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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 1337 letture )
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Se volessimo sintetizzare in poche parole la musica dei texani Warbeast potremmo parlare di thrash moderno, estremo ma non eccezionale: il nuovo full length della formazione attiva dal 2008 fa seguito al debut Krush the Enemy (2010) e non andrà certo a rappresentare una delle uscite migliori dell'annata, come vedremo di qui a poco. Il titolo scelto per il nuovo lavoro è al contempo banale ed eloquente, perché sintetizza appieno le peculiarità distruttive del quartetto di Aarlington: sound corposo, pieno, una produzione asciutta che esalta sonorità devastanti e velocità proibitive rese ancor più prorompenti da iniezioni di death metal, queste ultime riscontrabili tanto nei riff velenosi quanto nei veementi blastbeat che di tanto in tanto scuotono le composizioni (che per la cronaca sono nove, con l'aggiunta di una bonus-track ai quarantuno minuti e mezzo del disco standard). Curiosamente, l'ensemble americano non si avvale dell'apporto di un bassista, presentandosi come una formazione a quattro munita di voce, batteria e doppia chitarra.
La lacuna maggiore dell'opera è rappresentata da una certa piattezza espressiva nel cantato: Bruce Corbitt è ruvido, feroce, ma difficilmente si produce in linee vocali memorabili. Naturalmente i vari pezzi vengono modulati attraverso rallentamenti e passaggi più slow, piazzati ad arte tra una badilata e l'altra; la potenza espressa è davvero notevole, e tra l'altro l'artwork di copertina -spettacolare e coloratissimo- riesce a rifletterla con efficacia, dandole un impatto significativo anche sotto l'aspetto visivo. Le radici del combo texano affondano nel thrash classico, che viene però riletto in chiave moderna, con una violenza impattante e continui flirt con soluzioni attuali ed estremizzazioni di sorta; l'avvio è più che convincente, con la piacevole intro Cryogenic Thawout ad antecedere la spietata Nightmares in the Sky, vale a dire l'episodio migliore del lotto: velocissima ed infarcita di blastbeat, la canzone gode anche di linee vocali trascinanti (caso più unico che raro nel corso del disco) e di un assolo squartatore che lascia presagire il meglio per il proseguio del platter. Invece le cose andranno diversamente: il disco si accartoccia su sè stesso, ribadendo la sua straripante prestanza cone ccessiva pesantezza, talvolta annoiando e spesso senza sfornire spunti particolarmente incisivi. L'atmosfera rarefatta è davvero claustrofobica, ma nell'accezione negativa del termine; breakdown e massicci rallentamenti suonano sovente troppo opprimenti (The Day of), mentre solo nella seconda metà del disco ci si imbatte in qualche passaggio più attraente (Warbeast sfoggia validi riffs ed elettrizzanti soluzioni ritmiche, Blood Moon colpisce in mezzo agli occhi con dinamitarde stilettate thrashy), senza perdere un grammo di brutalità ma mantenendo costante quella sensazione di ostica digeribilità che fa capolino quasi in tutte le tracce proposte.
L'album va a sprazzi, concede soltanto in folate isolate qualche scintilla elogiabile e attribuibile alle mitragliate più fedeli al thrash d'antan (Egotistical Bastard) ma mostra il fianco a diversi episodi noiosi (Nobody), staticizzandosi su un canovaccio quadrato, tellurico ma caotico e privo del giusto feeling (Nameless, Destroy), quasi come se l'unico obbiettivo della band fosse esibire la forza massima senza dar troppo peso alla canzoni in sè; l'esecuzione è ineccepibile, ma la resa emotiva non sempre va di pari passo con la precisione tecnica: nel lavoro di chitarra spiccano pochi riff significativi, mentre tra gli assoli va segnalato quello di War of the World, brano che peraltro presenta anche un gradevole break intriso di groove. Il computo globale del disco è sicuramente sufficiente, ma l'ascolto non scorre fluido e costantemente elettrizzante come dovrebbe: la tensione scema a più riprese, pertanto alla fine della fiera resta un po' d'amaro in bocca.
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@Brainfucker, per me Anselmo, come tante altre rockstars, si gratta i coglioni, tra soldi, puttane, droga, ecc....allora ogni tanto cerca di fare qualcosa "lanciando" nuovi gruppi, magari gli va bene e diventa ancora più ricco, poi magari va in tour con loro.....però gli Arson Anthem non mi dispiacciono del tutto.... |
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onestamente non capisco tutta l'esaltazione che phil anselmo nutre pe sti ragazzi..carini,niente di che |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Cryogenic Thawout 2. Nightmares in the Sky 3. Egotistical Bastard 4. Nobody 5. The Day of
6. Warbeast 7. Blood Moon 8. War of the World 9. Destroy
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Line Up
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Bruce Corbitt (Voce) Scott Shelby (Chitarra) Bobby Tillotson (Chitarra) Joe Gonzalez (Batteria)
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RECENSIONI |
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