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Falconer - From a Dying Ember
30/06/2020
( 2135 letture )
Giunto a distanza di sei anni dal precedente Black Moon Rising, il nuovo album dei Falconer rappresenta anche il loro testamento. Come annunciato a suo tempo mediante apposito status diffuso tramite il loro profilo Facebook ufficiale (qui la notizia da noi riportata), il gruppo ha deciso di mettere la parola "fine" alla sua parabola musicale. Il CD in analisi è quindi da considerare come il capitolo finale di una storia partita nel 1999 a seguito di un altro scioglimento - quello dei Mithotyn - per interrompersi nel 2020 salvo eventuali live postumi e raccolte varie. From a Dying Ember, quindi, mira a lasciare la scena con un prodotto di qualità che serva a ricordare nel miglior modo non solo la band, ma anche le sue radici.

Frutto di un processo compositivo molto lungo e curato da parte di Stefan Weinerhall, che lo ha visto scartare parte del materiale già pronto per riscriverlo in corso d’opera (l’album esce con un anno circa di ritardo su quanto preventivato proprio per questa ragione) dopo aver coinvolto anche Karl Beckmann, suo vecchio compagno d’arme proprio in quei Mithotyn dei quali si ascoltano alcuni echi disseminati a macchia di leopardo in tutto il lavoro - specialmente nella conclusiva Rapture - il disco risulta complessivamente riuscito. L’uso moderato, ma evidente, di strumenti quali cornamusa e violino conferiscono a From a Dying Ember un forte tocco medioevale che viene fuori in modo più marcato ascoltando la ballata Rejoice the Adorned, interamente concepita per tastiere, piano e archi. Nonostante questo, il tipico stile made in Falconer è sempre perfettamente riconoscibile, basato com’è su un lavoro di scrittura ormai ben conosciuto, ma aggiornato come sopra e sulla voce di Mathias Blad, sempre misuratissima e assolutamente calata nel mood richiesto. From a Dying Ember è dunque concepito per restare nel tempo e non per regalare ai fan l’ultimo "botto" dandogli ciò che i più si aspettano, puntando invece verso un’atmosfera generale sospesa quasi a metà fra antico e moderno, con preponderanza del primo. Muovendosi fra mentalità da menestrello (la strumentale Garnets and a Gilded Rose, Bland Sump Och Dy – questa cantata in svedese - ) o da "power metal addicted" (Kings and Queens, Desert Dreams, Fool’s Crusade, Testify) e trovando buoni punti di equilibrio in canzoni come Redeem and Repents, In Regal Attire e Thrust the Dagger Deep, gli scandinavi mostrano nuovamente padronanza dei propri mezzi e capacità di costruire una storia musicale. Su tutto, comunque, la consueta classe che in misura più o meno marcata ha sempre contraddistinto ogni uscita discografica targata Falconer.

Album più ricco e variegato del consueto e dal suono perfettamente adeguato alle necessità (registrato presso il Sonic Train Studio, mixato e masterizzato da Andy LaRocque) From A Dying Ember coglie il bersaglio prefissato: lasciare la scena con un disco che fosse contemporaneamente riassuntivo e che inserisse nel tessuto musicale della band qualche differenza rispetto al solito. Ancor più raffinato della loro media, classico nel modo di affrontare i pezzi power in quanto tali, più riuscito quando si lascia andare alle derive folk che esaltano ancor più la voce di Mathias Blad e necessitante di vari ascolti per essere ben assimilato, From a Dying Ember è il commiato più giusto per un gruppo che non ha mai puntato su effetti speciali e aggressioni all’arma bianca per distinguersi, ma sul racconto, sul contegno e sull’eleganza.
Un addio riuscito.



VOTO RECENSORE
76
VOTO LETTORI
80.58 su 12 voti [ VOTA]
duke
Domenica 14 Marzo 2021, 10.27.07
19
...ottimo lavoro...notevole il gusto per la melodia...80...
Pete
Domenica 6 Dicembre 2020, 21.14.20
18
Non sono un esatto estimatore del genere, ma ho trovato sempre questa band molto affascinante, avevo ascoltato anni or sono Among Beggars and Thieves e lo trovai gustoso, soprattuto grazie alla voce calda del suo cantante verso il quale anche uno strimpellatore medio come il sottoscritto ci si può riconoscere., rispetto alla controtenatura tipica del genere. La decenza di lasciare quando non si ha nulla da dire è encomiabile e dimostra una serietà verso se stessi ed i fans. Grazie mille a questi artisti dignitosi, per album che strappano sogni di lande fantastiche.
Ben
Venerdì 10 Luglio 2020, 21.34.56
17
Che bello quest'album, mi sembra di tornare al 1995 quando aspettavo con ansia le uscite e il tour di Rage, Strato etc.. produzione potente, arrangiamenti e ritornelli che rimangono impressi. 90 !!
Give em the axe
Sabato 4 Luglio 2020, 14.40.45
16
L'album mi è piaciuto molto riguardo alla "questione informatica", vedo che non sono l'unico a considerare Metallized scomodissimo e fastidioso sul cell. Difatti ormai lo consulto (e scrivo) solamente quando provvisto di PC.
Master
Venerdì 3 Luglio 2020, 21.45.53
15
Album molto piacevole, come sempre per i Falconer con Blad alla voce. Lui si conferma ancora una volta il vero tratto distintivo di questa band, spero prosegua la sua carriera nel metal in qualche modo. Per quanto riguarda le canzoni, Kings and Queens, Redeem and repent e Fool's crusade sono le mie preferite. Confermo il voto del recensore, 75-80.
Michele "Axoras"
Venerdì 3 Luglio 2020, 17.52.57
14
Rispondo brevemente sulle questioni di natura informatica: per quanto riguarda i dati potete stare sereni, è tutto in regola. Per quanto riguarda invece la versione "responsive" che si adatta agli schermi mobile, attualmente metallized ne é sprovvisto Al di là di questo, il congedo dei Falconer secondo me è stato decisamente interessante, per quanto ovviamente rimanga l'amaro in bocca per lo scioglimento. Per quanto il genere sia ancorato a dei stilemi che tutti conosciamo, loro avevano una loro originalità.
Jansen
Giovedì 2 Luglio 2020, 22.46.18
13
Sì infatti, il punto della questione è quello espresso da Head, io ho sempre scritto da cellulare fatto sta che ritrovarsi una versione desktop su telefono che ti forza a fare lo zoom è scomodo, tutto qui
Head
Giovedì 2 Luglio 2020, 22.37.55
12
Non fate finta di non capire. Anch'io sto scrivendo da un cellulare. Il problema è un altro. Questo sito è disponibile solo in modalità desktop. Comodo (fino a un certo punto) dal computer e scomodissimo dagli Smart Phone. A volte mi capita di cliccare su una riga e se ne apre un'altra. Non parliamo del fatto che le pagine vanno sempre zoomate. Tutti gli altri siti ti chiedono sempre se accettare i cookie oppure no. Mi pare che sia uno dei pochi in cui i propri dati non risultano protetti.
Raven
Giovedì 2 Luglio 2020, 22.27.20
11
Vi ripeto che il sito è sempre stato visibile da mobile. Sono probabilmente le impostazioni del vostro dispositivo a dover essere adeguate. Anche questo mio messaggio arriva dal cellulare.
Jansen
Giovedì 2 Luglio 2020, 21.41.33
10
Anche a me piacerebbe capire come fare ad impostare la visualizzazione mobile, sempre che esista
JC
Giovedì 2 Luglio 2020, 20.56.35
9
Io da cellulare visualizzo il sito in modo eccellente. Questo disco non mi ha fatto impazzire. Ascolto spesso solo King and Queens perché piace molto a mia figlia, vera unica padrona dei miei ascolti. 70.
Raven
Giovedì 2 Luglio 2020, 20.37.49
8
Io ti sto rispondendo da cellulare.
Mark
Giovedì 2 Luglio 2020, 20.27.52
7
A me l'album è piaviuto al primo ascolto... una domabda.. ma qualcuno riesce a visualizzare questo sito in versione mobile? È l'unico sito chr non riesco ad utilizzare dal telefono.. una decina di anmo fa ce ne erano ancora ma adesso è raro trovarne. Possibile che non si riesce ad installare un template mobile?
Raven
Giovedì 2 Luglio 2020, 15.36.27
6
A lei
Le Marquis de Fremont
Giovedì 2 Luglio 2020, 13.25.51
5
Fuori discussione che hanno un loro trademark e che la voce di Mathias Blad è davvero unica e adattissima alle composizioni. Qui si sente che hanno lavorato di cesello e fatta grande attenzione alla cura dei brani. Probabilmente, come dice il sempre notevole Monsieur Raven, lo hanno fatto per congedarsi al meglio, probabilmente come su Black Moon Rising hanno ritrovato una nuova linfa compositiva. Il loro stile (mi permetto) "medioevale-power" rimane comunque unico. Pour moi un bell'album. Sono curioso di vedere cosa faranno in futuro, soprattutto una voce così talentuosa come quella di Blad. Au revoir e buona estate, Monsieur Raven.
Enrico Bustaffa
Mercoledì 1 Luglio 2020, 16.33.37
4
non potevano salutare i fan in modo migliore. per me 85
Enrico
Mercoledì 1 Luglio 2020, 16.08.47
3
Mi è piaciuto. Arrivo ad 80 come voto.
Shock
Mercoledì 1 Luglio 2020, 14.52.28
2
I primi due dischi del gruppo sono dei classici e racchiudono il meglio del gruppo; tutto quello fatto dopo non aggiunge nulla alla loro proposta e spesso non è che un ripetersi dei riff dei primi due. Questo disco non fa eccezione: formalmente tutto è fatto bene, ma non da quella carica che avevano i primi due lavori del gruppo, e lo scioglimento non sopraggiunge senza novità, ormai da anni non avevano più niente da dire.
McCallon
Mercoledì 1 Luglio 2020, 0.22.45
1
Mi trovo perfettamente in linea con la recensione, album di tutto rispetto per un commiato che lascia più di qualche dispiacere vista la qualità musicale di cui sono ancora capaci.
INFORMAZIONI
2020
Metal Blade Records
Power
Tracklist
1. Kings and Queens
2. Desert Dreams
3. Redeem and Repent
4. Bland Sump och dy
5. Fool's Crusade
6. Garnets and a Gilded Rose
7. In Regal Attire
8. Rejoice the Adorned
9. Testify
10. Thrust the Dagger Deep
11. Rapture
Line Up
Mathias Blad (Voce)
Stefan Weinerhall (Chitarra)
Jimmy Hedlund (Chitarra)
Magnus Linhardt (Basso)
Karsten Larsson (Batteria)
 
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