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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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The Dillinger Escape Plan - One Of Us Is The Killer
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( 6496 letture )
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Cercherò di conservare quel minimo di autocontrollo necessario per affrontare un titolo del genere. Anche se, nel profondo, so che sarà fatica sprecata. Qualunque sia l'ottica in questione, addentrarsi nel mondo dei The Dillinger Escape Plan comporta i suoi rischi e sacrifici (i navigati del settore sanno a cosa mi riferisco). Abbandonerò pertanto la classica concezione di "ordine" e "logica" nella speranza di uscire edificato, ma soprattutto vivo, da questa prova.
Affermatisi come paladini dell'arbitrarietà stilistica, seppur sempre ancorati alle solide basi del metal moderno, i The Dillinger Escape Plan hanno superato e stuprato le aspettative praticamente di tutti, sorprendendo, spiazzando, forse sconvolgendo, ma mai annoiando. E con la stessa faccia tosta della prima volta ritornano qui da noi, al quinto parto discografico per la prima volta nella giovane e promettente ostetricia targata Sumerian Records. Un bagaglio esperienziale, il loro, sempre più intricato e vasto ad ogni episodio, evolutosi all'insegna di quel mathcore che essi stessi hanno contribuito a generare e consacrare, fra le altre cose. Insomma, fino ad oggi i cinque del New Jersey si riconfermano come sinonimo e chiara espressione del "random" in ambito heavy e non.
One Of Us Is The Killer: il tempo per prepararsi e mettersi comodi è scaduto e non si lesina più nemmeno sul titolo. Diretti fin dalle prime parole, tanto per precisare le modalità d'ascolto. Accettati termini e condizioni d'uso, non rimane che individuare l'assassino. Concediamoci giusto quella mezza boccata d'aria necessaria per addentrarci nella scena del crimine e per accorgerci che ne seguirà solo caos. Nessun ragionamento intermedio, nessuna facilitazione, nessun indizio alla Cluedo: solo una clessidra di quaranta minuti e quattro sospettati. Difficile individuare cos'è effettivamente cambiato e/o rimasto lo stesso in questo punto della carriera dei The Dillinger Escape Plan, e altrettanto arduo è rimanere indifferenti alla singolarità dell'approccio musicale. Se a dettare le regole è il caso, macchinato minuziosamente da bruschi voli pindarici, l'innovazione di O.O.U.I.T.K. sarà da ricercare nuovamente fra le righe del suo pentagramma genetico, rovistando fra sfuriate nevrasteniche ed ibridazioni rock/jazz. Più si procede e più s’infittisce il paradosso temporale, che ripercorre gli esordi di Calculating Infinity con la maturità dei più recenti Ire Works e Option Paralysis. Strutture e dinamiche si ripetono, ma al contempo espandono l'equazione e fissano nuovi confini stilistici (When I Lost My Bet/Magic That I Held You Prisoner) mentre le speranze per il canonico quattro quarti rimangono poche. Chi s'illudeva del contrario dovrà metterle via. La tregua è concessa nella titletrack, dalle tonalità un po' radio-friendly, o distribuita occasionalmente in pezzi come Nothing's Funny e Paranoia Shields, ma il resto è fortuito. Nulla di volutamente prog o masturbatorio: solo una pura e meticolosa genuinità schizoide a disposizione dell'hardcore moderno, contaminato per scelta e non per marketing (chi ha orecchie per intendere, intenda). Non rischieremmo mai di definirli convenzionali, ma è probabile che in quasi vent'anni di esistenza i The Dillinger Escape Plan abbiano in un qualche modo "cristallizzato" una personalissima forma di equilibrio. Una formula sì calcolata, ma non scontata, a favore di un ascolto tutto sommato scorrevole nella sua intrinseca complessità. Resta il fatto che, al primo colpo, può rimanere tutto o niente. In entrambi i casi la soluzione, una volta tanto, è la stessa: riavvolgere, cliccare play di nuovo e godersi quaranta minuti di buona musica.
Tirando un po' le somme, il segreto per carpire la vera essenza di O.O.U.I.T.K. è cogliere il tutto nel suo grande insieme, con la giusta miscela di disimpegno ed accortezza. La tradizione è stata rispettata, come anche l'obiettivo di progredire verso nuovi schemi, sebbene diversamente da quanto avvenuto col discusso Ire Works. E comunque sia, se i risultati sono questi (e se lo saranno anche a venire), la fanno in barba ai maldicenti del mainstream. I The Dillinger Escape Plan hanno saputo trarre linfa vitale da un genio incontrollabile, confidando ciecamente nelle sue infinite potenzialità e lasciando il beneficio del dubbio, proprio come l'assassino in questione. Dopotutto, anche gli assassini sono artisti, a modo loro.
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Probabilmente il loro migliore da Miss Machine per quanto mi riguarda. Qui riescono quasi a sembrare accessibili, pur mantenendo intatte tutte le nevrosi tipiche del loro sound. Tra l’altro una delle migliori prove di Puciato al microfono. Bel disco, voto 80 |
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DEVASTANTI. Che album.... voto 90 |
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Quanto hanno devastato a Romagnano?!? |
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quinto album e quinto capolavoro dei DEP. Ed ora il 4 ottobre il delirio sotto il palco |
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grazie sans  |
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10
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"paladini dell'arbitrarietà stilistica". Grandissimo, davvero, è la miglior definizione di questo gruppo che abbia mai letto! |
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Concordo con la grandezza di questa band...Resurrection hai ragione secondo me su Crossburner |
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appena ascoltato... signor album, non c'erano molti dubbi, comunque le influenze jazz in alcuni pezzi sono evidentissime tipo in "when I lost my bet" pezzo CLAMOROSO! |
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Grandi.. Li seguo da sempre e per come la vedo io questa e' una delle poche band in costante miglioramento. |
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Questa band è follia pura !!! |
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Devo proprio sentirlo, adoro questi psicopatici! |
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Ottimo disco, Crossburner è il manifesto del Dillinger-pensiero. In quella canzone c'è tutto. |
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3
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Mi unisco. Grandi musicisti, tutto quello che volete, ma salvo appena qualche pezzo qua e là. |
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Non riesco proprio a farmeli piacere, peccato perché sembra non sbaglino un album... |
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INFORMAZIONI |
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Sumerian Records/Party Smasher
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Tracklist
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1. Prancer 2. When I Lost My Bet 3. One Of Us Is The Killer 4. Hero Of The Soviet Union 5. Nothing's Funny 6. Understanding Decay 7. Paranoia Shields 8. CH 375 268 277 ARS 9. Magic That I Held You Prisoner 10. Crossburner 11. The Threat Posed By Nuclear Weapons
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Line Up
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Greg Puciato (Voce) Benjamin Weinman (Chitarra, Piano) James Love (Chitarra) Liam Wilson (Basso) Billy Rymer (Batteria)
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