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Skid Row - United World Rebellion: Chapter One
( 4848 letture )
Tornano a farsi sentire gli Skid Row, a distanza di ben sette anni dall’ultimo disco in studio, quel Revolutions Per Minute che aveva fatto storcere il naso a molti, netto passo indietro rispetto al già non eccellente Thickskin del 2003, che aveva segnato l’esordio di Johnny Solinger al microfono, in seguito alla dipartita del leader storico Sebastian Bach. Proprio questo passaggio di consegne è al centro delle più infervorate discussioni riguardanti la band statunitense, tra chi sostiene che l’unica medicina possibile sia il ritorno di Bach, assegnando uno stato da “morta vivente” all’attuale formazione, capace solo più di sfornare lavori mediocri, e chi invece crede che dischi come l’omonimo debut album e Slave to the Grind siano intoccabili e impossibili da riproporre, appartenenti ad un tempo che non è più quello presente e che mai più farà ritorno, e ritiene che quindi sia giusto e naturale che Solinger continui a far parte di questa formazione, senza rimpianti verso il passato, ma cercando di pensare soltanto al futuro portando avanti il nome Skid Row con l’inossidabile grinta che da sempre caratterizza la band originaria del New Jersey. Nato forse proprio con lo scopo di modernizzare l’immagine della band, che pur cerca -riuscendoci- di rimanere ancorata agli stilemi del genere, United World Rebellion: Chapter One è il primo di tre EP pubblicati al momento (gli altri seguiranno nei prossimi mesi), concreta volontà da parte dei Nostri di riproporsi con una succosa dose di nuovo materiale, alla ricerca di quelle riconferme che anche per i leader del settore sembrano ormai difficili da ottenere. Pubblicato dalla Megaforce Records, con la quale la band ha da poco firmato un nuovo contratto discografico, il disco vede un avvicendamento in line-up, con il batterista Rob Hammersmith che prende il posto del defezionario Dave Gara. Il sound della band si mostra qui in tutta la sua naturalezza, grintoso e dannatamente “stradaiolo”, grazie non solo a quanto messo in piedi dal reparto strumentale, ma anche e soprattutto per merito della voce di Johnny Solinger, molto più ispirato ed a suo agio rispetto a quanto dimostrato nelle due precedenti release. Il tutto è prodotto, infine, senza ritocchi troppo moderni, o perlomeno così è dato pensare anche dopo un ascolto approfondito delle singole tracce, dando l’impressione di avere a che fare quasi con il disco di debutto di una heavy metal band messa in piedi da poco, aggiungendo in questo modo punti importanti sotto l’aspetto della vivacità e dell’incisività.

La spumeggiante Kings of Demolition dà il via a questo mini-album; è facile farsi trarre in inganno dalla carica trasmessa dai primi quattro minuti di musica, forti come un pugno nello stomaco e senza peli sulla lingua, ma in realtà l’opener è anche l’apice qualitativo del disco. Difatti, di lì a poco, le successive canzoni saranno destinate a normalizzarsi sempre più, facendo così perdere di mordente all’intero lavoro. Già la seconda traccia, Let’s Go, per quanta possa essere divertente e movimentata, grintosa e potente, allo stesso tempo ha ben poche cose da dire. Fin qua la voce di Solinger è apparsa un elemento più che positivo, donando ai due brani posti in apertura l’aggressività giusta, già ampiamente predefinita da un impianto strumentale solido, più improntato a suoni heavy che semplicemente hard rock. Cambio di registro con This Is Killing Me, ballad che convince per il suo tocco sentimentale e non risulta neppure troppo scontata, perlomeno nella scelta dei riff e nell’accorato utilizzo delle voci. Meno interessanti, seppur in modo diverso tra loro, si sono infine dimostrati gli ultimi due brani della tracklist, Get Up e Stitches. Inizialmente, la prima aveva destato qualche sentore di novità e si poneva ad un livello più alto di valutazione, ma ascolti ripetuti hanno portato a giudicarla negativamente. In particolare, non convincono le linee vocali perché fin troppo aggressive e mal gestite e le varie parti strumentali si confondono tra loro e non sembrano giungere a nessun punto preciso, così che la canzone stessa risulta priva di un’identità vera e propria e finisce per essere presto dimenticata. La conclusiva Stitches sembra invece subire il processo inverso: inizialmente poco incisiva, man mano che gli ascolti aumentano rinvigorisce e acquisisce maggior credibilità all’orecchio dell’ascoltatore. Principale effetto deleterio qui presente è, in parte, la voce di Solinger che, quando cerca di raggiungere vette tanto alte di tonalità, risulta poco musicale e a qualcuno potrebbe persino apparire fastidiosa (la si potrebbe paragonare a certi acuti di Axl Rose). Ma, nel complesso, la canzone ha una carica davvero potente e rende giustizia a quelle che sono le intenzioni primarie della band.

Valutare questo primo capitolo del nuovo album degli Skid Row non è cosa facile, in quanto inevitabilmente il cuore porta ad alimentare forti speranze nei confronti del combo statunitense, col rischio di chiudere un occhio su quelli che sono i difetti -seppur lievi- evidentemente presenti. United World Rebellion: Chapter One è un album schietto, che parla al proprio pubblico di ascoltatori in un linguaggio “gergale”, senza propositi di essere apprezzato a tutti i costi dai vari detrattori della band. Cosa ci diranno i prossimi due EP non ci è dato saperlo, ma possiamo star certi che sarà puro e semplice hard rock suonato da dei ragazzini sulla soglia dei cinquant’anni che ancora non vogliono mollare. Se questo sia un bene o un male starà ai fan giudicarlo.



VOTO RECENSORE
73
VOTO LETTORI
78.29 su 17 voti [ VOTA]
Niccolò
Mercoledì 2 Settembre 2020, 20.00.58
14
Un ritorno alla forma dopo il non esaltante "Revolutions Per Minute", pur senza caturare gli antichi fasti. Voto 75
duke
Lunedì 25 Settembre 2017, 21.21.32
13
gradito ritorno....certo non al livello dei primi due....comunque fa piacere rivederli!
fabione
Domenica 1 Dicembre 2013, 17.20.45
12
sti skid row senza bach non ne azzeccano una, e per fortuna che questo parrebbe il disco migliore con Solinger...
Galilee
Martedì 10 Settembre 2013, 23.45.57
11
Grandissimo ritorno.
StorehouseRock
Sabato 7 Settembre 2013, 16.17.57
10
Ho votato 99 per il semplice fatto che oggi non ci sono più band che riescano a fare quello che hanno fatto molte band street-metal-rock degli anni 80, non solo bellissimi album ma non ci sono più band che riescano fare tour mondiali sold-out. Adesso uno,due album e spariscono,non convincono...bo? E poi con queste nuove "vocine da palle strizzate. BELLISSIMO ALBUM per una band che ha già fatto molto.
xXx
Lunedì 3 Giugno 2013, 13.26.25
9
no enri sixx visto che altre band han fatto l'errore di prendere cantanti completamente differenti dal predecessore (vedasi helloween, iron maiden) x fortuna gli skid han preso solinger che assomiglia molto a seba bach.
ENRI SIXX
Lunedì 3 Giugno 2013, 10.17.01
8
IL LORO UNICO ERRORE E' STATO PRENDERE UN CANTANTE BRUTTA COPIA DI SEBASTIAN BACH , EP VOTO 70 SOLO PERCHE' E' STATO IL GRUPPO CHE MI HA FATTO AMARE IL ROCK N ROLL
Gino
Sabato 1 Giugno 2013, 9.43.35
7
La ballad è tremenda, dai, fossero stati i XY dalla provincia italiana sarebbero stati demoliti per i soliti tre accordi...
xXx
Giovedì 30 Maggio 2013, 17.20.12
6
Bello bello! Bentornati Skid!
Galilee
Giovedì 30 Maggio 2013, 16.35.49
5
Sono curioso...
il vichingo
Giovedì 30 Maggio 2013, 10.23.56
4
No Bach no Party! .... oh sto scherzando sia chiaro, devo ancora ascoltarlo.
D. T.
Giovedì 30 Maggio 2013, 10.20.40
3
Incredibile!!! Ancora non ci sono commenti dei soliti infelici con i tristi slogan tipo "No Bach, No Skid Row"! Si stanno facendo progressi... Comunque, 5 canzoni veramente valide!!! Tra Skid Row e S. Bach, da "Slave To The Grind" In Poi, non si sono minimamente avvicinati a un simile livello qualitativo! Da applausi la prova del singer!
Andy \\\'71
Giovedì 30 Maggio 2013, 10.11.28
2
Ero convinto che senza Bach non potessero esistere più gli Skid,ma son contento di ricredermi sulla base di queste canzoni fantastiche!Sembra di essere tornati a fine anni'80,grande Hard Rock potente e con melodia!Questi sono gli Skid Row che tanto mi piacevano e che tanto ora mi piacciono!E devo dire che Solinger ci stà!Bentornati!Voto 80!
Radamanthis
Giovedì 30 Maggio 2013, 10.09.08
1
E' da qualche giorno che ho il piacere di ascoltare questo Ep veramente di livello elevato, soprattutto pensando ala ciofeca di Revolution. Per fortuna sembra che questa band si sia rimessa a fare musica decente ma anche il debut con Solinger alla voce (Thickskin del 2003) non era per nulla male, anzi. Ora mi aspetto un vero e proprio album (oppure i due Ep come sembra) su livello di Thickskin anche perchè aspettarsi qualcosa sugli standard dell'era Bach sarebbe inopportuno, anacronistico e impensabile ma già se si toccassero le vette del debut con Jhonny alla voce sarei ben felice. Ottima la title track, ottima la ballad, belle le altre. voto 75 e comunque in linea con Flight666.
INFORMAZIONI
2013
Megaforce Records
Hard Rock
Tracklist
1. Kings of Demolition
2. Let’s Go
3. This Is Killing Me
4. Get Up
5. Stitches
Line Up
Johnny Solinger (Voce)
Dave Sabo (Chitarra, Voce)
Scotti Hill (Chitarra)
Rachel Bolan (Basso, Voce)
Rob Hammersmith (Batteria)
 
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