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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Endovein - Waiting For Disaster
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( 1822 letture )
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Formazioni come i torinesi Endovein sembrano essere la naturale continuazione di quanto introdotto parecchi lustri fa da band come gli Anthrax, istrioniche e strafottenti, tanto nel taglio guascone del loro thrash quanto nell'interpretazione vocale di testi provocatori e ironici. Joey Belladonna fu tra i primissimi ad andare contro certi dogmi di rozzezza e rabbia, accostando ad un genere di per sé truce uno stile canoro pulito e colorito, capace di arrampicarsi su vette parecchio elevate a livello tecnico. Da allora, sono fioccate decine di band dedite a questo tipo di thrash istrionico, destinato a dividere i vecchi aficionados eppure seguito con interesse e ammirazione da una cospicua moltitudine di kids. La band piemontese attinge pienamente a questa tradizione e, col sorriso stampato sulle labbra e le immancabili t-shirt di Exodus e Vio-Lence, debuttano nel 2010 col qui presente Waiting for Disaster, facente seguito ai demo How to Put Jack in the Amp (2005, giunto ad appena un anno dalla fondazione) e Problem of Humanity, oltre che all'ep Lynched by Fate. Il disco in oggetto gode dell'appoggio importante di una label come la Punishment 18 Records, sempre più attenta al movimento underground italiano: almeno questo, un piccolo segnale di crescita di cui possiamo essere soddisfatti. Niente brutalità, in Waiting for Disaster, quanto più un thrash affilato ed irriverente, tipicamente vintage, tanto vibrante nelle esagitate sferzate ritmiche quanto strafottente nelle liriche e nel vocalism acutissimo di Stefano Balma, dalle radici classic heavy; esecuzione impeccabile e buona qualità dei suoni, per il resto é l'energia a spadroneggiare. Tanta, tantissima, dote principale di una band che non cerca di sicuro trame virtuose o assemblaggi di riff estremamente ricercati, anzi. I brani sono lineari e diretti, poggiano su veementi accelerazioni ritmiche e vengono trainati proprio dalle linee vocali, così particolari ma che, alle orecchie degli appassionati più estremi potrebbero anche suonare stridenti, per lo meno di primo acchito. Non c'é grande varietà in questo disco, sia chairo: le canzoni poggiano su canovacci speculari, vale a dire riff nevrotico, accelerazioni infaticabili, assoli minimali e poco altro. Chi cerca un minimo di stratificazione, e dunque non pezzi soltanto tiratissimi dall'inizio alla fine, potrebbe considerare Waiting for Disaster un prodotto poco longevo, ma del resto questa é una caratteristica abbastanza costante in questo tipo di thrash, situato a stretto giro di gomito con evidenti influenze hardcore.
L'inflessione vocale é identica nelle varie composizioni, e non permette particolari divagazioni a livello di espressività; così facendo, l'ascolto sembra unidirezionale, a lungo andare, e anche la scelta di optare per vocals così insolite -prive sostanzialmente della giusta rabbia- non aiuta. Eppure, c'é chi impazzisce anche per questa radiosa sfumatura di thrash, esaltandosi per le scorribande a briglia sciolta, apprezzando la totale assenza di sezioni più epiche o atmosferiche, esultando per l'integrità di brani che non conoscono alcun momento di pausa, ipervitaminici, isterici, ininterrottamente picchianti. Anche il repertorio di riff non sembra eccellere, poco brillante, poco originale e affatto articolato: eppure, anche in questo caso, tutto fa brodo, basta qualche miccia frenetica e il fruitore medio é soddisfatto. I gusti di ognuno vanno rispettati, questo é pacifico, ma é obiettivo dire che il disco in questione risulta gradevole fino ad un certo punto, prima di iniziare a mostrare il fianco alle critiche di cui sopra, ed é sconsigliato a chi mal sopporta il binomio thrash-ironia, oltre ai già menzionati cultori di trame minimamente più ragionate e fornite. Piacerà, per contro, a chi predilige un ascolto disimpegnato, teso soprattutto al mero divertimento, e in relazione a tale appunto va anche precisato che gli Endovein sono innanzitutto una band da palco, di quelle che non riuscirà mai ad infilare in un dischetto tutta la forza sprigionata on the road. Lo si può intuire, dalle dieci tracce inserite in tracklist: il songwriting e l'attitudine sono discutibili finché si vuole, ma nessuno può dubitare dell'impegno straripante profuso live, un marchio di fabbrica per questi thrahers provenienti dai piedi delle Alpi.
L'opener-track Endless Prophecy é una buona sberla iniziale, e mette da subito in mostra la voce squillante del Balma; si corre costantemente e senza intoppi fino a Forrest Gunner, ancora più tirata e nervosa, concitata nel refrain vocale. La ricetta ormai collaudata si rivela costante e priva di variazioni già con Lynched by Fate: tupa-tupa incessante, ma anche primi segni di ripetitività. Superata la brevissima Fallout Terror (nemmeno due minuti privi di incisività), si giunge al bel chorus di Problem of Humanity, infervorato da validi cori e col drumworking martellante sempre in primo piano. Tra gli episodi maggiormente intrisi di ironia spicca Kick in Your Ass, dalle sfumature leggermente più contenute (ma sempre in contrapposizione al consueto andazzo thrashy), ma con Slaves of the Matrix e Don't Forget si ritorna a picchiare senza ritegno: non c'é spazio per pezzi di impostazione differente, e la corsa non sembra placarsi nemmeno in coincidenza di Sono Stufo, un coraggioso eseperimento in lingua italiana dal testo condivisibile, ma con qualche rima forse troppo forzata. In chiusura arriva l'autoreferenziale Endovein Are Adrenaline... for Your Fuckin' Summer, non troppo impulsiva e zeppa di ulteriori scaglie di irriverenza. Il gruppo resta di culto e gode di una certa fama anche oltre i confini regionali, ma per onestà intellettuale bisogna riconoscere che questo debut-album rimane un prodotto discreto, piacevole se vogliamo, ma lontano da certe soglie di eccellenza.
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3
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Grandi Endovein! Disco ormai consumato..io lo trovo abbastanza vario come disco..pezzi semplici tipicamente thrash e altri più ragionati.. |
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2
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Concordo con Paulthrash, inquadrato o meno questo disco ogni tanto continua a girare nel mio lettore, altri no, un motivo ci sarà? Anch'io pendo per un 75. |
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1
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Non sono del tutto d'accordo con Rino, alla fine pur essendo inquadrato come album, possiede anche quel flavour techno thrash di fine 80s che non fa mai male... il voto è giusto comunque, anche se arriverei ad un 75/100, ho sentito gente osannata che non sa fare il suo sporco mestiere come gli Endovein  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Endless Prophecy 2. Forrest Gunner 3. Lynched by Fate 4. Fallout Terror 5. Problem of Humanity 6. Kick in Your Ass 7. Slaves of the Matrix 8. Sono Stufo! 9. Don't Forget 10. Endovein Are Adrenaline... for Your Fuckin' Summer!!!
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Line Up
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Stefano 'Divano' Balma (Voce) Paolo Cetani (Chitarra) Mirko Negrino (Basso) Daniele Ilardi (Batteria)
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