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The Ocean - Pelagial
( 13479 letture )
PREMESSA
L’uscita di un disco dei The Ocean è sempre un evento che va preso e atteso molto seriamente da parte di ogni amante del progressive metal poliedrico e sconfinato. Il collettivo tedesco rappresenta oggi un progetto con un peso artistico e concettuale di portata immensa, saremmo falsi ad affermare il contrario. Questo nome vanta una discografia eccellente assemblata da pura e incontaminata bellezza; dischi brutti? Non ne hanno mai fatti, quanti possono vantarsene? Quanti possono dire di aver sfornato in sequenza opere come Aeolian, Precambrian, Heliocentric e Anthropocentric? Pelagial è l’ottavo disco, un calo sarebbe comprensibile, quasi scontato, eppure..
Questa recensione viene pubblicata solo adesso per un motivo ben preciso: la fruizione del disco è strutturata in tre fasi che si sarebbero rivelate completamente all’uscita del cofanetto leggermente in ritardo con la pubblicazione rispetto all’album normale. Ci troviamo quindi davanti un artwork e un impatto visivo da capolavoro assoluto, versione cantata, strumentale e in 5.1 di Pelagial (nasceva concettualmente come un’opera strumentale) e un vero e proprio film diretto da Craig Murray. Giusto quindi attendere la versione globale per poter dare un giudizio in maniera completa. A voi il verdetto.
(Ovviamente le nozioni scientifiche sono prese da Wikipedia, nel caso siano errate, chiediamo venia)

PELAGIAL
Dal greco pélagos, mare. Avete capito quindi di cosa parla il disco? Crediamo proprio di sì. Stiamo per iniziare un viaggio attraverso le cinque sottosezioni del dominio pelagico e oltre: un giretto di sola andata verso gli abissi musicato dai The Ocean. E’ quasi un macabro scherzetto il fatto che la recensione venga scritta da una persona che non sa nuotare, ma tant’è.

Epipelagic: Dalla superficie a 200 metri di profondità. Parliamo di una zona viva, illuminata, in cui è possibile trovare pesci e sviluppare la fotosintesi. E’ la parte introduttiva del disco, un minutino di pianoforte e scorrere di acqua: niente da segnalare.

Mesopelagic: Into The Uncanny: Da 200 a 1000 metri. Una piccolo parte di luce raggiunge questa zona, la fotosintesi è però impossibile; il perturbante è un concetto freudiano che esprime in ambito estetico un risvolto strettamente legato alla paura. Si sviluppa quando qualcosa viene avvertito in maniera familiare ed estraneo allo stesso tempo: la sensazione causa straniamento e angoscia. Qui si inizia a fare sul serio, dannatamente sul serio: danno il la alle danze arpeggi ariosi e soavi accompagnati dai piatti, presto la batteria si unisce accompagnata da archi e chitarre pulite. L’incedere è lento e quasi solare, il tema è splendido anche quando si distorce e l’attenzione viene immediatamente catturata. La voce di Loic è melodica, suadente, le luci si stanno lentamente spegnendo e l’esplorazione degli abissi ha inizio. Tagliamo la testa al toro e segnaliamo subito la splendida prestazione del cantante che manterrà livelli eccellenti per tutta la durata dell’opera: ce ne si rende conto quasi subito nei momenti successivi in cui si gioca coi puliti e distorti in maniera spettacolare, la band fa quello che vuole e neanche ci si accorge di aver quasi ascoltato sei minuti di canzone. Fughiamo quasi subito i vacui e ridanciani paragoni coi Mastodon, che stanno in piedi tanto come affermare che i Black Sabbath suonino reggae. Questo modo di suonare appartiene ai The Ocean, infatti a questi livelli ci sono solo loro, il resto sono chiacchiere.

Bathyalpelagic I: Impasses: Da 1000 a 4000 metri. La zona è perennemente buia e popolata da organismi bioluminescenti, non sono presenti organismi fotosintetizzanti e molti organismi si cibano di detriti o predando altri animali. La zona è suddivisa in tre movimenti/canzoni: tutte ovviamente legate ma qui separate a rigor di cronaca.
Si inizia con bordate di accordi distorti e voce in rigoroso growl; dura poco, giusto il tempo di ambientarsi un attimo, poi tutto si ferma, spunta dal nulla un pianoforte e Loic centra una linea vocale da capogiro con annessi goccioloni agli occhi. Il seguito è potentissimo, groovy e devastante: armonizzazioni centrate su un tappeto ritmico claudicante e martellante. Il finale carica ancora di più e prepara al movimento successivo.

Bathyalpelagic II: The Wish In Dreams: Non ci sono pause, la tensione è ormai create alla grande e si prosegue su binari appena delineati. Apre il pezzo una chitarra in solitaria che viene presto seguita dal resto della band e dal growl di Loic. Il songwriting è stellare e qui gli strumentisti sfoggiano una prova maiuscola e incredibilmente varia e naturale. Di grande effetto il bridge centrale prima del ritorno al tema portante. La sezione ritmica è articolata e il batterista pesta come un ossesso riempiendo ogni passaggio fino al parossismo; si giunge quindi alla ripetizione del finale del movimento precedente e il pianoforte ci accompagna in solitaria verso la terza e ultima parte della zona.

Bathyalpelagic III: Disequilibrated: Il growl fa da padrone su un tappeto di accordi distorti e dissonanti. L’apertura è devastante, si arriva spesso ai blast beat e a ritmiche piuttosto sostenute. Pelagial continua l’esplorazione del mare a livelli di tripudio assoluto: non perde un colpo neanche quando vomita brutalità come particelle di acqua inquinata intente ad assalire l’uomo per restituirgli il male che ha seminato. Senza ritegno gli stacchi chitarra/voce verso la fine: un macello, con e senza batteria. Assolo inquadrato perfettamente.

Abyssopelagic I: Boundless Vasts: Da 4000 a 7000 metri. Vi vivono organismi ciechi e senza colori. Si riprende in primis il tema portante di Mesopelagic: Into The Uncanny, la zona è divisa in due tracce, nel disco. Continua la prestazione maiuscola di tutta la band, in particolare quella del cantante; molto bello il bridge centrale in cui gli archi vengono accompagnati prima dai tom poi dalle chitarre; i tre minuti e ventotto secondi della traccia scorrono in un batter d’occhio e non lasciano il segno. Ne lasciano tre o quattro.

Abyssopelagic II: Signals Of Anxiety: L’incedere inizia a farsi cupo e sinistro: chitarre quasi doom vengono accompagnate da rumori di acqua e un organo (o qualcosa di simile) in lontananza. Molto buono il crescendo e stellare il tema che lo segue: la sensazione di profondità e solitudine è resa benissimo. La voce di Loic è sporca, abrasiva, lontana; quando torna presente in clean ci ricorda ancora una volta chi sono i The Ocean e si ascolta il tutto zitti e in religioso silenzio. Il tema portante viene ripreso con un violoncello in lontananza, qui non ci si risparmia: c’è fantasia, cuore, profondità. Ciò che i tedeschi producono da anni: Arte, con la A maiuscola. Lasciamo la zona rapiti e commossi, questi sono su un altro pianeta.

Hadopelagic I: Omen Of The Deep: Acque profonde delle fosse oceaniche, si possono superare I 7000 metri, zona poco conosciuta. Anche qui parliamo di una zona assemblata da due movimenti: il primo vanta poco da segnalare, essendo un minuto scarso di sole sequenze di accordi.

Hadopelagic II: Let Them Believe: Un breve scroscio subacqueo ed ecco servito il capolavoro! Questi sono nove minuti e diciotto secondi di puro orgasmo: qui Pelagial raggiunge il suo apice compositivo/emotivo e non ce n’è per nessuno. Si inizia in maniera tranquilla con chitarre languide e pulite, la batteria è sincopata e non strafà; stacco in assenza di percussioni, poi Loic sfoggia un’altra linea vocale da urlo, sia sui toni bassi che sui toni alti. Francamente meravigliosa. Il ritornello entra subito in circolo e si rivela un valore aggiunto dove già non vi è niente da aggiungere. Dopo un breve inciso in growl si ritorna al tema iniziale e lo si dilata con la presenza degli archi: l’effetto è strabiliante. Si continua per qualche minuto di matrice progressiva in cui i sensi vengono cullati e allo stesso tempo posti nel giusto stato di tensione; il desiderio che il ponte duri un’altra mezz’ora è forte, presto però torna la linea vocale portante e si raggiunge il tripudio con la ripresa del ritornello. La conclusione arriva inaspettata e probabilmente tornerete indietro ancora qualche volta prima di ascoltare le ultime due tracce del disco. Canzone monumentale.

Demersal: Cognitive Dissonance: Ci troviamo vicini al fondale, appena sopra alla zona bentonica. L’incedere iniziale è prog puro con batteria sui tom, chitarre armonizzate perfettamente e un fare ipnotico che rende oggettivamente bene l’idea. Presto si apre il tutto ma non troppo: la voce in scream canta su un tappeto non molto sostenuto ma di buonissimo impatto melodico. I toni iniziano a farsi cupi, graffianti, con echi di Tool, Neurosis e compagnia assortita; il bridge centrale è alienante e straniante, col basso in grande evidenza e le chitarre che lievemente accarezzano l’ascoltatore. Si inizia a percepire il peso dell’acqua, una vaga sensazione di annientamento e impotenza accompagnata ora da un cantato quasi in growl; l’umore cambia ancora rallentando copiosamente per assumere un fare doom ed esprimere al meglio la dissonanza cognitiva al vertice del pezzo. Il minuto conclusivo sfocia nell’ambient e ci prepara al gran finale.

Benthic: The Origin Of Our Wishes: La zona bentonica comprende tutti gli ambienti dei fondali marini. Puro doom, pura oscurità e sofferenza accompagnata da un incedere martellante e soffocante. La voce di Loic è cattiva, a tratti quasi un lamento e non offre praticamente più spiragli di melodia. La vita si sta annullando lentamente, molto lentamente, l’effetto del viaggio negli abissi è reso benissimo e in maniera magistrale. Il pezzo scorre in un battere di ciglia e lascia l’ascoltatore interdetto e smarrito, con una voglia indescrivibile di premere ancora una volta il tasto play per rincominciare il viaggio.

CONCLUSIONI
Ci sarebbe altro da dire ora? Forse sì, forse no. Come detto in precedenza, Pelagial in origine sarebbe dovuto essere un disco strumentale, quindi l’opportunità di ascoltare il progetto originario c’è nel secondo cd dell’opera. E il film? Ovviamente siamo sadici è non vi diciamo com’è! Si può tranquillamente asserire che chiude completamente il cerchio e dà il senso reale a tutto il concetto che qui è stato voluto esprimere. L’edizione tripla di Pelagial è disponibile solo per chi acquista il cofanetto, che consigliamo caldamente, essendo senza ombra di dubbio il più bel box set mai creato. Viene servito in una scatola di plastica con il cartonato del disco sul fondo; quest’ultimo è coperto da sette lastre colorate e dipinte a mano in acrilico. Vale decisamente il prezzo del biglietto. Tirando infine le somme possiamo dire che i The Ocean ce l’hanno fatta ancora una volta a non passare inosservati; il mondo del prog ha seriamente bisogno di Robin Staps e soci, gente che è in grado di regalare emozioni con profondità artistiche e concettuali che oggi pochi sono in grado di padroneggiare. Scaricate Pelagial, ascoltatelo pure sul tubo con dei suoni ridicoli, poi giudicatelo anche; sappiate però che in questo modo ne avrete compreso solo un 30%. Detto questo, possiamo tranquillamente collocare il disco come serio candidato a masterpiece del 2013. Per parlare dei The Ocean oggi, quindi, è strettamente necessario esulare dal concetto di musica per arrivare a disquisire di arte, pura e semplice.



VOTO RECENSORE
92
VOTO LETTORI
94.11 su 61 voti [ VOTA]
MH
Domenica 26 Aprile 2020, 18.23.46
68
Certo che se questo è considerato "genio", "avanguardia", "sperimentazione", "capolavoro", qualsiasi lavoro a caso di Devin Townsend cos'è? Ma per piacere, va'... Buon disco sì, ok, finita lì
Pippa pig
Giovedì 15 Novembre 2018, 5.57.11
67
OOOOOOOO MA L' ULTIMO ALBUM QUANDO LO RECENSIRETEEEEEE? MUVESSSSSSSS 😘
No Fun
Sabato 14 Luglio 2018, 16.48.34
66
L'ho rimesso su questa mattina ma niente. Riconosco che sono bravissimi e grazie, non ci vuole molto a capirlo, ma è proprio la proposta che non mi prende, soprattutto l'alternarsi di growl e clean in generale non fa per me, anche ascoltare ad es gli Swallow the Sun mi è difficile per lo stesso motivo. Cmq sono testardo, continuerò ad ascoltarlo... ah il disco l'ho comprato quindi me lo ascolto nello stereo a casa, non oserei commentare un lavoro del genere dopo averlo ascoltato sul tubo...
No Fun
Mercoledì 4 Luglio 2018, 22.30.03
65
Ah ah non avevo notato, si può dire allora che sei veramente innamorato di questo album!
Giaxomo
Mercoledì 4 Luglio 2018, 22.07.22
64
@No Fun: vedi che ho scritto il commento il 14/2/17? Sai che significa? Che sono arrivato in ritardo a S. Valentino perché allora ero sotto con questo lavoro e soprattutto con "Let Them Believe"...scherzi a parte, se puoi, vatteli a vedere al Santeria a novembre, tu che sei comodo (giusto?)...
No Fun
Mercoledì 4 Luglio 2018, 21.08.16
63
Mi sono avvicinato a questo disco qualche mese fa... piano piano ho bagnato la punta del piede, le gambe poi mi sono tuffato. Non sono rimasto dentro molto. Non mi ci trovavo. Acqua fredda, nuotata noiosa. Ho letto però la bella recensione e anche l'articolo nella sezione cryptic writings e il commento entusiasta di Giax qui sotto. Ci riproverò, sapendo che il mare aperto non è per tutti e che una nuotata, possono esserci le onde o il mare calmo, il freddo o il caldo, per essere un godimento dipende da come la affrontiamo ( e io poi non nuoto quasi mai nelle acque del prog metal...)
Giaxomo
Martedì 14 Febbraio 2017, 16.25.18
62
Semplicemente EPOCALE. Lo ascolto da una mesetto circa ed essendo un fruitore di musica soprattutto degli ultimi due decenni ritengo questo lavoro una delle espressioni artistiche in ambito musicale (alternativo) più complete, riuscite, profonde, longeve e lungimiranti. Oltre al fatto che ad ogni ascolto completo si scoprono continuamente sfumature diverse, è sconvolgente come la band sia riuscita a plasmare e ad omogenizzare sound, lyrics, arrangiamenti e zona della sfera marina in cui musicalmente ci troviamo. Dovremmo essere fieri di questo lavoro come lo erano i nati negli anni '70 I&W o dell'esordio dei Dissection o come i nati negli anni '60 gioivano dinnanzi a Kill 'Em All o The Number of The Beast. 100 al lavoro e 100 a Waste of Air per le solite pazzesche, immense recensioni.
Macca
Giovedì 7 Aprile 2016, 13.21.55
61
Riscoltato pochi giorni fa: album stupendo, concettualmente unico e musicalmente ispiratissimo, profondo e variegato. Belissima anche la versione strumentale, che ho ascoltato solo dopo aver memorizzato ogni singolo passaggio di quella cantata: incredibile quante sfumature in più si riescono a cogliere. Un disco che mi provoca emozioni a profusione, band incredibile di diritto tra le mie preferite. Voto 97.
AnalBag
Venerdì 5 Febbraio 2016, 13.38.10
60
discone grandioso,poco da dire!!
Mattia
Mercoledì 3 Settembre 2014, 23.16.32
59
Album immenso, me ne sono letteralmente innamorato.
Macca
Mercoledì 30 Luglio 2014, 14.23.39
58
Album fantastico di una band eccezionale. Superbo, non ho altre parole.
M0RPHE01978
Mercoledì 16 Aprile 2014, 11.32.21
57
Dopo svariati ascolti, dopo vari abbandoni, finalmente sto iniziando ad assimilarlo...album difficile ma veramente bello, per me da 85.
Lend
Lunedì 10 Febbraio 2014, 23.46.51
56
The Ocean una grande band nata dal genio di Robin Staps. Con questo Pelagial fanno nuovamente centro dopo la grande doppia opera Heliocentric/Anthropocentric. Testi e musica fantastici, come è già stato detto la sensazione di trovarsi nelle profondità marine si sente. Una delle migliori band in circolazione e sicuramente una delle mie preferite, se non la preferita. Voto: 99
ErnieBowl
Martedì 21 Gennaio 2014, 9.13.40
55
Album stupendo, ricco di atmosfera, sembra proprio di fare un viaggio nelle profondità del mare. Musica e testi azzeccatissimi al tema. Mi astengo dal voto per sentire gli altri e valutare, anche se mi sembra di intuire che fossero di tutt'altra influenza. In qualunue caso credo non si discosti dal 90. Ottima recensione curata in ogni dettaglio descrivendo perfettamente il disco.
Giampa
Mercoledì 15 Gennaio 2014, 15.41.30
54
l'ho comprato a scatala chiusa 3 mesi fa e da allora non ho ancora smesso di ascoltarlo... inoltre più di una volta mi è servito per fare avvicinare amici a questo genere che personalmente adoro, ma che oggettivamente in Italia rappresenta la nicchia della nicchia (purtroppo).. chiaramente massimo dei voti consentiti: 99
All I Was
Venerdì 6 Dicembre 2013, 12.03.19
53
Era da tanto tempo che non ascoltavo un disco così tanto sperimentale. Tra i miei pezzi preferiti ci sono The Wish In Dreams e Let Them Believe, entrambe canzoni con una parte vocale davvero toccante. Album colossale, perfetto in ogni singolo dettaglio ed in grado di far drizzare capeli, cappelli e cappelle! Scherzi a parte questo album mi ha lasciato qualcosa di indelebile in termini di emozioni. Voto 95
Hel
Mercoledì 6 Novembre 2013, 0.31.36
52
Staps e compagni mi sembrano finalmente tornati ai fasti di Precambrian, dopo i mezzi passi falsi della combo Anthropocentric/Heliocentric. Questo disco smuove qualcosa nel profondo, e non sono tante le band che riescono in un'impresa del genere. Per me è da 100.
Alessio T
Mercoledì 25 Settembre 2013, 11.30.33
51
90. Un disco fenomenale sotto ogni aspetto.
TheSystemHasFailed
Mercoledì 11 Settembre 2013, 8.48.59
50
Non avevo tra le mani un disco così da non mi ricordo quanto....ottimo, come la recensione!
Taste Of Chaos
Mercoledì 4 Settembre 2013, 7.57.37
49
Dopo tre mesi di ascolto la conclusione è una sola, disco dell'anno, senza se e senza ma. Organico, cervellotico, con altissima attenzione per il dettaglio....applausi
The Preacher
Domenica 25 Agosto 2013, 19.37.36
48
Disco eccellente! Anche per me il genere è (di solito) un po' difficile da digerire, ma quando la musica è composta e suonata così non può non piacermi! Il disco è un viaggio pazzesco, si alternano momenti di agitazione, come se ci stessimo rendendo conto di affondare nell'oblio, a momenti di calma, un'oscura tranquillità un po' lugubre, quando la coscienza sembra stia per svanire... Il tutto anche all'interno della stessa canzone! Fino ad arrivare alla conclusione, la fine di tutto, in cui il ritmo lento e asfissiante porta anche l'ascoltatore a trattenere il fiato, affondando lentamente ma inesorabilmente negli abissi neri. I picchi sono a mio parere il trittico Bathyalpelagic e le due Hadopelagic (trovo ottima anche l'introduzione), ma in generale la qualità è sempre alta. Il voto per ora oscilla tra 85 e 90, voterò quando l'avrò ascoltato ancora un po' e assimilato bene
enry
Giovedì 1 Agosto 2013, 15.36.32
47
Come dicevo nell'altra rece il genere non è il mio, ma fra le rare eccezioni ci metto i The Ocean, che non solo sanno suonare ma scrivono anche ottime songs. Il vertice per me viene toccato con le tre parti di Bathyalpelagic, in modo particolare con The wish in dreams e con la furibonda Disequilibrated, davvero ottime. Non essendo le mie sonorità di riferimento faccio un po' di fatica ad ascoltarlo tutto di un botto, ma quello che conta è che la band continua a sfornare ottimi dischi. Bello come al solito il digipack.
aneurysm
Mercoledì 24 Luglio 2013, 21.12.29
46
favoloso...l ho distrutto...
Danimanzo
Venerdì 19 Luglio 2013, 10.19.36
45
Capolavoro. Non si può nemmeno parlare di Magnum Opus dato che ci hanno sempre abituati ( e continueranno a farlo ? ) a livelli qualitativi altissimi. Questo disco, oltre a tutto ciò che è stato scritto in fase di recensione e nei commenti precedenti, è classificabile come un incrocio tra i capolavori "Panopticon" degli Isis e "Leviathan" dei Mastodon. Ma suona 100% The Ocean.
Le Marquis de Fremont
Giovedì 18 Luglio 2013, 10.23.19
44
E' senza dubbio una musica accattivante anche se devo confessare di fare una grande fatica ad assimilarla. I pezzi hanno un loro fascino se analizzati nel dettaglio (e gli ho riascoltati, leggendo l'eccellente recensione, brano per brano) ma ascoltandoli senza stare li a meditare ogni pezzo, non mi prende moltissimo. Forse il songwriting è complesso o forse il mio modo di fruire la musica è un po' più emozionale ma mi stupisce tutto questo entusiasmo. Ho anche un mio amico Svedese che me li aveva segnalati anni fa e anche lui è sempre entusiasta. Poi mai una caduta di qualità, la formazione "fluida", tutte cose che me li rendono "misteriosi". Forse li sta il loro fascino? Au revoir.
NagasH
Mercoledì 17 Luglio 2013, 19.06.54
43
@Wild Wolf: nessuna delle due. Come ti ho detto è semplicemente una cosa che non hanno fatto nei soli Heliocentric e Anthropocentric. Su Precambrian la line-up contava 9 cantanti, 3 bassisti, 3 chitarristi e svariati altri strumentisti tra sassofono, archi, percussioni e tastiere. E non parliamo di ospiti, ma di membri effettivi di quello che erano i The Ocean Collective. È capitato in passato che si alternassero addirittura nelle date dei tour.
Wild Wolf
Mercoledì 17 Luglio 2013, 0.47.05
42
Ok, grazie per il chiarimento Waste Of Air e NagasH..certo che una band la quale si serve di due bassisti nella line-up (sempre nel caso in cui fosse effettivamente una sola scelta artistica) o è incredibilmente boriosa o è incredibilmente talentuosa...
Er Trucido
Martedì 16 Luglio 2013, 23.01.37
41
Guarda io credo che sia nato appunto come strumentale per necessità dato che da quel che ho letto la situazione di Loic non era proprio ottimistica (e mi pare che tutt'ora non sia messo benissimo). dato che poi è riuscito a cantarlo hanno voluto comunque mettere entrambe le versioni con due chiavi di lettura diverse come detto. Alla fine penso che anche per loro stessi fosse difficile sceglierne una delle due e hanno voluto dare facoltà ai fans di averle entrambe e scegliere diciamo. Per lo meno io la vedo così
entropy
Martedì 16 Luglio 2013, 22.37.07
40
ok , non ero informato sul fatto che il disco fosse stato concepito come strumentale. poco cambia.. insomma allora inutile sarà quello cantato!! scherzo però il senso per me e che devono pubblicarlo come l'hanno concepito.. inutile farne versione paralllele . Cmq darò ancora qualche chance all'album, suicuro va assimilato piano...
Taaut
Martedì 16 Luglio 2013, 22.08.13
39
Ho preferito Heliocentric ma anche questo Pelagial rimane un capolavoro inestimabile. Relativamente alle lyrics vorrei aggiungere che sono ispirate (per non dire tratte: alcune citazioni sono pressochè letterali) al film 'Stalker' del regista russo Tarkovski. L'idea di fondo è quella di creare un parallelismo concettuale col significato del film: come in quest'ultimo i protagonisti penetrano all'interno di una stanza che ne realizza le realtà inconsce, così nel disco si penetra nelle profondità marine, così che il mare si trasformi esso stesso nel luogo allegorico dell'interiorità della psiche umana. Per un'idea del genere non trovo altra definizione se non quella di geniale, asolutamente geniale.
Arakness
Martedì 16 Luglio 2013, 16.54.34
38
@ErTrucido: concordo (ero stato palesemente ironico in tal senso) tant'è che uno dei gruppi assimilabili al filone che seguo con maggiore interesse -oltre hai già citato- sono i Long Distance Calling. @Aelfwine: figurato. Comunque non è che l'album non mi abbia preso; sottolineo nuovamente le qualità di Pelagial. Però non mi sento di gridare al miracolo e soprattutto credo che il 2013 in questo primo semestre ci ha regalato alcune migliori soddisfazioni. Magari con gli ascolti cambierò idea
Aelfwine
Martedì 16 Luglio 2013, 16.02.17
37
Quoto Er Trucido, dire che l'album strumentale è inutile mi sembra fuori luogo visto che era stato concepito così! Io poi ascolto più quello del disco col cantato. Comunque grazie Arakness per i due gruppi citati, ad un primo ascolto mi sono piaciuti e ora approfondirò; peccato che quest'album non ti abbia preso, a me sembra smisurato.
Ubik
Martedì 16 Luglio 2013, 15.54.58
36
Discone! Molto, molto bello. Anche se rispetto a Precambrian ci sento tantissimo un reminiscenza del sound dei Mastodon, specialmente nelle chitarre.
Er Trucido
Martedì 16 Luglio 2013, 15.41.19
35
essendo il disco stato concepito come interamente strumentale a causa dei problemi di salute di loic trovo la parola inutile un po' fuoriluogo. forse andrebbe addirittura ascoltato prima quello strumentale e poi quello cantato per comprenderne il significato.
Arakness
Martedì 16 Luglio 2013, 14.21.32
34
Aggiungerei Neurosis, Red Sparowes, e non da meno i grandissimi Pelican (per la serie, lo strumentale è inutile ). Fermo restando la qualità dell'album (trasuda peculiarità da tutte le parti sin dal primo ascolto) e il fatto che debba ancora assimilarlo a dovere, anch'io leggo un entusiasmo spropositato. In modo particolare se già candidato alla palma di masterpiece 2013. Ad oggi a mio modestissimo parere in questo 2013 ci sono diverse uscite più interessanti in più ambiti (il che sia chiaro è una manna dal cielo), ma già per non allontanarci troppo Heart Of Oak (Anciients) e soprattutto Habitual Levitations (Intronaut) allo stato d'arte hanno un quid in più. Comunque staremo a vedere.
il vichingo
Martedì 16 Luglio 2013, 14.18.21
33
60 euro? Per la barba di Giosafatte, una cifra davvero importante. Il disco è fantastico per usare un eufemismo e come ho scritto nel forum a mio avviso e tra le migliori uscite dell'anno ma a quel prezzo...
entropy
Martedì 16 Luglio 2013, 13.52.29
32
non lo so... io l'entusiasmo per questo gruppo non lo condivido fino in fondo. Sarà che non riesco a capirli.. però ogni volta spinto dalle recensioni ci riprovo con rinnovato entusiasmo. e ogni votla non scatta la sicntilla che sembra che tutti voi ritroviate nelle loro note... Poi per me l'album strumentale è del tutto inutile!! cmq non sto dicendo che il disco è brutto.. però per me più di 80 non vale, non vedo nulla di geniale ... mille volte meglio Bokor isis e cult of luna (i primi gruppi assimilabili che mi vengono in emnte e in cuiv edo la scintilla della genialità)
precision88
Martedì 16 Luglio 2013, 12.34.09
31
49€ è il prezzo base poi va maggiorato di tasse e spese di spedizione... il prezzo complessivo se non erro è di 61,30
The Void
Martedì 16 Luglio 2013, 9.57.11
30
Meraviglioso, seriamente. Dal prog al death al doom più oscuro. E la versione strumentale è da brividi. Sono riusciti a fare un disco che ha ben due chiavi di lettura: una è quella di Waste, l-altra...beh, leggetevi le liriche. 95.
waste of air
Martedì 16 Luglio 2013, 9.50.57
29
@wild wolf: nessun errore! Nel booklet del cd sono proprio scritti due bassisti! Non è però specificato se ci siano più tracce di basso distinte oppure se i due si siano alternati suonando qualche pezzo a testa. @taste of chaos: il cofanetto non è roba della metal blade ma della pelagial, l'etichetta dei the ocean. Devi guardare nel loro shop quindi. C'è ancora aperta la pagina di pre-order, non è chiaro se sia esaurito o no. Chiedi, magari, costa cmq 49 €.
Wishmaster
Martedì 16 Luglio 2013, 9.21.23
28
Confanetto
Wishmaster
Martedì 16 Luglio 2013, 9.20.31
27
Devo ascoltarlo, ma sicuramente ne sorò soddisfatto! Bello anche il cofanetto...
Taste Of Chaos
Martedì 16 Luglio 2013, 8.56.26
26
Azz peccato...grazie comunque
NagasH
Martedì 16 Luglio 2013, 2.02.41
25
@Taste of Chaos: Era in edizione limitata ed è saurito a quanto ne so.
Taste Of Chaos
Martedì 16 Luglio 2013, 0.56.00
24
Mi interessa assai il box citato in rece...qualcuno può darmi indicazioni sul prezzo?
Aelfwine
Martedì 16 Luglio 2013, 0.51.36
23
Aspettavo da tempo l'album e la recensione (sapevo che l'avrebbe scritta Waste). Devo dire che mi prende tantissimo e che davvero si può parlare di Arte. Quest'album è proprio ciò che cerco nella musica: progressiva, aggressiva, con artwork e lyrics ai massimi livelli.
BIoS
Lunedì 15 Luglio 2013, 23.42.45
22
La aspettavo da un pezzo questa recensione. Per me è in assoluto il loro disco più bello. La versione strumentale è addirittura migliore di quella col cantato, permette di cogliere appieno ogni singola sfumatura dell'opera monumentale che sono riusciti a comporre. Del resto originariamente era stato concepito così. 98 pieno. E senza pensarci un secondo.
Luigi
Lunedì 15 Luglio 2013, 23.12.33
21
Alla faccia di chi ancora si ostina a dire, ormai non ci sono più le band di una volta!! Fanculo a loro, non sanno che si perdono, CAPOLAVORO PUNTO.
precision88
Lunedì 15 Luglio 2013, 16.56.32
20
disco clamoroso!!! Grande gian ottima rece!
NagasH
Lunedì 15 Luglio 2013, 15.46.18
19
@Wild Wolf: provo a risponderti io. i The Ocean non sono nuovi ad alternare sui brani più strumentisti, che però non sono da considerare ospiti, questo per via del retaggio di collettivo che hanno avuto fino a Precambrian. Quindi nessun errore.
Andy '71 vecchio
Lunedì 15 Luglio 2013, 15.41.02
18
Una manna dal cielo fin dagli esordi,all'ultimo gli ho preferito il penultimo,Heliocentric,anche se Anthro rimane un gran bel disco,di quest'ultimo ho ascoltato poco,ma quel poco mi è piaciuto molto,temo con piacere che quel 92 sia assolutamente reale!
Punto Omega
Lunedì 15 Luglio 2013, 15.18.37
17
Quoto freedom e il vecchio peccatore.
freedom
Lunedì 15 Luglio 2013, 15.03.06
16
Lo stesso io. Ascoltato un paio di volte, non mi ha convinto.
vecchio peccatore
Lunedì 15 Luglio 2013, 14.53.33
15
Per ora gli ho dato solo un ascolto, ma non mi convince, mi prende molto poco e sono arrivato alla fine piuttosto annoiato. Ovviamente lo risentirò, ma per ora il mio giudizio non è molto positivo.
xutij
Lunedì 15 Luglio 2013, 14.09.04
14
Ok,ho capito,devo sentirlo. Non ti preoccupare Gianluca,neanch'io so nuotare anzi,ho il terrore delle grandi quantità d'acqua. Infatti il disco un po' mi spaventa LOL.
Kenai
Lunedì 15 Luglio 2013, 13.49.46
13
L'ho atteso tanto e non ha deluso. Uno dei migliori lavori dell'anno. Vale assolutamente la pena di comprarselo originale, il packaging è meraviglioso.
Wild Wolf
Lunedì 15 Luglio 2013, 13.12.14
12
Ciao Gianluca, scusami se non contribuisco alla discussione sull'album, ma purtroppo non l'ho ancora ascoltato. Rimedierò al più presto, anche perché la recensione mi ha incuriosito Volevo solo chiederti una cosa riguardo alla line-up: ma ci sono sul serio due bassisti che suonano o c'è stato un errore nella pubblicazione?
Northcross1
Lunedì 15 Luglio 2013, 13.09.48
11
Al solito, grande recensione Waste!! Devo sentirlo per forza!
sans
Lunedì 15 Luglio 2013, 12.55.22
10
mah. io sono un fan sfegatato dei TO; ho anche preso sul loro sito l'edizione con il finto mare in plexiglass (a proposito, accettansi consulenze sulla composizione, non ho capito molto bene). E questo, sinceramente, mi sembra il primo mezzo passo falso della loro discografia: troppo diretto, troppo simile a quanto già fatto in passato, forse solo una carica emotiva meno intensa? non so. Fatto sta che sinceramente, per ora, lo trovo una mezza delusione!
MrFreddy
Lunedì 15 Luglio 2013, 12.31.41
9
Stessa cosa di Nikolas, che però nel mio caso vale per tutta la discografia dei The Ocean xD la recensione sicuramente mi stimola a più ascolti!
Nikolas
Lunedì 15 Luglio 2013, 12.02.15
8
Devo ancora assimilarlo, sembra un gran disco ma l'ho ascoltato troppo poco...
B.B.
Lunedì 15 Luglio 2013, 11.45.42
7
Totale. Questo disco da solo manda a quel paese il 90% delle uscite annue di questi tempi.
Sambalzalzal
Lunedì 15 Luglio 2013, 11.05.40
6
Lo prenderò al più presto!
Pùlaster
Lunedì 15 Luglio 2013, 10.43.45
5
discONE! 90
ad astra
Lunedì 15 Luglio 2013, 10.39.03
4
assurdo come una sola mente umana possa creare questo... infinito
Resurrection
Lunedì 15 Luglio 2013, 10.29.02
3
Gran disco, in questo caso un bel 85 ci sta benissimo.
Er Trucido
Lunedì 15 Luglio 2013, 10.26.14
2
Negli ultimi mesi mi sono avvicinato (ed ho comprato) i 4 dischi nominati in recensione che avevo colpevolemente lasciato indietro (chissà poi perché). A questo punto devo prendere anche questo
Ascarioth
Lunedì 15 Luglio 2013, 10.03.32
1
Bella recensione per un disco che... vabè, troppo abnorme
INFORMAZIONI
2013
Metal Blade/Pelagial Records
Prog Metal
Tracklist
1. Epipelagic
2. Mesopelagic: Into The Uncanny
3.Bathyalpelagic I: Impasses
4. Bathyalpelagic II: The Wish In Dreams
5. Bathyalpelagic III: Disequilibrated
6. Abyssopelagic I: Boundless Vasts
7. Abyssopelagic II: Signals Of Anxiety
8. Hadopelagic I: Omen Of The Deep
9. Hadopelagic II: Let Them Believe
10. Demersal: Cognitive Dissonance
11. Benthic: The Origin Of Our Wishes
Line Up
Loic Rossetti (Voce)
Robin Staps (Chitarra, Samples)
Jona Nido (Chitarra)
Louis Jucker (Basso)
Chris Breuer (Basso)
Luc Hess (Batteria)
Vincent Membrez (Tastiera)

Film:
Craig Murray (Immagini, Regia)

Musicisti Ospiti:
Tomas Hallbom (Voce sulle tracce 5 e 10)
Mitch Hertz (Solo di chitarra sulla traccia 5)
Philippe Glandien (Archi, Arrangiamenti Pianoforte, Partiture)
Regula Schwab (Violino)
Isabella Gottraux (Viola)
Catherine Vay (Violoncello)
 
RECENSIONI
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