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Eisbrecher - Eiskalt
( 3203 letture )
Germania: krautrock, wurstel, Commissario Koster, Italia Germania Quattroatre, la spocchia del turista panciuto con i marchi nel portafoglio, la rivalità Mercedes/BMW, le autostrade senza limiti di velocità e l'orgoglio bavarese degli Eisbrecher, a musicare il tutto con una full-immersion di implacabile electro-rock tedesco. Eiskalt è una commistione teutonica che non disdegna influenze metal ed industrial, è la celebrazione di una carriera lunga sette anni che ha visto i Nostri raggiungere il primo posto delle Deutsche Alternative Charts, è un gioco di citazioni nerogiallorosso che comprende Rammstein, Oomph!, KMFDM, In Extemo ed il Joachim Witt di Tri Tra Trullala (per chi di voi c'era nel 1982, gli altri si fiondino su Youtube).

Le canzoni scelte per questa raccolta presentano come comune denominatore l'inserimento della voce cavernosa del vulcanico Alexander Wesselsky (iperattivo frontman multimediale ex Megaherz, assai popolare presso il pubblico di casa), spesso raccontate piuttosto che cantate, in uno spazio visionario ricco di sonorità elettroniche tangibili, di una concretezza -opera del fido chitarrista Noel Pix- che definire “tedesca” sarebbe banale quanto calzante. Tedesca è l'unica lingua scelta per i testi, tedesco il gusto per linearità e precisione, per una pronuncia scandita con accento imperioso, per un incedere “Deutschländer” sicuro e privo di picchi: lo sviluppo delle singole tracce appare così rassicurante nella sua prevedibilità, noioso ed al tempo stesso “di genere”, perché la canzone costituisce un organo palpitante con una vita propria, che sembra voler astrarsi dal contributo del singolo musicista. Ecco allora che già nell'opener Eiszeit sveliamo un modo rock, filologicamente inappuntabile, di ricordare il compianto Falco (Rock Me Amadeus, 1986) oppure, solo qualche anno prima, l'elettro-minimalismo-pop dei Trio di Da Da Da (1982). Suoni di chitarra e batteria di una paciosità metallica, affondati nella schiuma corposa delle tastiere accompagnano, martellanti ed inarrestabili, una vocalità tipica del pop melodico tedesco, creando un quadretto a metà tra la fruibilità radiofonica e la suggestione immaginifica di una colonna sonora. Vergissmeinnicht, al pari di Gothkiller, propone un cantato gotico su base synthpop ed un ritornello orecchiabile, che sembra strizzare l'occhio alla classifica con un approccio piuttosto semplice, di mestiere, di quella professionalità teutonica che piace nella sua affidabilità stereotipata, rifinita all'eccesso al punto da suonare spuntata: gli Eisbrecher suonano così, e tutte le canzoni di questo doppio album paiono molto ben costruite, dovutamente infiocchettate e pronte al consumo. Poco lo spazio riservato alle sorprese, di sense of wonder nemmeno a parlarne, cambi di tempo non pervenuti e la sensazione finale è proprio quella di un tranquillo ed orchestrato fluire, all'insegna dell'accessibilità. Dark-synth-pop potremmo definirlo, pur tenendo conto della particolarità del mercato tedesco, della sua Kultur, dei suoi gusti e riferimenti. Eiskalt fa dunque della mancanza di sussulti, della texture più morbida e vellutata, della sua rocciosità plastica, il proprio marchio di fabbrica: compilation nella quale è la misura a prevalere, la limatura degli spigoli e l'aggiramento fobico degli eccessi, perché questo è ciò che il pubblico negli ultimi sette anni ha imparato ad aspettarsi dagli Eisbrecher.

Con Herzdieb, ad esempio, la band propone un certo rock inoffensivo da Storia Infinita, che si osava introdurre persino in qualche puntata dell'ispettore Derrick. Gotico, malinconico, programmato, questo rock si pone tra la palla riflettente di una sala da ballo dei primi anni '80, pettinature improbabili e movenze studiate per un pubblico televisivo indaffarato a fare altro. A Schwarze Witwe non manca invece l'atmosfera fumogena, il riflesso lunare, il pallore bavarese scolpito che ha conquistato tanti solari romagnoli ai tempi di Stessa Spiaggia Stesso Mare: l'ostentato perfezionismo formale della proposta tedesca non manca di attrarre all'ascolto fascinoso e disimpegnato, in quadretti di una semplicità 8-bit nei quali è la nostra immaginazione ad aggiungere il tassello che manca, a riempire con i colori della memoria i contorni del ricordo. Eiskalt è un'unica canzone, ossessivamente uguale a se stessa, di una ripetitività non spiacevole ed imputabile alla scelta di costringere tanti brani simili, originariamente dilazionati nel tempo, a convivere all'interno dello stesso disco. Bose Madchen, Kann Den Liebe Sunde Sein ed Eisbrecher vedono una trama di chitarre più cattive e complesse, un ritmo più vivo e sincopato e suoni smagriti e diretti, al punto che è solo in questo punto della tracklist che il rock sembra prevalere sull'elettronico: pur nel rispetto della formula originale, la band suona effervescente, coraggiosa nel riffing, graffiante nel cantato a tratti gutturale e finalmente strutturata nei passaggi di batteria (elettronica ed effettata) al punto da risultare non solo teatrale, ma anche sinfonica. I suoni sembrano per un istante aprirsi, respirare guadagnando spazi ed il risultato, pur nella relativa cripticità del testo tedesco, è coinvolgente, di un'accessibilità epidermica e sensoriale. Di Ohne Dich e Die Engel, tra gli episodi migliori dell'album, ricorderemo le atmosfere soffuse e lo scatto rabbioso che ad un certo punto le domina, la tensione erotica da porno tedesco con uomini con baffi & calzettoni, la movenza kitsch da pin-up che neanche noi italiani latin-lover, e tutto sommato le buone intenzioni di fondo. In Willkommen Im Nichts, ideale climax, sembrano fondersi al meglio le esigenze di chi già conosce gli Eisbrecher e del lettore di Metallized che, comunque, un brivido metal vorrebbe percepirlo anche ascoltando la sigla del telegiornale. Particolarmente riuscito il ritornello, vari gli accordi e palpabile l'energia, per un paragone come di consueto azzardatissimo che mi porta ad accostare queste atmosfere a quelle, mostruose ed al tempo stesso scanzonate e barocche, dei finlandesi Lordi. Proseguendo l'ascolto ci si accorge che sono comunque le sonorità wave/pop a dettare le regole, al punto che riesce difficile trovare un piglio metal radicato nella musica proposta.

Alla registrazione manca, come detto ma non rimproverato, la varietà, la spontaneità, il sudore e l'unghia che si conficca nella schiena, al punto che nel secondo CD sono riproposti parte degli stessi brani in una versione remix che, a ben ascoltare, poco si distingue dalle versioni originali se non per un'ulteriore dilatazione delle strutture ed un'astrazione elettronica dei suoni. Il piglio deciso di Wesselsky dovrebbe per contro esaltarsi nell'esecuzione live, durante la quale è facile prevedere che la musica degli Eisbrecher assuma fisicità e nervo trascinanti, liberandosi dalle costrizioni sonore tipiche del genere. Alla compilation di AFM Records va riconosciuto il merito di proporci un'immagine coerente del lavoro svolto dai musicisti tedeschi: niente sbavature né cadute di tono, per un ascolto assai lungo ed a tratti ripetitivo, sostanzioso polpettone di chanson, metal, industrial, Kinderlieder, classic rock, Faith No More, NIN, Combichrist, Depeche Mode, Sisters Of Mercy e Billy Idol che non potrà non compiacere i più bulimici appassionati del genere.



VOTO RECENSORE
73
VOTO LETTORI
29.94 su 18 voti [ VOTA]
enry
Venerdì 27 Maggio 2011, 18.07.33
2
Del cd1 me ne frega meno di zero (inutile per chi conosce la band) però il cd2 con pezzi da 90 come Rotersand, SITD e The Retrosic in veste di manipolatori mi ingolosisce...Troppo poco, passo.
NeuRath
Venerdì 27 Maggio 2011, 14.49.00
1
Mitici Eisbrecher! Inutile come tutte le compilation, ma i brani sono come sempre ottimi!
INFORMAZIONI
2011
AFM Records
Metal
Tracklist
CD 1

1. Eiszeit
2. Vergissmeinnicht
3. Herzdieb
4. Schwarze Witwe
5. Leider
6. Böse Mädchen
7. Kann Denn Liebe Sünde Sein
8. Ohne Dich
9. Die Engel
10. Heilig
11. This Is Deutsch
12. Eisbrecher
13. Willkommen Im Nichts
14. Adrenalin
15. Kinder Der Nacht
16. Segne Deinen Schmerz

CD 2

1. Amok
2. Gothkiller
3. Kein Mitleid
4. Eiskalt Erwisch
5. Vergissmeinnicht (Phase III Remix)
6. Segne Deinen Schmerz (SITD Remix)
7. Leider (Noel Pix Klingenklang Mix)
8. Kann Denn Liebe Sünde Sein (SITD Remix)
9. This Is Deutsch (SITD Remix)
10. Alkohol (Rotersand Remix)
11. Leider (TheRetrosic Mix)
12. Amok (Renegade Of Noise Remix)
Line Up
Alexx Wesselsky (Voce)
Noel Pix (Chitarra Solista, Produzione)
Jürgen Plangger (CHitarra Ritmica)
Domonik Palmer (Basso)
Max "Maximator" Schauer (Tastiera, Programming)
Achim Färber (Batteria, Percussioni)
 
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