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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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UNISONIC - Ritorno alle origini
08/08/2014 (2572 letture)
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E’ uno dei personaggi più amati e discussi della storia del metal: indimenticato cantante della formazione classica degli Helloween ed una delle voci più ammirate del panorama heavy/power, ha poi suscitato molti malumori con il suo allontanamento dal genere che ne ha consacrato la fama; da alcuni anni, inaspettatamente, è tornato alle origini con la sua nuova band, gli Unisonic. Volete sapere perché? Volete conoscere i retroscena dietro al suo rinnovato amore per il metal ed alla composizione dell’album? Volete sapere chi è il suo artista preferito e cosa ne pensa di una pietra miliare come Seventh Son of a Seventh Son? Allora mettetevi comodi ed apprestatevi a leggere questa lunghissima, interessantissima chiacchierata.
Barry: Ciao Michael, benvenuto su Metallized! Michael: Ciao! Andrea, giusto? Scusa se ti ho fatto aspettare un po’ più del dovuto, ma stavo finendo un’altra intervista; sai come funzionano certe cose, no? A volte la cosa va più per le lunghe di quanto avevi previsto, fra domande più o meno lunghe e risposte che voglio siano il più accurate possibile…nel caso specifico poi era anche una bella ragazza, oltre ad essere una nostra grande fan, quindi a maggior ragione volevo fare le cose come si deve! (risate, ndr) comunque, per le prossime volte credo che suggerirò alla label di organizzare le cose in modo un po’ diverso, così eviteremo qualunque problema. Oltretutto, visto che ti ho fatto aspettare e sei anche l’ultimo della giornata, ti prometto che risponderò con dovizia di particolari ancora maggiore alle tue domande!
Barry: Allora va benissimo così…anzi, mi spiace per te che io non sia una bella ragazza! Ma in compenso sono un tuo grandissimo fan ed è un piacere avere la possibilità di fare questa intervista! Michael: Mi fa molto piacere, grazie!
Barry: Grazie a te! Come stai, a proposito? Michael: Direi molto bene, qui in Germania stiamo avendo un’estate pressoché perfetta, con un caldo africano, oggi in particolare è davvero incredibile! Oltre a questo, sto suonando la mia nuova chitarra acustica, una splendida chitarra da spiaggia proveniente dalla California, dove a mio parere producono le migliori acustiche del mondo (suona un po’ di accordi per il vostro allibito intervistatore) . La sto suonando praticamente ogni giorno finché non mi fanno male le dita, è davvero un piacere! Insomma, non potrei stare meglio.
Barry: Menomale, dai! Allora non ti seccherà fare questa ennesima intervista: prima di tutto, Light of Dawn è il secondo album in pochi anni per gli Unisonic. Possiamo quindi dire, ormai, che si tratta di una band a tutti gli effetti e non di un semplice progetto? Michael: Assolutamente sì! Si tratta di un qualcosa di completamente diverso rispetto a tutto ciò che ho fatto negli ultimi anni; essere di nuovo in una vera band mi ha fatto capire quanto mi fossero mancate questa sensazione e questa atmosfera nel corso di tutti questi anni. Non è facile da spiegare, ma quando sei un musicista, anche se ti piace suonare per tuo conto, credo sia indispensabile prima o poi far parte di una band e capire come funziona. Entrano in gioco meccanismi totalmente diversi, perché lavori con altre persone e musicisti che ti spingono a lavorare al tuo meglio e che tu stesso sproni, entra in gioco quella chimica che rende quel che fai migliore di come suonerebbe se componessi e suonassi tutto da solo…ho provato questo tipo di sensazioni all’epoca in cui facevo parte degli Helloween, specialmente quando c’era ancora Kai con noi e quando abbiamo lavorato ai due Keeper, là c’era davvero questo tipo di atmosfera, che era stupenda! Poi l’ho persa e per diversi anni ho lavorato per conto mio; naturalmente non sto dicendo che non mi sia piaciuto e che non sia orgoglioso di aver percorso la mia strada come solista, ma per certi versi è anche stato frustrante: quando lavori per conto tuo, ogni cosa dipende esclusivamente da te, il peso di tutto ricade esclusivamente sulle tue spalle. Essere di nuovo in una band, dunque, è davvero bello, a maggior ragione se penso che sono di nuovo qui con Kai, cui ho sempre voluto bene. Ma non c’è solo lui, naturalmente! Abbiamo anche un musicista del calibro di Dennis, che è anche un ottimo produttore ed ha scritto buona parte delle canzoni per il nuovo album; molti brani, che a primo impatto potrebbero sembrare usciti dalla penna di Kai, in realtà sono proprio suoi! C’è poi Mandy, un ottimo chitarrista, ma anche Kosta, che, oltre ad essere fra i maggiori fautori della nascita degli Unisonic, si era inizialmente proposto a me come manager! E’ venuto da me un bel giorno dicendomi appunto che secondo lui negli ultimi anni non avevo avuto un management adeguato, al che gli ho risposto che aveva perfettamente ragione, dal momento che sono anni che non ho più alcun manager! In passato ho avuto come manager Rod Smallwood, il manager degli Iron Maiden, che è stato al mio fianco per diversi anni…un gran bravo ragazzo, ma un bel giorno ha deciso che non sapeva più cosa farsene di me! (risate, ndr) A parte gli scherzi, ad un certo punto abbiamo semplicemente preso strade diverse, se non sbaglio nel 1998, 1999 o giù di lì, quindi da allora non ho più avuto un manager. Come dicevo, Kosta è stato il primo ad aver avuto l’idea di mettere su una band assieme a me e Dennis e sono davvero felice che sia accaduto! E’ cento volte meglio di qualunque cosa tu possa realizzare da solista!
Barry: Addirittura? Sono contento che ti trovi di nuovo così bene! Così come a te è mancato lavorare in una band, a molti fan è mancato vedere te lavorare in una band! Michael: Ah ah beh, come ti ho detto, sono io per primo ad essere contento! Non credevo di poter provare di nuovo queste sensazioni finché non mi sono materialmente ritrovato a far parte, di nuovo, di un vero gruppo!
Barry: Perfetto così, allora siamo tutti contenti! Visto che mi hai parlato della nascita della band, approfitterei per un ulteriore sguardo al passato: a distanza di due anni dalla pubblicazione del vostro primo album, Unisonic, sei ancora soddisfatto del risultato finale? Michael: Ma sai, io non sono mai soddisfatto al 100% di un album! Indubbiamente Unisonic era il meglio che potevamo sfornare all’epoca, ma in tutta sincerità credo che il nuovo album sia decisamente meglio riuscito! Adesso abbiamo più confidenza come band, ci conosciamo molto meglio l’un l’altro, conosciamo le nostre capacità, ci siamo fatti le ossa suonando in tour e sappiamo anche che tipo di accoglienza dobbiamo aspettarci dal pubblico…durante la composizione del primo album, invece, c’era parecchia insicurezza, non sapevamo con certezza dove ci avrebbe portati quel lavoro. Credo che, in qualche modo, queste sensazioni traspaiano anche dall’ascolto del nostro primo disco! Adesso, invece, abbiamo molta più sicurezza e quindi preferisco di gran lunga Light of Dawn rispetto a Unisonic, che era comunque un buon lavoro, ma mancava di quella confidenza e compattezza presenti nel nuovo.
Barry: Anche perché, se non sbaglio, inizialmente Kai non faceva parte della band, bensì è entrato in un secondo momento, quando voi già stavate lavorando alla composizione del primo album. Michael: E’ vero! La composizione del primo album è stata davvero lunghissima, non finiva più! Quando Kai è entrato, chiaramente, ha avuto bisogno di un po’ di tempo per adattarsi alle nuove canzoni, quindi il processo di composizione e registrazione è ulteriormente slittato, anche per via dei suoi impegni con i Gamma Ray. La cosa bella è stata che, benché non avessimo bisogno di lui come compositore, dato che praticamente tutti i brani erano già stati scritti, ci ha comunque aiutati in maniera considerevole con gli arrangiamenti ed è stato fra i primi a scommettere sul potenziale della band!
Barry: E’ pur sempre Kai, insomma…veniamo allora finalmente al nuovo album: prima di tutto, come mai avete scelto questo titolo e questo artwork dal gusto fantascientifico? Michael: L’idea di stilizzare la U di Unisonic e farne una grossa astronave è stata di Kosta ed è piaciuta un po’ a tutti! Ci piaceva soprattutto l’idea di realizzare una cover dall’atmosfera steampunk, che non fosse necessariamente realistica, ma che fosse comunque una figata, con tutta questa varietà di elementi presenti! Quindi, come vedi, hai lo spazio, i pianeti, hai questi giganti meccanici, hai le mongolfiere…nulla di tutto ciò ha il benché minimo senso logico, ma è divertente! (risate, ndr) A dire la verità, l’avevamo immaginata un po’ diversa quando avevamo fornito lo schizzo al nostro disegnatore, Martin, ma quando abbiamo visto la versione finale ci è piaciuta ugualmente! Quanto al titolo, il brano che ora è intitolato Throne of Dawn in un primo momento si chiamava proprio Light of Dawn ed è da lì che lo abbiamo tratto, anche perché ci sembrava si sposasse bene con la cover. Oltretutto, Light of Dawn è un titolo che richiama ad un’atmosfera positiva: l’alba costituisce la fine della notte, la nascita di una nuova giornata, quel momento in cui il Sole non è ancora sorto del tutto, ma puoi vedere i suoi raggi espandersi dall’orizzonte.
Barry: Un nuovo inizio, quindi! Michael: Esatto! E’ proprio il tipo di concetto che intendevamo rendere tramite questo titolo.
Barry: Perfetto. Ascoltando l’album ho avuto l’impressione che, rispetto al primo, sia musicalmente più variegato e, probabilmente, un po’ più pesante. Vorrei chiederti se concordi con me e come mai avete scelto questo tipo di approccio nel comporre i brani. Michael: Sono assolutamente d’accordo! Quanto all’approccio, il solo che abbia avuto questo tipo di mentalità e di influsso sull’album è proprio Dennis, che, oltre a scrivere i brani, ne è il produttore e ragiona quindi come tale; io, quando scrivo una canzone, lascio semplicemente che le cose accadano, non faccio piani a monte! Non scrivo mai una canzone puntando ad un determinato stile, quasi sempre prendo in mano la mia chitarra acustica (suona di nuovo un po’ di accordi) e scrivo ciò che mi viene in mente! Sono poi i ragazzi, quando gli faccio ascoltare ciò che ho scritto, a dire se gli piace o meno ed a proporre di sviluppare la mia idea da un punto di vista più tipicamente rock o metal; Dennis, invece, per comporre i brani di Light of Dawn ha svolto molte ricerche: io gli ho detto che amo le melodie, le composizioni più epiche, con lunghe linee melodiche e vari cambi di registro…insomma, quel genere di musica che facevo ai tempi degli Helloween e che tuttora trovo ideale per la mia voce. Gli ho detto, quindi, che mi sarebbe piaciuto che includesse melodie epiche nei brani che intendeva scrivere, perché sono quelle con le quali mi trovo maggiormente a mio agio; lui, di conseguenza ha ascoltato tutti gli album su cui ho cantato nella mia carriera, a cominciare proprio dai due Keeper…e sono rimasto francamente sbalordito da quanto questo ragazzo sia riuscito a calarsi alla perfezione in quel tipo di stile musicale e di atmosfera! Brani come Your Time Has Come, ma anche King For a Day, del primo album, potrebbero esser stati scritti dagli Helloween dei due Keeper, tanto suonano classici! Voglio dire, in questa band ci siamo io e Kai, che abbiamo contribuito a far nascere questo filone e rivendichiamo quindi il diritto di suonarlo, eppure è spuntato questo tizio che, divertendosi come un matto, si è calato nella parte anche meglio di noi! Sono diventato definitivamente un suo fan, anche perché in un primo momento lo conoscevo esclusivamente per il suo lavoro con band come i Pink Cream 69 (il cui cantante, curiosamente, era Andi Deris, colui che come è noto ha sostituito Michael negli Helloween), ed i Place Vendome -dove canto anche io-, legate più ad un hard rock di stampo classico; sapevo che fosse in grado di comporre roba forte, ma mi sbagliavo…può comporre qualunque cosa voglia! Qualunque cosa gli passi per la testa di scrivere, lui è un grado di farlo, ha proprio l’anima del musicista. Si è rivelato davvero una grossa sorpresa!
Barry: Una bella fortuna averlo con voi, dunque! E per quanto riguarda i testi? Da cosa avete tratto ispirazione per scriverli? Michael: Per i testi abbiamo proceduto in maniera simile alle melodie ed alla musica, nel senso che io ho scritto qualcosa, un paio di canzoni con relativi testi, mentre Dennis si è occupato del resto: oltre a scrivere i brani nel modo che ti ho detto, vale a dire chiedendomi consiglio e compiendo ricerche, si è rivolto a me anche per quanto riguarda i testi, domandandomi cosa ne pensassi riguardo a determinati argomenti che aveva in mente. In sostanza, si è sforzato di scrivere anche i testi basandosi su tematiche che potevano risultare di mio interesse! Throne of Dawn, ad esempio, si ricollega al tema delle scelte decisive che prima o poi ciascuno di noi si trova a dover compiere, nel corso della propria vita. Sai, cose del tipo che devi scegliere se essere più come Cristo o più come l’Anticristo! Dennis ama molto tematiche riguardanti l’umanità ed i motivi della sua esistenza, con la differenza che, rispetto a me, non è certo un credente: per lui la religione è poco meno che una storia fantasy, per me invece si tratta di storie assolutamente vere! Se ne è quindi uscito con testi trattanti tematiche simili e, nonostante la differenza di vedute, li ho apprezzati molto! Ma non si è limitato a testi di questo genere, ha affrontato argomenti di ogni tipo: For the Kingdom, ad esempio, possiede un’atmosfera molto idealistica e basata sulla concezione di un futuro migliore, un qualcosa che richiama molto i tipici testi degli Helloween anni 80! Exceptional, ancora, parla di un ragazzo che prova ad essere tutto ciò che la sua ragazza, i suoi amici, i genitori, i figli vorrebbero…insomma, una canzone basata sull’apparire in pubblico, sul rendersi ciò che gli altri desidererebbero che fossimo e che facessimo! Night of the Long Knives è ispirata ad un evento realmente accaduto, che forse conosci: nel 1934 Hitler fece uccidere tutta una serie di personaggi, comprendenti vecchi nemici politici e non solo, che temeva potessero costituire un pericolo per lui ed il suo regime; Dennis è un grande appassionato di storia, non si perde un documentario o un programma di questo tipo, quindi, quando ha visto uno speciale riguardante proprio la Notte dei Lunghi Coltelli, ha trovato che si sposasse perfettamente con alcuni testi e linee melodiche che stava già scrivendo…hai presente, no? (canticchia il ritornello del brano in questione) Mi ha chiesto quindi cosa ne pensassi di un testo incentrato su questo terribile argomento, dal momento che lui ama questo tipo di storie forti, che testimoniano cosa è capace di fare l’umanità quando subisce pressioni di un certo tipo o le viene fatto il lavaggio del cervello a sufficienza. Io gli ho risposto che mi sembrava un’ottima idea, a patto che scrivesse il testo in modo da non lasciare alcun dubbio sul fatto che lui non stesse idealizzando nulla di quel periodo buio della storia tedesca; lui, naturalmente non ne aveva la minima intenzione, voleva solamente tratteggiare un ritratto fedele di quell’epoca e penso che ci sia riuscito perfettamente. When The Deed is Done affronta un’ulteriore tematica: parla infatti del mestiere del boia, che, come saprai, in alcuni Stati del mondo ed anche degli USA è ancora in vigore, dal momento che esiste la pena di morte; sai come si dice, no? E’ un brutto lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare! Il testo della canzone si interroga proprio su cosa spinga qualcuno a scegliere questo mestiere…perché mai lo si sceglie? Ci si interroga se questo tipo di mestiere sia giusto o meno? O semplicemente lo si fa perché, appunto, qualcuno deve assumersi il compito di premere il grilletto, fare l’iniezione letale o quel che sia? Questo è ciò che ci chiediamo in questa canzone. Dennis non scrive solo grandi canzoni, scrive anche grandi testi, davvero molto interessanti e per nulla scontati! Di sicuro sono migliori di qualunque cosa io sia capace di scrivere, quindi gli lascio molto volentieri la penna! Credo di poter tranquillamente affermare che Dennis, al momento, sia il vero motore degli Unisonic.
Barry: La mente del gruppo, quindi! Michael: Esatto! La mente, l’energia stessa della band! Scrive le canzoni, è il produttore, è un tipo con cui è piacevole avere a che fare…ciascuno di noi ha il suo peso e la sua importanza nella band, ma sicuramente al momento è proprio lui il cuore pulsante degli Unisonic.
Barry: L’uomo giusto al posto giusto, dunque, siete fortunati! Visto che, per l’appunto, mi hai detto che Dennis ha anche prodotto l’album, ne approfitto per rivolgerti una domanda proprio sulla produzione: da un certo punto di vista mi è sembrata molto moderna, ma dall’altra mi è sembrato che rievocasse parecchio le atmosfere tipiche degli album metal anni 80…vorrei sapere se ho ragione e come mai avete scelto questo tipo di produzione per Light of Dawn. Michael: Sì, è vero, ma non si è trattato di una vera e propria scelta: molto semplicemente, penso che sia accaduto tutto in maniera molto naturale, perché affondiamo tutti le nostre radici negli anni ottanta: quando ho cominciato ad interessarmi a questo tipo di musica, da teenager, erano gli anni ottanta e proprio quegli anni hanno formato i miei gusti e la mia comprensione della musica. Ancora oggi, quando ascolto album metal, ascolto gli album di quel periodo, quindi i vecchi lavori di Judas Priest, Iron Maiden e roba simile…li preferisco tuttora a quelli delle band di nuova generazione! Sicuramente ciò avviene anche perché ci sono più legato dal punto di vista sentimentale, essendo cresciuto negli anni ottanta ed essendomi innamorato del metal proprio con quegli album, ma così stanno le cose! Dennis è esattamente come me, anche lui è tuttora profondamente influenzato dalla musica di quell’epoca, anche lui ha iniziato a suonare in quell’epoca, come me con gli Helloween. Al tempo stesso, siamo anche affascinati dalle possibilità introdotte dalle nuove tecnologie in fatto di registrazione e produzione, ci piace stare al passo con i tempi e confrontarci con le novità! Quindi ecco che, in qualche modo, i nostri lavori si rivelano un punto di incontro fra le atmosfere con cui siamo cresciuti e la tecnologia musicale più moderna.
Barry: Una sorta di mix, dunque…peraltro, voi siete caratterizzati dall’essere una band piuttosto “promiscua”, dal momento che avete musicisti tedeschi, svizzeri, americani… Michael: Anche un greco, se è per questo!
Barry: Esatto! Chiaramente, ciascuno di voi ha il proprio background culturale, prima ancora che musicale…credi che questo aspetto possa costituire uno dei segreti del vostro stile variegato e del vostro successo? Michael: Sì, è possibile! Non credo però che la cosa riguardi tanto l’aspetto culturale, quanto proprio quello musicale! Dennis, ad esempio, non è necessariamente un metallaro, ama molto anche gruppi più soft come Journey, Rush…ha gusti molto americani, non so se mi spiego! Gli piacciono molto anche i Queensryche e poi ovviamente tutti i classici gruppi metal provenienti dall’Inghilterra, ma ama molto anche band dallo stile glam rock come i Pink Cream 69, in cui suonava…o, almeno, all’epoca a me i Pink Cream 69 davano l’idea di essere un gruppo glam! (risate, ndr) Mandy, a sua volta, ha portato nel gruppo influenze e gusti diversi ed ha contribuito alla composizione di un brano come Find Shelter! Lui è più tipo da hard rock classico, quindi ama gruppi come AC/DC, Krokus; gli piace molto ciò che facciamo con gli Unisonic, perché può rivisitare quel tipo di musica con sonorità diverse e più fresche! Kai, invece, è in assoluto il più metallaro di noi: è proprio il classico tipo che ascolta metal, metal ed ancora metal! Gli piace tutto del metal, dall’heavy classico al thrash della Bay Area…insomma, abbiamo tutti background musicali differenti, che sono indubbiamente più importanti per la band rispetto a quelle che possono essere le nostre differenze legate a tradizioni culturali o nazionali…ma la cosa importante è che questa mistura funziona! Funziona dannatamente bene, secondo me, anche perché ormai siamo cresciuti e siamo persone adulte. Non so dirti, in tutta sincerità, se avrebbe potuto funzionare allo stesso modo quando eravamo giovani; ora siamo tutti più giudiziosi, abbiamo più di quarant’anni -Kai più di cinquanta- non prendiamo più qualunque tipo di critica sul personale…non ci mettiamo più a piangere se qualcuno dice qualcosa che non capiamo, semplicemente gli diciamo che non abbiamo capito! Siamo anche capaci di apprezzare le opinioni degli altri, dico sul serio! Siamo felici che qualcuno si rivolga a noi proponendo un suo punto di vista diverso dal nostro! Insomma, credo che questa band funzioni bene anche perché siamo persone mature ed abbiamo fatto le nostre esperienze.
Barry: L’esperienza è sempre preziosa…fra l’altro, a quanto pare, in qualche modo anticipi sempre le mie domande stasera! La prossima cosa che voglio domandarti, difatti, riguarda proprio le tue esperienze passate: nel corso della tua carriera hai effettuato molti esperimenti musicali; hai suonato metal, hard rock, rock acustico…quanto giudichi importante, per un artista, fare esperimenti, evolversi e cercare di non fossilizzarsi mai sullo stesso genere? Michael: Penso che, se non avessi vissuto tutte le esperienze musicali che ho vissuto nella mia carriera, molto probabilmente oggi non sarei qui a parlarti da membro degli Unisonic. Voglio dire, nel corso degli anni ho provato di tutto, mi sono tolto ogni tipo di sfizio che desideravo e, alla fine, sono tornato alle mie origini e sono felicissimo di averlo fatto! Se non avessi trascorso tutti questi anni a sperimentare sonorità diverse, chissà se oggi apprezzerei nuovamente così tanto questo genere di musica? Si tratta sempre di una cosa estremamente personale, che varia di persona in persona: ho sempre pensato che, se non ti piace la musica che stai facendo, non dovresti farla; se non sei convinto di ciò che stai realizzando, perché continuare a farlo? Se i tuoi gusti musicali, nel corso degli anni, cambiano e differiscono rispetto a quelli di un tempo, perché non seguirli? Trovo profondamente sbagliato continuare a suonare un tipo di musica, che non ami più, solamente perché può garantirti ancora un certo successo, perché ormai ti ha “marchiato” o perché la gente si aspetta da te solo quella! Essere un musicista, un artista, secondo me significa anche assecondare i propri desideri ed istinti, senza lasciarsi condizionare da nessuno. Naturalmente, devi anche essere cosciente del fatto che sperimentare nuove sonorità potrebbe anche non portarti al successo: se ti sei fatto un nome con un certo tipo di musica, se ormai la gente ti identifica in base a quella, allora si aspetterà da te sempre le stesse cose, sempre un qualcosa che sia in grado di comprendere! Se sei diventato famoso per aver suonato metal ed improvvisamente te ne esci fuori con un album jazz, è normale che molte persone, che ti amavano proprio perché suonavi metal, si sentano disorientate: se però senti il bisogno di farlo e non ti carichi di troppe aspettative, allora fallo, perché in quanto musicista devi assolutamente fare le tue esperienze. Prendi ad esempio uno come Bruce Dickinson, un artista che ho sempre ammirato profondamente: anche lui si è preso il suo tempo al di fuori degli Iron Maiden, anche lui ha sentito il bisogno di fare altro! Ricordo di essere entrato in confidenza con lui durante il tour di Seventh Son of a Seventh Son, un tour meraviglioso dove i Maiden promuovevano quell’album e noi avevamo appena pubblicato Keeper II; mi pare fosse il 1989 o qualcosa del genere…insomma, una sera in particolare ci siamo ritrovati nella stessa camera d’albergo, in Inghilterra, a guardare in TV un match di tennis, di cui lui era ed è tuttora grande appassionato. Ricordo che, quando era stato pubblicato, ero rimasto un po’ perplesso rispetto a Seventh Son of a Seventh Son: voglio dire, era un ottimo album, ma suonava quasi come un best-of, un sunto di tutto ciò che avevano già pubblicato in precedenza; è stata la prima volta in cui ho ascoltato un album degli Iron Maiden senza trovarvi nessuna novità! Quella sera, dunque, espressi a Bruce le mie perplessità e lui mi disse che era totalmente d’accordo, che avevo ragione e bla, bla, bla…ha attaccato a parlare per un bel po’ di tempo, ma il succo fu che lui prese nettamente le distanze da quell’album! Mentre parlava, potevo chiaramente percepire che non era felice, che si era stancato di quel tipo di musica, quindi non sono rimasto affatto sorpreso quando, qualche anno dopo, ha lasciato gli Iron Maiden. Poi, voglio dire, magari i suoi lavori solisti non sono stati gli album più belli che il mondo abbia mai ascoltato, ma gli sono serviti affinché, qualche anno dopo, si trovasse nuovamente a suo agio nel tornare al suo gruppo principale; ed ora lui è di nuovo contento, canta meglio di quanto abbia mai fatto prima e gli Iron Maiden sono più in forma che mai! Non amo necessariamente tutti i loro album più recenti, sicuramente non reggono il confronto con quelli di un tempo, ma la cosa importante è che gli Iron Maiden sono ancora vivi e spaccano ancora! Penso quindi che a Bruce servisse fare le sue esperienze, per poter apprezzare di nuovo i Maiden.
Barry: Una necessità, quindi. Michael: Esatto, proprio una necessità! Se non sei felice di qualcosa, devi provare a fare altro e poi, magari, dopo un po’ di tempo apprezzerai nuovamente quel che non ti piaceva più!
Barry: Sì, si tratta in qualche modo di un percorso evolutivo che può essere necessario per un artista; allora, però, devo chiederti se, pensandoci oggi, sei soddisfatto delle esperienze musicali che hai vissuto e se c’è qualche genere che ancora ti piacerebbe esplorare. Michael: Ti dirò: oggi più che mai adoro un tipo di musica acustica, molto tranquillo e rilassante; in particolare, in questo periodo, sto ascoltando con particolare interesse Cara Dillon, una cantante irlandese che propone un tipo di musica strettamente legata al folk irlandese…voglio dire, non quel tipo di ballate da pub alla (biascica qualcosa che potrebbe somigliare ad un pezzo dei Dubliners) bensì un folk molto dolce, spirituale e femminile, con bei testi ed una produzione cristallina, ma anche con chitarre acustiche, flauto irlandese e cose del genere. E’ molto bello ed è un tipo di musica che, nonostante al momento io mi diverta moltissimo con gli Unisonic, prima o poi mi piacerebbe provare, proprio perché sarebbe completamente diversa da ciò che faccio ora. Già negli anni 90 ho registrato qualcosa in acustico, ma devo confessarti che a risentire oggi quelle canzoni mi suonano piuttosto bizzarre! C’erano anche ottimi spunti, ma anche parecchie cose non convincenti…però vedi, si tratta comunque di una fase che ho attraversato, di un momento della mia carriera in cui mi andava di realizzare quel tipo di musica, quindi va bene! Non rimpiango nulla di ciò che ho fatto! Un album riflette sempre il periodo che attraversi e l’artista che sei nel momento in cui lo fai; non c’è nulla di sbagliato, secondo me, nel riascoltare qualche anno dopo un album e dire: Wow, oggi non rifarei mai una cosa del genere, non riscriverei mai queste canzoni! Secondo me, anzi, se dopo dieci anni sei ancora completamente convinto del risultato di un album, è come se non avessi imparato nulla, capisci? Invece, se dopo un po’ di tempo quel che hai fatto non ti convince più al 100%, è il segno che l’hai superato, che sei andato avanti e sei cresciuto come persona e come musicista.
Barry: Ogni album, dunque, rappresenta un po’ un capitolo della tua esistenza, oltre che della tua carriera. Michael: Precisamente! E’ assolutamente necessario accettare questo tipo di sensazioni, così come è necessario, secondo me, non rinnegare mai ciò che si è realizzato. Io, personalmente, ho sempre fatto ciò che pensavo fosse giusto fare in un determinato momento della mia carriera.
Barry: Perfetto. La cosa notevole, peraltro, è che nel corso della tua carriera hai continuato a mantenere una grande voce…qual è il tuo segreto, Michael? Michael: Non c’è un vero e proprio segreto in realtà! Il trucco, semplicemente, è lavorare sulla voce; questa domanda, naturalmente, mi è stata fatta in molte occasioni, anche da persone che cantano a loro volta ed io sono davvero felice di dar loro questi consigli: lavorate sulla voce e, soprattutto, lavorate sui cambiamenti della voce! E’ fisiologico che con il passare degli anni la voce cambi: anche la mia, come quella di tutti, è cambiata, ma, secondo me, canto meglio adesso rispetto a venti anni fa! Ho una voce più corposa, non essendo più un teenager, ma sono ancora in grado di cantare i brani di un tempo perché ho sempre lavorato sui cambiamenti della mia voce! Quando hai venti anni, chiaramente, canti in un certo modo, poi a trenta ti ritrovi con una voce totalmente diversa, perché si cresce; da una parte acquisti più profondità e potenza, ma dall’altra, naturalmente, devi adottare alcuni accorgimenti; se a vent’anni cantavi una canzone in un certo modo, quando ne hai trenta puoi ritrovarti a dover cantare in modo completamente diverso per raggiungere lo stesso risultato o, perché no, anche uno migliore! Da parte mia, come ti dicevo, oggi ho una voce più potente e rumorosa rispetto a quando avevo diciotto, diciannove o anche vent’anni; questo però accade perché lavoro sulla mia voce in maniera molto maggiore rispetto ad una volta! Oggi, prima di un concerto, trascorro anche un’ora o più a scaldare l’ugola, cantando magari pezzi di Elvis, cosa che un tempo non avevo alcun bisogno di fare. Non c’è bisogno di spaventarsi, rientra tutto nella norma ed è ancora possibile raggiungere i risultati di un tempo con la propria voce, basta semplicemente accettare i suoi cambiamenti e lavorarci su: se lo fai, se ti eserciti sulla tecnica, allora non devi fare altro!
Barry: Un ottimo consiglio per tutti i cantanti che leggeranno queste parole…in pratica, mi stai dicendo che non ti piace particolarmente il tuo modo di cantare sugli album degli Helloween? Michael: No, è diverso: non riesco proprio a sopportarlo! (lui ride, il vostro affezionato redattore avverte il proprio cuore fermarsi per un attimo) Sembravo un bambino! Ho attraversato molte fasi nella mia carriera e, sinceramente, al momento credo di essere al top della mia condizione come cantante: non credo di aver mai avuto una voce migliore di adesso e, per mia fortuna, ho anche trovato una band che scrive canzoni eccellenti che mi piace cantare. Ho grossomodo la stessa età che aveva Rob Halford quando ha registrato Screaming for Vengeance, Defenders of the Faith ed album di quel tipo, fra i miei preferiti dei Judas Priest. (In realtà Halford aveva 33 anni all’epoca di Screaming for Vengeance, mentre oggi Kiske ne ha 46)
Barry: I Priest sono una garanzia; sempre restando in tema di voce, tu sei indubbiamente un modello, una fonte di ispirazione per molti cantanti e musicisti in generale; vorrei dunque domandarti come ci si sente ad essere un modello e quali sono stati i tuoi modelli. Michael: Questa è una domanda molto interessante: trovo sia fantastico essere in grado di ispirare qualcuno con la propria musica, ma trovo anche che ci siano due tipi di musicisti in tal senso: ci sono quei musicisti che scrivono musica che ti piace ascoltare e poi ci sono quei musicisti che ti spingono a voler fare musica tu stesso, tipo cantanti che ti spingono a voler prendere in mano un microfono e chitarristi che ti invogliano ad imparare a suonare la chitarra: una differenza importante! Riuscire ad ispirare qualcuno in questo senso è qualcosa di speciale, perché significa che con il tuo modo di fare musica sei in grado di spingere le persone a seguire le tue orme, fino al punto da chiedersi: Cavolo, ma come faccio a fare anche io queste cose? E’ diverso, quindi, ascoltare e godersi la musica di qualcuno e provare la voglia di diventare come quei musicisti che ami. E’ un qualcosa che va più nel profondo, che stimola il tuo personale io creativo! Se riesci a fare questo, allora è perfetto. Per quanto mi riguarda, l’artista che mi è stato più di ispirazione in questo senso è sicuramente stato Elvis: aveva quel modo tutto suo di stare sul palco, quella passione, quel sorriso…ciò che ho sempre amato di lui è il fatto che non gli importava mai quanto fosse seria una questione, perché per lui ciò che contava davvero era divertirsi, far divertire i suoi compagni di band e soprattutto far divertire il suo pubblico! Voglio dire, so che poi è diventato costantemente triste, depresso, ha abusato di farmaci ed ha fatto una brutta fine…ma a quel punto non era davvero più lui, si era perso; del resto era anche un essere umano e, probabilmente, io credo che alla fine sia stato consumato dalla sua stessa fama e dalla pressione. Ma, finché è stato lui, credo anche di non aver mai più visto nessun altro con il suo stesso spirito, con quell’onestà, quella purezza e quell’autenticità: sapeva interpretare anche le canzoni più banali in un modo che ti entrava dentro! Dopo l’intervista prova ad ascoltare le registrazioni originali di Love me Tender o di Jailhouse Rock, due splendidi pezzi degli albori del rock ‘n’ roll! E’ stato proprio lui il primo che mi abbia mai fatto appassionare alla musica: avevo solo nove anni quando è morto e, prima di allora, tutt’al più ascoltavo le favole per bambini; dopo la sua morte, in TV hanno mandato per diverso tempo riprese dei suoi shows e, in particolare, mi sono innamorato del film Elvis: That’s the Way It Is, che è tuttora il mio preferito perché riprende Elvis nel suo momento di miglior forma. Se ti interessa e ti piacciono i blu-ray, so che uscirà in questo formato a fine mese, altrimenti esiste comunque in commercio il DVD a prezzi irrisori, te lo consiglio caldamente! Risale al 1970, quando era ancora il migliore; se ti capita, fai caso allo spirito di quel ragazzo! Ama visceralmente ogni istante di ciò che fa, ha il fuoco dentro…la prima volta in cui ho visto quel film ho pensato: Wow! Questo tizio ha il Dio della musica dentro di sé! Ed è lì che è cominciato tutto: ho acquistato ed ascoltato ogni disco di Elvis, poi, avendo un amico in fissa con i Beatles, ho acquistato ed ascoltato ogni lavoro dei Beatles, per poi cantarle e suonarle…sono passato al metal quando ho sentito per la prima volta Run to the Hills, che gli Iron Maiden lanciarono come singolo apripista di The Number of the Beast: più la ascoltavo, più ero incapace di star fermo, di fronte a quella cazzo di canzone! Quell’energia incredibile, la voce di Bruce che raggiungeva picchi impossibili…fantastica! A quel punto mi sono appassionato ai Judas Priest e al resto dei grandi del genere; ma tutto, ripeto, tutto è iniziato con Elvis, prima di proseguire con Beatles, Simon & Garfunkel, il metal e tutto il resto.
Barry: Se ti piace tanto Elvis, ma hai recentemente riscoperto l’amore per il metal, allora dovresti provare a dare un ascolto ai Volbeat, se non li conosci già; sono danesi e mescolano riff e stile musicale metal ad un cantato rockabilly che si ispira proprio ad Elvis! Michael: Li ho sentiti nominare, ma ad esser sincero non li ho mai approfonditi…gli darò sicuramente un ascolto! Tuttavia, tieni presente che a me piace Elvis in quanto tale, quindi non so se apprezzerei qualcuno che prova ad emularlo! A me piace l’originale, amo il suo carisma, quell’energia che nessuno aveva mai avuto prima e, secondo me, nessuno ha mai avuto dopo! Se guardi i suoi concerti in DVD capirai sicuramente cosa intendo!
Barry: Lo farò volentieri, ma dammi retta coi Volbeat, sono sicuro che non rimarrai deluso! Ultima domanda per noi, molto classica: se non sbaglio verrete anche in Italia per promuovere il nuovo album, giusto? Michael: Esatto! Verremo in tour dalle vostre parti, a Roma e se non mi sbaglio anche ad un festival, assieme agli Edguy del mio amico Tobias Sammet; non vedo l’ora, amo il vostro Paese ed il vostro pubblico e sarà un piacere! A tal proposito, se vuoi controllare date e luoghi dei concerti, un mio amico ha creato per me un’apposita app per Apple ed Android, chiamata Kiske, con tutte le informazioni al riguardo! Tieni presente che spesso la guardo anche io, altrimenti certe date non le ricorderei ahahah!
Barry: Ahah bene, allora può far sempre comodo! Allora ci vedremo sicuramente a Roma, grazie per questa lunga, interessante ed esaustiva intervista! Michael: Grazie a te e complimenti, perché mi hai rivolto ottime domande a cui è stato un piacere rispondere! Ci vediamo presto dalle vostre parti, un saluto a tutti!
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Ahahahah Painkiller e xxx trollate con me finchè non arriva la recensione!!! E se non gli danno almeno 90 trollerò ancor di più!!! ahahahahah!! ps: disco stupendo!!!! Ciao Mauro, a presto! \m/ |
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Recensione Light of dawn! Recensione Light of dawn! Recensione Light of dawn! Recensione Light of dawn!!!! Mò se non fate la recensione di Light of dawn inizio a trollare come un dannato!!!!! |
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Appena giunto in mano mia..... |
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Recensione Light of dawn! Recensione Light of dawn! Recensione Light of dawn! Recensione Light of dawn!!!! Mò se non fate la recensione di Light of dawn inizio a trollare come un dannato!!!!!  |
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Recensione Light of dawn! Recensione Light of dawn! Recensione Light of dawn! Recensione Light of dawn!!!! Mò se non fate la recensione di Light of dawn inizio a trollare come un dannato!!!!!  |
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XXX, sono perfetttamente d'accordo, la band è coesa e lo dimostra il fatto che anche in tour sembra si divertino parecchio! Alla fine, credo che ormai per tutti, sia diventata la band principale, naturalmente escludo Kai da questo discorso per ovvie ragioni! |
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si luis, your time è veramente un pezzo molto keeper style!!! credo che unisonic dureranno un bel pò basta leggere l'intervista a kiske x capire lìottimo rapporto ke c'è nella band. |
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Grandissima intervista, i miei complimenti! Sono quindici anni che sono un fan accanito (è dir poco) di Kiske e dei suoi lavori e devo dire che seguendo la maggior parte delle sue interviste, raramente mi è capitato di vederlo così rilassato e loquace, si vede che finalmente ha trovato "pace" nella sua vita. Il nuovo disco degli Unisonic è fantastico, di gran lunga superiore al primo, quando ho sentito per la prima volta "Your time has come", ho subito pensato "Cazzo, ma son tornati gli Helloween?". E' una canzone che sembra venir fuori direttamente da Keeper 2! |
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Ragazzi io credo che da una riunione di KISKE con gli HELLOWEEN ne venga fuori una grande delusione.Meglio lasciare tutto così com'è.Non so se gli UNISONIC dureranno,ma credo che qualsiasi cosa faccia KISKE sarà qualcosa di buono.Piuttosto lo vedrei bene come cantante dei GAMMA RAY. |
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ma guardate che weikath ha già chiesto a kiske di tornare e è lui che ha rifiutato x il momento. ci sono interviste in rete in cui si parla di questo. |
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Diego,Barry, so che weiki è la zucca più dura e anche a me dispiacerebbe se dessero il benservito a Andy, ma sapete, un tour da headliner sotto il nome Helloween potrebbe portare nelle tasche tanti soldi quindi weiki potrebbe cambiare idea... |
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Grazie di nuovo a tutti @HeroOfSand_14: purtroppo ho potuto parlarci solo per telefono, ma è stata comunque una sensazione speciale: a differenza di molti musicisti, che comunque apprezzo e stimo e che è stato un piacere intervistare, lui è davvero uno di quelli che mi hanno fatto avvicinare al metal le sue parole sul cambio di genere sono parse sincere, alla fine un artista deve rispettare prima di tutto la propria musica, anche se ovviamente non dovrebbe dimenticare i fan. Poi, alla fine, sono loro a giudicare la musica @Radamanthis: arriveranno le recensioni, abbi fede gli spunti infatti sono molti, se ne potrebbe parlare a lungo e spero che i commenti premino la loquacità di Michael credo onestamente che la Reunion non ci sarà se non prima di diversi anni ancora; magari alla fine troverebbero un accordo, ma spero che gli Helloween non diano il benservito in maniera così fredda a Deris, che reputo comunque un eccellente cantante e musicista, che alla band ha fatto guadagnare parecchia longevità è ovvio che con Kiske sarebbe una cosa speciale, ma sono affezionato anche al mio quasi omonimo @spiderman: la magia degli Helloween di un tempo non tornerà più, ma ascoltare l'ultimo disco degli Unisonic per me è sinceramente stato quasi commovente  |
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Scusate correggo l' utimo rigo ,maledetta vecchia tastiera! Le parole corrette sono: "E' sempre un piacere ascoltarla". |
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Ottima intervista da parte di Barry, complimenti! gi ultimi saranno i primi, e' stato l'ultimo ma si e' beccata l' intervista migliore e piu' dettagliata.Sono contento inoltre che si sia appassionato al re del rock Elvis Priesley e al suo modo di stare sul palco ecalla sua musica e voce. Sinceramente Dickinson mi sembra non aveva mai dichiarato una cosa simile su quell'album,comunque si, in artista se buole gare qualcos'altro,e' inutile tenerlo in gabbia soffocherebbe, ad un certo punto quel che si sente di fare deve fare, infischiandosenr di fan o altro.Sono inoltre contento chevsi siano trasformati in un gruppo, anche se borrei vedere l'evoluzione futura di questa band nuova per giudicare, l'ultimo lavoro mi e' piaciuto, ma francamente credo che la magia , l'atmosfera e la voce di Helloweeniana memoria non torneranno piu', spero di essere smentito. La sua voce comunque rimarra' tra quella dei mia personale top ten dei mie 10mcantanti favoriti in assoluto, e' sempre un piscete ascoltarla. |
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Bella intervista! Non è facile far parlare così Kiske, di cui in passato ho letto interviste (su altri lidi) molto più sciatte e scontate... Complimenti! |
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Al di là del fatto che si tratti del mio artista preferito devo dire che raramente ho letto un'intervista così bella, per questo devo complimentarmi sia con Barry che ha tirato fuori delle belle domande sia con Kiske che a quanto sembra si è aperto con il nostro caro redattore e ciò che ne è saltato fuori è stata una gustosa chiacchierata con diversi spunti interessanti su cui ragionare ed eventualmente confrontarsi. Detto ciò il disco Light of dawn è molto bello, migliore del precedente Unisonic e migliore del trio a firma Place Vendome (tra l'altro..mancano le rece di Streets of fire e Thunder in the distance...), ed il perchè lo ha già spiegato Michael durante l'intervista. Ora aspetto la recensione di LOD! Infine una parentesi: al momento è difficile pensare a un come back di Kiske e Hansen negli Helloween, i problemi tra di loro non sono solo musicali e questo è il vero problema, ci sono cose che devono risolvere e che sono rimaste in sospeso da metà anni novanta...certo l'incontro di cui tutti parlano di questo inverno è un primo passo ma per ora la strada credo sia ancora un pò lunga. Accadrà, ma non ora. Per ora gustiamoci questo grande gruppo: gli UNISONIC! |
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Bravissimo Barry, gran intervista, sei una garanzia! Ti chiedo, l'hai incontrato di persona o via skype? Comunque ho apprezzato questo scritto non solo per il fatto che hai intervistato il mio cantante preferito, ma anche per le domande diverse dal solito e, sopratutto, le risposte mai banali di Michael. Si sono dette tante cose su di lui e la sua coerenza, ma quello che dice riguardo il cambio di genere è perfettamente "capibile" e lo trovo giusto, lui fa quello che gli piace, e presta la sua voce incredibile a qualunque genere musicale. Basta che non faccia J-Pop dai  |
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Una delle più belle interviste che ho letto negli ultimi anni. Kiske ancora adesso è uno dei 3/4 cantanti che più mi emozionano quando li ascolto. Ancora adesso ha una voce incredibile. Per quanto mi riguarda l ' ultimo unisonic lo trovo veramente un bel disco.Kai è molto meglio come chitarrista che come cantante.Bello sapere che Unisonic è un gruppo a tutti gli effetti e non solo un progetto.(ciao a tutti) |
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In compenso, tanto gli Helloween quanto gli Unisonic per tirare fuori un disco degno di questo nome, hanno bisogno di due ex membri dei Pink Cream 69 e non aggiungo altro  |
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Grazie ad entrambi quel che lui mi ha detto lo trovi nell'intervista al 101% la domanda quindi non gliel'ho fatta direttamente, ma solo perché era implicita (almeno così mi è parso) nelle altre risposte: lui ha detto che sostanzialmente fa quel che gli passa per la testa, quindi al momento ama di nuovo il metal e fa quello. È quindi perfettamente possibile che un giorno si alzi dicendo "Basta, voglio tornare agli Helloween", così come un altro giorno se ne esca con "Ma basta sto metal, ho voglia di fare un album J-pop". Il problema è che ovviamente si scontrerebbe con gli altri attuali membri degli Helloween, chi lo sa se loro lo riaccoglierebbero? in compenso, quando Michael dice "io è Kai abbiamo inventato questo genere", ti fa capire che opinione abbia di Weikath XD |
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@painkiller Tra le zucche e Kiske c'è di mezzo Weiki... |
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Aaaah Barry, gran colpo, che intervista, bravo!!! Ho io una domanda per te: se riprendo quanto ti ha detto Kiske su Seventh son "Seventh Son of a Seventh Son: voglio dire..... e lui mi disse che era totalmente d’accordo, che avevo ragione e bla, bla, bla…ha attaccato a parlare per un bel ....Penso quindi che a Bruce servisse fare le sue esperienze, per poter apprezzare di nuovo i Maiden"....la domanda ame nasce spontanea, ma tu, non è che glie l'hai fatta ma ti ha chiesto di non scrivere la risposta? Intendo dire.....gli hai chiesto se quanto dice di Bruce potrebbe valere per lui rientrando negli helloween? Ciè che gli sia servito fare le sue esperienze ma che ora forse apprezzerebbe molto di più tornare nelle ZUCCHE?  |
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barry già kiske ti ha fatto i complimenti x le belle domande e io mi aggiungo a lui. bella intervista, bravo. kiske dal canto suo è più vicino a una divinità che a un essere umano il resto è superfluo. il disco è stupendo, sxo ci sia presto la rece. già uniosnic era bello, questo light of dawn è ancora meglio! |
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