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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Manilla Road - Open the Gates
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( 7437 letture )
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E chi l’avrebbe mai detto all’epoca che a gettare le basi di un genere come l’epic metal sarebbero stati dei ragazzi di Wichita, la più grande città del Kansas: non proprio una terra ricca di leggende medievali e mitologia. Nonostante la distanza fisica che li separa dalle lande del vecchio continente, da cui prendono a piene mani ispirazione per i loro testi, i Manilla Road hanno sempre raccolto meno di quanto avrebbero meritato. Parliamo di un gruppo che a cavallo tra il 1983 e il 1986 diede alla luce tre album assolutamente seminali per lo sviluppo dell’intero genere. Gran parte del merito va a Mark Shelton, chitarrista, cantante e fondatore della band. Il suo timbro vocale doppio e tuonante si sposa perfettamente al genere che la band stessa in quegli anni contribuì a portare in auge, anche se, come detto, furono altri gruppi a beneficiare maggiormente del loro lavoro. Il gruppo americano raggiunge probabilmente vette che mai più toccherà nella sua lunga carriera grazie all’alchimia che rasenta la perfezione sfiorata con Open the Gates, capolavoro immortale della band targato 1985.
Se per epic avete come riferimento i Manowar, bene, dimenticateli, perché i Manilla Road sono tutt’altra cosa. Non ho citato il gruppo di DeMaio tanto per esporli a critiche feroci e gratuite, ma proprio per evidenziare il gap che c’è tra le due realtà; laddove si cerca onde e comunque di portare a casa un buon pezzo puntando tutto sull’immediatezza e l’impatto dal vivo del ritornello, nei Manilla Road questo semplicemente non avviene. Infatti, la loro costante e martellante ricerca di atmosfere cupe “epiche”, nel senso più stretto del termine, li porta anche a sacrificare l’orecchiabilità (che termine orribile!) dei pezzi. Mark Shelton -la cui voce ha più di una sfumatura che ricorda Dickinson- non cerca mai di armonizzare vocalmente, mai di alleggerire la presa, mai di alzare la sua tonalità, prendendo tutto di petto senza paura. Ne viene fuori una prestazione che trasuda epicità per ogni singolo secondo del disco, capolavoro da gustare pezzo per pezzo. Open the Gates, la cui “pesantezza” sonora può essere paragonata alla solidità di un monolite di Stonehenge, è un disco da ascoltare tutto d’un fiato, senza cercare di ascoltare una canzone a discapito di un’altra. La prestazione dei singoli, praticamente la classica formazione rock a tre strumenti, è di gran lunga una cosa che andrebbe insegnata ai bambini nelle scuole. Mark Shelton è l’assoluto protagonista, cantando in maniera perfetta per tutto il disco, e scolpendo riff e assoli nella mente di schiere sconfinate di epic metallers in giro per il globo. L’altro punto di forza del disco è senza dubbio l’ingresso nella line up di Randy Foxe funambolico e virtuoso batterista, che fin dalle prime note di Metalstorm mette in mostra la sua tecnica ponendola al servizio dei pezzi. L’altra faccia della sezione ritmica della band è rappresentata da Scott Park. Snocciolare il disco traccia per traccia non renderebbe merito alla continuità espressa dalla tracklist, per cui mi limiterò a segnalarvi quelle che sono le componenti che costituiscono il nucleo della band. Sicuramente c’è l’influenza dei Black Sabbath alla base, un po’ di Iron Maiden, ma più per la suddetta somiglianza. Ma il grandissimo merito della band è quello di aver saputo forgiare queste influenze nel loro stile grezzo, non rifinito, fatto di chitarre distorte e taglienti, di refrain carichi di pathos e di grande varietà nella ritmica dei pezzi (basti pensare che si va dal velocissimo doppio pedale a mezzi tempi, se non addirittura echi di doom).
Insomma, inutile dilungarsi oltre. Open the Gates, insieme al disco immediatamente precedente e quello immediatamente successivo, rappresenta la summa della band. Un disco, come tutti quelli del gruppo, che non cerca compromessi: pane al pane, vino al vino. Come potrebbe essere diversamente? Del resto l’epic metal è figlio loro.
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si, e dire che lo trovo l\'episodio che mi prende un po\' meno della trailogia da Crystal a deluge |
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Solo io penso che la voce sia totalmente inadatta? |
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Dopo il precedente, il secondo capolavoro assoluto dei Manilla Road. La rappresentazione massima del concetto di metallo epico all\'ennesima potenza! Tutto perfetto, dai riffs di chitarra, ai soli variopinti e fantasiosi, alle ritmiche di Foxe che sono una goduria, per finire alle vocals suggestive e drammatiche di Shelton.... l\'enfasi che sapeva dare ai pezzi non aveva eguali. Epic metal oscuro, evocativo, drammatico, solenne, battagliero, eroico... c\'è tutto qui, basti citare classici come \"Metalström\", \"Astronomica\", \"The Ninth Wave\", \"The Fires Of Mars\", \"Road Of Kings\", \"Witches Brew\", ma potrei nominare tutto l\'album. Classico assoluto, emozioni a non finire! |
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L\'ingresso di Randy Foxe alla batteria velocizza il songwriting dei Manilla Road, per me è probabilmente il vertice della band, seguito da Crystal Logic e Mystification |
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Per me questo è l'apice della discografia dei Manilla Road, perno centrale di una trilogia (insieme a Crystal Logic e The Deluge) che è storia del metal in generale, non solo epic. Metalstorm, la title-track e le magiche Witches' Brew e The Ninth Wave sono dei monumenti. Grande sezione ritmica ma su tutto sovrasta, per intensità narrativa, la voce di Mark Shelton (R.I.P.). Concordo col voto. |
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I MR , come poche altre band, hanno saputo infilare una sequenza di album senza sbagliare un colpo!! Grandi ! |
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Album clamoroso, il mio preferito di loro. |
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"Holy Grail, Silver sails, Court of Avalon. Some they learn, some they burn In the wake of Metalstorm!" Ce l'ho in vinile, e se esistesse una classifica di dischi storici da preservare per il bene dell'umanità, Open The Gates risulta fra questi. Questo fu il primo LP dei Manilla che ascoltai, e rimasi ipnotizzato dal timbro di Shelton. Una discografia che aggiungo, praticamente perfetta. |
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Da parte mia posso dargli un 80 ma non di più, la produzione è parecchio confusa e rende faticoso distinguere alcuni passaggi di chitarra, preferisco Crystal Logic che aveva secondo me un mix di elementi più fresco. Di ottimi pezzi ce ne sono ma avendo sentito il prima e il dopo assume le caratteristiche di un disco di transizione. The Deluge per me si presenta più completo e pur avendo anch'esso le sonorità tipiche della band ha dei suoni maggiormente chiari. |
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Quanto mi piacciono i Manilla Road. 80, disco molto bello. L'apice per me lo raggiunsero due anni prima, ma nulla toglie a questo monolite infuocato. |
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Assoluto capolavoro HM,95 sicuro! |
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Pietra miliare dell' heavy metal in generale. 95 per me! |
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devo dire che mi è piaciuto dopo diversi ascolti. L'epic non lo sento molto mio come genere. ma ora dico che questo lavoro è fenomenale. Weavers of the web la ascolto a ripetizione! |
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Molto bello, decidere il migliore tra questo e "Crystal logic" è un'impresa. Tanto vale goderseli entrambi senza pensarci. |
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Davvero un grande pezzo di storia della musica. Lo riascolto sempre con piacere! Voto 85 |
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11
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Album, come il precedente "Crystal Logic", immenso, arcano, doomeggiante e potentemente epic metal!!! |
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10
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Concordo un po con tutti specialmente con celtic e il vichingo,fra questo e Crystal logic non saprei dire quale preferisco,immensi entrambi!!!! |
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sono uno di quei gruppi che ha sempre cercato di divulgare piu o meno segretamente "conoscenze esoteriche" (basta dare un occhio alle copertine) come fa kai hansen del resto ,sul fatto che ci riescano o meno si può sindacare quanto si vole. il migliore è crystal logic , ottimi pure questo e the deluge. voto 80 |
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8
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Capolavoro Metal anni 80 : diretto ,feroce, potente, un 98 è d obbligo per un album come questo . |
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7
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Disco praticamente perfetto, una serie di canzoni incredibili. The Ninth Wave uno degli apici assoluti dell'epica nel metal. |
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6
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Tanta roba...ma proprio tanta...I Padri dell'epic metal! |
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preferisco Crystal Logic, ma parliamo comunque di capolavori, non dell'Epic, ma del Metal!! E anche l'ultmo Playground of the Damned è un gran disco |
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Forse l'album che preferisco dei Manilla Road, anche se è difficile trovare qualche difetto nella loro discografia. |
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3
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Stupendo, davvero stupendo! |
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2
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Per pietre miliari come Open the Gates c'è il 100/100 politico. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Metalstrom 2. Open the Gates 3. Astronomica 4. Weavers of the Web 5. The Ninth Wave 6. Heavy Metal to the World 7. The Fires of Mars 8. Road of Kings 9. Hour of the Dragon 10. Witches Brew
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Line Up
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Mark Shelton (Voce, Chitarra) Scott Park (Basso) Randy Foxe (Batteria)
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RECENSIONI |
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