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10/05/24
TRICK OR TREAT + NANOWAR OF STEEL
URBAN - PERUGIA
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Sinister - The Post-Apocalyptic Servant
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( 3452 letture )
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Lo storico monicker olandese è ancora attivo e pronto a stupire: i Sinister tornano con The Post-Apocalypstic Servant, seconda fatica della nuova line-up, completamente rinnovata ad eccezione di Aad, batterista originale del gruppo ma ormai solamente cantante da circa un paio di lustri, il quale vede dunque venire alla luce l'undicesimo album dei suoi. Dopo il discreto successo di critica dello scorso episodio, i nostri rilucidano le armi per un album che di certo si mostra impeccabile sul piano esecutivo. I Sinister ripropongono l’ABC del death metal in tre quarti d’ora di furia e un aspetto tecnico rinnovato e più che mai solido. Permangono le tracce colleriche di Hate a imbastardire il suono dei 5 olandesi, ma il risultato non ha il fascino vintage di chi è rimasto interamente incollato al passato. Se già ce l’avevano dimostrato con gli episodi successivi alla pausa tra il 2003 e il 2005, i Sinister riescono ancora a svecchiare il proprio suono mantenendo brutalità, focus e fede alla promessa di morte. Il rischio è certamente quello di omologarsi alle decine di uscite death metal "nudo e crudo", ambito in cui sono da premiarsi, in questi tempi, le nuove leve (con album davvero incredibili) e che vedono alcuni mostri sacri del passato sulle difensive, nel chiaro atteggiamento di chi sa esattamente come deve suonare, ma spesso non sa reinventare il proprio ruolo nel contesto musicale odierno. Eppure su questi nomi cade sempre un occhio di riguardo, forse più attento e intransigente, proprio perché di questo sound sono diventati pietre miliari.
In parte, certamente, i Sinister non sono immuni a questo rischio. Sebbene questo album potrebbe essere preso come un’odierna didattica del death (quello propriamente detto, aggiungerei a scanso di equivoci), diviene evidente che la capacità di mantenere una tensione qualitativa elevata può diventare difficile su un disco articolato. In ogni caso, i nostri meritano un plauso per l’incredibile intensità sviluppata da questa ennesima fatica discografica. Dei Sinister così veloci e tellurici si sono sentiti raramente, anche ammettendo che non ogni pezzo vi si stamperà rapidamente in testa o lascerà un segno indelebile. E lo sottolineo perché quella dell’immediatezza mnemonica (passatemi il termine) è un’aspettativa che appare spesso tra le opinioni di chi parla di death metal, ma che mi sembra in realtà poco significativa. Scrivere un album death metal significa soprattutto mantenere vivo un certo momentum per l’intero ascolto del disco, tale da farvi pulsare le arterie dall’inizio alla fine. Se volete un disco che vi dia chorus memorabili o magari cantabili, avete sbagliato band. O genere. O aspettativa, forse.
Vi basti prendere in considerazione anche il solo reparto ritmico - è armato fino ai denti: i riff sono scritti con l’invariata metodologia del passato ed evocano un male profondo, denso e sulfureo, post-apocalittico, per riallacciarci al titolo; insomma, ciò che più vogliamo dai Sinister, e anche con non poca qualità e ispirazione, da non dare per scontate. Ma d’assoluto pregio è l’apporto batteristico, precisissimo e fulmineo, sia nelle tempistiche classiche che nelle soluzioni meno ovvie, fino a palesare la propria energia anche nei rallentamenti: si tratta di un asso nella manica che la formazione si è giocata bene e che allinea i nostri alle esigenze del death metal attuale. Anche Aad si mostra sul pezzo, scatenando un growl intenso e molto convincente, che ricorda per timbrica quella di Frank Mullen, o qualcosa di simile (per chi avesse familiarità solo con i primi lavori dei Sinister, in cui lui era solo batterista).
A livello compositivo, la line-up relativamente fresca d’ingresso in casa Kloosterwaard riesce ad interpretare con maestria l’uragano d’intensità che da sempre è marchio di fabbrica dei Sinister. Si avvicendano sia riff velocissimi, accoppiati a blast apoplettici come quelli dell’opener The Science of Prophecy, sia altri più sinistri e pesanti in palm mute, supportati da una doppia cassa chirurgica come quella che possiamo ascoltare in The Macabre God. Non mancano anche strutture vocali avvincenti e aggressive, mentre sono evidenti i richiami novantiani in pezzi come The Dome of Pleasure. Mentre il plotter delinea il concitato racconto di una visione post-apocalittica, la ricetta musicale resta praticamente invariata, se facciamo eccezione per alcuni momenti più atmosferici (con uso di voci o synth in alcune intro od outro), mostrando così alti e bassi, momenti esaltanti ma anche alcuni in cui il tedio fa capolino, ma non si può negare che l’intensità complessiva e il tiro non risultano quasi mai compromessi. Diciamo piuttosto, che fanno il loro sporco lavoro, e difficilmente potrei selezionare un pezzo poco convincente.
Che dire d’altro? Un ritorno da accogliere con entusiasmo, dato che questo album è davvero molto buono, con tutte gli oneri di dover essere paragonati con un passato irraggiungibile e con tutte le difficoltà (comunque riscontrabili nell’ascolto) di dover rinnovarsi disco per disco in un genere in cui moltissimo è già stato detto (e dai Sinister stessi, per giunta!). È un ascolto che mi sento di consigliare a tutti gli amanti del genere, che abbiano già esperito o meno lo spessore dei vecchi Sinister, proprio perché, anche decontestualizzandolo, questo The Post-Apocalypstic Servant è un solido esempio di come si suona death metal, propostoci da chi certamente ne ha fatto esperienza negli anni.
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11
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Grande band death metal.bel disco! |
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9
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Comunque grazie miell per avermi detto che sono forte |
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8
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@klostridiumtetani@ in che senso hai detto"l'incomprensibile leggerezza dell'essere"? |
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7
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Album non male ma credo che il voto sia un po' esagerato (ma nemmeno troppo), The Science Of Prophecy , The Macabre God, The Sculpture Of Insanity, The End Of All That Conquers ovvero le prime 4 sono veramente FANTASTICHE la 5 mi piace molto ma non come queste, quelle dopo ( a parte la fantastica The Post-Apocalìypstic Servant) non mi sono piaciute moltissimo...cero è senza dubbio un'album da 75 ma il vero motivo per cui non gli do 80 (che con canzoni simili se lo meriterebbe) è il fatto che trovo pessima The Saviour...non riesco ad ascoltarla...non mi entra proprio, e nemmeno The Dome Of Pleasure mi fa impazzire...) Voto 75 Comunque credo che Lisa Santini abbia ragione...se a lei non piace non potete mica condannarla... Keep Calm And Listen To Sinister! |
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6
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Lisa Santini:" L'incomprensibile leggerezza dell'essere". PS Sei forte! |
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5
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@death mask @ io ho detto che il nuovo disco dei Sinister fa proprio schifo, punto primo in un commento non si dovrebbero dire le parolacce, soprattutto riguardo a persone che manco si conoscono. E poi guarda che ci sono i capo - redattor su questo sito.... Quindi se a te il nuovo lavoro dei Sinister ti piace e te lo sei comprato buon per te! Senno' che gusto c'e' che quasi tutte le persone si lamentano dei miei commenti. |
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4
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Lisa Santini, ma come cazzo scrivi, non si capisce mai un cazzo di quello che vuoi dire! Non si è capito nemmeno perché questo album non ti piaccia: ma che cazzo vuol dire "è come aver perso una persona"?! "Non si capisce niente"... ma in che senso? Come facciamo a concordare con te o meno se non capiamo manco cosa vuoi dire (ogni volta)!? |
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3
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Il nuovo disco dei Sinister non mi piace per niente, e' come aver perso una persona... Fa veramente schifo .-. E poi non si capisce più niente... Che orrore e'??????? Do a questo maledetto album 70 siete d'accordo con me? |
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2
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gran bel disco...il migliore post reunion assieme ad afterburner |
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1
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Un poderoso album death. Concordo su tutto!!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Science Of Prophecy 2. The Macabre God 3. The Sculpture Of Insanity 4. The End Of All That Conquers 5. The Masquerade Of An Angel 6. The Dome Of Pleausure 7. The Post-Apocalyptic Servant 8. The Art Of Skin Decoration 9. The Saviour 10. The Burden Of Mayhem
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Line Up
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Aad Kloosterwaard (Voce) Dennis Hartog (Chitarra) Bastiaan Brussaard (Chitarra) Mathijs Brussaard (Basso) Toep Duin (Batteria)
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