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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 1807 letture )
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In ogni genere musicale, che sia metal o no, sono sempre presenti dei punti di riferimento intoccabili per tutti i musicisti che fanno parte di quella scena. Nel folk metal certi nomi come Ensiferum, Turisas e Wintersun, sono considerati degli autentici maestri e le band cloni non sono di certo rare.
Gli Adorned Brood sono indubbiamente degli estimatori delle band che ho citato prima, pur non essendo chiaramente dei cloni visto che sono in attività dai primi anni 90. Ad ogni modo, in questo Kuningaz la band prende ispirazione dai gruppi sopra citati in maniera piuttosto palese. Non ci sono plagi o copie sfacciate, ma ogni traccia risulta in qualche modo “già sentita” o “poco originale” e Turisas, Ensiferum, Wintersun e Moonsorrow fanno a turni per essere tirati in gioco.
Strutturalmente l’album della band teutonica è certamente ben fatto: la musica è elaborata e composta con attenzione, la produzione è ottima e la qualità audio lo è di conseguenza. D’altra parte stiano parlando di un album rilasciato dalla gigantesca Massacre Records, etichetta responsabile di aver distribuito dischi di gruppi molto importanti come Mercyful Fate, Anvil, Pretty Maids e Malevolent Creation. Il buon lavoro dunque c’è e penso che nessuno si sarebbe aspettato il contrario, visto che si parla di una band piuttosto affermata e conosciuta tra gli amanti del genere. Eppure l’elemento dell’originalità tende a scarseggiare e a rendere Kuningaz un susseguirsi di citazioni di altri gruppi più noti. Impossibile negare la presenza dei riff degli Ensiferum in un brano come Just a Fight, che offre in ogni caso degli ottimi arrangiamenti di flauto e violino. È innegabile l’influenza degli Wintersun e del melodic death metal finlandese in generale in Call of the Wind, sebbene nell’intro e nel ritornello la canzone tenda a somigliare di più a un qualsiasi brano dei Moonsorrow, mostrando un’utilizzo degli strumenti folk degno dei loro migliori dischi. E così via, il discorso si ripete in quasi tutti i brani.
Le parti puramente folk sono certamente l’elemento più riuscito del disco visto che oltre ad essere suonate con una buona varietà di strumenti offrono delle notevoli sensazioni sul piano emotivo. La malinconia della breve, ma intensa Munin si presenta come l’episodio più bello di tutto il disco, visto che la melodia di flauto accompagnato dagli arpeggi acustici delle chitarre fa venire i brividi. Notevole anche l’intro di A War Poem che va dal folk più classico fino ala musica sinfonica, per poi prendere direzioni completamente diverse e arrivare a ricordare addirittura gli Obituary. È d’obbligo citare anche Hugin, un brano che come la già menzionata Munin si struttura con chitarre acustiche arpeggiate, flauto e violino e che come quest’ultima è breve, ma qualitativamente degno di nota.
Gli Adorned Brood rilasciano musica dal 1993 e questo, l’ottavo album di una nutrita discografia, certamente non sarà ricordato come uno dei loro migliori lavori. Se la band tedesca avesse arrangiato le parti puramente metal con le stesse intenzioni di quelle folk e acustiche, evitando quindi di ispirarsi troppo ad altre band più fortunate, avremmo avuto a che fare con un disco più che discreto, se non addirittura ottimo. Esso invece si limita ad una sufficienza più che meritata, ma che sta indubbiamente stretta ad una band che potrebbe arrivare molto più in alto.
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Secondo me Turisas, Eluvetie e tutti gli altri gruppi che avete citato fanno "Metal"..ma è solo un opinione personale! Tornando agli Adorned Brood son curioso di ascoltare sto album..me ne son persi parecchi ma mi ricordo non mi dispiacevano..in più me li ricordo al Wacken del 2009, relegati a suonare su dei bancali quando avrebbero potuto suonare su uno dei 3 palchi principali (o al massimo in quello coperto) |
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L'hai detto Trucido, la mia obiezione era proprio quella che hai esposto nel primo intervento e per fortuna qualcuno l'ha colta. Con questo passo e chiudo, dato che qui dovremmo parlare del disco. |
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certo certo, alla fine sono opinioni. diciamo che alla fine si cerca di dare un taglio salomonico alle cose, purtroppo in casi borderline o troppo influenzati il rischio è di scontentare tutti. ad un certo punto si decide per una cosa e poi si sviscera il disco, è l'unica soluzione |
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Posso chiedere una cosa? Perché ad esempio consideriamo folk i Draugr (che adoro)? Anche lì c'e black; death e strumenti "popolari", però quello è folk! |
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@Er Trucido: ma infatti io non sto assolutamente criticando questo, e mi scuso se ho dato questa impressione, semplicemente nel commento n.3 riportavo una mia considerazione sui Turisas. @Undercover: quoto anche la punteggiatura  |
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@Diego ma ci mancherebbe, qui si sta discutendo mica ci stiamo a scannà  |
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penso che il problema in realtà sia un altro: se cerchiamo di essere stringati nei generi ci viene mossa l'accusa di sbagliare a classificare, se mettiamo i sottogeneri invece non va bene perché creiamo confusione. discorso generale eh, ma non possiamo creare l'eluveitie metal qualcosa dobbiamo pur scriverci in quel campo e se mettessimo death ci sarebbe una rivolta popolare. senza polemica ma ogni tanto mettetevi nei nostri panni  |
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@Undercover: "li mettiamo dentro una taverna e facciamo ordinare loro tonnellate di birra o chiediamo d'intonare pezzi sui vichinghi"... Possente Iddio, ti giuro che sono piegato dalle risate!!   |
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Quando ho citato gli At the Gates stavo scherzando e tra l'altro mi sembra di averlo anche detto, più di così veramente non saprei. Per il resto, ormai lo avrò scritto un milione di volte, detesto etichettare e tutti questi nomignoli li abolirei seduta stante ma se proprio dobbiamo... pazienza. Per quanto mi concerne gli Ensiferum dei primi due (facciamo tre) album sono Folk (con evidenti venature Melodeath), mentre From Afar e Unsung Heroes sono altro, c'è troppo Power dolciastro a mio modesto avviso, poi ognuno ci sente quel che vuole. Sugli Eluveitie non ci posso veramente fare nulla. Nell'ultimo poi sono, senza mezzi termini, mi sono sembrati la brutta copia dei Dark Tranquillity con reminescenze Folk per far contenti un po' tutti, se sono Folk allora io sono svedese. Per i Turisas ho già espresso la mia opinione nel commento precedente, non volermene se non mi ripeto. Poi lo ripeto per la terza volta: è una MIA opinione, non pretendo di avere la verità in tasca. Se tu li consideri Folk amen, non ci perderò ore di sonno . |
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Scusami GioMasterR ma com'è l'etichetta Viking stona perché inutile sia sugli Amon Amarth quanto sui Bathory, visto che si tratta solo di tematiche, non credo che l'usare uno strumento come il violino indichi che una band suona folk, perché a questo punto dato che si parla di folklore anche i My Dying Bride sono folk? Loro il violino lo usano in pianta fissa che facciamo, li mettiamo dentro una taverna e facciamo ordinare loro tonnellate di birra o chiediamo d'intonare pezzi sui vichinghi? Gli Ensiferum sono una band power estremo ma power, come lo sono del resto i Children Of Bodom, dopo i primi due dischi, il primo soprattutto influenzato dal death melodico, suonano power moderno, pulito, chiamalo come vuoi ma sempre power rimane, stesso discorso per gli Eluveitie, voce femminile e un paio di strumenti tradizionali non levano di fatto che la base sia melodic death, peraltro neanche ben fatto, quindi perché dovrei chiamarlo folk? A questo punto un progetto come Crom come lo definiamo viking/power? A questo punto è molto più "folcloristico" un Falkenbach di quanto prodotto da tutte le band citate... poi se vogliamo ragionare per etichette affibiate dalle label facciamolo pure, è come continuare a far passare certo "power" con i chitarroni per gothic metal. La colpa non è di chi ascolta, è di chi rilascia i dischi e crea o impone etichette alla cazzo. |
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@il vichingo: Calma non fare la vittima, è stata messa in discussione la tua tesi e non la tua persona. Il violino negli At The Gates non è in pianta fissa anche se l'hanno usato in quel disco, nei Turisas sì invece ed ha un ruolo anche più di spicco. Poi sarei davvero curioso di sapere cos'è il folk per te a questo punto e per quale motivo Ensiferum, Eluveitie e Turisas hanno la sfortuna di non farne parte. Avrai sicuramente visto il sistema ad aree con cui identifichiamo le band sul sito, a questo punto per i primi due piazzeresti l'etichetta death e per il terzo power? |
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@gio: gli eluvetie fanno rap-core, intanto. poi ho sentito un paio di pezzi dei Turisas e nella mia ignoranza sul genere non li sento nè power nè folk, ma epic. |
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Guarda Giomaster, per te sarà grossa finchè vuoi ma per me è così. Non voglio assolutamente sembrare un santone che professa la dottrina universale ma è un'opinione che ormai ho da molto tempo, e posso assicurarti che non la cambierò tanto facilmente. Premesso che anche i CoB c'entrano poco o niente con Helloween e Gamma Ray, per dirla tutta, a mio avviso il Folk è tutt'altra cosa, i cori pompati e i tastieroni super sinfonici per come la vedo io c'azzeccano molto poco e non sempre vale l'equazione violino = Folk metal, altrimenti anche gli At The Gates in The red in the sky is ours suonano Folk (purtroppo in internet non si ha idea dei toni del proprio interlocutore, posso assicurarti che sto scherzando ). Comunque ripeto è una MIA opinione, non voglio vendere verità a nessuno. Lo stesso discorso potrei farlo anche per gli Ensiferum: d'accordo per i primi due ma se From Afar o Unsung Heroes sono Folk allora alzo le mani e lascio perdere. Infine è lapalissiano che gli Eluveitie hanno delle influenze Folk, chi asserisce il contrario necessita di una visita da un buon otorino, ma io non riesco a considerarli una band Folk e, senza polemica, devo ancora capire per quale arcano motivo se un povero cristo asserisce che a suo avviso gli Eluveitie non suonano Folk viene attaccato manco fosse un eretico che bestemmia in chiesa. Vabbè... abbiate pietà di un povero coglione purista che fa astrazione . |
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@il vichingo: quello sugli Amon Amarth è un errore comune, per via delle tematiche e ti do ragione. Ma i Turisas farebbero power? Questa è davvero grossa: elencami i punti in comune con Helloween, Gamma Ray, o Blind Guardian, o con la scuola finlandese dato che è di casa loro, Sonata Arctica (vecchi e nuovi) ma mettiamoci pure i COB che per molti fanno power con lo scream. Ok i Turisas avranno la tastiera pomposa, tirandola molto per i capelli forse si potrebbe parlare di epic sinfonico, ma come la mettiamo con violino e fisarmonica? E gli Eluveitie? fanno death melodico con leggere influenze folkloristiche e 8 strumenti tipici? Entrambe non saranno band purosangue e forse puntano più al piacione che all'originale, su questo posso concordare, ma bisogna per forza stare ad applicare etichette a tutto e continuare ad astrarre fino ad arrivare all'essenza pura? Senza polemica, non vuole essere un attacco nei tuoi confronti, ma non mi sembra tanto corretto usare due pesi e due misure, è come dire che gli Shining non fanno più black perchè si sono infighettati. |
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Mmm devo dire di non essere molto d'accordo col recensore e per nulla d'accordo con fabrizio. Secondo me invece quest'album è un buon album e di certo spanne sopra l'ultimo dei varg e degli ensiferum, ma anche sopra helvetios o batavi degli heidevolk tanto per rimandare ad altri gruppi del "genere" (o che comunque gravitano intorno alla stessa scena) che sono usciti quest'anno. Il mio voto personale è 7. Rispondendo al recensone sulla mancanza di originalità secondo me è un'impressione dovuta al fatto che il disco non ha molte variazioni al suo interno e quindi nessun pezzo "spicca" sugli altri. Certo non sarà un sound riconoscibile al primo secondo d'ascolto, ma non penso siano così poco originali. |
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3
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Senza polemica, la mia è soltanto una riflessione, ma io sinceramente a distanza di sei/sette anni da quando li ho scoperti continuo ancora a domandarmi cosa diavolo c'entrano i Turisas con il Folk Metal, sempre visti come una band Power, ma se d'altro canto se c'è chi etichetta come Folk gli Eluveitie e come Viking gli Amon Amarth allora ci si può aspettare di tutto. Ma a parte questo, la band in questione è troppo altalenante, nella loro discografia ci sono non dico capolavori perchè sarebbe esagerato ma comunque un paio di dischi molto buoni, questo sì, e una serie di lavori tra l'accettabile e l'osceno. Questo non l'ho ancora sentito ma non mi aspetto nulla ed anzi, leggendo il commento di Fabrizio che addirittura li accosta ai Varg, mi fido di lui e passo oltre. |
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2
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album stupendo.... il mio lettore ha già consumato 3 cd |
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1
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brutto per dire brutto...peggio di loro solo i varg quest'anno... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Einkehr 2. Kuningaz 3. Call of the Wind 4. Victory of Valhall 5. Hugin 6. Men 7. Kreuzeslast 8. Just a Fight 9. Munin 10. A War Poem 11. We Are Legion
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Line Up
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Markus Frost (voce, basso) Thorsten Derks (chitarra) Jan Jansohn (chitarra) Niklas Enns (tastiere) Anne Jepsen (flauto) Mischa Kliege (batteria)
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