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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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DIMMU BORGIR - New Age-Estragon, Roncade (TV)-Bologna, 10-12/06/2012
15/06/2012 (5323 letture)
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AN EVENING WITH DIMMU BORGIR - New Age Club, Roncade (TV), 10/06/2012 30 maggio 1997: una pietra miliare si conficca nel percorso musicale dei Dimmu Borgir, esce Enthrone Darkness Triumphant, lavoro che diventerà un faro per moltissime realtà dedite al black sinfonico e che all'epoca ha rivoluzionato la carriera del quintetto. A distanza di tre lustri dall'uscita originale, i nostri decidono di proseguire il proprio percorso autocelebrativo (intrapreso non troppo felicemente con il remake Stormblåst MMV) imbastendo un tour che ripropone l'album storico nella sua totalità, per i nostalgici e per coloro che non hanno potuto assistere al tour originale.
Le porte del New Age Club si spalancano poco dopo le venti e trenta, consentendo l'accesso ai numerosi fan radunatisi davanti al piazzale. Come sempre il primo vano diventa lo spazio che ospita il banco per il merchandise, mentre la sala principale costituisce l'ambiente in cui si svolgerà l'esibizione. Il palco si estende per diversi metri quadri ed è già montata tutta l'attrezzatura del sestetto nordico, seppure in una disposizione inconsueta, tanto che alcuni avanzano il dubbio che ci possano essere degli opening act che invece non sono presenti. Ben presto aggirarsi per il locale comincia a farsi più arduo, date le diverse centinaia di persone presenti, ma la crescente calura viene mitigata dai ventilatori da soffitto che consentono un'attesa non troppo soffocante dato lo stiparsi delle persone di fronte al palco. A tutti gli effetti una band d'apertura per riempire il lasso di tempo prima dell'esibizione non sarebbe stata una cattiva scelta, ma gli headliner hanno optato per un tour in solitaria. I minuti scorrono lentamente: tra occhiate agli sconosciuti in mezzo al pubblico, chiacchiere con amici e qualche rinfrescante boccata d'aria nello spazio esterno al locale si fanno circa le ventidue e trenta quando inizia a sentirsi lo spirare del glaciale vento del nord, scandito da percussioni militaresche in crescendo, che preannuncia l'arrivo dei Dimmu Borgir. Da subito si nota la nuova acconciatura di Silenoz, fattosi più simile al collega Galder, che diventa oggetto di conversazione del pubblico per una decina di secondi. Ma l'attacco suadente di Mourning Palace trasforma il chiacchiericcio in un boato: la Delorean immatricolata in Norvegia sta partendo e sembra ancora incredibile fare ritorno all'epoca d'oro di Enthrone Darkness Triumphant. La band è in ottima forma, a partire dalla coppia d'asce che si destreggiano senza difficoltà ed intrattengono il pubblico, il tastierista Gerlioz sembra quasi arricchire le partiture amplificandone la solennità; ma su tutti emerge l'operato solido del drummer Dariusz “Daray” Brzozowski (ex Vader), preciso ed efferato come una macchina di morte. Spellbound segue l'opener senza concedere tempo per gli applausi, travolgendo il pubblico che risponde da subito alle incitazioni di Shagrath senza timidezza alcuna. Il frontman si dimostra molto carismatico nel coinvolgimento degli spettatori, tuttavia soffre in alcuni momenti di un'eccessiva staticità che fortunatamente non viene interpretata come freddezza. La prova strumentale si mantiene su livelli molto elevati con lo scorrere della scaletta, seguendo fedelmente l'album del '97, dimostrandosi molto intensa in corrispondenza della spietata Tormentor Of Christian Souls. Segue una sorpresa: anziché esserci Entrance, il frontman dedica il brano seguente alle donne in sala. Dall'intro di tastiera si riconosce A Succubus In Rapture e s'intuisce che qualcosa non quadra: una parte del disco è stata saltata, tanto che per il resto della serata diversi continueranno a chiedere a gran voce di eseguire Master Of Disharmony, restando puntualmente delusi. Nel finale del brano i toni si fanno solenni ed i duetti di chitarra vengono eseguiti con dovizia di pathos, la dinamica è palpabile ed arricchita di armoniche, con Galder e Silenoz che suonano spalla contro spalla.
Il concerto s'interrompe per una breve pausa al termine di Raabjørn Speiler Draugheimens Skodde, concedendo ai norvegesi qualche minuto per recuperare liquidi e ripartire in piene forze. Nell'intermezzo vengono riprodotte alcune basi orchestrali dei brani più famosi, tra cui la solenne Born Treacherous, per mantenere vivo l'interesse dell'audience, fino al ritorno on stage di Daray. Questo improvvisa un assolo di batteria, mettendo ancora una volta in luce le proprie ottime capacità e coinvolgendo il pubblico che risponde con ovazioni ai colpi di crash. Rientra sul palco anche il resto della band ed ha inizio la seconda parte del concerto, quella dedicata ai classici. L'attenzione viene posta soprattutto sulle uscite dell'ultima decade, toccando gli episodi più significativi per ciascuno dei dischi: si passa così per Death Cult Armageddon con una forsennata Vredesbyrd, per poi tornare ad una monolitica Kings Of The Carnival Creation: il brano in cui l'intera resa dal vivo della band è messa a dura prova, batteria in primis. Ma, ancora una volta, Dariusz Brzozowski non delude, raccogliendo senza troppa fatica l'eredità di Barker e riuscendo a tenere con precisione chirurgica il finale tritaossa. È il momento di toccare anche il recente Abrahadabra, sciorinando la tripletta Ritualist/Dimmu Borgir/Gateways. Per queste esecuzioni i Dimmu Borgir si avvalgono di inserimenti a click di cori, orchestrazione e dell'intervento vocale dell'intrigante Agnete Kjølsrud, riuscendo a proporre un sound vicinissimo a quello dell'ultimo disco ma al contempo dotato dell'impatto live. Un'altra capatina ai tempi di Puritanical Euphoric Misanthropia con Puritania e una toccata e fuga a In Sorte Diaboli, da cui viene pescata solo The Serpentine Offering, anticipano il gran finale con Progenies Of The Great Apocalypse. Durante il break con il cantato di Vortex partono per l'ennesima volta i campionamenti, con in aggiunta le vocals pulite di Shagrath (anche se udibili a malapena) che in diverse occasioni si è spinto più in là del solito scream per dare maggiore spessore alle linee, prova però spesso coperta dal canto a squarciagola del pubblico.
Nel complesso dunque l'esecuzione è stata di pregevole fattura, accompagnata da una buona presenza scenica dei due chitarristi - Galder vince per la simpatia delle sue espressioni - ed una discreta capacità di interazione col pubblico da parte di Shagrath. I brani, già di per sé suggestivi in veste originale, eseguiti da una formazione solida e tecnicamente preparata. Certo qualche piccola imperfezione nei volumi, che si facevano assordanti in alcuni inserimenti di tastiera, può sempre succedere, ma nel complesso la qualità del suono si poteva dire più che discreta e costante nei diversi punti della sala. Un paio di considerazione conclusive: era proprio necessario tagliare quei brani di Enthrone Darkness Triumphant? In fondo in tour è nato come occasione di risentire per intero l'album del '97, dunque non sarebbe stato così sbagliato fare qualche taglio in più nei confronti ultimi lavori (magari prendendo un solo brano per disco dai restanti, memori dell'esperienza fatta dagli Opeth nell'ultimo dvd celebrativo di Blackwater Park, In Live Concert At The Royal Albert Hall ) ma continuare a riproporre il capolavoro in tutta la sua interezza. La seconda perplessità riguarda lo stato vocale di Shagrath, autore di una performance buona nella prima parte del concerto ma tendente al suo tipico gracidio nella conclusione dell'evento. Questo significa che beccare la serata giusta è sinonimo di un'ottima resa dal vivo, ma se il vocalist è affaticato dalle date precedenti questo può anche tradursi in un taglio della setlist ed una prova sottotono, dunque è giusto pagare un biglietto dal prezzo non indifferente (si aggirava intorno ai 30 euro di media per questo tour) sapendo di giocare alla roulette russa? Per la data di Treviso posso certamente dire che il concerto meritava la spesa, dimostrando una band ancora in forma dopo quasi vent'anni di carriera nel genere estremo, precisa ed attenta al coinvolgimento del pubblico come dei veri professionisti dovrebbero essere.
SETLIST : Mourning Palace Spellbound (By The Devil) In Death's Embrace Relinquishment Of Spirit And Flesh The Night Masquerade Tormentor Of Christian Souls A Succubus In Rapture Raabjørn Speiler Draugheimens Skodde Daray's Drum Solo Vredesbyrd Kings Of The Carnival Creation Ritualist Dimmu Borgir Gateways Puritania The Serpentine Offering Progenies Of The Great Apocalypse
AN EVENING WITH DIMMU BORGIR - Estragon, Bologna, 12/06/2012 Magari la data di Bologna si fosse svolta come quella di Treviso! Il live nel capoluogo emiliano si è rivelato un vero e proprio bidone, una delusione che avanzava brano dopo brano. Ma magari l'esecuzione di Enthrone Darkness Triumphant si fosse limitata alla mancanza di Master of Disharmony! Il filo conduttore e l'entusiasmo della gente si sono entrambi smorzati dopo In Death's Embrace, quando i nostri interrompono la lineare performance dell'album per suonare Vredesbyrd... Ok, ci può stare - si potrebbe pensare - stanno intervallando due-tre brani da Enthrone con altri presi dagli altri album. E invece no: i norvegesi hanno eseguito esattamente tutto il resto dei brani che dovevano fare dopo il celeberrimo disco; l'unica eccezione è stata l'omonima track Dimmu Borgir posizionata fra Kings of Carnival Creation e Ritualist; poi Gateways, Puritania e via di seguito suonando solo 11 brani rispetto ai 17 della data precedente. Ma questa è la beffa, il danno è stato anche altro: i suoni erano al limite dell'oscenità (e l’Estragon è celebre per avere sempre dei suoni al di sopra della media delle altre location italiane analoghe); l'intera scena era dominata dalla batteria, dalla chitarra di Silenoz e dalla voce; le tastiere si sentivano pochissimo - tanto che in molti dubitavano delle abilità tecniche di Gerlioz, la chitarra di Galder andava e veniva e il bassista era solo una figura in più sul palco. I samples delle vocals di Agnete Kjølsrud sono indispensabili, ma sentire continuamente quelli di Vortex mi ha fatto riflettere più volte alla cantonata presa dai Dimmu Borgir nel lasciare a casa un tassello, se non fondamentale, quantomeno reiterante nei brani che continuano a riproporre. Anche la mancanza di Mustis si è fatta sentire visto che più di una volta sono emersi vari samples di pianoforte. Mi sento di dire che i Dimmu Borgir sono più o meno quello che James Cameron rappresenta per gli amanti del cinema d'essai: promettono il mega-show, lo spettacolo al fine del puro intrattenimento, gli effetti speciali e la potente presenza ma alla fine dei conti quello che rimane è solo una gran carnevalata e solo la pura forma priva di alcuna sostanza. Uscendo dalla venue, nel retro del palazzetto, se c'erano una trentina di persone che stavano aspettando per vedere comparire i loro beniamini, ce n'erano almeno il triplo che gli urlavano di andare a quel paese.
Si ringrazia, in ogni caso, Max della Live eventi per averci fornito il photo-pass
SETLIST: Mourning Palace Spellbound (By The Devil) In Death's Embrace Vredesbyrd Kings Of The Carnival Creation Dimmu Borgir Ritualist Gateways Puritania Daray's Drum Solo The Serpentine Offering Progenies Of The Great Apocalypse
Report data di Trevso a cura di Giovanni Perin “GioMasteR”. Report data di Bologna a cura di Andrea Moretti “Moro”. Si ringrazia Sarah Corami “Scontrosa Velenosa” per le foto della data di Treviso. Si ringrazia Johnny Viscidous Cancrena per le foto della data di Bologna.
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Cavolo... E pensare che stavo per andarci... Meno male  |
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bravissimo anche il batterista (di estrazione death-polacco) che dimostra buoni doti tecniche e buona sintonia con i capoccioni della band però ho l'impressione che il suonare questo genere di musica (black sinfonico) lo blocchi, lo castri, lo limiti, non permettendogli quindi di esprimere al massimo tutte le sue potenzialità |
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sono stato a ROMA e confermo l' OTTIMO CONCERTO che c'è stato... ero lì quasi esclusivamente per sentire l'intero ENTHRONE DARKNESS TRIUMPHANT e per fortuna sono stato ampiamente ripagato buonissima prestazione della band sia tecnicamente che come interazione con il pubblico! => quest'ultima cosa sconosciuta al bassista e al tastierista che hann pensato solo alla mera esecuzione... (dai semplici "turnisti" quali sono e confermano di essere ) |
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no, sono arrivato che c'era già un bel po' di gente dentro e in cassa non c'era nessuno. poi ora ho i capelli corti stile new-wave.. avevo una canotta degli Orcustus però.... |
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@moro... si vede che han fatto a scendere... tanto l'italia è uguale han detto " che volete ascoltare ancora tutto??" voglio meterla sul ridere guarda altrimenti... p.s. moro eri davanti alla cassa mentre apriva con una ragazza per caso? |
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@andrea: si... Maledetto correttore automatico dell'iPhone. In pratica a Roma hanno fatto TUTTO. Compreso pezzi saltati a Treviso e pezzi di "ripiego" a Bologna. Beh, si vede che da noi si sono riposati 'sti stronzi. |
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Sono stato a Bologna ed è stata una delusione. Di certo non può essere colpa del pubblico se si sono comportati male, c'era tanta gente a vederli ed erano abbastanza partecipi. Comunque peggio per loro, hanno solo da perdere dai fans con questi atteggiamenti stupidi. |
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Strano! Il concerto a Roma è stato, invece, quasi indimenticabile, con anche Shagrath perfetto al microfono (persino nei - pochi - passaggi in clean, dove ha offerto anche dei controcanti piuttosto alti). Veramente misterioso come un giorno si possa essere così piatti e demotivati come li ha descritti Moro mentre il giorno prima una vera e propria macchina da concerto. Mah! |
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Salve a tutti. MI pare di capire che chi si è visto i Dimmu a Roma è stato molto ma molto più fortunato. I suoni sono stati buoni anche se c'è stato qualche problema con la voce e/o microfono di Shagrath e la setlist è stata molto più "corposa" ( cosa che farà incazzare ulteriormente gli amici di Bologna): Mourning Palace ; Spellbound (By the Devil) ; In Death’s Embrace Relinquishment of Spirit and Flesh ; The Night Masquerade Tormentor of Christian Souls ; Entrance ; Master of Disharmony Prudence’s Fall ; A Succubus in Rapture ; Raabjørn Speiler Draugheimens Skodde ; Encore: Drum Solo ; Vredesbyrd Kings of the Carnival Creation ; Dimmu Borgir ; Ritualist Gateways ; Puritania Second Encore: The Serpentine Offering Progenies of the Great Apocalypse. Cmq gli amici bolognesi devono avergli fatto qcs a Dimmu per meritare un simile trattamento. Che gli avete fatto? Gli avete dato degli Svedesi? Avete cagato sulla tomba del criceto di Shagrath? Gli avete messo le croci dritte invece che rovesciate? Avete detto a Galder che con quei baffetti sembrava uno dei Village People? |
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L'hotel? sento puzza di t9 o qualche altra diavoleria tecnologica! il mio era un interrogativo retorico, comunque. era giusto per dire che io, potendo scegliere, preferirei assistere a una serata in cui suonano uno qualsiasi degli altri dischi. se tutto va bene ovviamente! ma ammetto che dal vivo i due "singoloni" spellbound e mourning palace mi stuzzicano già più che su disco. |
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L'hotel si spiega facilmente: è il primo disco su Nuclear Blast; è il disco che è diventato più popolare e che ha reso i Dimmu Borgir quello che sono. Ha anche contribuito a creare un nuovo gener di blackmetal. |
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ho seguito anch'io online la questione bologna - tra l'altro un amico che ci è stato è rimasto piuttosto soddisfatto, infatti ho scoperto l'accaduto da solo mentre me lo raccontava su skype perché mi sono messo a cercare la setlist trovando di conseguenza i commenti degli sfortunati avventori. mah! lascio ai diretti interessati la discussione sull'accaduto, com'è giusto che sia. due piccole battute: cradle of shit vs. dimmuhamburger 1-0, almeno stavolta! per i fanatici: fatevi una doccia fredda, adoro entrambi e cmq, non capirò mai tutto 'sto hype per enthrone darkness: è forse il disco che mi piace di meno! anzi, non mi ha mai detto granché... |
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Davvero un peccato... io volevo andare alla data di Roma di inizio giugno, ma poi "qualcosa" mi ha detto di non farlo. E purtroppo non sono pentito, i Dimmu Borgir sono stati una grande band solo per pochi anni... |
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A TV il tecnico del suono ha fatto un lavoro P-E-S-S-I-M-O con i volui troppo alti, le casse che gracchiavano e - specialmente nei pezzi da Puritanical in poi - come risultato finale si udiva una cacofonia in cui era impossibile capire una benemerita pippa. Strano, dato che di solito al New Age si sente sempre bene ed è la prima volta che nel locale ho assistito ad uno scempio del genere. |
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giò scusa, non riesco a legger la tua recensione del concerto per rabbia, dopo le prime righe mi son fermato e son corso a leggere moro... per vedere se i miei dubbi erano gli stessi. così si è confermato...esci dall'estrago , accendo la macchina e l'unico pensiero è CHE DELUSIONE...era la prima e sarà l'ultima volta li vedo dal vivo... ma forse è quello che si meritano..so che saranno perdonati dai fans sfegatati ma qui bisogna farsi delle domande.. e ricordare sopratutto..che SENZA NOI .. LORO non sono nulla |
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