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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Paul Chain Violet Theatre - In the Darkness
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( 7364 letture )
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Un tuffo nell'oscurità.
Con queste poche parole potremmo descrivere In the Darkness, secondo lavoro in studio da parte del Paul Chain Violet Theatre, collettivo teatral-musicale nato dalla volontà di Paolo Catena. Il loro primo EP, Detaching from Satan, aveva messo chiaramente in luce tutte le potenzialità dell'artista pesarese nel fondere alla perfezione gli (ovvi) rimandi ai Death SS al doom metal e alla psichedelia più nera. Con In the Darkness, Paolo firma uno dei migliori lavori della sua intera carriera, proseguendo la sua collaborazione con alcuni ex-membri dei Death SS, ma anche con altri musicisti che lo accompagneranno nel corso della sua lunga e insolita visione solistica. La scelta di autoprodursi, oltreché l'autarchia in fase compositiva (prima) ed esecutiva (poi) hanno certamente determinato il proliferare del suo culto tra gli amanti del doom metal; inoltre, la cura artigianale impiegata nella scelta dei suoni come nel lavoro in fase di missaggio, hanno contribuito a donare alle sue opere un marchio di riconoscimento; ed è proprio in questo che In the Darkness si differenzia dai lavori di genere di questo preciso periodo storico. Stiamo parlando di un album oscuro, a tratti perverso, dotato del fascino primitivo di un film dei vari Fulci, Avati, Argento. Non c'è solo musica qui, ma anche la ben conscia ricerca di un climax sinistro e malsano.
Welcome to My Hell ci dà il benvenuto tra le contorte spirali della mente umana, dove la psichedelia si fonde a umori cimiteriali. In Meat il doom metal prende il sopravvento, e la chitarra di Paul dipinge paesaggi di una sinistra bellezza; aspetto che rimarrà costante in ogni singolo passaggio dell'intera opera. Dopo l'inatteso ambient di War (anche se nel corso degli anni Paul si dedicherà al genere in maniera approfondita) arriviamo a Crazy, un'incredibile perla nera che sembra uscita direttamente da Paranoid (provare per credere) e che, nonostante l'insolito appeal da singolo radiofonico, mantiene inalterato tutto il suo perverso e primitivo fascino. Grey Life e Woman And Knife rappresentano i brani maggiormenti legati al movimento heavy metal degli anni '80, soprattutto per quanto riguarda la loro struttura portante; ma di nuovo, è eccelso il lavoro svolto da Paul in fase solistica, specialmente nel finale della seconda composizione. In Mortuary Hearse è la voce strozzata di Sanctis Ghoram (presente anche in Grey Life) a guidarci tra gli oscuri presagi di morte dipinti dalla chitarra, mentre nell'omonima traccia finale la forza espressiva è davvero straripante, grazie all'alternanza tra silenzi e violente esplosioni doom; il merito è anche dell'ottimo lavoro svolto da tutti i musicisti coinvolti, bravissimi nel dare vita a quel suono cimiteriale e polveroso che era nella mente di Paolo Catena al momento di avviare questa sua lunga avventura solista.
Un classico sconosciuto per molti, ma non meno importante dei soliti nomi che tutti noi conosciamo; In the Darkness è un chiaro esempio del ruolo chiave svolto da un'intera sub-cultura horror tutta italiana, che dai Goblin passa necessariamente per il doom metal di Paul Chain.
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Quanto tempo....quante tenebre.....quanto mistero.....quanta spaventosa maestria tricolore.....quanto è geniale e talentuoso Paul Chain.....quanto è bello questo disco! E finalmente stasera l'ho riascoltato...grandioso. Voto 92. Ossequi! |
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Album assolutamente spaventoso. Inquietante e oscure come poche cose al mondo: Paul Chain sembrava che riuscisse a fare con estrema facilità quello che molti artisti contemporanei e no non riuscivano a fare.
Uno dei suoi tanti capolavori per quello che è un'artista dimenticato e sottovalutato |
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hai ragione, ma l'errore e' aver scritto la localita' sbagliata, comunque, sai che a Gabicce Monti c'erano due piano bar dove strarlette della musica leggera si contendevano Raneto Carosone, il dixiland a Gabicce ahahah!
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@jaw, Aleph di Gabicce (non è per pignoleria ma hai chiesto se era scritto giusto... ) |
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volevo anche dire che non sono d'accordo con la chiosa del recensore, i Goblin in realta' non erano molto underground, basti pensare, collegato o no, non saprei, K.Emerson fece la colonna sonora di Inferno. Paul invece aveva la sua club house all'Alph ( non so se e' scritto giusto ) di Gabbice che era in netta contrapposizione con lo sfavillio della baia degli angeli, dove frikettoni del cazzo si mischiavano a personalita', stratagemma gia' usato allo studio 54 |
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il disco secondo me e' il migliore della produzuone di Paul, le prime copie in vinile avevano come inserto la 'zine Metallo, curata da una parte dello staff di hard n heavy di Rockerilla, ovviamente legati alla label. Se questo disco fosse stato prodotto nella penisola scandinava, molti avrebbero fatto piu' salamelecchi |
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16
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In questo disco ci sono gli spiriti (cit.)...da rabbrividire, da ascoltare al buio nel massimo silenzio magari con le cuffie...non ve ne pentirete, sarà un esperienza che vi riterrete appagati, si materializzeranno le vostre paure e le vostre angoscie, mamma Paul Chain... |
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ex death ss .originale nel cantato.grandissimo.un personaggio! |
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Viva Paul Chain semper |
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Personaggio che non si è mai venduto e ha sempre dimostrato coerenza, a differenza del suo vecchio socio che invece ha spremuto per bene la situazione a suo favore. Peccato che le ultime notizie lo danno abbastanza lontano dal modo del metal... |
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"...un'intera sub-cultura horror tutta italiana..." Questa frase in chiusura di recensione dice tutto. I primi Death SS e Paul Chain Violet T. sono stati gli unici musicisti ad identificare un filone metal come tutto Italiano. In alcune loro sgraziate uscite discografiche si può assaporare tutto il climax (chiedo scusa se rubo un'altra frase della recensione) di quell' italia gotica e oscura, e anche di un pò di Dark Music. Quanti altri gruppi, molto piu preparati di loro, son stati capaci di realizzare questo tipo d'impronta cosi caratteristica? credo nessuno. |
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10
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Non me ne vogliano Steve Sylvester e i "suoi" fans, ma senza Paul Chain i Death SS hanno perso le atmosfere malsane e sulfuree che erano nelle loro idee e e nei loro animi. Senza togliere niente all'estro artistico di Steve Sylvester, è indubbio che la rinascita artistica dei Death SS è ricominciata sfruttando due capolavori di questo disco, trasudanti angoscia e disagio, più altri pezzi sui quali Paul Chain aveva messo la firma. Per come l'ho conosciuto e seguito, Paul riusciva veramente a trasformare in musica i suoi tormenti. Non si trattava di mode o stili, lui rappresentava i fantasmi che lo ossessionavano. Le canzoni non avevano testi perché le parole erano superflue, a volte anche i titoli avrebbero potuto non esserci… Paul Chain, artista unico, sconosciuto ai più, ma in grado di avvolgerci nei suoi orrori, come in questo In the darkness |
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9
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Gli ho sempre preferito i Death SS! Cmq discone! |
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madonna paul chian..tanto grande quanto ingiustamente ignorato/dimenticato.peccato |
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7
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urgh... lapidatemi pure ma oh, mai piaciuto. proprio mai andato giù! come i death ss del resto. [tra l'altro coincidenza vuole che proprio in questi giorni abbia deciso di vendere questo cd e dies irae (gli ho concesso più di una chance come vedete!), se qualcuno fosse interessato mi faccia sapere - mi scuso in anticipo con metallized se sto infrangendo qualche regola scrivendolo qua] |
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6
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mi è piaciuto molto quando lo presi ma dopo diversi ascolti.. ora leggendo la recensione (ottima) me lo vado a riascoltare! |
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Quoto in tutto e per tutto il recensore sottolineando pure io la frase: un tuffo nell'oscurità! Azzeccattissima! |
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4
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Uno dei capolavori di Paul, uno dei capolavori del meta italiano, uno dei capolavori del doom |
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3
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Spettacolo e dire poco, quest'uomo ha salvato l'Italia nel genere più di una volta. |
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2
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La frase che apre la recensione dice tutto...UN TUFFO NELL'OSCURITA'..mai parole più giuste per uno degli Artisti con A maiuscola che ha fatto scuola e doposcuola a tantissimi in ambito doom di un certo tipo..Un oscuro gioiellino al pari di Dethaching from Satan... |
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1
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Fortuna che c'è lui ha regalare del buon DOOM di marca nel nostro paese! L'ho sempre preferito a Steve Sylvester anche nei Death SS.. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Welcome to my Hell 2. Meat 3. War 4. Crazy 5. Grey Life 6. Woman and Knife 7. Mortuary Hearse 8. In the Darkness
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Line Up
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Paul Chain (Chitarra, Voce su tracce 1,4, 8) Sanctis Ghoram (Voce su tracce 5, 7) Milena Lanciaprima (Violino) Claud Galley (Basso su tracce 1, 2, 5, 7) Paul Dark (Basso su tracce 4, 8) Thomas Hand Chaste (Batteria su tracce 1, 2, 5, 7) Eric Lumen (Batteria sui brani 4, 6, 8) Laura Christ (Performer)
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RECENSIONI |
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