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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Tribulation - Formulas of Death
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( 4390 letture )
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Di gruppi strani ne ho incontrati tanti nella mia vita. E per strani, intendo innovativi. Quelli pazzi insomma, quelli che osano fin troppo pur di piazzarsi sul mercato con un tipo di musica diverso e mai sentito. Prima di sentire i Tribulation , formazione death svedese, l’apice per me erano gli Impaled Nazarene. Ora che ci penso queste band hanno molto in comune. Fidatevi, cari lettori, fidatevi se vi dico che questi qui suonano un genere nuovo di musica. Li amerete oppure li odierete, non ci sarà via di mezzo. Non direte “non mi piacciono, però qualche canzone si salva”. No. Suonano un death metal diverso, ambient, psichedelico, punkeggiante, tutto-quello-che-volete, e tutte le canzoni seguono questa linea.
Dunque, uno dei maggiori punti da tenere in considerazione per un recensore durante un rapporto è stato rispettato: l’originalità, la propria identità, la capacità di creare un sound che consentirà agli ascoltatori di riconoscerli nel futuro. Le canzoni sono tutte proiettate verso una malinconia soffocante, melodie tetre e cariche di tristezza accompagnate dall’esecuzione di accordi tipicamente punk e alternati ad atmosfere ambient, lugubri, che ci fanno vivere in prima persona le creature dell’orrore trattate nei loro testi. In tutto questo miasma di generi, troviamo anche sonorità psichedeliche (più che altro riscontrate negli effetti delle chitarre), quasi i Pink Floyd si fossero riuniti e avessero deciso di suonare death metal (provate a sentire Suspiria, When the Sky is Black With Devils e Ultra Silvam). Un miscuglio che non dispiace inizialmente.
Già, inizialmente. Dopo un po’, l’ascolto inizia a farsi un po’ pesante. A causa della lunga durata, le canzoni ci mettono un po’ ad essere assimilate. Ma magari è un sintomo rivolto soltanto a chi non è abituato ad ascoltare un genere così sperimentale. Il sound è invece ben curato ed è possibile scindere ogni strumento dalla canzone e apprezzarne l’esecuzione. Non sono presenti virtuosismi di alcun genere: le chitarre sfoggiano riff veloci di facile esecuzione ma si concentrano più che altro su arpeggi e accordi semplici, d’impatto sonoro più che tecnico. Ogni tanto troviamo un assolo di libera interpretazione, forse improvvisato. Il basso si limita a fare da sottofondo riempitivo mentre la batteria (ad eccezione di rari blast beat) si limita a fare da base alle chitarre e l’unico eccesso di tecnica sembra essere rappresentato dall’intro di Through the Velvet Black. Lo scream rauco di Johannes Andersson è adatto allo stile, in quanto ma è malinconico e ricalca bene le atmosfere oscure di cui i Tribulation si avvalgono in ogni canzone; purtroppo è statico e monotono e si mantiene sempre sullo stesso timbro e sulla stessa tonalità, variando soltanto in Rånda, dove sfoggia per qualche secondo la sua voce in pulito (ammesso che sia lui).
In sostanza, i Tribulation sono questi. Poco death metal nel vero senso del termine, più black e tanti altri stili che rendono Formulas of Death decisamente originale, apprezzabile fino a un certo punto da noi comuni mortali, amabile soltanto da un orecchio arguto. Sicuramente, è da apprezzare l’originalità di questa loro seconda creatura. Tutti noi sappiamo quanto oggi sia difficile creare qualcosa di originale. Però, ho storto il naso numerose volte: le sonorità non variano mai, i riff sono tutti costruiti sul cambio ritmico di semitoni e quando fanno altro risultano troppo punk. Si potrebbe inserire una componente tecnica maggiore, si potrebbero creare atmosfere oscure e horror anche in altri modi, magari introducendo più tastiere che in un gruppo come i Tribulation non guasterebbero affatto. Cose del genere, insomma, per non rovinare la loro caratteristica basilare ma per renderli più apprezzabili. Per chi è alla ricerca di innovazione.
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Capolavoro infinito. Uno dei migliori dischi del decennio. |
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Quanto cazzo di volte l'hai scritto? xD |
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È latino, deriva da Sigmund Freud  |
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Come mai se sono svedesi la prima canzone ha il titolo in italiano? |
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Come mai se sono svedesi la prima canzone ha il titolo in italiano? |
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Come mai se sono svedesi la prima canzone ha il titolo in italiano? |
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Come mai se sono svedesi la prima canzone ha il titolo in italiano? |
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Come mai se sono svedesi la prima canzone ha il titolo in italiano? |
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Come mai se sono svedesi la prima canzone ha il titolo in italiano? |
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Come mai se sono svedesi la prima canzone ha il titolo in italiano? |
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Sentite tre o quattro: una boiata micidiale. Recensore troppo ottimista (-; Evviva! |
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@Max: avendo Daniele citato gli Impaled Nazarene (che per carità apprezzo molto il loro vecchi lavori) ho avuto qualche brivido...cmq appena mi arriva posterò i miei commenti. |
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7
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Preferisco di gran lunga questo loro secondo capitolo discografico,avanti ,oscuro e marcio!Il mio voto e un bel 85! |
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6
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Figuratevi, anche io avevo una webzine e so benissimo che qualcosa può sempre scappare ehehe Bloody non spaventarti che pur essendo diverso rimane un discone e non hanno cambiato il loro marchio di fabbrica, pur essendosi evoluti in maniera piuttosto personale... |
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the horror era un disco di classico death svedese con i controcavoli...è girato nel mio stereo per mesi...ora sto aspettando che mi arrivi il nuovo, ma la descrizione di Daniele mi spaventa un po'...wait & listen... |
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4
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Di solito sto particolarmente attento a questo genere di cose, se sia l'album di debutto o meno. Ho ricevuto delle informazioni sbagliate e mi sono fidato solo di quelle, ad ogni modo grazie per la correzione. |
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3
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Grazie della segnalazione Max. Refuso corretto. Ti prego solo di non essere troppo severo con l'ottimo Black Face. Puoi comprendere che in mezzo a una enorme mole di dischi, ascolti retrospettive, anche brevi, da fare, qualcosa scappa sempre. Buona lettura e grazie nuovamente. |
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2
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Prima cosa, non è la loro prima creatura visto che hanno già pubblicato "the horror" nel 2008 o 2009, non ricordo esattamente, quindi almeno in questo il recensore poteva stare più attento. Dal death/thrash (insomma i Merciless vecchi incontrano certo death metal prima ondata svedese, senza dimentacare i Bathory) fatto molto bene del debut si sono evoluti verso questo sound, diciamo più atmosferico ma non per questo di facile presa, anzi! Personalmente lo ritengo un grandissimo disco, forse solo troppo lungo, anche perchè mi riporta alla mente le atmosfere dell'ultimo Unanimated (e scusate se è poco... ) "In the light of darkness", anche se stilisticamente un po' diverso. Grande band e penso che a fine anno questo album sarà nella mia top list. Domani sera vado a vedermeli a Bresso (Mi). |
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1
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li sto ascoltando da un pò di tempo e non mi dispiacciono però in erti passaggi cala drasticamente. recensione giusta... bella li!  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Vagina Dentata 2. Wanderer in the Outer Darkness 3. Spectres 4. לילה 5. Suspiria 6. Through the Velvet Black 7. Rånda 8. When the Sky Is Black with Devils 9. Spell 10. Ultra Silvam 11. Apparitions
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Line Up
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Johannes Andersson (voce, basso) Adam Zaars (chitarra) Jonathan Hultén (chitarra) Jakob Ljungberg (batteria)
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