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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Festeggiare vent’anni di splendente carriera con un evento live epocale e poi annunciare il proprio scioglimento? Si può. Si può anche cogliere l’occasione per fare di questo evento un qualcosa che resterà scolpito per sempre nella memoria e nella storia della propria band. Anniversary, infatti, non è altro che la fedele registrazione del concerto speciale tenuto dai Cathedral il 3 Dicembre 2010 presso la O2 Academy di Londra; concerto nel quale il gruppo ha festeggiato i vent’anni della propria esistenza e la pubblicazione del primo epocale album Forest Of Equilibrium, rendendo allo stesso tempo omaggio all’intera propria carriera.
Un evento che sarebbe già di per sé straordinario, diventa epocale proprio perché, di lì a poco, la band annuncerà il proprio scioglimento, rendendo questo doppio live, di fatto, una sorta di testamento, in attesa dell’ultimo album in studio che sancirà davvero la fine della strada per la band di Lee Dorrian e Gary 'Gaz' Jennings. C’è modo di rendere questo evento ancora più straordinario? Beh, sì: in realtà un modo c’è. Basta organizzare il concerto dividendo il proprio set in due parti: una prima parte che prevede la riproposizione integrale del grandioso album di debutto, suonato per intero dalla formazione originale che vedeva Adam Lehan, Mark Griffiths e Mike Smail, affiancare i due mastermind Dorrian e Jennings. Il secondo set, invece, vede il ritorno della formazione attuale, con Leo Smee e Brian Dixon, ed il susseguirsi di brani estratti dal resto della discografia della band (con qualche eccezione, come vedremo). Siamo insomma al cospetto di un momento magico ed irripetibile, per una delle band in assoluto più significative emerse negli ultimi vent’anni.
L’uscita di Forest of Equilibrium fu davvero una di quelle rare tappe nel mondo della musica che segnano l’inizio di un’era: pochi dischi hanno saputo rappresentare un punto di volta così determinante, contribuendo all'affermazione della solennità e dell’epica del doom anche presso un pubblico più vasto, inserendo però vocals estreme, quasi di stampo death. L’angoscia e il dolore palpabile che emergevano da quei solchi sono a tutt’oggi insuperate, e fanno di questo disco uno dei capisaldi assoluti del genere, ferma restando la chiara derivazione sabbathiana della musica dell’allora quintetto. A differenza di altri contemporanei sperimentatori (Paradise Lost, My Dying Bride, Anathema, The Gathering), infatti, non esiste alcun dubbio che i Cathedral siano a tutti gli effetti un gruppo doom di ascendenza settantiana, ma l’asfissiante lentezza e gli angoscianti rintocchi del duo chitarristico suonavano allora, come oggi, assolutamente inauditi.
E’ con trepidazione e timore che si spinge il tasto play, per trovarsi quasi subito immersi nell’arcana intro Picture Of Beauty And Innocence e, quindi, nel raggelante scambio che apre Comiserating The Celebration (Of Life). La band appare assolutamente in forma, ed è un raro piacere sentire nuovamente i macabri unisoni di Lehan e Jennings riempire l’aria, mentre Dorrian riscopre il proprio basso cantato in growl, inizialmente assai poco pronunciato per divenire poi man mano più sicuro. Meno profondo e straziato che allora, il tono del cantante è però capace di reggere molto bene quello che, probabilmente, è il compito più duro dell’intera esibizione, rinunciando in buona parte alla riproposizione fedele di quanto fatto in studio vent’anni fa, per mantenere dignitosamente il proprio ruolo fino in fondo. Se in alcune parti qualche piccola sbavatura si sente -in particolare per quanto riguarda il lavoro delle due chitarre- nel complesso l’esibizione è a dir poco stupefacente e restituisce in pieno la grandiosità della musica, con rallentamenti tombali e partiture di flauto ammorbanti, mentre la sezione ritmica si conferma solidissima e dinamica, capace di mantenere groove e spessore anche su ritmi proibitivi per i più. Inutile dilungarsi sui singoli episodi, dato l’elevatissimo livello espresso dalla band in questa sua incarnazione, se non per ribadire l’incredibile desolazione e l’insopportabile angoscia che emergono dalle spire di questi brani: da Ebony Tears a Serpent Eve, con Soul Sacrifice devastante e quanto mai necessaria per riprendere fiato prima del mortifero trittico finale, che porta alla chiusura ancora oggi pietrificante di Reaching Happiness, Touching Pain, uno dei punti di massima espressione dell’intero scenario doom, dalla quale usciamo spossati e piagati, come ammutoliti da tanta grandiosa sofferenza.
Il cambio di set, dopo un’ora di concerto, ci porta direttamente all’ultima fatica di studio, quel The Guessing Game che ha confermato ancora il livello eccelso dei Cathedral, alle prese con scenari vagamente più prog ed art rock -come testimoniato da Funeral Of Dreams- a dispetto di quel doom grooveggiante che li ha resi celebri da The Ethereal Mirror in poi. Qua occorre segnalare, come anticipato in precedenza, la scelta dei brani, che esclude totalmente dischi quali Supernatural Birth Machine, Caravan Beyond Redemption, Endtyme e The VIIth Coming, a favore dei dischi di maggior successo: il citato The Ethereal Mirror, Carnival Bizarre e gli ultimi due, The Garden Of Unearthly Delights e The Guessing Game. Una scelta poi ribadita per tutto il tour e forse un po’ drastica, fermo restando l’assoluta qualità di quanto proposto. Più che nel primo set, è qui che si nota il contributo di David (Munch) Moore, il quale si destreggia tra tastiera e mellotron riempiendo il poco spazio lasciato da uno straripante Leo Smee; quest’ultimo, bassista mai troppo lodato e qui in grandissimo spolvero, occupato com’è nel coprire la mancanza del –comunque- rimpianto Lehan. Sicuramente il salto è grande, ed a livello di "piacere" di ascolto non si può negare che i brani del secondo set siano decisamente infuocati e partecipativi - anche per quanto riguarda il contributo del pubblico- quanto invece erano opprimenti e devastanti quelli del primo. Della seconda esibizione si fa notare un’atmosfera più free, che porta alla dilatazione di diversi brani: in particolare citerei Carnival Bizarre, la rallentata ed horrorifica Night Of The Seagulls, e la conclusiva, trionfante, Hopkins (Witchfinder General). Da segnalare la sempre strepitosa Enter The Worms, una splendida Cosmic Funeral, la divertente e ritmata Corpsecycle e la "velocissima" versione di Midnight Mountain. Mancavano forse un altro paio di brani da The Ethereal Mirror, come Grim Luxuria e Phantasmagoria, ma nel complesso la scaletta resta entusiasmante, offrendo anche un anticipo del prossimo ed ultimo album, The Last Spire. In realtà, The Last Spire Pt. 1 (Entrance) è una intro che potrebbe ricordare addirittura quella di Your Time is Gonna Come dei Led Zeppelin, e lascia presto il campo ad una tiratissima Vampire Sun, prima dell’apoteosi finale.
Nel complesso, Anniversary è quindi assimilabile ad una celebrazione, una sorta di rito pagano che ci conduce, ancora, nel fatato e terribile mondo splendidamente illustrato dalle copertine di Dave Patchett in tutti questi anni. I Cathedral si ergono in tutta la loro statura, con 140 minuti di musica esaltante ed annichilente, che li ha resi uno dei massimi esponenti del doom mondiale. L’ascolto integrale, viste anche la durata e la non facile proposta della band, si rivela abbastanza difficile, tanto da rendere consigliabile forse la visione di un eventuale DVD o, quanto meno, di prendere un po’ di tempo tra primo e secondo set. Ma questo i fans degli inglesi -una band che ha rappresentato un punto di riferimento per l’intera scena ed ha saputo rinnovarsi e superare i momenti di difficoltà o di scarsa ispirazione con la classe che solo i grandi possiedono- lo sanno già.
Auguri ai Cathedral per questi venti anni (ormai quasi ventidue) di splendida carriera e benvenuti a questo evento epocale.
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15
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cchi: |
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12
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Eh eh sempre una gran band i Cathedral. L'idea di fare dal vivo Forest of Equilibrium è geniale. |
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11
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in effetti stavo cercando sul sito della rise above il dvd ma non c'era...sarebbe un peccato, se non venisse fatto... |
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10
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Ringrazio MircoAbysS per le giuste correzioni e mi scuso per gli errori che ho provveduto a correggere. |
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9
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Quando dovrebbe uscire il loro ultimo disco?? |
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8
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Mi spiace dover segnalare alcuni errori. La locandina qui riportata è quella dello show d'addio della band, non quella del 20esimo anniversario, serata nella quale i Cathedral han suonato senza bands di supporto. Stesso discorso vale per le tre edizioni esclusive di "A new ice age". Fidatevi, c'ero in entrambe le occasioni Inoltre al momento non è prevista una edizione in dvd, si parla solo di una stampa in vinile per i primi mesi di questo anno. |
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7
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Diciamo che il motivo, per così dire "ufficiale", l'ho capito (oltre al fatto di averlo letto a inizio recensione ). La mia era più che altro una domanda retorica che prendeva in analisi tutta la discografia di questi simpatici albionici.Senza giri di parole, i Cathedral li adoro da The Ethereal Mirror in poi, pertanto avrei preferito due cd che ripercorressero tutta la loro carriera, piuttosto che l'esecuzione integrale di Forest of Equilibrium che, ripeto, considero un gran disco, ma a cui preferisco i successivi. Tornando su quest'uscita, non ho altro da dire se non ascoltatela e consumatela. |
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6
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La versione standard è effettivamente più povera a livello di packaging, c'è solo il normale libretto, peraltro abbastanza scarno. Di fatto, a me non interessa altro, comunque Il motivo per cui è stato suonato per intero Forest of Equilibrium l'ho scritto anche nella recensione: il il 6 dicembre 2011 ricorrevano 20 anni dalla pubblicazione di quel disco (uscito per l'appunto il 6 dicembre 1991). |
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5
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uscita decisamente interessante, che però vorrei godermi in DVD...soldi permettendo... |
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4
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La versione deluxe ha un booklet di 40 pagine, i due cd sono in un packaging simil-vinile, c'è un poster dell'evento, pertanto no c'è poi molto di cui lamentarsi (premetto che la versione standard non l'ho vista). Per quel che riguarda i due dischi, che dire... ottima prova dei Cathedral, anche se non capisco la volontà di suonare per intero Forest of equilibrium, episodio che, nonostante la sua importanza per tutto il doom, rimarrà isolato. Pur riconoscendo la grandezza del loro primo album, secondo me i Cathedral veri e propri nascono con The Ethereal Mirror. Ad ogni modo, Anniversary è un acquisto quasi obbligato per tutti gli amanti del doom. |
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3
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Confermo! Grande live, strepitoso. Peccato solo per il booklet scarno e la copertina non apribile che cattura solo un frammento del dipinto |
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2
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Che live fantastico! La cosa bella è che dal vivo sono proprio così Uno dei miei migliori acquisti in assoluto!  |
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1
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ha tutta l'aria di essere molto invitante.... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Disc One/Set One – Back to the Forest
1. Picture of Beauty and Innocence 2. Comiserating the Celebration 3. Ebony Tears 4. Serpent Eve 5. Soul Sacrifice 6. A Funeral Request 7. Equilibrium 8. Reaching Happiness, Touching Pain
Disc Two/Set Two – Freak Winter
1. Funeral of Dreams 2. Enter the Worms 3. Upon Azrael’s Wings 4. Midnight Mountain 5. Cosmic Funeral 6. Carnival Bizarre 7. Night of the Seagulls 8. Corpsecycle 9. Ride 10. The Last Spire pt. 1 (Entrance) 11. Vampire Sun 12. Hopkins (Witchfinder General)
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Line Up
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First Set Lee Dorrian (Voce) Gary Jennings (Chitarra) Adam Lehan (Chitarra) David (Munch) Moore (Tastiera) William Summers (Flauto) Mark Griffiths (Basso) Mike Smail (Batteria)
Second Set Lee Dorrian (Voce) Gary Jennings (Chitarra) David (Munch) Moore (Tastiera, Mellotron) Leo Smee (Basso) Brian Dixon (Batteria)
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