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Trapeze - Medusa
( 4852 letture )
Che abbiate la prima stampa in vinile della Threshold, il remaster in CD del 1994 o del 2006, oppure degli accumulati di kilobyte compressi e un occhio su Wikipedia, leggendo la formazione dei Trapeze non si può non essere percorsi da un leggero brividino: Glenn HughesMel GalleyDave Holland.
Rinfrescando la memoria: al basso, alla voce e al piano l'extraordinaire futuro Purple, futuro Tony Iommi/Black Sabbath, futuro Gary More e attuale –dimenticandoci un attimo delle sterminate collaborazioni– Black Country Communion; alla chitarra il futuro axeman degli Whitesnake e dei Phenomena; alla batteria il quantomai legnoso battipelli dei Judas Priest dei primi '80, poi con Tony Iommi e ora… in galera. Fine del flashback. Al nucleo triangolare appena accennato degli albionici Trapeze, però, si erano aggiunti due elementi, il tastierista Terry Rowley e la seconda voce John Jones, con cui il quintetto aveva registrato nel 1970, con la Thresold, l'omonimo esordio: più fiori, coretti e mellotron che hard rock, se non qualche accenno nel lato B. Dopo la pubblicazione dell'album, i due tornano alla loro band, i Montanas, “costringendo” i Trapeze a saldare le carene come power trio. Il lavoro di fucina ultimato è Medusa, che vede inevitabilmente un indurimento del sound, volto ad esplorare il mare mosso dell'hard rock inglese, piuttosto che le acque ormai stagnanti del rock psichedelico dell'oltremanica.

Apre il platter l'ottima Black Cloud, imperniata sull'“on-off” tra il riffing solare e l'accompagnamento acustico di Galley, bilanciati con mestiere dalla produzione del bassista dei Moody Blues, John Lodge, il quale però, per ammissione di Hughes, andava forte sul sound melodico (il primo album dei Trapeze ne è la prova) più che sull'hard a tratti roccioso di Medusa; per questo nel successivo You Are the Music… We’re Just the Band si farà da parte. Il suo lavoro è comunque degnissimo: la chitarra granitica di Jury, dall'andamento quasi doomeggiante -sembra a tratti di sentire l'eco dei Judas Priest di Sad Wings of Destiny-, fusa alla “patetica” (nell'accezione greca di πάϑος) voce del diciassettenne Hughes, rende il brano un autentico manifesto dell'heavy appena venuto alla luce. Ecco comparire finalmente la vena funk nella simpatica, ma non esaltante, Your Love Is Alright, grande specchio per l'ugola di Hughes, che ci mostra anche la sua –comprensibile– tecnica non certo trascendentale come bassista, così come nella religiosa Touch My Life, dove riprende pedissequamente le toniche degli accordi o le note dei riff. Poco male: compensa il discreto Holland, esprimendo un po' di varietà sulle pelli. L'intensa e bluesy Seafull, composta da Hughes, è uno dei picchi dell'album, down tempo ricchissimo di dramma ed espressività soul, con qualche celato richiamo ai sixties. La successiva Makes You Wanna Cry, piacevole canzone amorosa, si ricorda per qualche episodio heavy decisamente interessante, come il ritornello che incalza quel riff di Galley, che sembra camminare di soppiatto sui tasti della chitarra, per poi bloccarsi improvvisamente a fine canzone. L'arpeggio di Medusa, sottofondo ai richiami beatlesiani di Hughes, è un ingannevole artifizio, infatti ecco emergere il poderoso riff portante, uno dei più memorabili del disco, accompagnato dalla voce a momenti belluina di Hughes e dal tocco essenziale ma incisivo di Holland.

Non bastasse la formazione per dimostrare qualcosa, lo dimostra la musica: dinamica, intensa, ispirata, intelligente, a volte pure misteriosa (Jury?), che rende Medusa, spontaneo anche per il breve tempo di registrazione (al contrario del perfezionismo moderno), un tassello inspiegabilmente dimenticato e impolverato della grande produzione hard 'n' heavy dei primi '70. Avesse una brutta copertina, poi! Mysterium fidei



VOTO RECENSORE
90
VOTO LETTORI
68 su 45 voti [ VOTA]
Kiodo 74
Martedì 21 Aprile 2020, 21.18.26
8
Oggi ho ridato fiato al vinile di questo splendido gruppo e le interpretazioni del divino Voice of Rock mi hanno inebriato tutta la casa...... Discone storico e palpitante.... Voto 88. Ossequi!
Rob Fleming
Domenica 21 Febbraio 2016, 14.54.55
7
Se si vuol capire perché Glenn Hughes è considerato uno dei più grandi cantanti di sempre basterà ascoltare questo album. Jury, Seafull e Medusa sono pezzi sublimi interpretati da un Dio dalle mie sfumature. 85
Subhuman
Giovedì 22 Marzo 2012, 18.26.42
6
Grandissimo fabio
fabio II
Mercoledì 21 Marzo 2012, 17.04.06
5
Preferisco il terzo ( molto più funky), ma anche qui non si scherza...sicuramente più appetibile per la platea hard rock 'pura'. Oh a me dei voti frega nulla, però 37.12 non si può vedere. alzo un pò, va bene il 90 di Alberto
il vichingo
Sabato 3 Marzo 2012, 20.36.52
4
Ehe eh Giaxomo, il solito troll buontempone che (beato lui ) non ha niente di meglio da fare...
Giaxomo
Sabato 3 Marzo 2012, 20.08.31
3
Chi è il ritardato patetico che abbassa i voti?
giovanni loria
Sabato 3 Marzo 2012, 20.03.41
2
uno dei capolavori dell'epoca d'oro dell'Hard Rock, nonchè probabilmente il migliore album dei Trapeze. non sarei così severo con Dave Holland che è sicuramente un batterista poco fantasioso ma su questo lp si produce in una buona imitazione del groove di John Bonham. facile dirlo adesso, ma si capiva già che Glenn Hughes aveva comunque una marcia in più gia ai tempi... una voce meravigliosa, un autore e musicista straordinario.
Lizard
Domenica 22 Gennaio 2012, 1.30.17
1
Disco strepitoso, nel quale hard, funk e protoheavy si fondono a servizio di una ottima band guidata dalla splendida voce di Hughes. Un disco davvero inspiegabilmente dimenticato, splendido.
INFORMAZIONI
1970
Threshold Records
Hard Rock
Tracklist
1. Black Cloud
2. Jury
3. Your Love Is Alright
4. Touch My Life
5. Seafull
6. Makes You Wanna Cry
7. Medusa
Line Up
Glenn Hughes (Voce, basso)
Mel Galley (Chitarra)
Dave Holland (Batteria)
 
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