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Theocracy - Theocracy (Reissue)
( 2125 letture )
In qualsiasi ambito artistico, l’esistenza di una nemesi è sempre presente. Il metal -o almeno la maggior parte di esso- è un genere musicale che ha costantemente permesso alle persone di esprimere la propria opinione, il proprio parere e d’inveire contro ciò che non era ritenuto formalmente giusto. I qui presenti Theocracy appartengono a un genere sempre seguito da polemiche e critiche, in quanto nemesi dell’oscuro e violento black metal nord europeo. Questo progetto white metal (o christian metal, che dir si voglia, filone su cui abbiamo recentemente pubblicato un esauriente articolo) è nato in Grecia dal mastermind Matt Smith all’inizio degli anni Duemila. Questo self-titled, distribuito sotto Ulterium Records come il secondo Mirror of Souls e il terzo As the World Bleeds, è la ristampa del disco d’esordio ufficialmente uscito dieci anni fa sotto MetalAges. Se con il passare degli anni i Theocracy sono diventati una band composta da più musicisti, all’epoca di questo esordio il solo Matt Smith si era sobbarcato il songwriting e la registrazione di tutti gli strumenti, compresa la drum machine. Seguendo l’esempio dell’esordio dei Necrophagist, per questa ristampa è stato scelto di rimasterizzare le originali parti chitarristiche, di basso e di tastiera di Matt Smith e di sostituire la drum machine con la fresca prestazione del batterista attuale dei Theocracy, Shawn Benson. Non resta quindi che avvicinarsi a questo album dal genere forzatamente identificabile in un power/prog consci di trovarsi di fronte ad un prodotto di dieci anni fa e non ad una nuova fatica della band. E -soprattutto- consapevoli del fatto che, malgrado le linee di pensiero metallaro solitamente divergano dai concetti qui espressi, debba essere la musica a far parlare di sé e non le rispettive -e libere- ideologie personali.

L’apertura del disco è affidata a un preludio di un minuto e mezzo, con le tastiere di Matt Smith che ci introducono al suo genere musicale in un’epica e allegra intro sinfonica con tanto di sporadiche campane, a comporre uno spezzone che sarebbe perfetto in una colonna sonora di Age of Empires. Ludiche comparazioni a parte, con Ichthus il motivetto introduttivo viene ripreso e s’inizia a fare sul serio: la chitarra e le tastiere ci introducono in un tappeto sonoro di grande qualità, seguendo le principali direttive power dettate dai maestri del genere. Le qualità del frontman e compositore sono innegabili, a dimostrazione della sua poliedricità con tastiere, chitarre, basso che vanno a formare un lineare ma piacevole songwriting. Le linee batteristiche di Shawn Benson seguono principalmente le direttive imposte dall’originale drum machine, senza però risparmiarsi in alcuni lick di buon gusto. The Serpent’s Kiss è il brano più lungo del lotto, che va a sfiorare i dodici minuti come altre due composizioni di questo Theocracy. Infatti, mescolando sapientemente particolari power sinfonici con la longevità del prog, Matt Smith ha alternato brani dalla durata media di cinque minuti con tre suite superiori ai dieci minuti. Nulla d’innovativo in tale ambito, tuttavia questo dettaglio esplica l’estensione dell’esordio dei Theocracy e lo rende un disco sconfinato e -al contempo- gravoso. A rendere un poco più digeribili le lunghe cavalcate del brano vi sono alcuni assoli di buon gusto, contornati da cambi di tempo supportati da un ottimo lavoro dietro le pelli. Mountain e la title track inglobano al loro interno alcune componenti maggiormente heavy, sul solito tappeto ritmico di stampo classicista e sembrano avere il mero compito di allontanare The Serpent’s Kiss e The Healing Hand. Quest’ultima è caratterizzata da un riffing massiccio allineato a sezioni sinfoniche di buon gusto, reso maggiormente longevo da un’azzeccatissima parte melodica di chitarra a metà brano. Le ottime campionature delle tastiere di Matt Smith forniscono suoni di grande livello, come se vi fosse realmente un’orchestra pronta ad affiancarsi agli strumenti più comunemente associati al power metal. Sinner abbassa il ritmo e mette in mostra la riuscita alternanza tra vocals, chitarre acustiche e lineari solismi elettrici, il tutto attorniato dal calzante guanto sinfonico offerto dalle keyboards. Il refrain del brano lo eleva a punto più alto e commovente del platter, con la malinconia delle vocals ad attirare l’attenzione. Avvicinandosi alla chiusura del disco, il mastermind dei Theocracy ha trovato ancora lo spazio di inserire due rapidi brani di cinque minuti ciascuno sui quali mettere in mostra ancora una volta le sue ottime capacità sulla sei corde e sulla costruzioni di refrain coristici. Quando ormai ci si avvicina all’ora di riproduzione, inizia la conclusiva Twist of Fate, ultima suite dell’album: il sound chitarristico diventa più cupo e oppressivo e il brano vira su lidi maggiormente angoscianti. Delle tre suite è sicuramente quella che calamita maggiormente l’attenzione -grazie a un riff conclusivo di grande presa- e dimostra pienamente le grandi capacità di Matt Smith, offrendo una convincente chiusura a un disco epico, sinfonico, ma fin troppo esteso e ridondante.

Riassumendo, il primo disco dei Theocracy, targato 2003 e qui ristampato con l’aggiunta di un drummer in carne e ossa, è sicuramente un buon album anche se non scevro da pecche. Innanzitutto, non apporta nulla di particolare rispetto a quanto già detto da decine di power metal band del panorama mondiale, se non per il discorso concernente i testi di chiara matrice cristiana; anche in questo, tuttavia, richiama distintamente le influenze dei primi Narnia. Un altro difetto che non lo eleva a capolavoro del genere è il rapporto tra l’attrazione delle composizioni e la lunghezza complessiva: d’accordo che ci troviamo di fronte a un’epopea power/prog, ma un paio di brani potevano essere accorciati o direttamente estromessi dalla tracklist, migliorando sensibilmente il risultato finale. Dal punto di vista strumentale e di produzione non vi sono pecche: il disco è suonato alla grande -sottolineando il fatto che è il solo Matt Smith ad essersi sobbarcato tutti gli strumenti, pelli a parte- ed è mixato in modo ottimale. Nella casella “pregi” si fanno notare gli assoli esaltanti, i cori strabordanti incitati da una voce sempre trascinante e cristallina e alcune sezioni più soft e sinfoniche. In conclusione, Theocracy è un disco di buon livello consigliato agli amanti del genere e a tutti coloro che vogliono conoscere alcune delle principali tematiche del christian metal, tenendo -tuttavia- conto di trovarsi di fronte a una prestazione musicale di grande livello inficiata da un’eccessiva dilatazione delle durate dei brani. Infatti, sono proprio difetti come la gravosità del contenuto e l’elevata ridondanza del platter a renderlo sconsigliato ai cultori dei brani brevi, lineari e d’immediato impatto. L’argomento può essere maestoso, sconfinato e onnipotente, ciò nonostante un’eccessiva ostentazione dello stesso -in ambito prettamente musicale, in questo caso- può anche risultare tedioso alla maggior parte degli ascoltatori.



VOTO RECENSORE
71
VOTO LETTORI
90.75 su 4 voti [ VOTA]
lux chaos
Martedì 10 Dicembre 2013, 22.50.17
5
Quoto HeroOfSand, che gran gran bel gruppo...una delle (purtroppo) rarissime cose power che ultimamente ascolto con esaltazione in un mare di mediocrità...secondo e terzo disco splendidi veramente. Questo non lo conosco, gli darò un ascoltata sul tubo
sonato arctico
Martedì 10 Dicembre 2013, 17.37.41
4
sicuro che me lo procuro, visto che questa versione rimasterizzata è qualitativamente superiore all'originale; vediamo se riceverà un ulteriore voto più alto, che per ora è 8, in linea con la recensione (non a caso nei successivi album pur rimanendo prolissi in alcune canzoni nel complesso hanno snellito la struttura delle song).
NelsonMan.Great
Lunedì 9 Dicembre 2013, 20.30.02
3
Ciao ragazzi,un saluto a tutta la redazione, questo e' un grandissimo disco !!! Anni fa' ascoltai l'originale e devo dire che malgrado la qualita' sonora non fosse di alto livello, mi fece una grossa impressione. Ora in questa nuova versione e con un suono piu' professionale e compatto, abbiamo tra le mani una chicca di alto livello !!! Per il sottoscritto album semplicemente splendido, insieme agli altri 2. A voi ragazzi della redazione chiedo cortesemente sé recensite anche il monumentale 2 album dal titolo - Mirror Of Souls, dove alla fine abbiamo la title track dalla durata di 22 minuti e passa, che definire spaziale e' riduttivo, veramente qualcosa di assurdo per tecnica melodia e potenza !!! Un saluto a tutta la redazione, ed un augurio a tutti di BUON NATALE !!!!! Mi raccomando ragazzi datemi soddisfazione, recensendo il loro 2 album. Ciaoooooooooooooooooooooooooooo !!!
xXx
Lunedì 9 Dicembre 2013, 15.21.20
2
Questa è una grande band e questo un grande disco!
HeroOfSand_14
Lunedì 9 Dicembre 2013, 14.21.03
1
Amo questa band, che secondo me in fatto di originalità batte molti altri gruppi nati negli ultimi anni. Ma questo album è quello meno vario della loro ottima discografia, ottime canzoni anche qua ( e citerei la opener, titletrack e The Healing Hand) ma manca quel salto di qualità che secondo me hanno fatto (o meglio Matt ha fatto) da Mirror Of Souls, fino ad arrivare al capolavoro As The World Bleeds, dove orchestrazioni, cori epici, melodie tipiche e la grandiosa voce di Smith, veramente un cantante con talento da vendere, riescono a parer mio a portare l'album tra i migliori degli ultimi 10 anni. Peccato che non sono riuscito a vederli qualche settimana fa a Milano, ma dal vivo purtroppo ho letto e sentito che non sono proprio il massimo, sopratutto Matt..
INFORMAZIONI
2013
Ulterium Records
Power/Prog
Tracklist
1. Prelude
2. Ichtus
3. The Serpent’s Kiss
4. Mountain
5. Theocracy
6. The Healing Hand
7. Sinner
8. New Jerusalem
9. The Victory Dance
10. Twist of Fate
Line Up
Matt Smith (Voce, Chitarra, Basso, Tastiere, Cori)
Shawn Benson (Batteria)
 
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