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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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SWALLOW THE SUN + ANTIMATTER + THE FORESHADOWING + TETHRA - Rock'n Roll Arena, Romagnano Sesia (NO), 26/10/2013
29/10/2013 (3489 letture)
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In questo autunno appena iniziato, che continua a sembrare un prolungamento dell'estate morente, c'era bisogno di qualcosa che riequilibrasse l'atmosfera. Per fortuna è venuto in nostro soccorso un evento estremamente atteso dai fan, che ha saputo riportare il gelo e l'oscurità , "ingoiando il sole" e consegnandoci il suo carico di opprimente malinconia. Sto parlando della calata italica degli Swallow The Sun, che per festeggiare il decennale di The Morning Never Came hanno per una sera portato il gelido inverno finlandese tra le mura della Rock'n'Roll Arena di Romagnano Sesia, accompagnati in questo importante compito dalle atmosfere degli Antimatter e dal sincero gothic/doom dei nostri The Foreshadowing, (senza dimenticare il supporto locale dei novaresi Tethra). Noi di Metallized eravamo lì per raccontarvi questa serata, eccovi il resoconto di com'è andata.
TETHRA Appena il tempo di entrare nel locale che subito dal palco della Rock'n'Roll Arena gli italianissimi Tethra accendono la miccia di questa lunga ed ottima serata. La band non fa ufficialmente parte del bill del tour ma è stata aggiunta dagli organizzatori come ulteriore act di apertura, probabilmente anche visto il seguito di questi musicisti novaresi che di fatto qui giocano in casa. Ammetto di essere arrivato impreparato avendoli solamente sentiti nominare in qualche rara occasione, questo mi ha però permesso di rimanere piuttosto sorpreso dalla solidità della loro proposta. I nostri, fautori di un doom molto evocativo miscelato con del death di scuola svedese, hanno fornito una prova decisamente professionale ed intensa, sia per la qualità dei pezzi proposti, sia per quanto riguarda l'attitudine live assolutamente adeguata. Il cantante Clode ha dato sfoggio del suo carisma e della sua ottima capacità di passare dal cantato in growl a quello pulito senza apparenti sforzi, la sezione ritmica composta dal batterista Mike e dal bassista Giuseppe Aufiero ha saputo senza dubbio trascinare (complici anche i volumi piuttosto alti dei due strumenti) con linee solide e tirate, infine il chitarrista Belfagor (già membro degli Horrid) ha completato il quadro con una prova aggressiva e molto sentita. In sintesi una band molto valida che vi consiglio di non perdervi live se siete amanti del death/doom, in alternativa potete anche approfondire la loro conoscenza ascoltando il loro primo full-length Drown Into the Sea of Life.
THE FORESHADOWING Dopo un cambio di palco relativamente lungo per permettere alla crew di togliere dal palco gli strumenti dei Tethra è il turno dei romani The Foreshadowing. Sto provando a mantenere una certa oggettività ed un adeguato distacco emotivo, ma mi è piuttosto difficile, sto raccontandovi il concerto di quello che è a conti fatti uno dei miei gruppi preferiti, che in quest'occasione sono finalmente riuscito a vedere dal vivo dopo anni di attesa (precisamente da quando li ho scoperti con l'uscita di Oionos). Breve intro registrata e si parte con Havoc, opener di Second World e canzone ideale per aprire un concerto, potente e dotata di un refrain indimenticabile.
You shouldn't run without a weapon, without a fire to keep alive in your hand, we will arrive to find a land to overwhelm, to chase the dark and choose to live forever...
La band si dimostra una macchina da guerra anche in sede live ed è un vero peccato che lo show sia stato in parte inficiato da suoni non perfetti: il microfono di Marco Benevento è stato infatti soggetto a frequenti larsen e i bassi un po' troppo marcati della cassa di Giuseppe Orlando e del cinque corde di Francesco Giulianelli spesso andavano in risonanza impastando indebitamente il suono. Ad ogni modo si tratta di questioni che non hanno diminuito l'impatto della band su un pubblico per fortuna piuttosto partecipe. La scaletta è stata -purtroppo- piuttosto breve a causa della loro posizione nel bill, ma assolutamente godibile nella scelta dei pezzi: è stata giustamente data molta importanza a Second World da cui sono state suonate (oltre alla già citata Havoc) anche The Forsaken Son e Ground Zero, ma non sono stati trascurati nemmeno l'esordio Days of Nothing, con l'esecuzione della titletrack e della commovente Departure, o il secondo disco Oionos con la bellissima Fallen Reign e la conclusiva Chant of Widows. Poco da dire sulle prove dei singoli: la voce di Marco è qualcosa di strepitoso in ambito gothic/doom, le partiture e gli arpeggi della coppia Chiodetti/Pace miscelati con i suoni apocalittici prodotti dalla Korg X-50 di Francesco Sosto creano un'atmosfera impagabile, mentre la sezione ritmica guidata dall'esperienza di Giuseppe Orlando e impreziosita dalle ottime linee di basso di Giulianelli crea l'architettura ideale per i sette pezzi proposti.
Che dire? Un grande concerto, ma è triste che una band del genere debba suonare in Italia solo durante tour europei di spalla a band straniere, è triste che il pubblico di casa loro li consideri così poco, causando di conseguenza un disinteresse dei promoter, ed è triste che musicisti di questa caratura ed umiltà siano obbligati a fare salti mortali per portare avanti la loro creatura a causa di una scena spesso ingrata e piuttosto evanescente (volendo proprio usare un eufemismo). Forse prima di guardare al mainstream o alle band estere dovremmo riflettere su cosa abbiamo già in casa e riconoscerne il valore, o rischiamo di buttare alle ortiche un patrimonio della scena italiana che il resto del mondo comincia ad invidiarci.
SETLIST THE FORESHADOWING 1. Havoc 2. The Forsaken Son 3. Fallen Reign 4. Departure 5. Days of Nothing 6. Ground Zero 7. Chant of Widows
ANTIMATTER A prima vista, il nome degli Antimatter sembra la mosca bianca in un bill puramente doom, una sorta di pesce fuor d'acqua, ma nei pochi minuti a propria disposizione Nick Moss e i compagni riescono nell'ardua impresa di spezzare il ritmo della serata, mantenendo comunque alto il coinvolgimento del pubblico, grazie una miscela divenuta unica con il passare degli anni, mantenendo inalterata la classe che da sempre contraddistingue gli Antimatter. Il quartetto si presenta sul palco in silenzio e mantiene un certo distacco dal pubblico per la mezz'ora a propria disposizione, concentrandosi sull'esecuzione dei pezzi e sull'atmosfera da questi evocata, limitandosi a qualche ringraziamento qua e là , senza nemmeno annunciare i titoli dei brani. C'è spazio per Fear Of A Unique Identity, ma anche per il passato con richiami a Saviour e a Leaving Eden, proponendo classici come Over Your Shoulder alternati a brani dal tono più solare come Firewalking; l'uso di qualche base di synth e dell'e-bow ricreano l'umore dei dischi, accostandosi ad una scelta di suoni eccellente per il live (solo il gain della chitarra di Moss avrebbe meritato qualche decibel in più) e ad una line-up a cui il significato della parola "sbavatura" è sconosciuto. Il quartetto allestisce così uno spettacolo coinvolgente ed apprezzato dal pubblico, che risponde con calorosi applausi ed esulta ai duetti vocali dei due chitarristi, in cui la voce di Michelle Richfield è sostituita da un timbro maschile, producendo un effetto altrettanto evocativo. A sorpresa, dopo la strumentale Landlocked, Moss ringrazia e saluta il pubblico, lasciando i presenti visibilmente delusi per la breve durata dell'esibizione, tutti ne vorrebbero ancora. Poche parole possono ancora servire a descrivere uno show intenso, che ha fatto cambiare idea anche agli spettatori più scettici. Da brividi.
SETLIST ANTIMATTER: 1. Paranova 2. Firewalking 3. The Last Laugh 4. Over Your Shoulder 5. Leaving Eden 6. Landlocked
SWALLOW THE SUN Sulle note di pianoforte di Through Her Silvery Body si apre lo show del sestetto della terra dei laghi, che porta sul palco di Romagnano Sesia la prima fatica The Morning Never Came nella sua interezza, per festeggiare il decennale della pubblicazione. L'incedere è lento e malinconico, la band da subito entra nel mood giusto per l'esibizione, mostrando una presenza scenica superiore a quella di tutti gli altri nomi del bill, salvo per Mikko Kotamaki in forte contrasto con la prorompente fisicità dei colleghi nel suo interpretare la parte del maledetto: apatico, poco partecipe e spesso in disparte nelle sezioni strumentali, ma infallibile nella prova vocale...anche questo è doom. Si prosegue con Deadly Nightshade, che mostra la coppia di asce Raivio/Jämsen in ottima forma, creando una sezione ritmica monolitica con i colleghi e fraseggiando in modo impeccabile sulle linee melodiche del brano, assolo compreso. I suoni scelti sono meno potenti che in passato, complice anche una strumentazione dal taglio vintage, che preferisce un sound polveroso e sincero all'attacco di una distorsione lacerante. Il batterista Juuso Raatikainen, a cui tocca sedere sull'ingombrante trono occupato da Kai Hahto e da Pasi Pasanen nel passato, non sembra sentire il peso del proprio ruolo e fornisce un'esecuzione solida a precisa, che si amalgama con il robusto Rickenbacker 4001 di Matti Honkonen. Il bassista incalza a più riprese il pubblico, incitandolo a partecipare e declamando versi dei testi come una sorta di fanatico predicatore. La trascinante ed altalenante Swallow (Horror pt I) riesce a smuovere i presenti, che ondeggiano il capo a tempo di musica e si lasciano trasportare nel mondo sulfureo degli Swallow The Sun, entrando nella tetra abitazione raffigurata sulla cover di The Morning Never Came. Under The Waves viene annunciata da Mikko con la dichiarazione: è da molto tempo che non proponiamo questo brano dal vivo, tipo da sempre che causa una certa ilarità nel pubblico; pur comportandosi in modo distaccato, lo humor nero del vocalist emerge con regolarità e strappa qualche risata ai presenti, rendendo lo show qualcosa di più di una mera riproposizione del primo album. Terminata la setlist di The Morning Never Came la band si congeda per meno di un minuto, lasciando il pubblico a reclamare altre esecuzioni, per poi fare ritorno sul palco e proporre all'audience un sunto di tutta la discografia della band, toccando in particolar modo il recente Emerald Forest And The Blackbird con Labyrinth Of London e Night Will Forgive Us, ma anche New Moon, senza dimenticare Hope e Ghosts Of Loss. Vengono regalate ancora molte emozioni ad una platea che sembra apprezzare e non averne mai abbastanza, fino a quando Mikko Kotamaki e soci non si congedano con la conclusiva The Giant, non senza lasciare qualche sorriso beffardo sul volto dei presenti, alle parole del singer:
Mi piace questo silenzio, ecco perché adoro la Finlandia
In definitiva un'esibizione da ricordare, un'occasione unica per sentire alcuni brani che difficilmente in futuro saranno riproposti e recuperare l'atmosfera che caratterizzava l'esordio degli Swallow The Sun, mescolata con l'esperienza e il carisma on stage che i finlandesi hanno saputo accumulare negli anni.
Volendo pretendere il massimo, scegliere Lights On The Lake (Horror pt III) anziché la zuccherosa Falling World e completare così il tetragramma degli orrori, avrebbe regalato uno show ancora più incredibile ed esclusivo ai presenti; così come a malincuore tocca constatare che a Plague Of Butterflies viene tuttora riservata poca attenzione nelle setlist della band, ma in fin dei conti si parla di obiezioni inconsistenti nel quadro di una serata riuscita sotto tutti i punti di vista.
SETLIST SWALLOW THE SUN: 1. Through Her Silvery Body 2. Deadly Nightshade 3. Out Of This Gloomy Light 4. Swallow (Horror pt I) 5. Silence Of The Womb 6. Hold This Womb 7. Under The Waves 8. The Morning Never Came 9. Labyrinth Of London (Horror pt IV) 10. Falling World 11. Don't Fall Asleep (Horror pt II) 12. Night Will Forgive Us 13. The Giant
Il bilancio della serata alla Rock'n Roll Arena è decisamente positivo: le esibizioni hanno conquistato il favore del pubblico e a livello acustico gli show sono stati soddisfacenti, peccato solo per qualche sfortunato passaggio nei suoni dei The Foreshadowing, episodio che, avendo assistito a numerose prove dal vivo dei Nostri, sento di bollare come un caso eccezionale e che non ha inficiato la performance della band in negativo. In generale la qualità degli show è stata buona sia dal punto di vista esecutivo che da quello scenico, merito anche dell'ampio spazio e dell'impianto audio e luci che il palco del locale concede alle band. Inoltre fa davvero piacere vedere i musicisti che, una volta terminata il proprio show, scendono dal palco e si mescolano al pubblico, assistendo alle esibizioni dei colleghi e scambiando qualche parola con i fan, ringraziandoli per i complimenti e firmando copie dei dischi.
Introduzione, report di Tethra e The Foreshadowing a cura di Gianluca Leone "Room 101"; conclusione e report di Antimatter e Swallow The Sun a cura di Giovanni Perin "GioMasteR". Tutte le foto a cura di Giada Boaretto "Arianrhod" e Gianluca Leone "Room 101".
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8
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La band tutta ci teneva a ringraziare sentitamente per le belle parole spese per noi in questo report e a puntualizzare che il commento appena sotto NON è opera del chitarrista Belfagor ma è stato scritto da uno dei nostri simpatici detrattori, lo invitiamo a venire ad uno dei nostri prossimi appuntamenti live per farci una birra e capire insieme il perchè di tanto astio nei nostri confronti...In Doom we Trust...TETHRA |
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grazie per le parole pronciate in questa pronunciazione di recensione del live un saluto da parte dei tutti dei membri dei Tethra pultoppo il supporto i Italia è sempre piccolo e la gente che non ci apprezza vuol dire che non ha capito un cazzo di minchia. rispetto a Metallized. un saluto Belfagot |
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6
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bel concerto,per fortuna sono arrivato tardi per perdermi il gruppo di quel caso umano di Belfagor merito massimo agli Swallow The Sun,gran gruppo e grande musica!spero di rivederli ancora dal vivo al piu' presto |
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Confesso che la mia attesa era tutta per gli Swallow the Sun ma sono tanti gli ingredienti che hanno reso veramente magica questa serata. E’ stato un crescendo, l’atmosfera sì è “costruita” poco a poco, ogni gruppo ha contribuito, fino ad arrivare all’apice con gli Swallow. E’ vero, non eravamo in tanti, nessuna folla oceanica (in passato è stato anche peggio), ma i presenti non si sono davvero risparmiati!! Ho apprezzato anch’io l’aggirarsi tra il pubblico dei musicisti… ascoltare gli Antimatter con a fianco un tranquillo Aleksi Munter che sorseggia un birra quante volte può accadere? Chapeau, invece, a un Nick Moss molto provato che sempre sorridente (per quanto gli fosse possibile) stringeva mani e ringraziava. Complimenti ai recensori, sempre impeccabili. Davvero un grande anniversario... |
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gli Antimatter hanno suonato poco perché Moss è stato operato 2 giorni prima di appendicite!! per quello sembrava molto debole sul palco!! ottima serata comunque!! |
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@Red Rainbow: il piacere è stato tutto nostro!  |
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Una bella serata. The Foreshadowing unici e non aggiungo altro. |
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Serata davvero riuscita, organizzazione eccellente, ottima acustica complessiva, feeling artisti-pubblico di rara intensità e "umanità" anche dopo la discesa dal palco... si può chiedere di più per riequilibrare l'atmosfera dell'estate morente ? Sottoscrivo tutte le righe del report, con la nota (dolentissima, per me) che l'evento abbia mobilitato folle tutt'altro che oceaniche. Per la miseria, 200 spettatori quando sulla scena ci sono dei titani assoluti del doom/death, del doom/gothic e dell'atmospheric rock d'autore ?!? Va bè, transeat il lamento da fanboy, solo una giustificazione per la non dilatazione dello show degli Antimatter, non dimentichiamoci che Moss era uscito lunedì dall'ospedale reduce da una peritonite e, da come si aggirava per la sala prima del concerto, modello zombie zoppo, più di qualcuno ha temuto per la sua incolumità una volta imbracciata la chitarra... Non aggiungo nulla alle parole di GioMasteR sugli Swallow, con grande nota di merito al "batterista muletto" che ha sostituito Kai Hahto in maniera impeccabile e una sconfinata lode collettiva per i mostri sacri di Jyväskylä, ormai impeccabile macchina da guerra a tratteggiare qualsiasi "nerezza" popoli l'immaginario di questa specie a due zampe che prima o poi non vedrà il mattino Certo, avrei pagato una rata IMU ad personam pur di sentire qualcosa da Plague (per Evael 10:00, poi, avrei alzato vieppiù l'offerta), ma con una calata "a tema" come quella di un decennale di un album, le speranze erano pochissime fin dall'arrivo della notizia. Ah, dimenticavo, last but not least, conoscere di persona e stringere la mano a Room101 e GioMasteR ha aggiunto qualcosa al valore della trasferta...  |
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