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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Fferyllt - Dance of Druids
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( 3205 letture )
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Il progetto Fferyllt nasce nel lontano 2003 grazie al tastierista Dmitry Eliseev, deciso a fondare un gruppo basato su un grosso tema principale: il paganesimo di matrice est-europea. Solamente nel 2006 abbiamo le prime tracce musicali grazie al demo A Celtic Tale, all’interno del quale sono presenti alcuni passaggi che ritroveremo anche in questo Dance of Druids. Le composizioni della band sono cariche di elementi tradizionali in grado di creare un sound particolare e piacevole, tra gli strumenti utilizzati troviamo infatti cornamuse, flauti e il bodhran, il quale compare spesso e volentieri per scandire i momenti più calmi e pacati. Un altro fattore importanti per i russi è l’alternanza voce femminile-growl che, nel caso degli Fferyllt, trovo piacevole e per nulla stancante; devo ammettere che questo è uno dei rari casi in cui non sono stato troppo annoiato da una donna alla voce. Infine, giusto per accennare anche il genere proposto, posso dire che ci troviamo di fronte a del semplice folk metal dalle venature pagane e con un lieve tocco sinfonico, per nulla fastidioso e sempre in grado di accompagnare piacevolmente la canzone di turno.
Dopo sei anni dalla formazione la band ottiene un contratto con la russa Stygian Cripts Productions per poter dare vita al proprio primo full-lenght e i risultati sono discretamente soddisfacenti. Il disco vanta una buona produzione e riesce a farsi apprezzare per tutti gli oltre cinquanta minuti di durata. Un unico appunto va fatto per quanto riguarda il suono delle chitarre che a volte ho trovato troppo in secondo piano e, di conseguenza, alcuni riff non sono stati incisivi come magari avrebbero dovuto essere.
Consideriamo ora il contenuto di Dance of Druids partendo dall’intro intitolato A Celtic Tale, un brano strumentale particolarmente accogliente e adeguato per aprire col piede giusto l’album. Delle cornamuse e il vocalismo corale della cantante Yanina (Astrid) fanno da apripista per la successiva Night of the Woodgod. In seguito la tranquillità dei minuti iniziali viene ben presto sostituita dal growling di Ragnar, il quale viene accompagnato, oltre che da chitarra e batteria, da una buona trama di flauto. La voce femminile fa cominciare veramente bene la terza Following Skadi, canzone dotata di un’atmosfera tutta particolare, merito anche degli stacchi acustici alternati ad altri momenti di stampo metal che vanno a plasmare questa tanto singolare quanto lenta traccia. La title track torna su ritmiche leggermente più veloci soprattutto per merito del drumming, il quale scandisce il tempo con fare più spedito; non mancano comunque lunghi attimi di pausa dove sono gli strumenti tradizionali prevalgono incontrastati. Autumn’s Gold assume connotati quasi power e in questo caso si può notare come il massiccio uso delle tastiere riesca ad amalgamarsi abbastanza bene con il tessuto costituito dal riffing delle chitarre. La successiva Warriors of Ireland è senza dubbio il brano meglio riuscito e trascinante dell’intero album, in questo pezzo torna a farsi viva la voce in growl e anche la fase strumentale sembra in possesso di una carica che non avevamo mai sentito in precedenza. Ci si imbatte quindi in Jule, traccia piuttosto interlocutoria e poco interessante che ha l’unico pregio di durare poco e di introdurci verso l’ottima Winds of Trondheimsfjorden, senza dubbio un'altra composizione positiva di Dance of Druids: il brano è infatti molto ben strutturato e suddiviso in modo tale che ogni elemento del sound dei Fferyllt trovi il proprio piccolo spazio. L’ultima composizione della formazione russa corrisponde a Gjallarhorn, apprezzabile per le parti in harsh vocals contornate da un più che buon accompagnamento sinfonico. Le ultime due canzoni coincidono in realtà a due cover: LAI LAI HEI degli Ensiferum e Inis Mona degli Eluveitie, un finale a mio modo di vedere evitabile e senza dubbio inutile.
Tralasciando un po’ questi due passaggi possiamo arrivare alla conclusione di Dance of Druids: parliamo dunque di un album nella media, in grado di rivelarsi particolarmente piacevole durante l’ascolto, anche se non nascondo il rammarico per il fatto che le parti veloci e/o estreme siano numericamente poche. Buono, ma non aspettatevi chissà cosa.
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3
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Disco tutto sommato discreto, ma la divina Lai lai hei non si tocca! |
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2
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Disco carino, sufficiente, mi trovo d'accordo con recensione e voto! Anche se reputo la Cover degli Ensiferum (Lai Lai Hei) abbastanza riuscita e non da buttar via |
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1
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alcune cose sono carine, le due cover fanno invece schifo ahahah! vediamo un po' se riescono a migliorare con il prossimo disco... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. A Celtic Tale 2. Night of the Woodgod 3. Following Skadi 4. Dance of Druids 5. Autumn's Gold 6. Warriors of Ireland 7. Jule 8. Winds of Trondheimsfjordens 9. Gjallarhorn 10. LAI LAI HEI (Ensiferum cover) 11. Inis Mona (Eluveitie cover)
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Line Up
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Astrid (voce) Ragnar (voce) Alexey Godlewsky (chitarra) Andrey Awdik (chitarra) Alexander Lebedev (basso) Dmitry Eliseev (tastiera, drum machine, chitarra acustica, bodhran, armonica)
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RECENSIONI |
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