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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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My Reflection - Dreamland Drowning
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( 1910 letture )
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Sorti nel 2007 e con alle spalle un demo ed un EP, i My Reflection giungono al debutto discografico ufficiale col qui presente Dreamland Drowning, autodefinendosi autori di un rock/metal melodico; in realtà quello dei finlandesi è un heavy metal potente e moderno, dalle forti tinte gotiche, rintracciabili in primis nella voce soave e passionale di Jenni, ragazza dalla timbrica leggiadra e malinconica. Di per sé, basterebbe l’abbinamento tra linee vocali femminili, vagamente dark, e rocciosi riff metallici, accompagnati da tastiere, per fornire un quadro completo dello stile propostoci. Niente tentennamenti, dunque, o lo si ama o lo si odia. Un’atmosfera epica e quasi onirica accompagna le varie tracce, ma tastiere e sintetizzatori la sovraccaricano sovente di orpelli elettronici ed eccessi modernistici che non piaceranno ai puristi, che peraltro troveranno poco di interessante e commestibile anche a livello di riffing e sezione solista (quest’ultima davvero esigua). Vocalmente, vengono in mente i consueti paragoni con Lacuna Coil o Evanescence, mentre il canovaccio musicale sembra più roccioso e prettamente metal, almeno in avvio; via via, però, insorgono diverse peculiarità stilistiche non certo old school, con le tastiere che continuano ad intromettersi oltre misura.
L’intro e titletrack lascia spazio al riffato prestante di Sweet Freedom, ma è la voce a prendersi gran parte della scena con le sue performances dolciastre; in Crossroads inizia a rimarcarsi la presenza eccessiva delle tastiere, mentre alla voce di Jenni si affianca talvolta un growling gutturale abbastanza banale; discreto l’assolo di chitarra, mentre persistono gli inutili orpelli elettronici. Vocalmente, ci troviamo sempre di fronte alla solita nenia, per tutto il platter, e Let the Rain Come Down non fa differenza; grandi riff, inoltre, non ne arrivano, e i brani risultano poco significativi. Nonostante un’ampia intro elettronica che farà storcere i nasi agli oltranzisti del metal retrò, Stand Again sembra essere leggermente migliore, per via di alcune accelerazioni quasi psichedeliche; purtroppo, però, il suono rimane plasticoso e artificiale, tutt’altro che verace. On the Edge, pezzo non certo trascendentale, poggia su un rifferrama roccioso ed è irrobustita da un growling opprimente, prima di tornare sui leggeri ed edulcorati sentieri vocali tracciati dalla voce della cantante principale. Con Shadow in the Sun assaporiamo finalmente qualche passaggio musicale più discreto, per quanto sempre melodico: l’atmosfera e le sonorità si fanno quasi tendenti al metalcore-emo, come del resto accade anche in Down to Rebirth (episodio in cui alla voce portante se ne affianca una seconda, maschile). Rimane ostico trovare differenziazioni tra le varie song: ad esempio, Ghost riesce nell’impresa quando i Nostri decidono di inasprirla con qualche blastbeat ed alcuni vocalizzi growl più significativi. Anche Eternal Flames presenta un’alternanza di momenti ora evocativi ed acuti ed ora più energici e dinamici, ma la sostanza generale non cambia, e anche le due composizioni finali non aggiungono nulla ad una tracklist già così troppo pomposa e prolissa.
Non è un disco per gli appassionati di metal nel senso stretto del termine, ci mancherebbe. Alle loro orecchie, Dreamland Drowning suonerebbe come un mattone noioso, difficile da digerire; tuttavia, anche cercando di ascoltarlo senza pregiudizi, offre troppi momenti di noia, appare ripetitivo, stanca dopo una manciata di canzoni, inducendoci sovente allo skip delle tracce. Le linee vocali sono gradevoli ma similari e mai trascinanti o davvero emozionanti; la musica sfocia in un’esagerazione di modernismi che rimane comunque subordinata al ruolo vocale e alla fine del disco in questione ci resta ben poco. Sezione ritmica discreta e ordinata, senza grandi picchi, riffing corposo ma mai capace di fare la differenza, assoli di chitarra assai relativi e vocalism troppo freddo, derivativo, privo di ritornelli accattivanti. Sono questi i difetti principali di un lavoro che pecca pure nel minutaggio (troppo marcato, con ben undici tracce più l’intro) e non si distingue per architetture sonore particolarmente brillanti (anche se i Nostri non sono certo dei novellini con gli strumenti!). La release non spicca né per varietà né per originalità e sembra essere un prodotto affatto accattivante, destinato solamente a prendere la polvere.
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mbe che dire l'ho ascoltato e non è malaccio ma sicuramente devono capire che genere vogliono portare avanti perchè una canzone riprende riff heavy una sfocia nel metalcore e poi il gorwl va migliorato e messo quando serve cosi come anche le tastiere che secondo me sono ottime ma non messe nei momenti giusti a volte disturbano la canzone. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Dreamland Drowning 2. Sweet Freedom 3. Crossroads 4. Let the Rain Come Down 5. Stand Again 6. On the Edge 7. Shadow in the Sun 8. Down to Rebirth 9. Ghost 10. Eternal Flames 11. Conscience Calling 12. Farewell
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Line Up
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Jenni (Voce) Petja (Chitarra, Voce) Henkka (Chitarra) Aki (Basso) Pete (Batteria, Voce)
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RECENSIONI |
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