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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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METALLIZED CHARTS 2019 - Progressive Rock/Metal
07/01/2020 (2420 letture)
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Inutile rimarcarlo, il 2019 verrà ricordato come l’anno in cui i Tool hanno finalmente messo fine ai 14 anni di attesa con il rilascio del loro quinto album in studio, di cui si è parlato tantissimo e si merita indubbiamente un posto tra le migliori uscite di quest’annata. Ricordiamo che questa non è una classifica ma un elenco, senza un vero e proprio ordine, dei dischi più interessanti dell’anno appena concluso in cui anche gli altri mostri sacri del progressive metal, i Dream Theater, hanno messo lo zampino. C’è spazio anche per il nostro bel paese con il grandissimo ritorno degli storici Banco Del Mutuo Soccorso, così come per i Noveria e gli Aldi Dallo Spazio. Come non citare poi il capolavoro di Devin Townsend o i grandissimi lavori di Evergrey, Leprous e Iamthemorning? Ecco quindi la guida alle migliori uscite del progressive rock e metal del 2019.
A cura di Roberto "Vicarious" Di Gaudio e Stefano Paparesta "Papi".
TOOL - FEAR INOCULUM
La quinta pietra miliare dei Tool, si è fatta senza dubbio attendere, ma non si può dire che l’attesa non abbia accresciuto il desiderio. Gli ottanta minuti di Fear Inoculum sono stati letteralmente divorati in men che non si dica da tutti i fan dell’eclettica band statunitense il 30 Agosto dell’anno passato e, volendo citare alcune tracce, non si possono non menzionare 7empest oppure Pneuma, perle di assoluta qualità che ci hanno fatto annoverare il disco tra le migliori uscite del 2019.
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DREAM THEATER - DISTANCE OVER TIME
Si fa sempre un gran parlare di John Petrucci e soci ogni volta che i Dream Theater mettono piede in studio per il rilascio di un nuovo album. Puntualmente ci sono coloro che li additano per non aver apportato alcuna innovazione al loro stile oppure chi li colpevolizza di non essere ritornati al suono dei primi album. Ebbene, questo Distance Over Time suona potente, deciso, diretto, poco banale e di certo apprezzato dai fan della band di Boston. Su tutte Pale Blue Dot si fa ascoltare e riascoltare con immenso piacere.
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LEPROUS - PITFALLS
Come si può realizzare un album completamente differente dai precedenti? Ce lo insegnano i norvegesi Leprous grazie soprattutto all’estro multiforme di Einar Solberg e al suo range vocale tanto vario da poter arrivare dalla voce death fino al falsetto. Questo Pitfalls, elegante ed elaborato, è da ascoltare con attenzione godendo di ogni singola scelta stilistica, dai violini alle soluzioni più metalliche. Un album particolareggiato e vario, fruibile anche per i non avvezzi al genere progressive.
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IAMTHEMORNING - THE BELL
Sulla falsa riga tracciata dai Leprous è impossibile non citare i russi Iamthemorning, un duo coadiuvato da una foltissima schiera di artisti che ha collaborato nella stesura del nuovo The Bell. Percussioni, arpa, sassofono, campane, ce n’è davvero per tutti i gusti in questo delizioso disco, una delle chicche che citavamo in apertura che ha reso davvero interessante questa annata targata progressive rock.
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IQ - RESISTANCE
Non ci hanno fatto attendere quanto i Tool, certo, ma un lustro tra un disco e l'altro si fa comunque sentire. Gli IQ non deludono tuttavia le (alte) aspettative, confezionando un doppio album ambizioso e profondo, il cui piatto forte sono le lunghe suite in cui il gruppo di Mike Holmes da sempre eccelle. Inutile girarci intorno, i maestri del neo-prog sono tornati più in forma che mai e sicuramente Resistance lascerà il segno sugli appassionati del gruppo e, perché no, anche su qualche nuovo fan.
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DEVIN TOWNSEND - EMPATH
L’ultima fatica in studio targata Devin Townsend non poteva mancare in questa classifica annuale. Il poliedrico musicista canadese ci ha convinto col suo disco ricchissimo per quantità, qualità e densità di idee e spunti musicali stratificati e imprevedibili. L’album di per sé non aggiunge niente allo stile schizofrenico a cui Heavy Devy ci ha abituato negli anni, ma è assolutamente impossibile non rimanere colpiti dal riuscito eclettismo dei pezzi che compongono questo lavoro: su tutti citerei il singolo Genesis - e già che ci siete recuperatevi il geniale video pensato per il pezzo in questione - o la totalizzante e conclusiva suite Singularity. Non ve ne pentirete!
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SOEN - LOTUS
Un altro ritorno sorprendente è senza dubbio quello degli svedesi Soen. Il loro Lotus è un disco ammaliante e oscuro, potente ed emozionante, dove la componente tecnica è sapientemente plasmata al servizio di una forma canzone lineare ma arrangiata con consumata abilità. Lasciatevi travolgere dai pattern di batteria del maestro Martin Lopez, dai riff taglienti della coppia Ford/Ahlund e dagli impressionanti vocalizzi di un ispirato Joel Ekelof.
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ARCH/MATHEOS - WINTER ETHEREAL
Non poteva mancare all’appello il nuovo lavoro della premiata ditta Arch/Matheos. Un disco di prog metal classico con tutti i crismi, pregno di uno scintillante ed estremamente vario guitarwork da parte del chitarrista in forze nei Fates Warning e di un sempre mostruoso Jon Arch, che non sembra aver perso un’oncia della sua potenza, espressività ed estensione vocale. Disco da possedere e gustare a più riprese.
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THE FLOWER KINGS - WAITING FOR MIRACLES
Si torna in Svezia in compagnia di Roine Stolt e colleghi. Il prog rock revivalista fino al midollo, ma finemente arrangiato, a volte logorroico ma sempre su livelli qualitativi mediamente alti, ha convinto fino alla fine con un doppio album che contiene diverse perle degne di attenzione per il pubblico più tradizionalista. Da non perdere assolutamente!
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BANCO DEL MUTUO SOCCORSO - TRANSIBERIANA
In pochi avrebbero scommesso su un ritorno in pompa magna da parte della band capitolina, soprattutto considerando i gravosi lutti di un membro insostituibile e caratterizzante del calibro di Francesco Di Giacomo e dell’altrettanto valido Rodolfo Maltese. Ciò nonostante, sotto l’ala protettiva della prestigiosa InsideOut Music, il Banco sembra aver ritrovato l’ispirazione con un deciso ritorno verso le classiche sonorità prog, riservando non poche sorprese per noi ascoltatori. Bentornati!
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WHEEL - MOVING BACKWARDS
Una band che ha saputo colpirci per la qualità del proprio debutto. Un lavoro sorprendente che si snoda tra riuscite velleità prog metal, riff di matrice djent e un’interessante prova vocale che ricorda a tratti Mynard James Keenan dei Tool. C’è ancora qualche accenno qua e là a sonorità più derivative, ma nel complesso questo Moving Backwards è una delle opere prime più accattivanti dell’annata appena trascorsa.
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ALDI DALLO SPAZIO - QUASAR
Torniamo nuovamente in Italia per puntare il riflettore su questa sottovalutata uscita. Cinque brani per quasi un’ora di musica composta da lunghi trip acidi e psichedelici che lasciano ampio spazio alla sperimentazione degli arrangiamenti e dei suoni in un mix personale e per nulla banale. Un lavoro che, viste le premesse, lascia indubbiamente sperare bene per il futuro della band.
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EVERGREY - THE ATLANTIC
L’anno del prog metal si apre proprio con questo disco di casa Tom Englund e soci. E’ solo Gennaio ma è già chiaro che l’album che abbiamo tra le mani è una delle migliori uscite dell’anno nel quale siamo appena entrati. Riff possenti, una voce fantastica, quella appunto del celebre frontman. Gli svedesi sono una garanzia e questo The Atlantic non è assolutamente un passo falso. Un prodotto riuscito con molte canzoni dai ritornelli cantabili, quest’uscita è ormai di 12 mesi fa ma i ritornelli dalla testa non ce li siamo ancora tolti.
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PERIPHERY - PERIPHERY IV: HAIL STAN
Il djent scorre potente nelle vene di Spencer Sotelo e compagni e con questo Periphery IV: Hail Stan la band del Maryland è tornata a far parlare di sé. Dopo alcune uscite altalenanti e dalla qualità non eccelsa, i nostri tornano sulle scene innalzando nuovamente l’asticella della difficoltà e andando a spazzare via i dubbi e le perplessità sul loro operato. I Periphery tornano a convincere con questo quarto capitolo e si confermano una delle formazioni più interessanti in ambito djent.
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Tra le numerose uscite del 2019 è opportuno citarne anche alcune che, pur non avendo ricevuto un trafiletto, meritano comunque di essere considerate. Alcune di esse sono completamente passate in sordina ai più, soprattutto l’ultimo disco menzionato:
LONELY ROBOT - UNDER STARS
VANDEN PLAS - THE GHOST XPERIMENT: AWAKENING
THANK YOU SCIENTIST - TERRAFORMER
NOVERIA - AEQUILIBRIUM
IHLO - UNION
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16
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Un bell'anno, sicuramente. Determinati dischi devo recuperarli, gli Evergrey sono un bel po' che li ho lasciati indietro. Cmq, per il prog rock per me i Thank You Scientist, per il prog metal di stampo classico Arch/Matheos. |
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15
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Aldi per freschezza compositiva, in generale anno strepitoso: Leprous, Townsend, Tool, Arch/Matheos, Soen e Banco. |
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14
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Sono assolutamente d'accordo sul disco dei Tool, veramente bello. Non conosco gli altri perché non sono un fan del progressive metal. Come avevo già segnalato con un post sulla recensione, non sono d'accordo su operazioni come quella del Banco del Mutuo Soccorso e sottolineo che questo disco non è bello. Au revoir. |
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13
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Sbaglio o vi siete dimenticati i myrath che sono tra i gruppi più brillanti degli ultimi anni? |
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12
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Gran discone di Devin, per me Empath è indubbiamente di grande qualità, se la gioca con i Blind Guardian per il disco dell’anno. Niente male i soliti DT, anche se senza grandi sobbalzi hanno fatto un disco di gran mestiere. I Leprous non mi hanno granchè convinto. Per il resto, non ho ascoltato niente... |
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11
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Come per le altre classifiche, scelgo solo un disco.
Vanden Plas. |
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10
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Gran bel ritorno per i DT, che ormai davo per spacciati, mentre i Leprous mi hanno colpito per la capacità di creare canzoni fuori di testa, e che di metal spesso hanno ben poco. The Atlantic degli Evergrey purtroppo fatica ad entrarmi in testa perchè lo trovo più pesante del precedente, mentre quoto l'idea di inserire i Flying Colors (anche se di metal hanno poco pure loro) perchè hanno realizzato un signor disco. Ma l'apice in ambito prog e derivati del 2019 per me è stato raggiunto da Hail Stan dei Periphery, disco che mi ha fatto innamorare di questa band alla quale prima ero solo "affezionato". Satellites è da insegnare nelle scuole di canto (Sotelo un mostro), ma a livello strumentale e vocale siamo altissimi, senza alcun calo. E se si vuole qualcosa di più easy listening ascoltate Garden In The Bones. Chapeau |
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9
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e gli opeth ? in cauda venenum era un gran discone . |
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8
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Il Banco ha fatto il miracolo |
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7
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Soen su tutti, magnifico. poi Arch/Matheos. I Leprous devo ascoltarli così come i VP che so già mi piacerà a prescindere, con loro sono di parte. Il resto non mi ha convinto. |
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6
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Ecco! Qua sono più preparato. TOOL e Soen su tutti con album veramente magnifici. I Leprous sono stati una conferma e anche i Dream Theater non hanno deluso dopo aver saputo finalmente ridurre il minutaggio in favore della fruibilità. |
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5
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Nonostante abbia detto peste e corna dei singoli, Flying Colors atto terzo lo avrei indubbiamente inserito mentre non avrei inserito i Periphery che onestamente non sono prog a mio modesto avviso. Un conto è appartenere al filone un conto è ammiccare di tanto in tanto... gli stessi Tool qui sono outsider in un certo senso. In ogni caso ascolterò quel che di maiuscolo potrei essermi perso. Poi torno! |
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4
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Arch/Matheos,Tool,IQ e Evergrey.Per quanto riguarda I DT buon album ma non mi ha fatto impazzire.L'ultimo dei VP devo ancora ascoltarlo. |
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3
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Per quanto mi riguarda: Tool, Wheel (piccoli Tool crescono), Evergrey, per il resto il prog non mi va giù. |
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2
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Non conosco tutti i gruppi e i dischi elencati, ma l'ultimo dei Leprous è magnifico. Uno dei migliori album dell'anno. |
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1
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....dream theater...iq...evergrey ....leprous.... |
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