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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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JURASSIC ROCK - # 16 - C'era una volta Rino Gaetano
31/01/2010 (25947 letture)
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...mio fratello è figlio unico perche' e' convinto che anche chi non legge Freud puo' vivere cent'anni ....
Oggi sembra che tutti lo conoscano o lo abbiano conosciuto: fictions, articoli, eventi, instant-books; eppure la maggior parte di chi ne parla non era neppure nata quando Rino era in attività o morì. Per anni poi il suo nome è passato sotto silenzio tanto che il promoter Pino Scarpettini, che da oltre 20 anni organizza un Festival a lui dedicato, per mandarlo avanti conta solo sue sole forze senza aiuti di nessun tipo, poiché pareva aggregato ad un nome poco appetibile. Un Festival che aveva scoperto tra gli altri Grazia Di Michele, Giampiero Artegiani, Flavio Oreglio. E allora perchè ora tutti aprono bocca? Moda? Vanagloria o tornaconto personale? Un “c'ero anch'io” quando invece non c'era nessuno?
Ho avuto brevi contatti con Rino organizzando alcune date del suo tour del 1978 (con Perigeo): quello che mi resta di lui è un timido ricordo e qualche sbiadita foto, troppo poco per poterne parlare con cognizione di causa, ma ho rintracciato chi lo ha scoperto artististicamente, lo ha aiutato e gli è stato a fianco in diverse situazioni musicali e personali. Una personaggio, lui sì, che lo ha conosciuto veramente sia dal lato artistico (è stato il primo a credere in Rino), sia dal lato umano.
Piero Montanari, musicista, autore, produttore e mille altre cose è un artista che conta nell'entourage romano: io ho avuto modo di conoscerlo in alcuni Festival Pop (anche se lui non se lo ricorda) perciò mi è sembrato naturale interpellarlo per conoscere il vero volto di Rino.
Sappiamo per certo, questa è storia, che il mondo musicale romano all'inizio degli anni 70 ruotava intorno al FolkStudio, il mitico locale da cui è passata tutta la leva dei cantautori che hanno “lasciato il segno” e che ancora adesso ci deliziano con le loro storie musicali...
Nei primi anni ’70 ero un assiduo frequentatore del Folkstudio, quando da Via Garibaldi si spostò a Via Gaetano Sacchi, sempre nel rione Trastevere e quando Giancarlo Cesaroni lo rilevò dal fondatore Harold Bradley, artista pittore e musicista. Il locale era un cantinone con ampi spazi (probabilmente un ex magazzino o bottegone di artigiano) dove c’era un grande ingresso ed una bella sala piena di vecchie sedie con il palco per esibirsi. Un luogo assolutamente grezzo e spoglio, come si voleva all’epoca, dove la sostanza prevaleva sull’estetica (esattamente come adesso…ah ah ah). Pareti ricoperte di iuta, tavolacci di legno per bere e panche sconnesse per sedersi. Sedie impagliate, faretti, manifesti alle pareti di artisti di riferimento, compreso Bob Dylan che vi si esibì nel 1962 di passaggio a Roma per andare a trovare la sua ragazza a Perugia. Si racconta che c’erano non più di 15 persone… ma questa è storia conosciuta.
C’era una programmazione che combinava Jazz e musica folk, cantautori esordienti (fu lì che conobbi Rino, che non sempre era bene accetto dai “barbudos” policitizzati, infastiditi dal Rino scanzonato e dissacrante nei suoi giochi di parole) e artisti affermati, festival di jazz&Folk a millecinquecento lire consumazione compresa. Tutti eravamo spettatori e protagonisti di volta in volta. Là ho suonato con jazzisti famosi e con cantanti esordienti solo per il gusto ed il piacere di esserci anch’io. No, non esisteva a Roma ma nemmeno in Italia un altro locale così, ricco di speranze artistiche e politiche, pieno di energie nuove e rivoluzionarie. Vide un lento declino col cambiare delle cose. Probabilmente vinse su tutti il “pescivendolo” che abitava sopra al locale, personaggio e spauracchio mitico forse inventato da Giancarlo Cesaroni per farci abbassare il volume della musica.
Penso che Roma, allora centro della discografia italiana, fosse tutto un brulicare di iniziative e personaggi più o meno strampalati in cerca di fortuna oltretutto tu ruotavi intorno allo Studio 38, un po' il fulcro del Roma-pensiero; raccontaci un po'...
Sempre nei primi anni ’70 eravamo uno sparuto gruppo di musicisti romani esordienti che cercavano opportunità lavorative (Roberto Conrado, Luigi Lopez, Loredana Bertè e la sorella Mia Martini, Renatino Zero, Amedeo Minghi, Antonello Venditti, Francesco De Gregori, Locasciulli etc). Suonavo nei concerti con Romano Mussolini e Tony Scott, ma mi piaceva anche molto la musica pop ed avevo il pallino di diventare un turnista in sala di registrazione. L’opportunità ci venne data dall’apertura di una di queste, lo “Studio 38” a via Guido Banti, nel quartiere chic di Vigna Clara, con annessi gli uffici di una nuova etichetta discografica, la Apollo Records di Vianello (con il quale mi esibivo in tour) e Califano. Fortuna volle che l’altra parte degli uffici venne occupata dalla IT di Vincenzo Micocci (...Vincenzo io ti sparerò..., si proprio quello!!!). Personalmente mi sentii in un ventre di vacca (tipico intercalare romano, ndr) perché incominciai ad essere chiamato a suonare da tutti. Infatti iniziai con De Gregori (Alice non lo sà) proseguendo con Minghi (Amedeo Minghi), Edoardo De Angelis, Renato Zero (No mamma, no, però nei grandi studi dell’RCA, alla quale sia la It che la Apollo erano affiliate), Rino Gaetano (I love you Maryanna) che produssi anche. Ma anche tanti altri come: Edoardo e Stelio (Lella), Daniela Goggi, I Vianella (Semo Gente de Borgata) etc. Insomma, quel posto era il fulcro dell’attività di molti giovani esordienti musicisti. Ovviamente, considerate le giovani età e l’inesperienza, le sedute di registrazione spesso erano totalmente disorganizzate! Ricordo il primo giorno che ci riunimmo per registrare “Alice non lo sa”, nella più assoluta ingenuità eravamo solo in tre: Francesco De Gregori, il fonico Aurelio Rossitto ed io. Dissi a Francesco che sarebbe stato meglio chiamare qualcun altro, un batterista ed un chitarrista. Feci un po’ di telefonate e nel pomeriggio si presentarono Massimo Buzzi e Jimmy Tamborrelli, cosicchè potemmo iniziare a lavorare sui brani. Ovviamente non c’erano direttori o arrangiatori, quindi ognuno di noi si prodigava ad organizzare la seduta e a mettere a posto i pezzi. Spesso scrivevo le parti per gli altri musicisti ed inventavo l’arrangiamento, senza che questo fosse riconosciuto economicamente o, magari, scritto nei crediti del disco. Ma allora funzionava così...
Veniamo a Rino: come lo conoscesti e come diventasti il suo punto di riferimento ?
Rino venne un giorno in questo “Cenacolo” (ndr. così si chiamava il luogo in cui si ritrovava la Roma musical-alternativa) in compagnia dell’allora mio caro amico Venditti. Ci stimavamo con Antonello ed uscivamo insieme a far danni. Avevamo appena fatto “Roma Capoccia” per la IT e Antonello iniziava ad aver successo. Anch’io in quel momento mi stavo affermando come bassista e come arrangiatore e venne automatico che, una volta avuto l’ok da Vincenzo Micocci per Rino, entrammo in sala Antonello ed io per produrre il suo primo disco. Ci avvalemmo della consulenza di Aurelio Rossitto, il fonico dello “Studio 38” e proveniente dalla “scuola” dell’RCA e lo coinvolgemmo nella realizzazione dei due brani. Infatti I love you Maryanna/Jacqueline attribuito a Kammamuri’s esce prodotto da RosVeMon, che poi sarebbe l’acronimo di Rossitto-Venditti e Montanari. Chiamammo a suonare alcuni musicisti, ma io suonai il basso e le chitarre. Antonello portò uno zampognaro che veniva per le feste di Natale sotto casa sua e gli facemmo suonare la zampogna, peraltro stonatissima che, se ci fate caso, entra ed esce ogni tanto dall’arrangiamento (i più sgamati credono si tratti di un primordiale sintetizzatore!!!). Antonello non mi ricordo se suonò il piano, credo di si ma comunque c’era un’atmosfera molto divertita e surriscaldata. Si scherzava e si rideva molto e Rino era straordinariamente naïf e simpatico, se poi si accompagnava a Enzo Carella, beh, i due diventavano irresistibili, irrefrenabili.. Sinceramente non sapevo perché si voleva chiamare Kammamuri’s piuttosto che Rino Gaetano, ma doveva essere una delle sue piccole follie.
I LOVE YOU MARIANNA - Rino Gaetano
Un disco nato quasi per gioco allora ma che non ebbe grande riscontro (a differenza di oggi che il 45 giri vale una fortuna); come la prese Rino e che fece in seguito?
Rino stette fermo un po’ di tempo per scrivere e riflettere dopo quel primo 45 giri. Non ebbe molto successo nemmeno il seguente Lp Ingresso Libero e dovette aspettare il grande colpo di Ma il cielo è sempre più blu del 1975 per affermarsi definitivamente (a mio ricordo personale credo che i bellissimi cori fossero delle Baba Yaga, confermi?, nda). Nel 1978 andò in Messico con Giacomo Tosti, dove la RCA aveva inaugurato i nuovi studi e servivano personaggi noti per reclamizzarli, e ritornò con Ahi Maria ed il suo 33 giri mexican-mariachi molto divertente. Volle fare un tour estivo promozionale l’anno successivo e mi chiese di entrare nella band. Desiderava tutti musicisti che, in qualche modo, avessero contribuito al suo successo. Alla batteria c’era Massimo Buzzi, alle chitarre Nanni Civitenga, io al basso e Rino alla acustica. Riproponemmo praticamente tutti i brani che avevano reso unico Rino, da Berta Filava a Gianna, Ma Il Cielo è Sempre più Blu a Aida a Mio Fratello è Figlio Unico a Nuntereggae Più a Spendi Spandi Effendi. Il road manager era Franco Pontecorvo, che poi ho avuto modo di rivedere perché abita vicino a me, sui Castelli Romani (anche se io ricordo di avere avuto come interlocutore tale Francesco Gallinari, nda).
MA IL CIELO E' SEMPRE PIU' BLU – Rino Gaetano
Chi era secondo te Rino, che rapporto avevate e come lo vedevi tu. Quanto si dice ora in giro, alcool, droghe etc. corrisponde a verità? Un tuo personale ritratto...
Rino era un personaggio semplice ed ironico, tenero e spontaneo con una gran voglia di essere in qualche modo “diverso” ed affermare questa diversità con la sua arte, nella quale credeva moltissimo anche se a me sembrava ammantata di una semplicità troppo disarmante. Poi capii che questa, l’ironia e il non-senso fecero una mistura esplosiva la cui detonazione è arrivata fino a noi oggi, facendo innamorare della sua musica le generazioni successive. Il ritratto tracciato dalla fiction della Rai fa di Rino un depresso e alcolista, cosa vera solo in parte. Gli piaceva bere ma non credo ai livelli che ci hanno raccontato. A luglio di quest’anno c’è stata una serata celebrativa su di lui al Parco di S. Sebastiano, a Roma dove è intervenuta, oltre a Giancarlo Governi con il suo Ritratto di Rino Gaetano, anche sua sorella Anna ed il gruppo di suo nipote, che suona i suoi brani. Per l’occasione ho cantato I love you Maryanna che, finalmente e grazie alla sorella Anna, ho saputo non fosse dedicata alla marijuana ma alla nonna Marianna alla quale Rino era molto affezionato.
Per quanto mi riguarda, in quei pochi giorni che passai con Rino in giro per teatri non ricordo di averlo visto fumare o bere particolarmente, era sempre con la sua Ovation in mano e, molto timido, parlava pochissimo quindi alcuni particolari sembrano forzature ad uso e consumo di certa stampa o subordinati a esigenze televisive riguardo la fiction. Quello che mi resta è il ricordo di un personaggio sicuramente unico, un musicista che scoprii per caso ascoltando, Ma il Cielo è Sempre più Blu (rovinato ora dall'indecente riproposta della Ferreri...) che venne inizialmente censurata perché conteneva alcune frasi che non potevano essere diffuse tipo queste: Chi tira la bomba/chi nasconde la mano e chi canta Baglioni/chi rompe i coglioni. Ma amai alla follia Sfiorivano le Viole, una delle più belle canzoni italiane d'amore; poiché Rino si stava rendendo conto di stare scrivendo un piccolo capolavoro volle auto-sbeffeggiarsi inserendo a conclusione del brano una serie di onirici “non-sense” che, secondo lui, dovevano abbassare il tono lirico del pezzo ma che invece ottennero l'effetto opposto dando allo stesso un senso di completezza e di unicità con quel tipico marchio di fabbrica alla “Rinogaetano”, parole comunque che denotano un importante bagaglio culturale di questo mancato geometra.
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il marchese La Fayette ritorna dall'America
importando la rivoluzione e un cappello nuovo
mentre io oh ye aspettavo te
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Otto von Bismarck-Shonhausen per l'unità germanica
si annette mezza Europa
….
Michele Novaro incontra Mameli e insieme scrivono un pezzo
tuttora in voga mentre io oh ye aspettavo
….
Si riproporrà poi lo stesso dilemma con Resta Vile Maschio, Dove Vai?, con chiari richiami alla Battisti (e la presenza di Mogol per il testo lo conferma), un'altra delle canzoni d'amore ironico-surreali a doppia lettura con finale a sorpresa tutto da interpretare, pronto a sradicare e scontrarsi con le seriose ideologie vetero-becero-femministe che infestavano l'ordinaria quotidianità di quegli anni.
SFIORIVANO LE VIOLE – Rino Gaetano
Un episodio tormentato la prematura tragica fine di Rino che, a 30 anni il 2 giugno 1981, pochi giorni prima del matrimonio, alle quattro di un caldo mattino romano, cozzò violentemente con l'auto contro un camion proveniente dal senso opposto, la Volvo 343 che aveva acquistato da poco dopo averne distrutta una identica qualche mese prima in un incidente analogo senza conseguenze. Una sciagura molto simile a quella di Fred Buscaglione, personaggio che il calabrese amava e di cui sembrava la naturale e aggiornata continuazione, un calvario cantato dallo stesso Rino in una premonitoria canzone inedita di inizi carriera al FolkStudio, La Ballata di Renzo, dove si racconta il sinistro di questo amico che morì a seguito del rifiuto di ricovero dopo il pellegrinaggio dell'ambulanza in diversi ospedali; la stessa identica sorte, circostanza sorprendemente simile, che toccò poi a Rino Gaetano, autore della canzone !!!
Come non credere allora che Rino fosse un Veggente se vent'anni prima aveva scritto pagine che poi ritroveremo addirittura nell'epoca di Mani Pulite, (ascoltate attentamente Capofortuna del 1978 e ditemi se non è il ritratto sputato e impressionante di un noto “mi-consenta”, personaggio d'oggi...) parole che anticipavano il futuro prossimo, terribilmente più attuali ora che allora, sottilmente ironico, pungente, mordace, canzonatorio, a volte tagliente ma sempre con il coraggio civile di fare “ nomi e cognomi ”.
E' sepolto a Roma, e chi vuole andare a trovarlo, potrà farlo visitando il cimitero monumentale del Verano, entrando dall'ingresso che si affaccia sullo scalo S.Lorenzo ed arrivando al riquadro n.119, lasciando sulla sua tomba magari solo un fiore.... una viola, questa volta non sfiorita.
LA BALLATA DI RENZO – Rino Gaetano
PIERO MONTANARI
Nato a Roma nel 1946 ha cominciato la sua lunga attività musicale come bassista per alcuni artisti in voga negli anni '60 (Edoardo Vianello, Franco Califano, Little Tony etc.) per poi proseguire la sua attività come compositore, arrangiatore e produttore presso la nascente industria musicale italiana che ruotava intorno alla grande RCA di Roma. Ha collaborato con i più noti artisti italiani, da Francesco De Gregori ad Antonello Venditti a Franco Califano a Lucio Dalla, da Renato Zero ad Amedeo Minghi a Pino Daniele, da Claudio Baglioni a Jenny Sorrenti etc. portando loro non solo l'attività di grande strumentista ma anche quella di collaboratore musicale a tutto tondo; canzoni come Alice o Nà Tazzulella e' Cafè di Pino Daniele sono frutto delle sue intuizioni e direttive musicali.
In seguito si è sempre più occupato di sonorizzazioni cinematografiche, pubblicità e sigle televisive iniziate con SuperGulp nel 1977 (Spiderman, I Fantastici Quattro, Giumbolo, Lupo Alberto), Sturmtruppen, la serie televisiva dedicata a Totò e tutta la sonorizzazione e ripescaggio dei vecchi film di Ollio e Stanlio di cui sta anche curando una corposa realizzazione discografica con tutte le sigle e le musiche dei Due: L&H:2 Teste senza cervello, libro e Dvd con la summa delle puntate migliori, tutte le colonne sonore dei film, una trentina, di Joe d'Amato, Fermo Fotogramma - La Storia siamo noi serie di programmi RAI di Giovanni Minoli, 100 anni della storia e del costume italiano, la nuova serie di Ritratti, Sergio Endrigo, Delia Scala, Paolo Panelli & Bice Valori ed altri realizzati dalla RAI. Un mestiere nato per gioco all'età di 16 anni ma diventato poi una vera e propria Arte: complimenti Piero...
Rino Gaetano: discografia essenziale
Long-playng
Ingresso libero (1974)
Mio fratello è figlio unico (1976)
Aida (1977)
Nuntereggae più (1978)
Resta vile maschio, dove vai? (1979)
E io ci sto (1980)
Q Concert live (1981, con Cocciante e i New Perigeo)
45 giri
1973 - I love you Maryanna/Jaqueline (It)
1974 - Tu forse non essenzialmente tu/E la vecchia salta con l'asta (It)
1974 - Tu forse non essenzialmente tu/I tuoi occhi sono pieni di sale (It)
1975 - Ma il cielo è sempre più blu (2ª parte) (It)
1976 - Mio fratello è figlio unico/Sfiorivano le viole (It)
1976 - Berta filava/Mio fratello è figlio unico/Berta filava (It)
1977 - Aida/Escluso il cane (It)
1977 - Aida/Spendi spandi effendi (It)
1978 - Gianna/Visto che mi vuoi lasciare (It)
1978 - Nuntereggae più/E cantava le canzoni (It)
1979 - Ahi Maria/Resta vile maschio, dove vai? (RCA Italiana)
1980 - E io ci sto/Metà Africa metà Europa (RCA Italiana)
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@Richard, certo, ma infatti io l'ho specificato, opinione personale, ognuno si fa le sue idee, su Rino Gaetano come con MC Cartney,o come De André' e Luigi Tenco... |
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La ballata di Renzo - è citata anche in questo articolo. Purtroppo Rino aveva già avuto un paio di incidenti risolti miracolosamente, dovuti alla stanchezza e agli orari impossibili. Trovare un gancio con un assassinio mi sembra abbastanza improbabile ...però ognuno valuti le sue teorie. Un po' come quella della morte di Paul McCartney |
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Certo,la sua musica puo' o non puo' piacere, ma La censura ridicola lo tagliuzzo' qua e la, ridicoli veramente , il primo a parlare di Omicidio massonico fu comunque Paolo Franceschetti mi sembra, e lui descrisse quasi la sua morta nella ballata di Renzo, La verita' forse non la sapremo mai, ma una idea me la son fatta. |
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Rino, tu giccavi con i tuoi apparenti nonsense,per dire verita' scomode, dai magna magna politici alla p2, li ha elencati proorio tutti i partiti non di e'_ risooarmiato, opinione, mia, certo , ma te l'hanno fatta pagare, forse l'unico veri bipartisan nel denunciare il marciume.Ciao, Rino. |
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Era un personaggio scomodo sotto un certo punto di vista come erano scomodi tanti negli anni 70 ma da qui a ipotizzare un suo assassinio ce ne corre.. .. Illazioni e invenzioni giornalistiche per pescare nel torbido o solo per vendere instant-book... Ciao |
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Ho letto che in questi giorni ricorre l'anniversario della sua morte. Pur non amando le sue canzoni, sono interessato alle vicende riguardanti la sua scomparsa, ho sempre saputo che era un personaggio scomodo, secondo certe persone è stato assassinato, visto che amava fare nomi importanti in certe sue canzoni, cosa ne pensate? Qualcuno ha letto il libro "Chi ha ucciso Rino Gaetano?" di Bruno Mautone? |
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Bellissimo articolo, grandissimo Rino Gaetano!!! |
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grazie bellissimo documento. Rino nn era il tipo spento e alcolizzrto che ci hanno voluto far credere fosse nel film di rai uno. Rino ti amooo  |
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bel documento! di Rino si è parlato poco.. in alcuni casi invece molto e male.... chi ama Rino, chi ha colto la sua essenza non ha gradito in che modo in una fiction si è provato a raccontare di lui...Rino non era quello descritto in quelle immagini... grazie a chi ancora oggi difende la vera identità di un Artista . |
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Grande, GRANDE RINO! Possiedo Nuntereggae più, consumato (A proposito complimenti a S.P.A.M) |
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io vivo x rino.il suo tatoo è non solo sul mio braccio...ma nel mio cuore---ah RI quanto te amo |
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Rino, ancora oggi, starebbe un passo avanti a tutti!!! Gran bel articolo Richard, complimenti!! |
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@ Elio ... mi hai commosso !!! |
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..beh, carissimo Richard, tu almeno hai avuto la possibilità di stargli vicino, commentare ecc...(COME TI INVIDIO) approvo pienamente quello che hai scritto, ho letto con attenzione la parte dell'alcolista, e approvo la tua descrizione in merito alla fiction, ho avuto modo di parlare con la mia cara amica ANNA GAETANO, un giorno mi raccontò che, lui sovente andava in Toscana presso suoi amici, e ritornava a casa con la classica bistecca "fiorentina" ...lui ne mangiava poca... Rino era un grande divoratore di verdure, e sopratutto di un bicchiere di vino buono, e questo sarebbe alcolista? chi non beve un bicchiere di vino a tavola?? tanti, ma tanti marciano sopra questa cosa... RINO è grande!! UNICO e sopratutto intramontabile... Io assistetti ad un suo concerto live in Calabria (Agosto 79) alcuni lo fecero arrabbiare, ad un certo punto abbandonò io palco, e rientrò dopo alcuni minuti, e disse: C'è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio, non ci riusciranno!! sento che le mie canzoni, anzi la mia arte, sarà capita e approvata dalle prossime generazioni, che apriranno gli occhi anzichè averli pieni di sale, e capiranno cosa succedeva sulla spiaggia di capocotta.... Richard, sono riuscito a salvare questo suo monologo che ha fatto ormai storia, e sopratutto ancora più grande l'arte e la cultura di RINO GAETANO. elio scarola |
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Grande articolo,grande Richard e grande Rino sempre. |
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Grande Lambru  |
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.... chi muore al lavoro ...(da. MA IL CIELO E' SEMPRE PIU' BLU ) Caro Rino, anche dopo 40 anni si continua a morire sul lavoro. Come ci avevi preso !!! |
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visti i video ,penso che diventerà uno dei miei artisti preferiti......... |
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ssssssssssssssh... non sveliamo i cadaveri nell'armadio. Non aprite quella porta !!! |
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non vale Rich, non hai inserito il video incriminato di Rino in cui facevi da ballerino scandaloso... |
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Vorrei intromettermi per ringraziare Piero Montanari per essere passato a lasciarci un messaggio: è sempre un piacere  |
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caro LAMB , Gianna era una canzone che non voleva assolutamente fare ma i discografici lo obbligarono almeno a un Sanremo per recuperare parte degli investimenti, poi sappiamo il successo che ebbe e che lo marchiò irrimediabilmente. Ma Rino era ben altro, ascolta almeno i brani su questo articolo e leggi attentamente le parole di Piero Montanari. Ciao e ...rilassati |
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Lambru, al Metallived ti voglio a fare il trenino con Gianna Gianna, alle 20.30, così sei ancora sobrio... |
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Tranquillo Lambru, continua a brindare con noi  |
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le mie battute spero non siano mai offensive. gaetano l'ho sempre associato alle feste di capodanno, dove si balla il trenino con gianna gianna....cosa che non ho mai fatto, visto che al momento del brindisi spesso mi avevano già portato a casa, oppure dormivo in qualche cesso. so comunque che x molti è stato un poeta, un cantastorie, a volte paragonato anche a de andrè, altro musicista che non sopporto, ma va beh, ho detto la mia, saluti. |
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Il vecchio Lambruscore è uno dei nostri più assidui lettori, sono certo che non intendeva affatto essere massimalista. |
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Grande Raven, due sole parole per mettere a tacere detrattori e monoteisti |
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Si, l'unico a tenere presente che è statisticamente impossibile che tutto il buono stia da una sola parte e non si vergogna a dirlo  |
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gaetano, ferreri (è una merendina?), bertè, ecc...sono sicuro di essere su un portale metal????? |
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Ed oltre a fare schifo fa si -come altre operazioni di questo tipo- che l'originale venga svilito e spesso nemmeno citato alle nuove generazioni. Pezzo ottimo come al solito e valore aggiunto per Metallized. Supergulp programma mitico . Dell'atmosfera italiana descritta inizialmente parleremo più diffusamente tra qualche giorno. |
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Quoto Giasse sulla Ferreri, fa proprio vomitare! Solito ottimo articolo per il grande Richard. Forse vado al tributo dedicato a lui il 13 febbraio qui a Roma. |
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Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire quanto fa schifo l'interpretazione della Ferreri. Una schiettezza che trovo dovuta al povero Rino che, da quello che leggo, tutto era tranne che ipocrita. Bell'articolo che da la possibilità di conoscere retroscena davvero inimmaginabili. Un grazie a Richard e un saluto a Piero Montanari che ospitiamo volentierissimo su Metallized!!! |
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Grande Amicizia e Umanità sono state alla base del tuo 40ennale lavoro e sei stato ricompensato artisticamente e umanamente. Un grande GRAZIE di cuore da tutti noi del sito Caro Piero per averci regalato la poesia, l'ironia ma anche la malinconia di RINO GAETANO. |
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Un eccellente ricordo di Rino, completo e sincero. Al dilà di quello che ho scritto rispondendo alle precise domande di Richard, Rino Gaetano si commente da solo, con la sua musica sorprendente arrivata fino a qui non a caso... Vi abbraccio |
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...articolo bellissimo, grande Rino, come avevi visto giusto! |
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