tipica di Vikernes coadiuvata da un eccelso background strumentale, faccio fatica a pensare in quali termini possa essere di aiuto un prodotto simile. |
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Uscita priva di fascino e modernizzata, niente feeling, niente Burzum, no no lasciamo perdere. |
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Where are the old howling vocals??? |
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Avrei dato un S.V. onestamente...Operazione discutibile che però a me non è dispiaciuta, l'atmosfera e la 'magia' di un tempo è andata a farsi benedire, ma nel frattempo Varg ha fatto enormi passi in avanti in sede di produzione e ha addirittura imparato a suonare. Gli originali non si battono (come quasi sempre succede in questo tipo di uscite) ma queste nuove versioni risuonate le ho comunque gradite. Il tutto tenendomi alla larga da 'condizioni spirituali' varie ed eventuali e basandomi unicamente su quello che esce dalle casse dello stereo. Il materiale proposto sarebbe da 90, ma visto il tipo di operazione mi fiondo su un pilatesco S.V. |
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Mi piace questo artista lo devo ammettere(musicalmente parlando) ma questa uscita poteva tranquillamnte risparmiarsela visto che ha dato "il fianco" ai detrattori per poter parlare male di lui anche in ambito musicale. Un album da evitare assolutamnte...e cerchiamo di ascoltare, tanto per utiizzare il titolo di uno dei suoi album, quello che una volta era. |
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"lussureggianti foreste di latifoglie dell’estremo nord".. ah ah ah, tutti amanti del nord e della natura questi blecster, ma solo quella rappresentata sulle foto nei retrocopertina dei cd! |
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non perdo tempo nemmeno a scaricarlo...si capisce che da tempo che ormai il conte è in bolletta e cerca di fare cassa con le uscite di Burzum... |
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finalmente si capisce cosa ha fatto burzum negli anni '90... grande artista e grande musica!!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Coming (intro) 2. Feeble Screams to the Forest Unknown 3. Sassu Wunnu (intro) 4. Ea, Lord of the Depths 5. Spell of Destruction 6. A los Forgotten Sad Spirit 7. My Journey to the Stars 8. Call of the Siren (intro) 9. Key to the Gate 10. Turn The Sign of the Microcosm (Snu Mikrokosmos' Tegn) 11. Channeling the Power of the Minds into a New God
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Line Up
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Varg Vikernes - All instruments and Vocals
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