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VOMITORY + PROSTITUTE DISFIGUREMENT + altri - Blackout Club, Roma, 11/11/2011
16/11/2011 (3765 letture)
Quanto può essere strana (per non dire orribile) la situazione concertistica romana? A volte c’è il pieno di concerti (come a maggio di quest'anno, ad esempio), a volte c’è poco o niente (vedasi tutta l’estate), mentre, in altri casi, ci sono momenti assolutamente ambigui come oggi. Chi ricorda Grave, Misery Index e tutta la serie di gruppi che contraddistingueva il tour in concomitanza di Joe Satriani e Cathedral in differenti location? Proprio quel 14 novembre 2010 che avrà fatto andare su tutte le furie più persone che volevano partecipare a tutti gli eventi (me compreso, lo ammetto). Ebbene sì, la situazione si è ripresentata nuovamente, anche se questa volta in maniera più underground (diciamo), poiché trattiamo di Ulver al Circolo degli Artisti, Rosae Crucis al Dissesto Musicale, Retox al Traffic, Astra al Crossroads ed il grandioso concerto di cui tratterò nelle righe che seguono, organizzato dal mitico Davide Celli, il carrozzone di band che avrà reso felice gran parte degli amanti dell’estremo. Vomitory, Prostitute Disfigurement, Solace of Requiem e, ad aprire, i nostrani Tales of Deliriä; cosa si può chiedere di più se si ama il sano marciume che accompagna la grossa mole di giornate dei deathster più intransigenti? A voi il resoconto di uno degli eventi che attendevo più nel 2011, l’unico a cui potrò assistere a novembre, ma che basta ed avanza pure per il mese successivo!

L’astinenza di concerti si sta facendo sentire molto ultimamente; per chi come me è abituato a farsi tre/quattro concerti in un mese il fatto di potersi rompere il collo solo tre volte da settembre (senza considerare il magnifico live dei Sunn O))), un gruppo che non si addice all'headbanging) sembra quasi un’eresia, eppure un po’ per impegni scolastici, un po’ per problemi di mobilità ed un po’ per la totale indifferenza verso alcune date, sono stato costretto ad andare solo agli Aura Noir ed agli Exhumed, saltando con rabbia importanti eventi quali Rotten Sound e l’Acid Fest in compagnia dei Vibravoid e numerose altre band dalle grandi capacità. Oggi sono stato baciato dalla fortuna, il rischio che non sarei potuto tornare a casa era altissimo per motivi personali, e l’obbligatorietà di assistere alla quindicesima data del No End To Suffering Tour 2011 mi ha spinto a partecipare a qualsiasi costo. Dunque destinazione Blackout, tra tutte le possibilità che avrei potuto scegliere, ho optato per l’ignoranza più degradante, non me ne vogliano gli Ulver ma preferisco la bordata amorevole di death metal svedese targato Vomitory, il brutal death metal deviatissimo dei Prostitute Disfigurement, il technical death/black metal degli americani Solace of Requiem e, perché no, il thrash/death melodico dei Tales of Deliriä. E allora andiamo al Blackout Rock Club senza alcun dubbio! Parto da Tivoli che son le 17.15, appuntamento con l’immancabile Simone ‘Blackout’ Ferri alle 18.30 a Ponte Mammolo per poi ritrovarci anche con la nuova entrata nel team Selenia ‘Stjärna’ Marinelli e altri due amici. Tempo di mangiare e ci muoviamo per raggiungere la location. Siamo prontissimi a ciò che ammireremo! Arriviamo al locale poco prima dell’apertura, salutiamo tutti gli amici tra cui il grande Heavy Gabry e appena siamo dentro ci fiondiamo al merchandise dei Vomitory a spendere i nostri averi in cd e maglie; come si può perdere l’occasione di acquistare la ristampa dei primi due full-lenght, Redemption e Raped in their Own Blood, con il DVD del ventennale a soli venti euro? Poi se ci aggiungi Opus Mortis VIII in versione digipack, la maglia del tour e il poster ed ecco che scompaiono 52 € dal nostro portafoglio, questo è il puro esempio di soldi spesi alla perfezione! E mentre diamo economicamente sfogo al nostro amore per la musica, ecco salire il primo gruppo sul palco.

TALES OF DELIRIÄ
I Tales of Deliriä salgono carichissimi sul palco, scatenando tutta la loro rabbia con brani veloci, una mistura di thrash ottantiano con influenze melodic death metal ben costruito e adatto alla perfezione in tale sede. Il minutaggio è poco e il pubblico è più di quanto mi aspettassi (una ventina di persone -senza contare membri dello staff- possono sembrare poche ma, data l'esperienza di questo genere di concerti, vi garantisco che non è così): il quintetto ci riserva una prestazione più che buona e la qualità dei suoni giochi assolutamente a loro favore, stranamente, facendoci discernere ogni singolo strumento dall'altro. Il punto di forza però è il frontman Vittorio Bilanzuolo, il quale alterna scream e growl con buona versatilità e soprattutto si muove continuamente sul palco, dimostrando di avere carisma da vendere. I pezzi a disposizione vengono tratti tutti dal nuovo Beyond the Line, tranne la cover di Heartwork dei Carcass, che ben viene accolta dalle poche persone accolte sotto al palco a dare supporto ai baresi. I riff non sono niente di originale, ma la buona abilità e l’umiltà di questi giovani ragazzi è di gran lunga superiore a quella di tante delle band del nostro Paese, dunque promossi a pieni voti!

SOLACE OF REQUIEM
Conclusa l’esibizione dei Tales of Deliriä giriamo per il locale e scattiamo delle foto con gli artisti che incrociamo, mentre i Solace of Requiem si preparano a scatenare l’apocalisse. Tempo venti minuti e parte l’intro: il massacro comincia, la band parte in quinta e sfodera tutte le proprie incredibili ed inaspettate doti. In pochi li conoscevano (mi associo a questa minoranza) e molti sono rimasti a bocca aperta di fronte al chaos che gli americani riescono a creare, a dimostrazione che questo tour è stato perfetto sotto ogni aspetto! Provenienti da Virginia Beach, la città più popolosa dell’intera Virginia, i nostri propongono un technical death/black molto variegato, sicuramente non originale ma dotato di quel pizzico in più di violenza che ci vuole a far scapocciare sia me che i numerosi presenti. Il cantante/bassista Jeff Requiem, munito come me di una maglia degli Incantation, è dotato di un incredibile carisma e grazie al suo scream acido -alternato ad un growl possente- fa piazza pulita di ogni possibile denigratore, ma anche i due chitarristi, Chris Armijo e George Arguello, quest’ultimo anche come seconda voce, non si risparmiano e offrono una prova da capogiro (nel vero senso della parola!) macinando riff dotati di un’efficacia fuori dal comune; ultimo, non per questo meno importante, il batterista Dave Tedesco, che pesta come un dannato dietro le pelli. I brani presentati vanno a pescare da ogni disco del quartetto, quelli che hanno riscosso maggior successo sono assolutamente Red Sea -tratta da Utopia Reborn- che attendevo intrepido, Language of the Gods, Divine Punishment e, in chiusura, la titletrack del debutto Beyond Grave. E’ meraviglioso osservare tanta coesione; se mai doveste avere la possibilità di vederli, non lasciateveli scappare perché non ne rimarrete affatto delusi. Totali!

PROSTITUTE DISFIGUREMENT
Terminato il loro show assaliamo -letteralmente i Solace of Requiem, sia per fare alcune foto che per complimentarci della loro prova, mentre i Prostitute Disfigurement si preparano velocemente a salire onstage. Degli olandesi, prima di cominciare a suonare, colui che desta più attenzione è certamente il bassista, Patrick Oosterveen, ragazzo con dei lunghi capelli lisci e biondi, particolarmente apprezzato dalle ragazze presenti. Si parte in quinta con Body to Ravage -tratta da Left in Grisly Fashion- e mette subito in chiaro l’impatto sonoro che i deathster riescono a creare. Incredibile il frontman, Niels Adams, con la faccia perennemente incazzata e con un growl gutturalissimo. I suoni sono ben calibrati, la voce essendo molto profonda e grave non si riesce a distinguere poi molto ma comunque non ci si fa troppo caso, sicuramente abbiamo sentito molto di peggio! La setlist comprende pezzi da tutti i dischi, dalla vecchia Disemboweled alla più “recente” Sword to Degeneracy, e sinceramente non possiamo che esserne felici poiché i Prostitute Disfigurement non hanno mai sfornato full-lenght di basso livello. Il top, a mio parere, viene raggiunto proprio nelle due canzoni successive all’apripista, ossia le demoniache Postmortal Devirginized e She’s Not Coming Home Tonight -pescate dal feroce Deeds of Derangement- che ci travolgono con tutto il marciume che solo il brutal death può ricreare. I membri sono ben rodati, oltre al già citato bassista e cantante, anche il chitarrista Niels van Wijk ci riserva degli insani riff, cosi come il death metal comanda, per non parlare del batterista Michiel van Der Plicht, che si presenta come una vera irrefrenabile macchina. Il tempo passa troppo in fretta, sono circa quarantacinque/cinquanta i minuti a loro disposizione e quando viene annunciato l’ultimo brano, Freaking on the mutilated, i Prostitute Disfigurement riescono a spillarci le poche forze rimaste. Feroci!

VOMITORY
The Carnage Rages On… Come il brano degli stessi headliner ci insegna, non è ancora finita la carneficina. Noi abbiamo già il collo dolorante ma riusciamo a sentire la "Carnage Euphoria". Non vediamo l’ora, io già avevo avuto modo di ammirare queste macchine da guerra due anni fa di spalla a Malevolent Creation, ma dopo tanto tempo posso tranquillamente dire di conoscerli molto meglio, sia a livello di testi che a livello musicale. I miei gusti si sono affinati, il death metal ormai è divenuto un genere di ascolto quotidiano e sicuramente i Vomitory non possono mancare né nel mio iPod, né nella mia collezione di cd. Il nuovo Opus Mortis VIII è l’ennesima bordata nel solito stile cui il gruppo ci ha abituato, è incredibile come riescano a ripetere sempre la stessa cosa senza risultare ripetitivi alle nostre orecchie! Ed è questo che vogliamo, solo del classico swedish death metal! L’inizio è di quelli memorabili, The Art of War -da Revelation Nausea- irrompe e ci fa risalire tutta la rabbia e l’adrenalina repressa, il collo sembra essersi rigenerato e ritroviamo le forze per scapocciare allegramente e in buona compagnia. I suoni sono peggiorati, questa volta la voce di Erik Rundqvist, nonostante sia bella corposa, si riesce ad udire poco e viene sovrastata dagli strumenti. Si prosegue con Regorge in the Morgue, con il suo giro di basso iniziale che fa impazzire gli astanti. Ad annunciare i brani è il loquace chitarrista, Peter Östlund, che ci fa presumere che il frontman sia un po’ timido ad intrattenere la folla -anche quando lo abbiamo incrociato tra il pubblico e abbiamo cercato di chiaccherare un po’ spiccicava pochissime parole; comunque non importa, quel che conta è la qualità del suo growl e quella poca tecnica che basta a usare il basso! Dobbiamo ringraziare pure i fratelli Gustafsson, rispettivamente batterista e chitarrista, se da oltre vent’anni questi baldi svedesi circolano nel giro underground -di fatto anche loro sono autori di una prestazione di esperienza e costanza. Ovviamente i momenti più alti della serata si sono registrati durante Hollow Retribution -da Blood Rapture-, The Carnage Rages On, Terrorize Brutalize Sodomize e la conclusiva Chaos Fury. Stranamente, nonostante tutti i brani siano stati ben apprezzati, un cavallo di battaglia come Redemption è stato accolto in maniera abbastanza indifferente dal pubblico, forse per la poca notorietà.
Io ammetto di essere un loro fan accanito, ma è impossibile rimanere delusi dall’umiltà e dalla semplicità “in your face”; a sentire i mormorii del pubblico pare siano rimasti tutti estasiati non solo dagli headliner, ma dal No End To Suffering Tour 2011 nella sua totalità! L’unico dispiacere è la mancanza in scaletta di Revelation Nausea, Blood Rapture, Raped in their own blood, Nervegascloud e Serpents ma, come si dice, non si può avere tutto dalla vita! Resta il fatto che siano old school fino all’osso.

Finito il concerto siamo felicissimi e sudatissimi, quasi non ci ricordiamo più che gli Ulver si trovavano al Circolo degli Artisti. Un ringraziamento sentito va a Davide Celli per aver portato nuovamente a Roma il death metal, sicuramente ci si rivede ad un altro gruppo storico svedese...

No one will take my soul away, I carry my own will and make my day...



Gnezz
Giovedì 17 Novembre 2011, 18.31.45
8
Ahaahahah; poi chiedo a papà Sèitan, lui sa sempre tutto *_*
alzailcorno93
Giovedì 17 Novembre 2011, 18.24.11
7
parole sante lambruscore...parole sante!!! @Gnezz: ah i master li ho visti 2 volte anch'io, che fenomeni!!! (ma non sarà mica che siamo per caso fratelli?? )
LAMBRUSCORE
Giovedì 17 Novembre 2011, 17.53.25
6
il problema x quanto riguarda il pogo , seee, se fossero questi i problemi, è che la maggior parte di quelli che vanno ai concerti, stanno attenti a non rovinare il loro i-pod nuovo, la maglietta del gruppo preferito o devono guardarsi dalla "security". x chi non c'è mai stato, provate ad andare in qualche centro sociale, lì non ci sono palestrati del cazzo che ti rompono i coglioni e guarda caso, raramente ci si fa male, affanculo tutti i buttafuori, gente inutile, che poi spesso le prende, eheh...
Gnezz
Giovedì 17 Novembre 2011, 17.36.35
5
Eh Paul è un idolo, i Master li ho visti due volte e li rivedrei altre cento volte! Comunque a Roma il problema del pogo assente l'ho visto pochissime volte; io preferisco spezzarmi il collo, ma ognuno sceglie come distruggersi ahahahah basta fare macello e far vedere l'amore che si prova per la musica e per il gruppo!
alzailcorno93
Giovedì 17 Novembre 2011, 16.44.49
4
cmq gnezz per curiosità ho guardato la tua pagina e ho visto la foto con il mitico paul...io ce l'ho identica!!! bei momenti
alzailcorno93
Giovedì 17 Novembre 2011, 15.27.57
3
quoto punti, virgole, virglolette e qualsiasi altra cosa di questo report, avendo fatto un'esperienza uguale a venezia!!! l'unica cosa che mi dà fastidio (e a cui non riesco a trovare risposta) è che ai concerti in Veneto a cui vado (escluso, a volte, il new age) NON ESISTE il pogo...desso non è che io sia un affamato di violenza eh! però dà fastidio vedere tutti ingessati che tra un pò se gli lanci un cuscino si fanno anche una bella dormita!!! la gente non faceva un pò di casino (a parte 5, e dico CINQUE persone!) nemmeno quando lo chiedevano i gruppi stessi...
Gnezz
Giovedì 17 Novembre 2011, 6.50.14
2
Ahahah speriamo! È sempre un piacere sommo!
HeavyGabry
Mercoledì 16 Novembre 2011, 23.11.18
1
Ulver? E chi sò? Grazie per la citazione e speriamo di ribeccarci tutti prestissimo!
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