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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Sabbat - Hystory of a Time to Come
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( 4664 letture )
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Da non confondere con gli omonimi giapponesi, gli inglesi Sabbat furono una delle migliori e più sottovalutate realtà del thrash metal d'oltremanica, attivi dalla metà degli anni 80 al 1991 (e recentemente riformati) ed autori di tre dischi, di cui almeno i primi due assolutamente da conoscere ad apprezzare.
Il disco in questione è l'esordio discografico (dopo una lunga serie di demo) e giunge alle stampe nel 1988 (ma la sua genesi termina in realtà l'anno precedente), non certo quindi in grande ritardo rispetto al resto della scena europea; History Of A Time To Come si presenta come un disco massiccio, roccioso e aggressivo, mai banale seppur molto "tradizionalista" nelle sue strutture. Il disco si dipanda lungo 8 canzoni (più la tipica intro strumentale) per un running time totale di poco inferiore ai 50 minuti. Lungo tutto questo tempo, non c'è spazio concesso a rallentamenti, melodie a buon mercato e -a dirla tutta- neanche atmosfere particolarmente ricercate. I Sabbat picchiano senza sosta: il singer Martin Walkyier sciorina linee vocali abrasive, grazie ad un tono acido e molto acuto, che solo raramente -con l'ausilio di backing vocals- scende a tonalità più cupe, nelle quali la qualità della prestazione non è certamente esaltante; la chitarra di Andy Sneap -si, avete letto bene, proprio quell'Andy Sneap che in futuro diventerà uno dei produttori più famosi del mondo metal- si scatena in un riffing di classe, incisivo senza essere mai eccessivo protagonista ma ben amalgamandosi col sound complessivo della band, in questo aiutato dalle prestazioni dei suoi compagni: Fraser Craske al basso rappresenta perfettamente il ruolo che lo strumento dovrebbe avere in questo genere, sostenendo con forza l'assalto ritmico del gruppo e riempiendo i vuoti lasciati dalle chitarre con corposi innesti; da apprezzare anche Simon Negus che, dietro le pelli, ci dona una prestazione precisa e priva di sbavature, per quanto abbastanza canonica e che sicuramente non brilla per inventiva.
I brani sono, come detto, delle piccole gemme di thrash europeo, non violentissimi -non in stile Kreator, per intenderci- ma che mescolano sapientemente aggressività ed un certo gusto compositivo che, pur non sfociando in vere aperture melodiche, regala un po' di respiro all'inventiva del comparto strumentale: A Cautionary Tale, che apre il disco, in soli quattro minuti mette in tavola tutte le carte della band, grazie al vocalism abrasivo di Walkyer, tagliente come nella migliore tradizione; ma il livello sale soprattutto a partire dalla successiva Hosanna In Excelsis, in cui Sneap infila una serie di riffs da manuale -ed un bellissimo, grezzissimo assolo-, mentre dietro al microfono Walkyer continua con la sua solita violenza a urlare nel microfono un testo dal respiro satanico, come ogni band agli esordi che si rispetti. Si continua così per tutta la durata del disco, che nonostante l'omogeneità delle soluzioni utilizzate risulta comunque una vera goduria senza momenti deboli, con alcune perle come i devastanti cinque minuti strumentali di A Dead Man's Robe, per giungere al capolavoro finale The Church Bizarre, un assalto thrash d'altri tempi: strofe assassine, taglienti per opera dello stratosferico duo Walkyer/Sneap, cambi di tempo sincopati e irresistibili, in cui anche Negus si concede libertà che gli sembravano negate fino a quel momento, e persino sporadiche decelerazioni assolutamente ben inserite nel contesto complessivo.
History Of A Time To Come è un altro di quei grandissimi dischi di thrash metal partoriti nella seconda metà degli anni 80 e meritevoli di riscoperta, ma non solo: questo album ed i Sabbat sono qualcosa in più, non semplicemente una buona band ma un gruppo con delle potenzialità enormi che avrebbe davvero potuto segnare la storia del thrash metal, con un po' di fortuna in più.
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Io di mercyful mai sentito nulla, solo un influenza a livello estetico concettuale, le streghe e quella roba anni 80 lì |
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16
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Ottimo album pero\' piu\' che Thrash ci sento molto l\'influenza sei Mercyful fate mischiati a riff Thrash..la voce e\' particolare e non a tutti puo\' piacere ma indubbiamente le composizioni sono di alto livello. |
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15
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Ricordo che all epoca si vociferava di loro come il più grande fenomeno da esportazione dall Inghilterra dopo gli Iron Maiden ( in campo Metal ovvio ), ma non andò così anche per la proposta nettamente più di nicchia. Nicchia che si erano meritati grazie al fantastico demo Fragments Of Faith Forgotten e le successive session per la BBC. Thrash elaborato e per nulla di maniera, voto meritato....a proposito di gruppi thrash inglesi che nessuno menziona più: sarebbe bello un ripescaggio dei Warfare |
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Bellissimo album d'esordio. Col successivo Dreamweaver toccarono l'apice di una carriera durata troppo poco in relazione al valore effettivo della band. Assolutamente da riscoprire! 85 |
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13
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I Sabbat erano uno dei pochi gruppi ad avere in quegli anni uno stile e un sound (e anche un concept lirico) che si distinguevano dalla massa. Un vero peccato che siano finiti così presto (ma... in caso contrario ci sarebbero stati gli Skyclad?). Per me il loro capolavoro rimane Dreamweaver ma... Avercene di esordi così!!! Voto : per favore... non meno di 85!!! P.s.: mi sembra siano di nuovo in attività con formazione (quasi) originale... Faranno un nuovo album? |
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12
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Acquistato all ' epoca avendo letto la review su un magazine britannico, dove esaltava il suddetto album. Non c'è che dire. Bellissimo disco, imho. Tutte le tracce sono riconoscibili, varie, articolate e con un vocalist dalla timbrica particolare e che a me non dispiace affatto. Bisogna dire che in ambito thrash, il regno unito non è stato molto prolifico, e solo con gli onslaught e pochissimi altri gruppi ha saputo esprimere dischi di un certo valore. History to a time to come è uno di questi e lo rappresenta al meglio, imho. In giro attualmente ci sono i sabbat japan, incredibile gruppo di black thrash con all' attivo un centinaio di pubblicazioni e all ' epoca, quando non c'era ancora internet, pensai a loro, ahah |
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11
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Per me l'89 se lo merita, ben meglio della maggior parte dei dischi di Thrash europeo che abbia mai ascoltato (anche se 3-4 restano superiori, per me). Spettacolari l'intro e le prime due canzoni esattamente come le ultime due, in mezzo per me c'è un mezzo calo, ma il livello resta sopra la media. La voce non mi esalta, ma sicuramente è personale e riconoscibile, rispecchia insomma una band davvero originale. |
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10
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Uno degli albums che in assoluto considero come veri capolavori!!! |
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9
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Quando uscì non lo feci scappare, questo ottimo disco di thrash come solo in quel periodo ne uscivano. L'ho sempre preferito al successore, imho più elaborato e meno immediato, ma concordo con il vichingo nel sostenere che il meglio doveva ancora venire: i primi due lavori degli Skyclad (in particolare il secondo), superano in qualità e varietà questa pur ottima band. Concordo sulle considerazioni rigardo le basi gettate dai Sabbat, che avrebbero spianato la nascita di altri sottogeneri. In ogni caso il loro thrash si distingueva da molti altri esempi dell'epoca, dinostrando una certa personalità. Voto 82. |
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8
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Gran bel disco, ignorante e ricercato al tempo stesso, si ascolta sempre volentieri. Preferisco comunque -e di gran lunga- Dreamweaver. Ma siamo davvero su buonissimi livelli. |
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7
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Album veramente stupendo. Hosanna In Excelsis è la mia preferita del disco, una tempesta di riff uno più bastardo dell'altro. |
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6
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Anche per me i primi 2 album dei SABBAT sono due CAPOLAVORI da avere! |
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5
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Martin Walkyier lo preferisco negli Skyclad ma anche questo è un ottimo disco. Giusto il voto e quoto Undercover. |
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4
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Concordo con i primi due commenti e mi eviterei volentieri invece l'ennesima recensione infoltita di puttanate sotto con commenti inutili. I primi due Sabbat sono fantastici. |
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3
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Concordo coi commenti di Andy e Flag, però per me il voto è troppo alto, diciamo che ci sta un 75. Poi vorrei sapere cosa pensa Billorock del nome di questa band..... |
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2
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Concordo in pieno,disco bellissimo,i loro primi 2 non si discutono,sono la base di un genere!Grandissimi!89 perfetto! |
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1
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Bella rece! I Sabbat dei primi 2 dischi secondo me neppure si commentano, si adorano. Col successivo praticamente hanno gettato i semi di tutto il filone Pagan, per quel che riguarda le tematiche. Gruppo storico. 89/100 confermato. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. A Cautionary Tale 3. Hosanna in Excelsis 4. Behind the Crooked Cross 5. Horned Is the Hunter 6. I for an Eye 7. For Those Who Died 8. A Dead Man's Robe 9. The Church Bizarre
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Line Up
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Martin Walkyier (Voce) Andy Sneap (Chitarra) Fraser Craske (Basso) Simon Negus (Batteria)
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