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LEGEND CLUB, VIALE ENRICO FERMI 98 - MILANO

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ARCI BELLEZZA, VIA G. BELLEZZA 16/A - MILANO

Moonspell - Memorial
( 10281 letture )
Ne e' passata di acqua sotto i ponti. Da Vampiria, An Erotic Alchemy e ...of Dream And Drama (Midnight Ride) ai fasti di Opium di Irreligious: i Moonspell si sono evoluti, anche e soprattutto a livello di personalità. Sin/Pecado, Darkness And Hope (ingiustamente criticato) e l’oscuro The Antidote ne sono stati la prova tangibile e inconfutabile.

Fernando Ribeiro e' un narratore dark che presta la sua bassissima ugola per strenui e coinvolgenti pezzi. I Moonspell sono diventati una vera icona, un punto di riferimento fondamentale per tutte le nuove leve. Oggi la band portoghese ha trovato il giusto accordo con l'attitudine gotica, con le estreme ramificazioni sempre sulla corda e con le "ballate" abrasive e malinconiche. Una perfetta alchimia vocale di growl e clean (poche in realtà su questa release) che serve solo a ricamare un nero tessuto già perfetto di per se. Il sapore mediterraneo di The Antidote era reso più minimale da atmosfere notturne rese insensibili a qualsiasi attacco esterno. Un muro dark-tribale difficilmente abbattibile. E infatti la tribalità non e' stata combattuta sul suo stesso campo, ma su terreni dalle radicate coordinate estreme. In sintesi, e' stata usata un'altra arma. Il dark e' stato sopraffatto dal metal più teso e cupo.

Aspettavo con ansia il nuovo Memorial, anche se oggettivamente le difficoltà erano molte. La formula trovata, infatti, (grazie anche e soprattutto alla voce di Riberio che riesce a donare a qualsiasi pezzo esistente sulla superficie terrena, uno strato cupo visibile a occhio nudo) se ripetuta, poteva risentire di qualche acciacco di troppo. A volte, anche le giuste alchimie possono perdere terreno e accusare qualche colpo. Ecco quindi un prepotente ritorno nel crepuscolo estremo più ramificato del death metal misto a partiture black/gothic. Non nascondiamoci: Memorial e' una mazzata che nessuno si aspettava. Un mix fra Wolfheart e Irreligious, una discesa negli inferi più reconditi del metal meno atmosferico e pensato. Finisterra rappresenta alla perfezione il Ribeiro-pensiero anno 2006. Una doppia cassa impazzita, ritmiche che raccontano storia di metal, growl pesantissimo che anima in maniera glaciale le loro alchimie. Invadenti come in Wolfheart, abrasivi e a tratti epici. I Moonspell hanno deciso di prestare la loro potenza alla causa del metal. Rimangono le radici dark/gothic, rimangono le alterate e soffocanti liriche di Fernando Ribeiro, un oscuro Nick Cave-Von Still prestato al death/black. Perché la sua arma e' questa. Soffre con la canzone, la sente, la respira, la rende sua e personale. E’ un susseguirsi di killer-songs dal sapore gotico e decadente, da Memento Mori a Luna, da Blood Tells a Sanguine, da Upon The Blood Of Men a At The Image Of Pain, il sound prende forma: fra silenzi sospesi, schegge di black atmosferico, sottili e acustiche malinconie lusitane (e’ il caso di Sons Of Earth) e una palpabile sensazione dark-romantica che assimila il triste respiro del disco.

Non e’ la loro miglior opera, ma questa e’ la prova che i Moonspell non hanno mai finito di piangere la morte del lupo...



VOTO RECENSORE
78
VOTO LETTORI
85.15 su 152 voti [ VOTA]
Screwface
Mercoledì 28 Luglio 2021, 11.00.30
17
Disco che a parer mio non decolla per l'abuso del growl, che rende i brani un po' troppo monocordi. In sè, presi uno a uno non sarebbero neanche male, ma nel complesso l'ho sempre trovato poco digeribile. Nella discografia del gruppo lo metto verso il fondo della classifica.
Epic
Domenica 1 Novembre 2020, 0.53.52
16
Mai scoccato l'amore per questo lavoro, tiratissimo ma piatto, con qualche passaggio buono. Voto 67.
Mauroe20
Giovedì 29 Ottobre 2020, 22.16.14
15
Uno dei miei preferiti dei moonspell.Cupo con parti strumentali.80 pieno
Steelminded
Giovedì 29 Ottobre 2020, 22.00.39
14
Verissimo secondo me
Legalisedrugsandmurder
Giovedì 29 Ottobre 2020, 20.03.49
13
Album davvero piatto. Dopo irreligious pochi album davvero validi.
Alex DooM
Sabato 4 Novembre 2017, 12.37.53
12
questo è il mio album della discordia , da grande fan della band devo dire che questo capitolo non mi ha preso per niente aldilà di qualche pezzo come sempre spettacolare per il resto lo trovo forse il vero passo falso della band.VOTO 75/100
ANDREA
Venerdì 18 Febbraio 2011, 15.00.32
11
anch'io penso the antidote sia il migliore, anche se wolfheart e irreligious hanno un fascino unico e irripetibile. con questo hanno preso una deriva poco spontanea, ma ancora interessante. gli ultimi anni invece sono diventati na specie di cradle of filth. i pezzi di memorial sono comunque molto ben scritti, ma sfruttare la voce melodica in molte parti avrebbe reso il tutto più organico, mentre invece ribeiro si è voluto mettere in concorrenza col death metal, senza averne il supporto strumentale
Uno qualsiasi
Martedì 16 Dicembre 2008, 22.45.20
10
Sono fan dei Moonspell e questo disco non mi ha convinto. Non mi ha detto nulla... non so neanche dire perché... secondo me il loro miglior lavoro è "The Antidote", perché è quello che univa tutte le varie influenze meglio. Questo album è un passo indietro, secondo me.
Desossiribonucleico
Venerdì 23 Maggio 2008, 11.29.30
9
Molto noioso. Ho provato più volte ad ascoltarlo, ma le canzoni mi sembrano prive di mordente e mi stancano molto presto. Mi ricordo giusto la tastiera di "Memento Mori" e la parte iniziale di "Finisterra". Tutto il resto mi è scivolato addosso e non ha lasciato traccia.
dark_haemoglobin
Venerdì 17 Agosto 2007, 13.30.11
8
Forse uno dei migliori album dei Moonspell! Sono riusciti a conciliare black e gothic! 90
Thorfinn
Lunedì 9 Luglio 2007, 15.02.14
7
I moonspell sono sempre i moonspell ma questo album non è fondamentale, anzi...comunque qualche pezzo carino c'è..Forse il migliore dell'album è "Lunae"
PACCID1A
Sabato 21 Ottobre 2006, 16.14.34
6
rigettandoli nella curva discendente della loro parabola artistica. IL MIO VOTO SAREBBE STATO 70!
PACCID1A
Sabato 21 Ottobre 2006, 16.13.14
5
Dopo una serie di album altalenanti e il flop di The Antidote, i Moonspell erano chiamati alla prova del nove, e la band portoghese, capitanata dal carismatico Fernando Ribeiro, risponde con questo Memorial.Un album che cerca di riscoprire le radici di una band capace in passato di rivoluzionare la scena black/gothic metal, rifacendosi ai fasti di Irreligious, ma che sfocia purtroppo nella mediocrità. Nonostante vengano ripescate sonorità + black, con ritmiche incalzanti e un ampio uso della voce growl, sembra che qualche ingranaggio si sia ritto.Qualche traccia all'altezza del nome del gruppo e qualche ballad a richiamo della loro mediterraneità non bastano ad elevare un album poco espressivo (malgrado sia palpabile l'atmosfera "Moonspelliana") e carente di idee.Tecnicamente i Moonspell dimostrano di saper ancora suonare magistralmente, ma al di là della perizia strumentale e dell'indiscutibile personalità, manca l'alchimia che ha fatto la fortuna di Ribeiro e compagni, rigett
Tristana
Martedì 10 Ottobre 2006, 11.24.31
4
Black?...non riesco proprio a capire dove sia la parte black di questo cd.Concordo con quanto scritto riguardo ai testi e a un cantato molto cupo e opprimente,Growl particolare come sempre ma allo stesso tempo differente da quello che ci riservava una song quale Opium. A parer mio si tratta di gothic metal e per qualche versante si avvicina al death.Ma di black,neanche l'ombra. A ognuno il suo modo di pensare,ascoltare e vivere la musica. Questo è stato un mio personale commento. Ciao
Vincenzo
Venerdì 14 Aprile 2006, 12.18.28
3
A mio giudizio troppo black e poco gothic
Vincenzo
Venerdì 14 Aprile 2006, 12.18.26
2
A mio giudizio troppo black e poco gothic
Vincenzo
Venerdì 14 Aprile 2006, 12.18.02
1
A mio giudizio troppo black e poco gothic
INFORMAZIONI
2006
Metal Blade
Death / Black
Tracklist
1. In Memoriam
2. Finisterra
3. Memento Mori
4. Sons Of Earth
5. Blood Tells
6. Upon The Blood Of Men
7. At The Image Of Pain
8. Sanguine
9. Proliferation
10. Once It Was Ours!
11. Mare Nostrum
12. Lun
Best Forgotten
Line Up
Fernando Ribeiro: vocals
Pedro Paixao: guitars, keyboards
Ricardo Amorim: guitars
Mike Gaspar: drums
 
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