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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Hate Eternal - I, Monarch
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( 7933 letture )
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Il trono del death metal piu’ roccioso e crudo, quello su cui i maestri Morbid Angel, tanto per intenderci, sono saldamente seduti da più di un decennio, è da anni desiderio carnale di nuove leve metal (ultime Amenta e Decapitated) e da massici combi ben collaudati (leggi i polacchi Behemoth). Fin troppo ambito e ricercato, il regno del terrore del guru Trey Azagthot, deve però iniziare a guardarsi seriamente le spalle. Il nuovo monarca non può diventarlo chiunque, ma quando il pretendente si chiama Erik Rutan (già con i Morbid Angel e Alas in qualità di chitarrista) e la sua malata creatura si chiama Hate Eternal allora c’è di che ben temere. Aggiungiamo a tutto questo il fatto che dopo l’ottimo Heretic le informazioni riguardanti il futuro della band floridiana si sono fatte sempre più scarne (leggi i rumors sul possibile ritorno di Dave Vincent e il successivo, temuto, split) allora il quadro può ritenersi completo. L’attacco è frontale. I, Monarch è il terzo full-length degli Hate Eternal (dopo Conquering The Throne e King Of All Kings) e fin dal titolo emana un senso d’ansia mista a grande attesa. Intendiamoci, prima di far sorgere qualche dubbio di troppo. Non viene minimamente scalfita la grandezza dei Morbid Angel (leggi anche recensione di Heretic), ma qui il concetto di devastazione sonora mista a tecnica brutale e serrata risulta essere davvero arrogante e incisiva in tutta la sua forma. Qui si parla quasi di brutal death, nulla che vedere con le intricatissime composizioni di Nile e figli, viene solo analizzato il mero concetto della parola brutal. Brutale e massacrante. Il sound degli Hate Eternal è spaventoso, saturo, non concede spazi e melodie e altera non poco il sistema nervoso (del resto già alterato). Ottimo libretto, uno splendido artwork firmato Paul Romano, un senso di grandezza e superiorità che si dipana lungo tutto il disco. Se cercate l’originalità (…ma nel death puro quale originalità bisogna cercare?) fuggite all’istante e rifugiatevi su altre proposte. Se invece, la vostra ricerca del pesante, pressante e radioattivo, non si è ancora placata, allora fate subito vostro questo piccolo gioiello del death anni 2000. Erik Rutan, Derek Roody e Randy Piro: l’apocalisse ha il nome di questi cavalieri metal, pronti in ogni frangente a demonizzare e condannare il suono. Two Demons è la presentazione di I, Monarch. Senza spazi vitali, un drumming serratissimo che mantiene attive le tiratissime ritmiche. Growl al limite umano, con qualche rimando (nella sovrapposizione delle vocals) ai Deicide di Legion. Qui c’è tutto quello che serve al vero death. Classe, potenza, rocciosa epicità e violenza allo stato puro. Behold Judas scarica la propria sete di vendetta religiosa. Un ritornello -ma si può parlare di ritornelli?- martellante e soffocante che crea e distrugge la lugubre atmosfera. Si passa senza scossoni emotivi da Path to the Eternal Gods a The Plague of Humanity fino a Sons of Darkness. La title track è pura epicità messa in musica. Il pezzo si avvale fra l’altro di un intro e un outro prelevate da Death Posture e The Secret Eye of Laylah di Michael “Zos” Dewitt. Particolare importante e perché no caratteristico, è anche la presenza dello strumento Didjeridoo nella dissacrante To Know Our Enemies. Inutile descrivere la compatezza visiva di ognuna delle 10 songs che compongono questo macigno metal. I, Monarch è esattamente quello che ci aspettava dai talentuosi e devastanti Hate Eternal. Con buona pace di chi non sopporta più il genere…
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5
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Visti per la prima volta al No Mercy del 2000 . Mi erano piaciuti ma i primi album erano discreti, non di più Da qui comincia il salto di qualità, culminato con gli straordinari Infernus e Upon... voto 80 |
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4
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quelli che hanno votato così al ribasso meriterebbero la castrazione chimica. |
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3
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dopo un debutto più che promettente, un seguito interessante ma giudicato sottotono e criticato da molti, ecco il capolavoro. che cos'è I, Monarch? un monumento al death metal, un album che lascia ammutoliti i detrattori e fà esplodere di gioia gli appassionati, l'album che porta definitivamente gli Hate Eternal sul piano delle bands (attive) che dominano la scena (ai livelli di Nile, Behemoth, Origin e pochi altri). la band di Rutan raggiunge la vetta, ormai padrone incontrastato della propria musica, debitrice in primis del pensiero Morbid Angel. chi si ritiene un amante del death metal non può ignorare un'album del genere.. 89/100 |
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2
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Ok,io infatti parlavo di rumors, soprattutto riguardanti lo split, che si facevano sempre piu' insistenti. Sono ovviamente ultra felice che resistano...per Vincent, be'... finche' non sento il suo grugnito su un nuovo album, rimango scettico (ovviamente per scaramanzia...) Up Morbid |
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1
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devo correggerti dario: "Aggiungiamo a tutto questo il fatto che dopo l’ottimo Heretic le informazioni riguardanti il futuro della band floridiana si sono fatte sempre piu’ scarne (leggi i rumors sul possibile ritorno di Dave Vincent e il successivo, temuto, split)" I morbid ci sono ancora, non c'è stato nessuno split e continuano con david vincent. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Two Demons 2. Behold Judas 3. The Victorious Reign 4. To Know Our Enemies 5. I, Monarch 6. Path To The Eternal Gods 7. The Plague Of Humanity 8. It Is Our Will 9. Sons Of Darkness 10. Faceless One
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Line Up
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Erik Rutan (vocals, rhythim and lead guitars) Derek Roody (drums and percussion) Randy Piro (bass guitar)
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