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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Eternal Tears of Sorrow - Saivon Lapsi
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( 4864 letture )
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Non è un disco scarno, essenziale, decisamente no. Ma possiede quell’ingrediente che permette alla ricchezza di non degenerare in ridondanza, alla varietà di non putrefarsi in caos. Semplicemente, come sempre, l’ispirazione. Gli Eternal Tears of Sorrow realizzano qualcosa di nient’affatto scontato: forti di un’ispirazione solida e potente riescono a veicolarla, modularla affinché non debordi mai, guidando l’ascoltatore in quello che appare come un flusso sonoro inarrestabile ma del quale è possibile distinguere ogni singola, differente declinazione, talmente abbagliante ne è il nitore. La sensazione è esattamente questa: ci si sente sospinti senza sosta da una forza irruente eppure non si perde mai la capacità di mettere a fuoco ogni singolo arrangiamento, assolo, passaggio strumentale e vocale. La loro versione del death metal è profondamente melodica e sinfonica, le soluzioni compositive che impiegano non sono strabilianti né per innovazione né per inventiva ma la loro molteplicità e dovizia nonché la velocità alla quale sono eseguiti rendono l’ascolto fluido ed incalzante. La pausa di quattro anni ha evidentemente giovato alla band che ritrova la limpidezza compositiva che sembrava aver smarrito nella release precedente Children of the Dark Waters, scampata miracolosamente alle acque oscure di un songwriting pachidermico e ridondante. Il nuovo album è caratterizzato da un sound euritmico, elegante anche quando sceglie (e lo fa nella maggior parte delle song) toni aggressivi, che mira a bilanciare le sue componenti con ispirato mestiere, perché in Saivon Lapsi non è umanamente possibile né d’altronde legittimo distinguere quale e quanta parte dell’eccellenza sia frutto di una padronanza piena ed avveduta dei propri strumenti espressivi e quanto di una viscerale ispirazione. E’ probabile, anche se banale, che la verità stia esattamente nel mezzo; d’altronde l’estro creativo non può furoreggiare impunemente, per sortire i suoi migliori effetti deve essere educato da una maturità espressiva che si è realizzata nel trascorrere del tempo. Accade così che passaggi dove a farla da padrone è la melodia intessuta dalle tastiere si aprano ad assolo chitarristici che stemperano la pienezza sonora dei momenti più sinfonici, così come il growl di Altti Veteläinen si alterna con calibratura quasi perfetta alle voci pulite, maschile e femminile, ed ai sempre sobri cori. Il tutto sostenuto ed incoraggiato da una batteria veloce ed inventiva nella tessitura dei ritmi.
La produzione è, quasi superfluo dirlo, potente e nitida come nella migliore tradizione finnica. La maggior parte dei brani appare felicemente ispirata ed è significativo rilevare come nei pochi meno “centrati” da questo punto di vista (ad esempio Angelheart, Ravenheart), e non sorretti da una melodia indovinata si ripresenti quella tendenza alla ridondanza ed all’involuzione che si era osservata in Children of the Dark Waters. Gli Eternal Tears of Sorrow tornano sulle scene musicali con un disco rappresentativo della loro migliore produzione. Queste le coordinate stilistiche entro le quali si muovono con più competenza e naturalezza, questo il livello qualitativo, indubbiamente alto, che riteniamo possano raggiungere. Se è probabile che, restando entro questi parametri, non possano fare molto di più, auspichiamo tuttavia che questo ottimo standard sia mantenuto anche nei futuri lavori.
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13
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é una band che adoro e secondo me ad ogni album se ne escono con produzioni sempre migliori. concordo con la rece, a parte sull'excursus riguardante Children of the Dark Waters (che ho trovato invece molto bello) e sulla nota riguardo Angelheart, Ravenheart, che penso sia la canzone migliore del disco dopo Swan Saivo, anche perchè il finlandese sul growl rende benissimo, almeno come il tedesco. Quest'album ha sia elementi del passato che elementi di novità, il tutto intriso di un'atmosfera dark e dominato da un metal potente. Bellissime come al solito le due chitarre, il tessuto ritmico è corposo e gli assoli di Lammassaari spiccano per la precisione d'esecuzione. Assolutamente 80  |
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12
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Il cantante con la voce pulita meriterebbe più spazio |
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11
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Voilà, Monsieur Tommi. In principle, Agrypnie, October Falls, Finntrolls, Xanthochroid Fen e In Vain sono stati recensiti qui su Metallized, mi pare. Beh, io penso che la musica migliore e più emozionante, al momento sia questa. Faccio un petit peu fatica a trovare altre cose eccellenti (a parte Wilson) su altri generi. Sono rimasto deluso da Stratovarius e Avantasia (malgrado gli alti voti) che proprio non mi hanno preso. Posso citarle, se ama il Progressive Italiano, Le Porte del Domani de La Maschera di Cera, degna prosecuzione di Felona e Sorona de Le Orme. Se poi parliamo di power/heavy, purtroppo l'ultimo che mi ha veramente esaltato è stato Carolus Rex dei Sabaton ma è del 2012. Mi indichi lei, qualcosa di interessante, ma s'il vous plaît, no trash o metalcore o avantgarde o cose del genere. Di difficile digestione... Au revoir. |
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10
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@marquis...bene bene...mi hai fatto o mi ha fatto se preferisce una lista di album black e null altro se non sbaglio(a parte wilson)...bè direi che non mi basta...un pò pochino non crede? |
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9
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il fatto è che voi siete enciclopedie viventi...ma chi minchia sono i grppi citati? con rispetto parlando io mi "nutro" quasi esclusivamente qui su metallized e i tuoi album Marchese non li ho sentiti nominare...forse mi sbaglio per carità...grazie del consiglio cercherò di approfondire...vichingo sexforce l ho ascoltato ma non mi ha colpito... |
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8
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Sottoscrivo l'intervento del Marchese e, in caso non bastino le uscite citate nel suo commento, mi permetto di aggiungere Kata ton dei Rotting Christ, Sexforce degli Okular, Blodsvept dei Finntroll e Death By Fire degli Enforcer. A prescindere dai gusti, trattasi di ottimo materiale senza il minimo dubbio. |
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7
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degli Eternal Tears sono rimasto a "a virgin and a whore", mentre "children" non mi era piaciuto. darò un ascolto anche a questo  |
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6
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Bien sûr, Monsieur Tommi. Gliele metto in ordine alfabetico: AGRYPNIE - Aetas Cineris, ATRA VETOSUS - Voices from the Eternal Night, ETERNAL TEARS OF SORROW - Saivon Lapsi, IMPERIUM DEKADENZ - Meadows of Nostalgia, IN VAIN - Aenigma, OCTOBER FALLS - The Plague of a Coming Age, OFFICIUM TRISTE - Mors Viri, XANTHOCHROID - Blessed He with Boils e aggiungo anche The Raven that Refused to Sing (and Other Stories) di STEVEN WILSON. Le basta? |
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5
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@le marquis de fremont mi spiegheresti cortesemente le uscite ottime di qesto 2013...perchè a me pare un tantini povero per ora al di là della scena power... |
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4
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E' un buonissimo disco... L'ho ascoltato in anteprima 3 volte e mi era piaciuto... Per me, se non si abbasserà con gli ascolti, ma non credo, si becca tranquillamente un 75. Siamo sui livelli dei due dischi precedenti e pure lo stile è molto simile, a breve lo comprerò di sicuro. |
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3
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Una altra ottima uscita di questo finora ottimo 2013. Hanno una musica piena e pastosa ma il livello di songwriting è eccellente e le canzoni sono belle. Senz'altro un passo avanti rispetto a Children of the Dark Waters che mi era piaciuto poco. Il loro album migliore resta A Virgin and a Whore. Del 2001, se non erro. Au revoir. |
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2
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Un album che mi ha colpito subito, niente di eccezionale ma alcuni pezzi ti colpiscono come si deve. Condivido la disamina. |
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1
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Ho sempre apprezzato molto questo gruppo, non inventano nulla ma quando ci si mettono tirano fuori brani splendidi! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Saivo 2. Dark Alliance 3. Legion of Beast 4. Kuura 5. Dance of December 6. The Day 7. Sound of Silence 8. Beneath the Frozen Leaves 9. Swan Saivo 10. Blood Stained Sea 11. Angelheart, Ravenheart
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Line Up
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Jarmo Kylmänen (Voce) Altti Veteläinen (Voce & Basso) Jarmo Puolakanaho (Chitarra) Mika Lammassaari (Chitarra) Janne Tolsa (Tastiera) Juho Raappana (Batteria)
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RECENSIONI |
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