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Beyond Twilight - For the Love of Art and the Making
( 6065 letture )
Ricordo molto bene quel giorno e sicuramente lo ricorda anche il collega Ad Astra con piacere. Torniamo quindi all’estate del 2006 e al giorno in cui ci fu l’Evolution Festival a Toscolano Maderno: gran concerto quello! Ricordo che la mattina il titolo della gazzetta dello sport fu “Stangatona!” a causa di calciopoli, ricordo che nel pomeriggio m’innamorai degli Haggard cercandone inutilmente il disco; ricordo che facemmo 2 chiacchiere e foto con Karl Sanders, mentre il bassista dei Dark Tranquillity si mise al bar a spinare le birre; risate a palate durante l’esibizione dei Cradle Of Filth… Poi il primo numero memorabile del Gran Ducato Di Metallo con una canzone killer che parlava di zolfo, lava, lapilli e futuro fosco nel bosco e… Ad Astra mi costrinse a comprare un disco che neanche lui sapeva bene cosa fosse. Ne aveva solo sentito parlare. Lo ascoltammo in macchina al ritorno, in autostrada, e non volò una mosca. Nessuno parlò.
Per chi non li avesse mai sentiti nominare, i Beyond Twilight sono una band progressive metal danese attiva dal 1990 (come Twilight) e dal 1999 col nome attuale. Molto belli i primi 2 dischi, in particolare il primo (The Devil’s Hall Of Fame) con l’immenso Jorn Lande al microfono. Un progressive metal piuttosto classico ma suonato dannatamente bene e con grandissime canzoni. Poi, lo stacco totale e l’uscita nei negozi con un’opera assurda e inclassificabile. Uno di quei piccoli grandi capolavori passati purtroppo inosservati. Siamo qui per fare un po’ di giustizia, quindi, siamo qui per dare risalto a un colpo di genio, a un’illuminazione riservata a pochi ed ancora meno sono coloro in grado di attuarla. For Love And The Art Of The Making è un’opera che esula totalmente dalla concezione di disco più classica, esula dalla forma canzone e da qualsiasi tipo di etichetta. Difficile, se non impossibile descrivere un qualcosa che andrebbe ascoltato e basta; magari andrebbe anche capito, cosa che chi scrive non è ancora riuscito a fare a fondo. Siamo in un ambiente in cui giocano variabili strane: matematica, astrazione e via dicendo. Qui non ci sono canzoni, sia chiaro, ci sono trentotto minuti di musica scarsi che possono tramutarsi in anni. Un tributo dichiarato all’arte, insomma; un tributo al fare e alla casualità, una delle varianti che spesso e volentieri ha contribuito a creare grandissime opere.

Come descrivere questo disco quindi? E’ un’impresa tremenda e ad altissimo livello di difficoltà. Risulta impossibile (per ovvie ragioni) parlarne in un track by track, ancora più difficile cercare di fotografare momenti che suonano come la funzione random di un computer impazzito. Proviamoci comunque.

DUNQUE…
Dunque. Inserite il dischetto nel lettore e cosa succede? Vi si presenta un concentrato di progressive metal ininterrotto per trentotto minuti scarsi: per concentrato intendiamo quindi decine di sfaccettature diverse. Ci sono momenti gotici, fiabeschi, allucinati, richiami a Bach, cavalcate in doppia cassa; momenti tecnici e momenti ariosi. Si pesta e si cala di ritmo all’improvviso, succede davvero di tutto e il contrario di tutto. Vi si presenta quindi come una traccia unica, ma non è così. For Love And The Art Of The Making è suddiviso in ben QUARANTATRE tracce! Alcune durano qualche minuto, alcune dieci secondi e via dicendo. Quindi dopo dieci minuti di ascolto avete più o meno sentito dieci-undici canzoni! Nel booklet sono spiegate alcune cose sulla struttura del disco: si possono quindi trovare melodie portanti in cui uno strumento della band le esegue al contrario rispetto all’insieme, si possono trovare melodie riprese poi in maniera inversa e così via. Si è sperimentato un po’ su tutto e a livello non più musicale ma matematico; un mastodontico gioco di incastri. La band infatti descrive il disco a livello lirico, concettuale, strutturale e strumentale come un puzzle. Un puzzle il cui senso tocca all’ascoltatore trovare.

43, IL COLPO DI GENIO
Nella simbologia il numero 43 indica la distruzione, il caos. Ed è precisamente ciò che penserete di stare ascoltando! Vi sembrerà un’accozzaglia di idee, un collage di momenti più o meno sensati… PERO’. Il però c’è sempre e qui i Beyond Twilight calano un carico da undici notevole. Un asso nella manica di cui non abbiamo trovato eguali, un artificio che rende il disco unico ed irripetibile. Un qualcosa che rende l’opera un concentrato di infinite chiavi di lettura. Ebbene: inserite il disco nel lettore con la riproduzione casuale delle tracce attivata: For Love And The Art Of The Making suonerà sempre come un’unica traccia continua e legata! Provate a mixarlo nell’ordine che preferite, scegliete voi come vederlo e nell’ordine in cui più vi aggrada, lui suona. La cosa probabilmente più interessante del prodotto finito sarebbe il sapere come sia stato concepito. Suonato a settori? Due macrotracce poi spezzettate (verso la metà è presente uno stacco piuttosto netto)? Belle domande, che forse è più che giusto che rimangano senza una risposta. Non c’è una chiave di lettura generica quindi per questo lavoro, ognuno scopre quella che più desidera e ognuno è libero di vederci ciò che vuole. Il disco è iperprodotto e con volumi potentissimi, da denuncia; notevole la prestazione in generale di tutti gli strumentisti, parecchio sopra le righe invece quella del cantante: praticamente sempre all’altezza e dotato di un bellissimo timbro vocale.

Ora ci sono molte domande che possiamo porci, la prima è quella più importante: perché un disco del genere è passato inosservato? Non si sa. Forse il mondo non era ancora pronto a un lavoro come questo? Parliamo sempre in maniera chilometrica di cose già fatte, già sentite, già provate; parliamo di influenze mischiate male, difendiamo i nostri idoli e guai a chi ce li spodesta, ci incazziamo come delle bestie se non ammettono in giro che un capolavoro odierno è stato concepito da una nota suonata in quel modo 10 anni fa dal primo che per caso la suonò influenzando folle oceaniche di cui il 90% ignorava l’esistenza di quel secondo che salta fuori oggi solo per rompere le palle per dire che tutto è già stato scritto. Poi quando qualcosa di innovativo, di nuovo, esce davvero, nessuno se ne cura. Allora dove sta la ragione? C’è qualcosa che decisamente non va. La musica va a braccetto col concetto di infinito e come sappiamo l’infinito non è quantificabile. Quindi dire che tutto è già stato detto riferendoci a un presupposto non limitabile è un’affermazione dannatamente farlocca. Magari possiamo dire che ci spaventa il nuovo, che siamo impauriti dal cambiare le nostre abitudini; possiamo dire che è difficile spodestare un’icona dall’immaginario collettivo per piazzarcene dentro una nuova di zecca. Ma non possiamo dire che tutto è già stato fatto, che tutte le idee sono già state distribuite, sarebbe tremendamente ipocrita. E falso. I Beyond Twilight con questo disco hanno dimostrato che l’idea, il lampo esiste ancora e lo si può cogliere. Hanno stravolto parecchi concetti per arrivarci ma ci sono riusciti, e il risultato è che For Love And The Art Of The Making è un’opera unica e indimenticabile. Girerà per mesi nei vostri lettori mentre penserete di avere capito tutto e in realtà non avrete capito niente. Cambierete l’ordine poi rincomincerete daccapo chissà quante volte prima di essere appagati: sarà un senso di appagamento con un eterno punto di domanda che persisterà nel tempo. Si insinuerà come un cacciavite nelle vostre menti e non ne verrete mai a capo. E’ giusto così, il bello talvolta sta proprio nel non capire, nel timore reverenziale che può suscitare un’opera d’arte durante l’approccio ad essa. L’interpretazione, la perdita di unanimità e di una visione globale collettiva, il qualcosa che potete giudicare solo voi e dargli il senso che volete è una sensazione rara in un mondo popolato da un morbosità generale basata sul tutto e subito.

Qui non parliamo di ascolti superficiali, non parliamo di musica di facile fruizione come non parliamo di generi di basso consumo. For Love And The Art Of The Making è un capolavoro di quelli da ricordare, è una gemma rara in un marasma per il 70% sconclusionato e autocitazionista. E’ un calcio nel culo alle tradizioni e a qualsiasi visione classica e da paraocchi che possa esistere. Non è un tributo al death, al thrash, all’headbanging, alla birra, alle moto, ai capelli lunghi, alle borchie; non parla di religione, non parla di occultismo, non parla di violenza o di società malate e perverse, non parla di un glorioso passato paragonandolo a uno schifo di presente, non è il parto di una reunion fatta da persone annichilite dal dio denaro, non è una marea di prese in giro sul cosa sia la vera musica e sul quale sia l’attitudine da dover seguire. For Love And The Art Of The Making è un omaggio all’arte e alla spontaneità del crearla. E’ casuale ad ogni ascolto come un pittore bendato che crea la sua tela fendente dopo fendente; è la violenza di un’idea che implora comprensione e attenzione.

To my mind the old masters are not art; their value is in their scarcity.
A mio avviso I vecchi maestri non sono arte, il loro valore è nella loro scarsezza. (Thomas Alva Edison)



VOTO RECENSORE
95
VOTO LETTORI
91.5 su 12 voti [ VOTA]
Luka2112
Sabato 25 Febbraio 2023, 23.53.02
13
Album decisamente interessante e riuscito, certamente progressivo , nel senso vero del termine una volta tanto.Un caleidoscopio di suoni e stili che si susseguono in una moltitudine di tracce che possono combinarsi “random” configurando un risultato differente.Geniale! Segnalo il disco solista a nome ZIERLER dal titolo “ Esc” davvero imperdibile e di difficile reperibilità ma di valore assoluto, ascoltare per credere!
Macca
Venerdì 16 Gennaio 2015, 12.01.39
12
Bellissimo, davvero bellissimo.
Nonno Ippei
Giovedì 18 Aprile 2013, 19.30.22
11
@ Aelfwine SI. Ti confermo che è stato concepito in quel senso. L'ho trovato oggi dal mio discobolo di Fiducia insieme a (cazzo, non ci credo ancora che lo ha trovato) Near Life Experience dei Mayadome. Disco + unico che raro, un'altro dei diamanti inestimabili che alcuni (pochi, e poco conosciuti) artisti riescono a produrre, che poi purtroppo finisce sottoterra e per trovarlo devi scavare
Aelfwine
Martedì 2 Ottobre 2012, 4.31.50
10
Ma davvero è stato concepito in modo che attivando la riproduzione casuale suoni come una sola traccia? Erano anni che cercavo un esperimento del genere, sapevo che Brian Eno lavorava a qualcosa così... La recensione ovviamente ha incrementato la curiosità... grazie Gian.
Remedy
Domenica 30 Settembre 2012, 19.21.15
9
questo non mi è mai piaciuto come disco, mentre The Devil's Hall of Fame è devastante con un Jorn Lande pauroso su ogni pezzo ! "I'm burning in the Hellfire"
Northcross1
Domenica 30 Settembre 2012, 16.03.29
8
Aaaah mi perdo con tutti questi album!! Come dice giustamente Lux chaos la quantità di musica che c'è in giro è spaventosa e, se si resta indietro, recuperare è durissima! Soprattutto per il portafoglio! Sto sentendo qualcosa anche di questi e di primo acchito dico che sono ottimi! In attesa di approfondimenti
Hellion
Sabato 29 Settembre 2012, 20.00.33
7
..grande disco, ma devo dire che così assurdo non l'ho mai trovato, mah, forse non l'ho capito alla perfezione...
Radamanthis
Sabato 29 Settembre 2012, 18.52.59
6
Dei BT ho solo The devil's hall of fame con Lande alla voce e me gusta mucho, questo sinceramente non lo conosco ma vista la rece me lo procurerò in qualche modo...
il vichingo
Sabato 29 Settembre 2012, 13.54.58
5
Uno dei dischi che non ho mai capito, ma proprio mai capito. Se mi avanzano soldi giuro che lo compro, visti i toni di questa disamina, e se continua a non piacermi allora aspetterò Waste sotto casa
waste of air
Sabato 29 Settembre 2012, 13.09.23
4
@undercover: tra consigli e obblighi di acquisto gli avrò venduto 20-30 copie! Comprate, comprate: più ne vendono più c'è la possibilità che mi facciano la seconda parte! Eh!
Undercover
Sabato 29 Settembre 2012, 12.52.26
3
Uno dei dischi che ho sempre detto mo' lo compro, mo' lo compro e da pirla me lo son sempre fatto scappare, maledetto Gian mai rimesso la pulce nell'orecchio
lux chaos
Sabato 29 Settembre 2012, 11.08.39
2
Ciao gianluca, stupenda recensione come sempre, complimenti! Questo è uno dei dischi più assurdi che ho mai ascoltato...ho adorato i primi due (tra l'altro Finn si è sempre circondato di cantanti strepitosi, 3 diversi in 3 album!), questo mi ha messo alla prova...dopo 3 ascolti avevo deciso di non prenderlo, poi ci sono tornato su e l'ho preso, poi mi sono pentito, poi mi sono riconvinto...insomma...non ci ho ancora capito una mazza dopo anni! Mi chiedo anch'io da anni come sia stato possibile concepire un "meccanismo" sonoro di questo tipo...assurdo, incredibile...uno di quei dischi che non capisci, ma ne resti totalmente affascinato da DOVER continuare ad ascoltarlo...Interessante la riflessione che poni sulle lamentele del "tutto è già stato scritto"...in una società come l'attuale, dove si fagocitano velocemente kg di musica, dove si va di fretta e dove si vuole tutto subito, è dura dare una possibilità ad un lavoro del genere, che può risultare noioso anche dopo molti ascolti...forse è per questo che è passato inosservato, ed anche le recensioni del tempo furono si positive, ma non sottolineanti la caratura reale del lavoro....dategli (più di) una possibilità!! Ciao!!
Ad Astra
Sabato 29 Settembre 2012, 11.05.57
1
son passati sei anni dalla sua uscita, sei anni di silenzi ( dove non l'ho ascoltato sei anni dove ho riassaporato il gusto di ascoltare magia... sei anni dove ogni volta rimango a bocca a aperta. sei anni che ringrazio, scusate già ora, che la maggior parte del mondo sia distante dall'ascolto di questo disco, poichè verrebbe inflazionato, incompreso, deturpato della sua bellezza. Così sia... silenzio e parli la musica.
INFORMAZIONI
2006
Replica Records
Prog Metal
Tracklist
1. In the Eyes of My Soul (First Movement)
2. Creep Evil
3. Sleeping Beauty – The Journey
4. Purity
5. Sleeping Beauty – Connected
6. Tongue Angel
7. I Moved
8. Blackened In My Eyes
9. Temptations
10. Fiery Woman
11. Sweet Irony
12. Conversation of the Dead
13. The Perfect Heart
14. The Perfect Heart Part II – Think
15. The Key – Imagine
16. The Perfect Heart Part III (Modulated Instrumental)
17. The Black Widow
18. The Key Part II – Naked Truth
19. The Kiss of the Wind
20. Dark Wild Rage
21. Temptations Part II – Return (Modulated)
22. I Know Why the Caged Bird Sings
23. Cold as Blue
24. The Awakening
25. Cold as Blue – Like a Candle You Start to Drip
26. Bilingues Cavendi – One Should Beware of the Double-Tongued
27. The Awakening Part II – The Smile
28. The Awakening Part III – Opening the Curtains To a Beautiful Sunny Morning Watching the Singing Birds
29. In the Eyes of My Soul (First Movement Modulated With Irony)
30. Past the Magic
31. Past the Magic Part II (Rhythmic Laughter)
32. Nightwandering on Needles
33. In the Eyes of My Soul (Second Movement Modulated With Irony)
34. In the Eyes of My Soul (Second Movement)
35. 6 Seconds Past 6
36. Organ Scientistic Formula (1)
37. Nightwandering on Needles Part II – The Answer
38. 6 Black Roses - Ship of Rowing Slaves
39. Autumn Fog Message
40. Sleeping Beauty Returns - The Black Box of Reverse (Forward)
41. The Black Box of Reverse
42. In the Eyes of My Soul (Third Movement)
43. In the Eyes of My Soul – For the Love of Art and the Making (Finale)
Line Up
Bjorn Jansson (Voce)
Exo (Chitarra)
Jacob Hansen (Chitarra)
Finn Zierler (Tastiere)
Devillian (Basso)
Tomas Fredèn (Batteria)
 
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