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10/05/24
SLUG GORE RELEASE PARTY
LEGEND CLUB, VIALE ENRICO FERMI 98 - MILANO
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Devin Townsend Project - By A Thread
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( 4130 letture )
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AI LETTORI Questa recensione non s’ha da fare. Già, non mi è stata assegnata, la scrivo solo per svagarmi un po’ in vista delle feste e per fare uno sgradito regalo a chi mi ha accompagnato in questo anno tondo tondo su Metallized. Alti e bassi, come al solito e come nella vita, ma non mi lamento. Mi sono giusto tenuto un paio di recensioni arretrate, come se fosse un’assicurazione per farmi compatire anche nel 2013! Grazie quindi a chi mi ha letto, a chi mi leggerà, a chi sto sul cazzo e a chi mi vuole bene; tanti auguri di buon Natale e buone feste a tutti! Vi voglio bene. (che balla) Ps: ho la faccia di uno che si lascia sfuggire un cofanetto di Devin composto da 9 dischi 9? Ecco, appunto. NO!
BY A THREAD Ah! Parlare di Zio Devin è sempre come tornare a casa, o come incontrare un vecchio amico che non vedi da anni e sembra che il tempo non sia mai passato. Dirò la verità: ho avuto davanti a me il tasto “buy” per un’ora buona: lo osservavo come se fosse un alieno e lui osservava me dicendo tacitamente: “Dai, fallo se hai le palle”. Non le ho avute. Miei cari amici, dovete sapere che ho una paura fottuta dell’aereo, ed è stata l’unica cosa che ha fermato il mio corpo che era già orientato verso Londra. Rosico, sto rosicando e rosicherò a vita, ma più di prendermela con me stesso non posso fare. Londra, dicevo, il posto in cui Devin decise di fare quattro concerti e suonare per intero i suoi ultimi quattro dischi! Argh. Quattro sere diverse quindi, quattro band a seguirlo, ovviamente quattro generi musicali diversi proposti e quattro dvd pubblicati a testimoniare quelle serate. By A Thread è un cofanetto composto da nove dischi quindi: 4 dvd e 5 cd per un totale di circa 15 ore di materiale. Ps: Ho la faccia di uno che si fa sfuggire l’occasione di parlare di questi quattro dischi? NO! Cominciamo.
KI Ecco, in verità vi dico. Ki non l’ho ancora capito a fondo neanche io! Quando uscì rimasi basito e gridai quasi allo scandalo; ora rimango scettico ma con meno punti di domanda. E’ un disco interlocutorio e particolare, soft, criptico e totalmente fuori dalle corde del Devin che conosciamo. Ha osato e si vede, ha osato talmente tanto che l’asticella bello/brutto non riesce ancora a pendere da nessuna parte. La resa audio/video è eccellente ma non c’è neanche bisogno di dirlo: non si è mai visto un prodotto firmato Devin Townsend scadente in questo senso. La formazione è in palla, la prestazione senza sbavature e praticamente come su disco. Il problema qui è solo se il disco vi piace o meno: personalmente lo consiglierei con molte riserve, è un prog a tratti settantiano, a tratti circolare ed ermetico. L’ideale per un viaggio a luci spente nella vostra camera prima di concedervi a Morfeo (è una metafora, non sto dicendo che ve lo fate). E’ un’opera dilatatissima e potrebbe fuorviare anche i fan più accaniti del canadese. Gli alti e i bassi, gli annessi e i connessi li lascio decidere a voi; quoto quindi il senza voto che abbiamo dato sul sito, perché ancora Ki non è inquadrabile, e probabilmente è proprio quello che voleva Devin. Il musicista comunque è in palla: sorride, scherza in continuazione col pubblico, si diverte e la gente apprezza alla grande. Il locale è piccolo ma ovviamente pieno fino all’orlo, fatto che non stupisce. Ogni performance è contornata al suo termine da qualche pezzo preso da altri dischi dell’artista: qui ne vengono eseguiti due. Syncronicity Freaks è il primo pezzo scritto per quest’album ma non pubblicato (Devin non ne era soddisfatto), mentre Deep Peace, beh, credo di avere già detto tutto con la recensione di Terria, no? Può essere anche suonato da un elastico, ma il risultato non cambia. Si piange e basta dall’emozione, e si dice grazie mentre l’assolo tritura ogni barriera emotiva in un parossismo di colori.
ADDICTED Quello che molti non ammetteranno mai è che in questi quattro dischi ci sono due pezzi da novanta: uno è questo, del secondo ne parliamo dopo. Addicted non l’abbiamo recensito, quindi posso anche andare sullo specifico e anche assegnare un voto. Addicted è un tributo al sole, è un disco positivo e allegro, si può tranquillamente definire pop metal. Brrrr che brutta parola! Pop metal! State ridendo? MALE! Molto male! Perché questo è un gran disco! C’è solo l’imbarazzo della scelta, ma si può oggettivamente dire che non esiste una canzone brutta in questa proposta. Affianca Devin la grandissima Anneke (ex The Gathering) e il risultato è semplicemente stratosferico! Quando definivo Epicluod una b-side di questo disco avevo le mie buone ragioni, e se li ascoltate di fila ve ne rendete presto conto. E’ un po’ come il mettere a confronto l’ispirazione col raschiare il barile; qui c’è da godere e basta e a profusione. Ovvio, i puristi eviteranno come la peste, ma chissenefrega. Addicted!, Universe In A Ball!, Supercrush!, Ih-Ah! (proposta anche nell’unplugged natalizio) sono tutti potenziali singoli e canzoni che entreranno nella vostra mente senza più uscirne. Questo è un disco pericoloso, una possibile droga: crea assuefazione. E smettiamola con tutta ‘sta serietà, ‘sta attitudine e ‘ste minchiate che non fanno neanche più ridere i polli. La vita è bella ragazzi, ogni tanto bisogna anche fermarsi a sorridere, se no cosa viviamo a fare? A disquisire su chi ha inventato il thrash e va osannato? Non scherziamo, i problemi sono altri. C’è anche un piccolo grande dettaglio che mi sono tenuto per ultimo, come è giusto che sia, ma non è roba di poco conto. In questo disco è presente una canzone che si chiama Bend It Like Bender ed è assassina come un killer professionista. Il pubblico giustamente la canta a squarciagola quasi coprendo Devin; niente da dire: un capolavoro e una delle canzoni più belle di sempre di quelle nate dalla mente che vorrei tanto esplorare. Ha una strofa inutile ed è tutta costruita sul ritornello di Anneke: la vetta di godimento è ampiamente superata, e non farete altro che riascoltarla, la pressione del tasto rincomincia scatterà automatica come un bisogno compulsivo. Ci sono caduto dentro anche io come una pera cotta: ho passato tre giorni ascoltando solo questa in macchina, poi mi sono accorto che nel disco c’erano altre canzoni. Disco stra-consigliato quindi, credibile sotto tutti i punti di vista e con canzoni decisamente sopra la media; nel dvd viene riproposto con la solita maestria davanti a un pubblico impazzito e divertito a meraviglia. Chapeau. Gli encore qui proposti sono: Pixilate di Synchestra, Life di Ocean Machine e la meravigliosa Kingdom di Physicist poi riproposta su Epicloud. Roba da martellate sugli attributi per non esserci stato. Ah già, il voto! Addicted si può tranquillamente collocare verso il 90 secco: canzoni di questo livello associate ad una qualità di questo livello sono merce rara. Per tutto il resto c’è sempre Lulu, addirittura considerato un disco. Mah.
DECONSTRUCTION E’ noto e arcinoto che a mio parere il metal è City. E’ il caposaldo e il fulcro di tutto. Bene, detto questo, quando ascoltai Deconstruction per la prima volta pensai di aver sbagliato disco e di avere messo su Ghost (erano venduti insieme)! Si perché questo inizia molto soft, ti prende in giro. Ricordo anche molto bene che dovetti fermarmi con la macchina per inquadrare meglio la situazione, e la conclusione fu: “Cazzo ce l’ha fatta!” A fare che? Semplice, a raggiungere ancora una volta un certo tipo di suono, e a migliorarlo. City è distruzione, potenza, stratificazione del suono, cattiveria pura; Deconstruction è tutto ciò ma è un disco progressive metal. Una roba da manicomio che solo Devin avrebbe potuto fare. E’ uno dei suoi apici in assoluto: un campionario di composizione, tecnica, suoni, idee, fantasia, genialità e ovviamente impatto. E’ un disco pesantissimo e senza compromessi: si ama o si odia. Si sente a volte definirlo rumore, cacofonia, marasma sconclusionato. Non esiste. Deconstruction è uno dei dischi metal più belli degli ultimi dieci anni, anzi, IL disco metal più bello degli ultimi dieci anni. E’ il “Non hai vinto, ritenta” per qualsiasi cosa si definisca estrema e che ci si metta a paragone. Poi diciamo pure che Devin non è influente, che non ha peso e balle varie; chi ce lo dovrebbe avere quindi? La gente che fa lo stesso disco da 20 anni? La gente che vive sugli allori di 20 anni fa e fa uscire un frisbee dietro l’altro? Siamo (ancora per poco) nel 2012, non negli anni 80, e a questo livello, oggi, non c’è nessuno. Un conto è il sacrosanto e legittimo non mi piace, un conto è sparare cazzate. Detto questo va bene qualsiasi pezzo, qualsiasi momento, qualsiasi nota per rendere Deconstruction un capolavoro immenso. Il crescendo micidiale di Praise The Lowered, la malattia di Stand, il battere con tanto di cori tipo tromboni di Juular, la stratosferica Planet Of The Apes con tanto di cori pseudo-natalizi fatti da simil bambini alternati a voci demoniache, la suadente Sumeria, l’epocaleThe Mighty Masturbator pezzo techno incluso. (pausa per respirare). E Pandemic dove la mettiamo? E’ una scheggia impazzita suonata a velocità da denuncia, qui Dirk alla batteria si supera davvero, poi i soprani nel battere, gli stacchi progressive, l’impatto e la furia devastanti. Concludono la titletrack fatta di pura tecnica e la mazzata finale a nome Poltergeist, esecuzione praticamente perfetta. Non sto a raccontarvi cosa succede nei dvd, lo lascio scoprire a voi nel caso acquistiate questo succoso cofanetto. Ma già i dischi ce li avete, veeeerooooooo???? Qui gli encore sono tre, e parliamo di Fake Punk, Wallet Chain e Metal Dilemma, tutti pezzi presi da Punky Bruster. Cimeli, quindi, cimeli però di classe.
GHOST Per l’esecuzione del quarto e ultimo disco della serie ci spostiamo alla Union Chapel, sempre a Londra. Che dire? Ghost è stato concepito per essere ascoltato appena dopo Deconstruction. Ne è la sua vera e propria antitesi, l’esatto opposto del macello che abbiamo appena ascoltato. Ghost è un sogno, un viaggio onirico, è pura pace. Ci assestiamo quindi su un territorio ambient fatto di chitarre acustiche, uccellini e oscuramento dei sensi tipo post-coito. Ghost è la sigaretta dopo l’orgasmo, scusate, ma è la definizione migliore che ho trovato. Può anche ovviamente essere ascoltato singolarmente, ma il giusto senso lo trova se assaporato dopo la carneficina sonora a sfondo circense di cui sopra. Parliamo comunque di un disco molto bello, con l’unica controindicazione che bisogna essere mentalmente predisposti all’ascolto. Nel senso, non è di certo l’opera che ascoltereste quando siete incazzati! Il pubblico si lascia trasportare e applaude sentitamente: presumo che il 90% delle persone presenti si sia visto tutti i concerti, ahimè, che vita grama. Tre anche qui gli encore: Fall, Radical Highway e Watch You.
QUINDI? Quindi By A Thread è un cofanetto esclusivamente per fan accaniti. Anche perché, se non avete ancora i quattro dischi, o siete degli psicopatici oppure non vi piace Devin. Sono perdonabili le mancanze di Ki e Ghost, da lavata di capo il non avere Addicted e da patibolo non possedere Deconstruction. Parlo di possesso in senso fisico: ascoltare i dischi di Devin senza un supporto e un impianto adeguato è follia pura. Usa stratificazioni di suono talmente notevoli che già è difficile percepire ogni singola cosa da cd e con casse potenti, figuriamoci se la fonte è Youtube assieme a un computer. Quindi non avvicinatevi mai allo zio se non adeguatamente armati, perché vi perdereste un buon 40% della sua musica. Per chi comunque non avesse nessuno dei quattro dischi e fosse interessato, consiglio il cofanetto Contain Us in cui sono contenuti tutti assieme a due cd di b-sides, due dvd e altre amenità. Vale da sola il prezzo del biglietto la versione rimasterizzata per l’occasione di Deconstructio, che è molto meglio dell’originale e se messa a tutto volume toglierà le ragnatele da casa vostra con buona pace della vostra mamma. Non mi sono preso molto la briga di descrivere adeguatamente le immagini di quest’opera quindi, perché le scene di un simil muppet che growla come un indemoniato in Planet Of The Apes e i comizi politici di Ziltoid sono roba da fan.
Devin chiude qui un ciclo durato anni e anni di duro lavoro, lo chiude alla grandissima con prestazioni e spettacoli di altissimo livello e qualità. Ogni dvd ovviamente comprende dei suoi personali commenti, una galleria fotografica, i video ufficiali e infine un’intervista. E’ tutto confezionato benissimo, con un ottimo artwork e un booklet con parecchie foto. Si trova anche a un prezzo non esagerato, stiamo comunque parlando di almeno quindici ore di materiale eh! Come al solito l’unica cosa che bisogna fare è rendere grazie a quest’uomo, capita spesso alla fine di ciò che parla di una sua opera.
P.s.: Ora che sicuramente avete sentito Deconstruction, provate a vedere se Autotheism dei Faceless (un altro capolavoro) non ne è stato influenzato. Così, per dire ancora una volta che Devin non pesa e non influenza nessuno. P.p.s.: Ho forse la faccia di uno che si diverte a provocare e in un certo senso ci gode anche? SI!
Buon Natale!
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10
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Ma fatela una bella recensione di Addicted! mannaggia |
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9
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Addicted! è pure intrattenimento in stile Townsend,cosa chiedere di più? |
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8
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Addicted! è davvero un bel disco,il sodalizio tra Devin ed Anneke crea dei pezzi perlopiù immediati ma che non tradiscono assolutamente lo stile e la personalità del pelatone canadese! |
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7
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@waste of air.Condivido in pieno la tua descrizione,e comunque molte persone impiegheranno anni prima di capire la sua genialità,e Deconstuction meritava il massimo dei voti su questo sito. |
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6
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Per il semplice motivo che quando Deconstruction è uscito Waste non faceva ancora parte della redazione |
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5
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Questa recensione mi è piaciuta molto. Condivido gran parte di quello che dice il recensore. La parte su Deconstruction mi fa sorgere una domanda: perché non l'ha scritta "Waste Of Air" la recensione di Deconstruction che su questo sito prende "solo" 87? Peccato. Deconstruction è il mio album preferito ed è, secondo me, il migliore della discografia solista di Devin Townsend. |
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4
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Ad oggi è, forse anche l'unico (ovviamente dopo Buckethead che si registra anche quando cambia le corde della sua chitarra) ad essere il musicista tra i più prolifici ed eccentrici del panorama musicale.Il cofanetto sontuoso stile "treccani" ne è certamente l'esempio e rappresenta una palese volontà di racchiudere un periodo storico musicale per ricercare un chiaro ed unico filo di connessione tra tutte quelle sue produzioni musicali pubblicandole in stile "post-mortem"..probabilmente non credo che lui sappia concretamente cosa pubblichi figurarsi gli ascoltatori...Certamente al giorno d'oggi di genialità musicali ve ne sono ben poche, anzi anche qui sovrasta una forma di crisi globale dopo l'unico vero compositore stravagantemente logico come Zappa. Ma Devin spesso e volentieri è molto irregolare nei suoi prodotti come lo scandaloso Epicloud, ed a seguirlo, anche per vero fan, può diventare tremendamente indigeribile, o meglio, questo è ciò che accade a me che mi reputo un suo discreto stimatore. Anche se negli store online è andato a ruba...io, con tutta franchezza, non lo comprerei mai...Jimi TG |
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2
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Devin è il più grande genio musicale contemporaneo...Questa quadrilogia così complessa, completa, schizzofrenica ed estasiante la poteva concepire solo lui!!!!! P.S. ottima recensione |
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1
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Come descrivi te un disco di Devin non lo fa nessun altro |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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DVD 1: KI 1. A Monday 2. Coast 3. Disruptr 4. Gato 5. Terminal 6. Heaven's End 7. Ain't Never Gonna Win 8. Winter 9. Trainfire 10. Lady Helen 11. Ki 12. Quiet Riot 13. Demon League
DVD 2: ADDICTED 1. Addicted! 2. Universe in a Ball! 3. Bend It Like Bender! 4. Supercrush! 5. Hyperdrive! 6. Resolve! 7. Ih-Ah! 8. The Way Home! 9. Numbered! 10. Awake!! DVD 3: DECONSTRUCION 1. Praise the Lowered 2. Stand 3. Juular 4. Planet of the Apes 5. Sumeria 6. The Mighty Masturbator 7. Pandemic 8. Deconstruction 9. Poltergeist
DVD 4: GHOST 1. Fly 2. Heart Baby 3. Feather 4. Kawaii 5. Ghost 6. Blackberry 7. Monsoon 8. Dark Matters 9. Texada 10. Seams 11. Infinite Ocean 12. As You Were
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Line Up
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DVD 1: KI Devin Townsend - Voce e chitarra Duris Maxwell - Batteria Jean - Basso Dave Young - Tastiere
DVD 2: ADDICTED Devin Townsend – Voce, chitarra, tasrtiera, programming Ryan Van Poederooyen – Batteria Brian Waddell – Basso Mark Cimino – Chitarra
DVD 3: DECONSTRUCTION Devin Townsend – Voce, chitarra, basso, tastiere, programming Ryan Van Poederooyen – Batteria su brani 1, 2, 4 e 6 Dirk Verbeuren – Batteria su brani 3, 5, 6, 7, 8 E 9 Paul Kuhr – Voce su "Praise the Lowered" Mikael Åkerfeldt – Voce su "Stand" Ihsahn – Voce su "Juular" Tommy Giles Rogers – Voce su "Planet of the Apes" Joe Duplantier – Voce su "Sumeria" Paul Masvidal – Voce su "Sumeria" Greg Puciato – Voce su "The Mighty Masturbator" Floor Jansen – Voce su "Pandemic" Oderus Urungus – Voce su "Deconstruction" Fredrik Thordendal – Chitarra solista su "Deconstruction"
DVD 4: GHOST Devin Townsend – Chitarra, basso, voce, banjo, ambience Dave Young – Tastiere, mandolino Mike St-Jean – Batteria Kat Epple – Flauto, ewi, bawu Katrina Natale – Voce
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RECENSIONI |
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