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DOOMRAISER - La storia delle Montagne della follia
22/08/2011 (3016 letture)
I romani Doomraiser sono un nome conosciuto nell'ambito del doom italiano: autori del recente Mountains Of Madness, abbiamo raggiunto virtualmente Nicola "Cynar" Rossi, cantante, e Andrea "BJ" Caminiti, bassista della band. Questo il risultato del nostro scambio epistolare: buona lettura!

Gnezz: Salve Doomraiser, benvenuti su Metallized.it!
Band: Ciao a tutti.

Gnezz: Incominciamo parlando del nuovo album, ossia Mountains of Madness: come per numerose band il terzo disco rappresenta la prova migliore e la vera dimostrazione di maturità e, nel vostro caso, la teoria si è per l'ennesima volta avverata. Com'è stato il processo compositivo del disco?
BJ: Guarda, noi al solito nostro abbiamo cercato di fare al meglio quello che ci piace, ovviamente concentrati nel non fare un passo indietro e confermare almeno quello che avevamo raggiunto con il secondo disco. Confido che sentivamo un po’ di pressione per questo. Pressione che non era esterna o dettata dalla nostra etichetta, ma più da noi. Ci teniamo molto alla musica e ad essa intesa come forma di espressione ed arte. Non volevamo deludere principalmente noi stessi. Ci ripetevamo sempre che avevamo fatto un ottimo primo disco, Lords of Mercy, accolto in maniera inaspettata per noi, cosa che ci ha permesso di girare l’Europa da subito. Siamo cresciuti e andati avanti portando ancor più alle orecchie della gente l’entità Doomraiser con il secondo disco, Erasing the Remembrance. E ora al terzo disco che facciamo, ci tiriamo indietro! Abbiamo lasciato sempre libera la nostra creatività di uscire, ma con una sorta di criticità interna maggiore. Al solito componiamo assieme suonando e sviluppando idee che nascono suonando come band e non come singole individualità. Anche nel momento in cui stavamo giungendo all’entrata in studio e alla scadenza per la consegna del disco abbiamo evitato di farci avvolgere dalla pressione, cercando di conservare sempre una certa dose di lucidità nel nostro essere liberi e non vincolati da nulla, esterni alla band o altro in fase compositiva. Anzi, io sono del parere che una scadenza ad un certo punto eviti di far girare troppo intorno a quello che si fa ed aiuti a mettere un punto nel fotografare il vero momento in cui le cose nascono.
Cynar: Il lavoro di composizione non è cambiato molto rispetto ai dischi precedenti, si andava in studio e come sempre ci si lasciava trasportare dalle emozioni create dai vari nuovi riff e dalle melodie, nel momento in cui ci rendevamo conto di aver detto tutto si iniziava il lavoro di rifinitura aggiungendo particolari.

Gnezz: Il titolo Mountains of Madness è ispirato ovviamente a Lovecraft, chi di voi è appassionato dello scrittore? Devo ammettere che è molto adatto alla vostra proposta, un doom monolitico e possente ma allo stesso tempo folle e assolutamente ispirato!
Cynar: Io sono un grande appassionato della letteratura di Lovecraft, ma devo dire che il racconto dello scrittore Le Montagne Della Follia ha dato solo un spunto di riflessione per lo sviluppo delle tematiche che ruotano attorno al concept dell'album, in realtà ci siamo allontanati da quello che era la vera storia e il suo significato.
BJ: Il titolo, come il resto, è stata semplicemente un’ispirazione in quanto il concept dell’album -così come le liriche- non hanno nulla a che vedere con il romanzo di Lovecraft. Pur essendone appassionati tutto il disco affronta un discorso molto più esoterico a cui ben si accostava il titolo ed una certa atmosfera legata all’autore.

Gnezz: Già con Erasing the Remembrance vi eravate affermati come ottima band sia su disco che in sede live, con Mountains of Madness direi che potete ufficialmente competere con la scena doom europea! Com'è stato accolto il disco in Europa?
BJ: Tirare un bilancio sinceramente è troppo presto ora; anche se i feedback sono molti e positivi, al momento non siamo in grado di poter constatare realmente questa cosa. Ci scrivono in molti, tutta la stampa specializzata è molto interessata e ci mandano complimenti addirittura prima che pubblichino la recensione od in fase d’intervista. Quindi, a mio avviso, questo è già un gran risultato. Ricevere tanti apprezzamenti per la propria musica e poter comunicare con essa.

Gnezz: Cosi come nel primo album non avete utilizzato alcun intro come traccia vera e propria, mentre in Erasing... ve n'erano addirittura due (Pachidermic Ritual e Head To The River). Come mai questa scelta?
Cynar: In realtà non c'è nessun significato sotterraneo, è stata una scelta non programmata.
BJ: Non c’è una vera e propria logica dietro; utilizziamo sempre intro per ogni pezzo che facciano da ponte, anche in questo disco così come nel primo Lords of Mercy. In Erasing the Remembrance abbiamo semplicemente pensato di separare e dare due titoli diversi a quelle che erano più lunghe ed una è quasi una vera e propria song, per dare la possibilità di mandare avanti e partire a sentire il direttamente il pezzo senza attendere la fine dell’intro. Tutto lì. Come detto nessuna logica. Solo ispirazione in base a una sensazione nata sul momento in cui noi stessi ascoltavamo il lavoro durante la sua crescita.

Gnezz: Parliamo dei testi di Mountains of Madness, di cosa trattano?
Cynar: Per quanto riguarda i testi, essi sono tutti collegati tra di loro da un concept. Tutto ruota sul tema dell'esistenza di un mondo oramai perduto al quale apparteneva l'uomo, un mondo dal quale oggi noi possiamo vedere solamente i decadenti resti, le rovine di un passato glorioso in pieno contatto armonico con la natura e con le sue leggi. Esistevano civiltà e popolazioni sparse per tutto il mondo che riuscivano tramite la lettura dei simboli ad entrare in contatto con il cosmo tutto. Ovviamente tramite il processo di ciclicità del tempo tutto ciò non esiste più, è andato perduto, solo alcuni sono depositari di antichi saperi. Ma come la “Fenice” tutto rinasce, tutto ciclicamente torna!

Gnezz: Che ne pensate della scena doom italica e in particolare di quella romana? Potete elencarci qualche gruppo in particolare che vorreste far conoscere agli utenti di Metallized.it?
BJ: La trovo particolarmente florida, di ottimo livello e che sta continuando a ricevere buoni apprezzamenti a livello internazionale. Io mi sento di fare i nomi ora, senza togliere niente a nessun'altra band, con cui siamo anche molto amici oltre ad apprezzare la loro proposta, di Misty Morning (ho appena ascoltato il loro nuovo ep ed hanno fatto una crescita grandissima), The Hands of Orlac, Black Oath, Temple of Pain. Spenderei un paio di parole in più per L’Impero delle Ombre, con cui abbiamo condiviso il palco ultimamente e dei quali sono rimasto favorevolmente colpito anche dalla loro dimensione live oltre che dalle persone, con cui è piacevole parlare davanti a qualche birra. Spero riaccada presto.
Cynar: Tra i tanti gruppi sicuramente da citare sono i Midryasi, i Sesta Marconi, i Misty Morning, i Misantropus, L'impero Delle Ombre, i God Watt Redemption ecc., ovviamente tutti con il proprio stile e con la propria personalità.

Gnezz: Vi ho rivisto live ultimamente durante il release party di Mountains of Madness all'Init (clicca qui per leggerne il report), sprigionate un'energia live fuori dal comune! Che ne pensate dell'area concertistica? Scommetto la preferiate di gran lunga alla versione in studio!
BJ: Credo che in generale per una band sia la dimensione più importante. Al giorno d’oggi chiunque è in grado di registrare e produrre musica discreta grazie alle tecnologie disponibili. A prescindere da questo una band è fatta per suonare assieme ed il live è il punto massimo in cui le energie di chi suona si uniscono tra loro con quelle di chi ascolta. E’ quello il momento in cui si vede la reale qualità di un gruppo, senza stare troppo a ricamare sulla tecnica di cui si dispone o meno. Riproporre in sede live la propria musica e farla rendere è la vera differenza da band a band. Anzi credo che in fase di composizione il pezzo debba già funzionare per l’esecuzione live. E’, inoltre, divertimento. Non riuscirei assolutamente a scindere musica dal live.
Cynar: Sono due mondi diversi ma magici entrambi. In studio ci divertiamo curando il suono e sperimentando, mentre nella sezione live ci piace essere più diretti e concisi per non tradire la nostra sporca attitudine rock n' roll che ci portiamo dietro da sempre!

Gnezz: Di recente avete fatto da spalla per la seconda volta agli storici Electric Wizard (clicca qui per leggerne il report) ed ai Saturnus per la facciata più estrema, com'è stato suonare con due band cosi importanti e influenti? Vuoi raccontarci qualche aneddoto derivante da tali eventi?
BJ: Non è la prima volta che ci capita di dividere il palco con band importanti ed influenti come quelle citate. Abbiamo suonate anche assieme ad Orange Goblin, Sodom, Shrinebuilder (con membri di Sleep/Melvins/Neurosis/Saint Vitus) e molti altri. Molto spesso sono nate buone amicizie che continuano ad essere coltivate, ma la soddisfazione maggiore deriva da ricevere apprezzamento da queste band, alcune delle quali ci hanno anche ispirato.

Gnezz: State organizzando qualche tour di supporto a Mountains of Madness? Quando prevedete di tornare a suonare qui nella Capitale?
BJ: Nulla di realmente pianificato al momento. Stiamo valutando, di sicuro saremo molto attivi sul fronte concertistico come al nostro solito.

Gnezz: Puoi preannunciarci qualcosina sullo Stoned Hand of Doom? In che periodo dovrebbe svolgersi? Sarà di due giorni il festival?
BJ: Non so dirti nulla di preciso ancora, è probabile che non ci sia l’edizione del 2011 per concentrarsi su una buona edizione nel 2012. Non voglio fare passi indietro per il festival dopo tutto il lavoro fatto fino ad ora per avere un festival di caratura internazionale per questo genere qui in Italia. E preciso, siamo in Italia e tutto è più difficile. Preferisco, se è meglio, saltare un anno che fare un edizione minore. Arriverà comunque.
Gnezz: Grazie dell'intervista e complimenti per lo splendido Mountains of Madness! Volete lasciare un ultimo messaggio ai lettori di Metallized.it?
BJ: Riempitevi il boccale di birra e date un ascolto al nostro nuovo disco. Ci si vede in giro molto presto. DOOM ON.



BILLOROCK fci.
Mercoledì 24 Agosto 2011, 14.09.10
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Grandi DOOM continuate a spaccare così e buone bevute !!
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