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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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( 4691 letture )
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Non c’è che dire, a volte i soldi aiutano anche il talento. “Burning Souls”, full lenght dei deathster italiani Adimiron, si candida come uno degli album death made in Italy più completi degli ultimi anni, vuoi per la grande qualità della produzione (ancora una volta ai New Sin), vuoi per la proposta musicale. Le canzoni, pur non sprizzando originalità da ogni poro (a differenza di ciò che è proclamato nella brochure, secondo la quale gli Adimiron sarebbero niente meno che una “Innovative Death/Thrash” metal band), sono dotate di strutture a dir poco accattivanti, e costruite in maniera così genuina e compatta (nonostante la durata media si attesti sui 6 minuti per brano) da risultare assolutamente appaganti per l’ascoltatore. Tecnicamente parlando, ogni musicista dà il meglio di sé, curando discretamente l’arrangiamento, ma soprattutto suonando in maniera sicura in ogni frangente, dal fraseggio acustico al blast beat death. In altre parole, la band suona ciò che gli riesce meglio, creando così un sound avvolgente e ben bilanciato tra uno strumento e l’altro. L’unica eccezione è rappresentata dalle tastiere, a mio avviso esageratamente in secondo piano rispetto alle chitarre. E’ chiaro che l’idea di dare più spessore alle chitarre e meno alle keyboards risulta essere uno standard nel death (oltre al fatto che il tastierista Davide Fasulo non è un membro della band), ma a maggior ragione ritengo che avendo voluto fare un’eccezione alla regola, o in altre parole provando una soluzione più azzardata, il suono ne avrebbe guadagnato in qualsiasi caso in originalità, e forse anche in definizione. Gli strumenti più curati da un punto di vista della varietà esecutiva risultano essere le chitarre, che si alternano piacevolmente tra puliti e distorti, e la batteria, sempre perfettamente al servizio della forma canzone, senza divagazioni inutili e al contempo risultando d’impatto quasi in ogni frangente. Il punto debole della formazione a mio parere resta il cantante, come nelle precedenti produzioni della band, il quale forse potrebbe differenziare maggiormente i passaggi vocali, riducendo ad esempio lo screaming (di qualità discreta) e aumentando il growling. Considerate le melodie proposte in quasi tutti i brani, direi che anche un accenno di cleaning non sarebbe una cattiva idea. Tirando le somme, gli Adimiron non si potranno di certo paragonare ai grandi Infernal Poetry o agli ottimi Coram Lethe, ma restano di fatto una delle grandi promesse italiane. La mia speranza è che continuino anche nei prossimi album a proporre death di alta qualità, con la stessa naturalezza di “Burning Souls” ma con ancora più audacia e voglia di mettersi in gioco… il pubblico straniero non potrà che apprezzare. E il sottoscritto pure.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Delirium Tremehens 2. New Day Denied 3. Cold Anxiety 4. Forgotten Memories 5. Suffering Voices 6. Obsessive Insanity 7. Endless Worlds 8. Unexpected Life
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Line Up
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Alessandro Castelli: Guitars Leonardo Gioia: All vocals Davide Corlianò: Bass guitar Davide Carotenuto: Drums
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