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THE DILLINGER ESCAPE PLAN - L’assassino è uno di noi
06/04/2013 (3484 letture)
Manca ormai poco più di un mese all’uscita del nuovo album dei The Dillinger Escape Plan, One Of Us Is The Killer. Il gruppo è ormai entrato nella storia del metal moderno, ponendosi come punto di riferimento per decine di altre band convinte che l’hardcore possa essere tecnico e complesso senza trascurare la violenza sonora. Greg Puciato, cantante del gruppo da ormai un decennio e protagonista principale delle infuocate esibizioni dal vivo della band, ci racconta per telefono cosa ci aspetta in questa nuova fatica in studio, e anche qualche suo interessante piano per il futuro.

Zoro: Il tuo cognome sembra italiano; non è che hai dei parenti italiani?
Greg: Veramente non è italiano, mi dispiace deluderti, credo si tratti di una trascrizione sbagliata. La mia famiglia viene da qualche posto vicino alla Russia, o alla Polonia, non è rimasto niente che lo documenti, tutto risale ai tempo dell’Unione Sovietica, quindi quando la mia famiglia è arrivata in America deve essere scomparsa una "V" alla fine del cognome. Probabilmente anche la "I" era un "H". Ora tutti mi chiedono se è italiano, tipo nei ristoranti italiani, e io rispondo "sì, perché non mi offri l’antipasto?" (ride N.d.R.)

Zoro: Ho sentito che uno di voi è l’assassino. Sei tu per caso?
Greg: (ride N.d.R.) Beh, il significato del titolo è che chiunque può esserlo. Quando ti trovi in certe situazioni, in certe relazioni distruttive dove pensi che sia l’altra persona che ti faccia qualcosa di male, la verità è che probabilmente tu sei ugualmente responsabile per quella situazione, il titolo parla di accettare la responsabilità della negatività nella tua vita. Vedo un sacco di persone puntare il dito contro qualcun altro, una ragazza, un collega, un amico, e dirgli "tu hai fatto questo e quest’altro", ma dobbiamo capire che siamo noi a perpetuare la negatività, o la positività, nella nostra vita.

Zoro: Parlando dell’artwork, vedo che è diverso dal solito, molto più sporco, meno astratto. Troviamo questa differenza anche nella musica?
Greg: Non saprei, è una domanda molto interessante. Non so se l’artwork e la musica esprimano la stessa cosa, è stato realizzato a proposito dalla stessa persona che ha fatto per noi Miss Machine (ovvero Brian Montuori N.d.R.), e questo è stranissimo, dato che quell’artwork era molto astratto. Noi lo conosciamo ormai da 15 anni, abbiamo parlato insieme del nuovo artwork, ma non gli abbiamo fatto sentire nessuna delle canzoni, non ha letto nemmeno i testi, non volevamo che queste cose lo influenzassero. Piuttosto gli abbiamo parlato delle sensazioni, delle emozioni che volevamo passassero. Lui ci ha detto "Ok, domani vi dico cosa mi verrà in mente", e io non avevo idea di cosa potesse inventarsi, pensavo sarebbe stata una fotografia, perché noi all’inizio avevamo chiesto che fosse una fotografia, con sopra qualcosa di fuori di testa. Beh, lui non ci ha ascoltato, perche anche lui è fuori di testa, e ci ha telefonato nel cuore della notte dicendo "mi è venuta quest’idea, guardatela senza pregiudizi e ditemi come vi sembra". A noi è piaciuta immediatamente.

Zoro: OK, parliamo della musica ora. Cosa c’è di nuovo in One of Us is The Killer? È il solito album dei The Dillinger Escape Plan? Cosa dobbiamo aspettarci?
Greg: Beh, è da molti anni ormai che suoniamo, ed è ormai diventato difficile dire qualcosa di nuovo ogni volta. Quando lo abbiamo scritto, ci siamo resi conto che era un album vero, non una raccolta di canzoni, e credo sia la prima volta che mi capiti, lo ascolti dall’inizio alla fine e ne cogli il senso.

Zoro: Possiamo parlare di concept?
Greg: Non è stato pensato in quest’ottica, non lo abbiamo scritto con uno schema preciso in testa, nessuna missione da seguire, ma mentre lo scrivevamo ci siamo resi conto che c’era un filo conduttore, ed ognuno dei titoli è stato scritto nel giro di un minuto. È stato come trovarsi davanti ad una sola canzone, e non a undici pezzi.

Zoro: So che Ben scrive la musica, ma tu i testi. Come funziona, ascolti la musica e poi scrivi?
Greg: Esattamente. Cerco di scrivere i testi il meno tempo possibile prima di registrare la canzone, perché potrebbe passare un sacco di tempo tra il momento in cui sento la musica e quello in cui la incidiamo, e a me interessa catturare l’emozione del momento. Non voglio ripetere parole che ho ripetuto cinquecento volte e non hanno più significato per me, voglio che esse suonino come la prima volta che le ho urlate, perché è quello che sto facendo, è la prima volta. Penso che le persone abbiano perso un po’ il significato di cosa voglia dire incidere un album, è come uno scatto, una fotografia, che cattura un momento preciso. È per questo che, per quanto un album possa essere registrato bene, non sarà mai bello come le tue prime, schifosissime registrazioni. Cerco di scrivere i testi così, Ben mi manda una canzone, io la ascolto e tento di capire le sensazioni che voleva trasmettere, cerco di trovare dentro di me qualcosa che possa esprimere quella vibrazione.

Zoro: Ho sentito l’album, e sono stato molto soddisfatto nel constatare come sia brutale, arrabbiato come mi aspettavo. Perché pensi che abbiamo bisogno di musica così brutale?
Greg: Per quanto mi riguarda è molto strano, io non ascolto molta musica di questo genere, per me è qualcosa di simile ad un sollievo, uno sfogo. Non sono la migliore persona a cui chiederlo, penso ci siano persone che si godono questa musica molto più di me. Io la lascio uscire fuori, e basta. Penso di avere un qualche problema psicologico (ride N.d.R.), probabilmente io ricevo da questa musica, eseguendola e scrivendola, quello che altre persone ricevono ascoltandola, se pensi che questo abbia un senso.

Zoro: Immagino di sì. Quindi non ascolti più musica pesante?
Greg: Lo faccio, ma non tanto quanto quando ero più giovane, ascoltavo musica continuamente, ma quando ho iniziato a scriverla ho iniziato ad ascoltarla sempre di meno, era come se la lasciassi uscire. Penso che la gente ascolti musica pesante per far riflettere qualcosa che hanno dentro, ti fa provare un sacco di emozioni e la musica ti aiuta a tirare fuori quelle emozioni. Quando scrivo, sento già che sto facendo uscire quelle emozioni. Forse non sento più il bisogno di ascoltare quella musica come una volta.

Zoro: Ora parliamo un po’ di te. Ho sentito che stai preparando un progetto con Max Cavalera e Troy Sanders. Come vi siete conosciuti, e in cosa consisterà?
Greg: Con Troy ci conosciamo già da tanto tempo, diciamo undici o dodici anni, ci conosciamo fin da quando eravamo dei novellini. Con Max Cavalera ci siamo conosciuti dopo uno show a Los Angeles, mi pare nel 2009, stavamo chiacchierando di musica, del fatto che dovevamo collaborare una volta, e lui mi fa "ho tra le mani questo nuovo progetto, dovresti passare e registrare delle parti vocali come ospite", e io non ci potevo credere, voglio dire, è Max Cavalera, una leggenda, mi sentivo come un ragazzino di fronte a lui. Quindi ci siamo trovati e abbiamo fatto questa cosa! Lui è davvero un grande, ascolta un sacco di musica interessante, hardcore punk, crust e roba del genere…

Zoro: Ho saputo che hai collaborato con lui in un progetto di musica elettronica.
Greg: Sì, la canzone si chiama Exit Wound. Poi ho fatto anche da guest vocalist su una traccia dei Soulfly. Ci è piaciuto molto lavorare insieme, e ci siamo detti "dovremmo incidere un album intero", ed era un idea grandiosa, perché chi nel nostro ambiente fa collaborazioni di questa portata? Voglio dire, due cantanti che provengono da due generazioni differenti di metal, è assurdo! Una sola canzone è normale, ma un album intero… Di solito cose così succedono nel jazz, o nell’hip-hop. L’anno dopo, mentre ero in tour con i Mastodon ne ho parlato con Troy, e lui mi dice "se non mi chiedi di partecipare, giuro che ti ammazzo! " Io ho risposto"okay, va bene". Così abbiamo iniziato a scrivere, tutto è stato molto naturale e veloce, così ci siamo ritrovati con dodici pezzi. A settembre saremo tutti liberi, e ci troveremo per iniziare ad incidere.

Zoro: Puoi parlarci di che sound avrà quest’album?
Greg: Beh, dato che lo stiamo scrivendo insieme, suonerà esattamente come la gente si aspetta. L’ascolteranno e diranno "ehi, sembra un misto di Dillinger, Cavalera e Mastodon". Ovviamente ci impegneremo perché non sia troppo simile, sarà una soluzione nel mezzo, ovviamente ci saranno le nostre voci e quindi assomiglierà a quanto cantiamo di solito, ma è un progetto diverso, molto più doom, lento, ma anche molto aggressivo, con un attitudine punk molto thrashy e diretta. Ci sono cose che io non ho mai fatto nei Dillinger, e cose che Troy non ha mai fatto nei Mastodon. La cosa più grandiosa è stata spartirci le parti vocali, una cosa alla quale non sono per nulla abituato perché di solito canto solo io. Qui magari canto per trenta secondi e non mi si sente più per due minuti, ed è stranissimo!

Zoro: I The Dillinger Escape Plan sono famosi per le loro performance selvagge: in quale parte del mondo ci sono i moshpit più scatenati, a tuo parere?
Greg: Amico, devo confessarti che gli italiani sono dei fottuti selvaggi!

Zoro: Scherzi?
Greg: Per nulla! Ci sono dei posti che sono molto più fisici degli altri, e l’Europa è sicuramente molto più fisica che gli Stati Uniti. In America il pubblico è troppo attaccabrighe, e ultimamente le regole stanno diventando molto severe, e questo toglie tutto il divertimento dal concerto. Direi che, e non lo sto dicendo perché ci sei te, probabilmente l’Italia, la Russia e la Spagna hanno i moshpit più aggressivi del mondo, forse non i più grandi ma sicuramente i più aggressivi. Anche in Australia non scherzano.

Zoro: Sono stato in Russia, so di che parli.
Greg: Vero, no? A quelli non gliene frega un cazzo, ti staccherebbero le braccia se potessero (ride N.d.R.).

Zoro: Quanto è vero! Ho sentito che i The Dillinger Escape Planinizieranno un tour negli Stati Uniti in aprile, quando vi vedremo in Europa?
Greg: Beh, abbiamo 140 concerti quest’anno, e un sacco in Europa. Penso che in giugno verremo lì qualche settimana, e torneremo per tutto ottobre e novembre.

Zoro: Bene, ultima domanda: hai da consigliarci qualche band con cui sei stato in tour o che hai sentito ultimamente?
Greg: Immagino che li conosci già, ma gli Animal as Leader sono dei grandi, poi anche un gruppo che si chiama Metz… beh, è tutto quello che ti posso dire per adesso, sono cinque mesi che ascolto ogni giorno i fottuti Dillinger. Piuttosto cerco qualcuno che mi dica a ME cosa ascoltare, ditemi un po’ voi cosa potrei ascoltare che non conosco!

Zoro: Hai provato i Kvelertak?
Greg: Sì, li conosco, sono dei fottuti pazzi, grandiosi! Ci sono un sacco di cose che stanno accadendo in questo periodo. A proposito, c’è una band della California del sud che si chiama Nails. Li conosci?

Zoro: Di nome.
Greg: Amico, devi ascoltarli assolutamente, sono grandiosi, la band più pesante che ci sia! Sono quasi impossibili da ascoltare. Kurt Ballou dei Converge ha prodotto il loro nuovo disco, ed è "fucking crushing". Dacci un ascolto, il loro nuovo album uscirà tra qualche settimana, mi pare. Ascolta Wide Open Wound, è incredibile quanto sia pesante.

Zoro: Grazie per il consiglio.
Greg: (ride N.d.R.) Certo.

Zoro: Okay, siamo arrivati alla fine, vuoi dire qualcosa hai nostri lettori?
Greg: Certo, adoriamo tutto il supporto che ci danno i nostri fan italiani! Negli ultimi dieci anni è sempre stato un piacere venire lì e trovare vecchi e nuovi fan, apprezziamo molto!

Zoro: Grazie, è stato un piacere parlare con te!
Greg: Buona serata!



Zoro
Domenica 7 Aprile 2013, 9.23.33
5
thank you guys
Mickey
Sabato 6 Aprile 2013, 16.31.53
4
Bel colpo questa intervista! Complimenti!
Delirious Nomad
Sabato 6 Aprile 2013, 15.35.56
3
Grandissimo Zoro e mitico Greg. Mi sa che il disco lo prenderò a scatola chiusa, anche se avrei preferito la collaborazione con Brann Dailor più che Sanders.
Alex Ve
Sabato 6 Aprile 2013, 11.13.54
2
Non leggo mai interviste ma in questo caso era doverosa un'eccezione. Ottime domande, bravo Pietro!
BrokenVow
Sabato 6 Aprile 2013, 11.06.35
1
ottima intervista ! e Greg è un personaggio, non c'è nulla da fare. spontaneo, diretto, divertente. la preview sul canale Youtube di One Of Use Is The Killer sembra promettere bene, anche se ascoltare 0:30 per pezzo con loro che cambiano sonorità ogni due minuti non è il massimo dell'attendibilità. sicuramente uno dei dischi che attendo di più. e gran consiglio, i Nails son veramente tanta roba.
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The Dillinger Escape Plan - L'intervista
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THE DILLINGER ESCAPE PLAN
L’assassino è uno di noi
 
 
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