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JURASSIC ROCK - #3 Deep Purple In Rock
04/11/08 (32903 letture)
Intro - Passata la metà degli anni “60 con la musica in rapida evoluzione e il beat ye-ye che stava lasciando il posto a qualcosa di più complesso; due fra le numerose bands sparse sul territorio a nord di Londra , i Maze di Rod Evans e Ian Paice e i Flower's Pot Man di Nick Simper e Jon Lord, si scioglievano e si fondevano per dare vita ad un nuovo nucleo dal suono innovativo come era nelle loro intenzioni. Chiamarono appresso il chitarrista e vecchio amico di Simper, Ritchie Blackmore reduce da una scottante esperienza italiana (con i Trip ?) e momentaneamente con gli Screamin Lord Sutch.
Le loro proposte intrise di rock e classica trovarono un valido appoggio nell'etichetta EMI che mise a disposizione le risorse per l'album di debutto. Shades of Deep Purple del 1968 è un lavoro sospeso fra cover di lusso (Help dei Beatles e Hey Joe), potenziali hit (Hush, remake di Joe Shout) e musica classica (Prelude di Rimsky-Korsakov). Un buon piazzamento nelle chart consente loro una controprova.
The Book of Taliesyn è della fine del 1968 ed è ancora in bilico fra cover (We Can Work It Out di Lennon-McCartney, Kentucky Woman di Neil Diamond ) e partiture importanti come Anthem e Exposition che si rifacevano chiaramente a Bach e Beethoven.
Il terzo, Deep Purple meglio conosciuto come April dal brano più famoso contenuto nell'ellepi, è della metà del 1969 e contiene buona parte di composizioni originali sempre ispirate al classic-rock con la sola eccezione di Lalena di Donovan.
Il seguente disastroso tour americano di supporto ai Cream, un successo di pubblico ma un flop finanziario, a cui seguirono le dipartite di Evans e Simper per carriere soliste, fece ripensare un attimo al futuro dei Purple e alla direzione musicale da intraprendere.

Rod Evans durante il tour in USA fu allettato a formare una sua band, i Capitan Beyond, in cui militavano fra gli altri Johnny Winter e Lee Dorman, ex batterista degli Iron Butterfly. La linea guida musicale era l'heavy & rock-blues ma i successi commerciali stentarono ad arrivare; tre album quasi ignorati e la band si sciolse. Evans riprovò negli anni 80 a formare una Deep Purple's Rod Evans Band ma dopo alcune date live si ritrovò una causa fra capo e collo che gli costò la perdita dei diritti dei tre album realizzati con i Deep. Da allora si sono perse le tracce. Nick Simper si invaghì della modella-cantante di colore Marsha Hunt con cui tentò di formare una band. Lei in seguito lo lasciò per il più sicuro approdo di Mick Jagger. A inizio degli anni “70 ci riprovò con l'hard-rock dei Warhorse ; due album onesti ma niente di più. Negli “80 ci riprovò con i Nick Simper's Fandango; due album onesti ma niente di più. Da allora si sono perse le tracce.

To be continued...
Dopo alcune sessions di prova fu scelto il bassista Roger Glover e dalla band Episode Six arrivò il cantante Ian Gillan;ancora non lo sapevano ma era nato il mitico Mark II. Un “Concerto for Group and Orchestra” su musiche di Jon Lord e dirette da Malcom Arnold alla Royal Albert Hall e relativo disco live aprirono la strada alla più pura e dura connivenza fra musica rock e classica (Nice,Vanilla Fudge, ELP...) anche se non sempre con risultati esaltanti, direzione che comunque i DeePee abbandonarono abbastanza presto vista la difficoltà di riproporre dal vivo simili partiture e Deep Purple erano e sono tuttora, prima di ogni altra cosa, una Absolutly Live Band. Da qui una decisa virata verso i pestiferi lidi dell'heavy metal vomitato dai micidiali amplificatori che il tecnico della EMI Jim Marshall, ex batterista e neo-costruttore di impianti sonori stava mettendo a punto in quegli anni e il cui marchio resterà indissolubilmente legato all'immagine del quintetto inglese.
Rinchiusi nella clausura dei De Lane Lea Studios di Londra, all'avanguardia per le registrazioni e sotto la guida di Martin “the catalyst” Birch, il catalizzatore , i Deep passarono i primi mesi del 1970 a provare, pensare, costruire, montare e smontare e finalmente dare alla luce quello che sarebbe stato l'assoluto capolavoro dell'hard-rock, il capostipite, la Bibbia , la rivoluzione, l'atomica, la madre di tutto l'hard. Niente più sarebbe stato lo stesso, niente più avrebbe suonato nello stesso modo e tutti da allora fino ai giorni nostri avrebbero dovuto confrontarsi con un Opera unica nel mondo musicale ed extra-musicale. Una valanga sonora che ha dell'incredibile ancora oggi, imitata mai egugliata nemmeno dagli stessi Mark II, una varietà di suoni, di idee, di riff e di soluzioni armoniche praticamente inarrivabili, sparate dai 5-DP in strepitosa forma fisica e mentale. A quali vette avrebbero potuto arrivare se non si fossero persi in cento beghe e in migliaia di litri di alcool ?
Speed King è l'apertura interamente dedicata a Little Richard. Una lunga introduzione di chitarra solo carpita, sembra, in una prova di suono accompagnata da un organo ecclesiale del “classicheggiante” Jon Lord ti catapulta improvvisamente e direttamente nelle tonsille di Gillan che urla uno scioglilingua di titoli e di giochi di parole riferiti appunto al padre del R&R. Intermezzo botta-e-risposta fra Lord e la Fender di Ric e poi via di nuovo con passaggi di batteria e urli assordanti e disumani da togliere il respiro. Micidiale !!! Ad un certo punto nemmeno i nastri di registrazione sembrano sostenere lo sforzo e rallentano sino a collassare...bell'effetto.

Good golly said little Miss Molly
When she was rocking in the house of blue light
Tutti Frutti was oh so rooty
When she was rocking to the east and west
Lucille, oh so real
When she didn't do her daddy's will
Come on baby, drive me crazy, do it, do it
I'm a speed king, you gotta hear me sing
I'm a speed king, see me fly
[…]

Nella versione americana del disco la parte iniziale (prova di chitarra) è stata, chissà perchè, tagliata.
Bloodsucker, un bel riff di chitarra che chissà quante volte avrete poi sentito ripreso e fatto proprio da altre band, per questa “succhiatrice di sangue dai cinesi occhi neri...”, una batteria in controtempo e il mitico organo Hammond C-3 che cuce i vari passaggi. Ian Gillan con le corde vocali sempre al top e mai più cosi.
Child In Timethe story of a loser - it could be you. Alzi la mano chi non conosce questo capolavoro di costruzione sonora ed emotiva ? Nessuno ? Come immaginavo. Parte l'Hammond modello L-100 con la straconosciuta introduzione, un suono caldo e avvolgente che accompagna un insolito Gill con voce suadente quasi implorante, una preghiera ad un bambino che dovrà riconoscere il bene e il male in un mondo perennemente in guerra. Il crescendo vocale e strumentale è poi da antologia come la cavalcata di chitarra e Organo con effetto rotante Leslie ai suoi massimi. Chiude un finale pesante e cupo. Una particolarità; Mr Ritchie “Stratocaster” Blackmore per il famoso “solo” di questa canzone usa per l'unica sua volta nella vita una Gibson ed esattamente la ES 340 TD.
Si può anche piangere nell'ascolto di questo brano oppure attaccare la chitarra al chiodo oppure fare dell'hard la propria scelta di vita ; una suite con 10 minuti di autentica magia che ti segna per sempre. Ian Gillan stratosferico, uno dei cavalli di battaglia delle esibizioni live dei primi anni “70; in seguito, vista la tonalità e la difficoltà di certi acuti, la canzone è stata accantonata con grande rammarico di milioni di fans. Hughes e Coverdale che sostituiranno Glover e Gillan, pur particolarmente dotati e con una timbrica molto simile al precedente cantante, per rispetto alla quasi sacralità del brano non lo riproposero mai dal vivo durante la loro permanenza nel Mark III .
Flight of the Rat, un'altro dei famosissimi riff di Blackmore e le sue scale, batteria arrembante, voce ribattuta ed effettata, tastiere a manetta, basso che pompa come non mai. Un vero pezzo da antologia l'intermezzo chitarra wah wah-organo-batteria con stop and go. Altri otto minuti di estasi sonora; ma come si fa a scegliere il meglio di questo disco ?
Into the Fire, tre minuti usciti anche su 45 giri, un esercizio ginnico soprattutto per Paice e i “soli” di “Stratocaster” Blackmore. Un giro di chitarra che potrebbe essere piaciuto tanto a Iommi tanto da utilizzarlo per uno o due dei suoi brani (...ma non ditelo in giro!!!).
Living Wreck, una divagazione sessuale di Gillan che si immagina “rovinato da una vergine tutta promesse e mistero” . L' assolo al ralenty di Blackmore in perfetto stile slowhand è memorabile.
La chiusura è affidata a Hard Loving Man. Partenza già in sesta marcia con la galoppata di Paice e l'organo gracchiante di Lord incattivito dal collegamento diretto al Marshall e che ha lasciato ormai alle spalle le incursioni nel mondo del classico. Una dimostrazione delle sue capacità di tastierista in un “solo” che dopo il bridge lascia il posto al solito Ritchie assoluto padrone di questo capolavoro di energia sonora. Una cascata di note che si susseguono e si inseguono fra chitarra e Hammond fino all'arrivo di un insuperato Gillan. Altre milioni di note dalle corde di Black da canale destro al sinistro, da sinistra a destra , dall'alto in basso e viceversa, da tutte le latitudini possibili fino a lasciarti completamente esausto con i suoi oltre sette minuti. Ma quanto eri grande Ritchie ? Hard Loving Man è stata espressamente dedicata al mixer-man Martin Birch che era alla consolle di questo disco, dei successivi 15 lavori dei Purple e che in seguito ha lavorato per Black Sabbath, Rainbow, Whitesnake,tutta la produzione storica di Iron Maiden, Blue Oyster Cult, Jeff Beck, Skid Row, Gary Moore e decine di altre hard-loving-bands. Un monumento vivente dell'heavy metal !!!
Black Night. Uscita contemporaneamente su 45 giri, la Notte Nera ha avuto la stessa gestazione dell'ellepì ma non è stato inserito su questo per questioni di minutaggio. Più di cinquanta minuti erano già troppi per un 33 giri singolo pertanto la track ebbe vita autonoma. Brano ultrafamoso con il solito superbo riff di chitarra raddoppiato dall'organo e testo facilmente assimilabile, la song si discosta leggermente dall'intero lavoro per questa sua semplicità rispetto alla ricercatezza sonora di In Rock ma non per questo è meno valida. Con Smoke on the Water costituirà per anni il pezzo forte dei concerti. La versione originale rimasterizzata sarà invece inclusa nella versione CD editata nel 1995 per il 25nnale dell'uscita di In Rock.
Questa riedizione comprende anche sedute di prova per i live, alcune chiacchiere in studio, prove generiche (Take Five, Jam Stew. Popeye etc.), una Cry Free di Glover ed altre amenità per collezionisti che non aggiungono niente alla maestosità di In Rock ma danno la dimensione dell'affiatamento, dell'interscambio, delle immense possibilità e delle vette sonore a cui erano giunti i Purple quasi 40 anni fa. Quelli che purtroppo ora non ci sono più...

Una importante nota di merito spetta alla memorabile copertina. Giocando sul doppio significato di In Rock, il dedicarsi della band espressamente alla musica rock oppure, metaforicamente, la band per sempre nella roccia, i volti dei cinque Purple sono ritratti sulla parete del monte Rushmore, South Dakota, al posto dei quattro presidenti americani come invece nelle reali Black Hills. L'immagine,molto suggestiva e di forte impatto nel formato 30 x 30 del vinile mentre ridotta dei 2/3 nell'edizione per cd è praticamente uccisa, ritrae da sinistra Gillan, Blackmore, Lord, Glover e Paice nelle posizioni che sono di Washington, Jefferson, T. Roosvelt e Lincoln. L'opera grafica è del pittore Nesbit Phipps e trattandosi dei padri della nazione America, l'uscita del disco negli USA provocò anche qualche protesta senza comunque strascichi particolari.

Nei primi anni “90, durante una delle tradizionale MusicMesse, Fiere degli strumenti musicali in giro per l'Europa, non ricordo dove, mi fu presentato un ometto, un arzillo e ciarliero vecchietto con un riporto da orecchio a orecchio. “Hi, I'm Jim Marshall” disse mentre mi tendeva la mano. Nello stringere realizzai chi avevo davanti ; l'uomo che ha dato un sound universale al rock con i suoi straordinari amplificatori, immancabili per ogni band che si rispetti e la mano che stavo stringendo aveva lavorato e “toccato” Jimmy Page e Toni Iommi, Ritchie Blackmore e Eric Clapton, Pete Townshend e Paul McCartney, Jeff Beck e Keith Richards, Jimi Hendrix e Eddie Van Halen, John Mayall e Jack Bruce, Vivian Campbell e Mick Box più decine e decine di altri... Ma come, sono qui davanti ad un'icona del rock mondiale e non riesco a proferire una parola ? Sento però un supplicante “Emmh...please, give me back my hand...”. Col cazzo che ti ridò questa mano, te la taglio, te la amputo, te la strappo a morsi, la metto in formalina e in bella vista sul mobile di casa mia fra dischi e libri con una bella targhetta d'oro “La Mano Di Dio” !!! “Sei troppo forte Jim” dissi finalmente con il filo di voce che mi era rimasto. Rise dolcemente da buon baronetto della Regina quale è e mise la sua importante firma su un poster dei Bluesbreacker che i suoi accompagnatori gli allungarono. Rimasi iimpietrito dove stavo per qualche minuto ancora finchè il dovere non mi richiamò alla realtà. Jim che i musicisti chiamano amabilmente The Father of Loud, è nato nel 1923 quindi quando lo conobbi aveva già più di 70 anni ed ora si avvicinerà ai 90: spero che la vita ti permetta di raggiungere anche il secolo grande-piccolo Jim intanto non smettere di regalarci le tue idee, le tue magiche invenzioni, il tuo muro sonoro che da quasi cinquant'anni è ormai il suono di tutti noi.

DISCOGRAFIA UFFICIALE
Shades of Deep Purple
(1968)
The Book of Taliesyn
(1968)
Deep Purple
(1969)
Deep Purple In Rock
(1970)
Fireball
(1971)
Machine Head
(1972)
Perfect Strangers
(1984)
The House of the Blue Light
(1987)
Slaves & Masters
(1990)
The Battle Rages On
(1993)
Purpendicular
(1996)
Abandon
(1998)
Bananas
(2003)
Rapture of the Deep
(2005)
Montreux 2006
(2007)

Formazione attuale
Ian Paice - drums, percussion (1968-1976, 1984)
Roger Glover - bass guitar, synthesizer (1969-1973, 1984)
Ian Gillan - vocals, harmonica, congas (1969-1973, 1984-1989, 1992)
Steve Morse - guitar (1994)
Don Airey - keyboards (2002)

Precedenti membri
Ritchie Blackmore - guitar (1968-1975, 1984-1993)
Jon Lord - keyboards, backing vocals (1968-1976, 1984-2002)
Rod Evans - lead vocals (1968-1969)
Nick Simper - bass guitar, backing vocals (1968-1969)
David Coverdale - lead vocals (1973-1976)
Glenn Hughes - bass guitar, vocals (1973-1976)
Tommy Bolin - guitar, vocals, piano (1975-1976)
Joe Lynn Turner - vocals (1990-1992)
Joe Satriani - guitar (1993-1994)



Richard
Martedì 2 Ottobre 2018, 19.42.40
30
Tu vuoi che io muoro ? Thx a lot
Lucignolo
Martedì 2 Ottobre 2018, 19.27.22
29
È tuo l'articolo, tanto di cappello e grazie
Richard
Martedì 2 Ottobre 2018, 19.13.36
28
Grazie Lucignolo, in effetti questo disco è la BIBBIA dell'hard rock . Poi i Deep non si ripeteranno più , purtroppo. Rest in touch
lucignolo
Martedì 2 Ottobre 2018, 18.58.51
27
100 alla coperina,quella roccia grigia che si staglia sul cielo azzurro e la scritta nera,l'ho comprato e lo ricomprerei solo per questo.Non sono amante dell'hard rock eppure ho tutti gli album dei Purple.....hanno fatto dei grandissimi pezzi,ma gli album non mi hanno mai convinto del tutto.Un hard rock a volte troppo "orpelloso" o troppo rock blues.A prescindere questo album è come Jim Marshall,una volta toccato non ci si lava più le mani.
D.P.
Domenica 9 Giugno 2013, 16.09.19
26
Fortunatamente all''epoca Internet e i social network erano un sogno fantascentifico. Si e' vero Richard, e' stata una mossa studiata per evitare eventuali polemiche in concomitanza dell'uscita imminente del disco che segno' per sempre e in modo indelebile la svolta musicale del gruppo. Fu' pero' il grande producer Martin Birch (vero 6 componente della band) che suggeri' ai musicisti questa "furbata" e di pubblicare a distanza di tempo il brano su un singolo, meno controllabile. Fu' paradossalmente un grande successo e grazie a questa intuizione Black Night (insieme alla cover ufficiale Hush) a distanza di 40 anni rimane uno dei classici immortali della band .
serghiey
Domenica 24 Ottobre 2010, 22.53.15
25
vera essenza del rock. articoli cìhe fanno bene all'anima
Richard
Giovedì 12 Agosto 2010, 18.46.22
24
Rivelazioni di Paice... BLACK NIGHT non fu inserita sull'ellepì perchè concepita proprio ed esclusivamente come singolo. Particolare importante; il riff è un piccolo furto di On The Road Again dei Canned Heat. Jon Lord per paura che poi se accorgesse qualcuno, non lo inserì appositamente sull'album, nel timore che gli fosse poi bloccato tutto il lavoro in uscita. Al massimo se la sarebbero presa solo con il 45 giri... Nessuno se ne accorse se non ora con le rivelazioni recenti... E l'album è ora a 15 milioni di copie
Raven
Venerdì 28 Novembre 2008, 8.06.46
23
Mai lette le storie del Numero 1 in Alan Ford? Era un attacco tipico.
Nihil
Mercoledì 26 Novembre 2008, 23.38.59
22
La rock band con l'organo... Immensi.
Richard
Mercoledì 26 Novembre 2008, 19.41.09
21
...dal peggiore Woody Allen... minchia !!!
Raven
Mercoledì 26 Novembre 2008, 8.12.11
20
Presto detto: era una battuta per dire che eri già più vecchio di Guido D'Arezzo
Richard
Martedì 25 Novembre 2008, 20.22.29
19
Giuro che non l'ho capita.... Alla prima occasione me la spieghi per bene.
Raven
Venerdì 14 Novembre 2008, 15.51.59
18
Andò così: Giovanni si avvicinò a Guido D'Arezzo e gli disse: "Ascolta GuY, io sono troppo vecchio per queste cose, ma Hat mi sembra troppo avanti, meglio Ut, che ne dici"?
Thomas
Venerdì 14 Novembre 2008, 14.45.58
17
Sei un ragazzino dai
Richard
Mercoledì 12 Novembre 2008, 19.10.35
16
Beh... a dire la verità ho aiutato Guido d'Arezzo (XII° secolo ) a costituire le prime notazioni musicali. Io personalmente ho inventato l' UT (DO)... Fate un pò voi ! ! !
Raven
Mercoledì 12 Novembre 2008, 8.10.03
15
Esatto, cmq ha aiutato Les Paul a progettare la prima chitarra elettrica
Giasse
Martedì 11 Novembre 2008, 20.12.46
14
Non si chiedono certe cose...
sasha
Martedì 11 Novembre 2008, 19.58.12
13
notevole ! mi piacerebbe sapere quanti anni hai
Giasse
Sabato 8 Novembre 2008, 15.28.24
12
Altro articolo nobile e prezioso. Grande Rich...
Ezyo
Giovedì 6 Novembre 2008, 15.39.42
11
stupendo, me lo sono stampato
Nikolas
Mercoledì 5 Novembre 2008, 21.54.53
10
Altro articolo di grande classe!! Splendido per chi, come il sottoscritto, in quei periodo non era ancora neanche una lontana idea
Simone
Mercoledì 5 Novembre 2008, 20.10.12
9
L'opera dell'hard rock. Bellissimo articolo, complimenti.
pincheloco
Mercoledì 5 Novembre 2008, 16.11.27
8
Anch'io ho fatto la stessa cosa di Raven anni fa. Si Tommy Bolin non era ben visto per i problemi con la droga ma, Come Taste The Band rimane a mio avviso un grande album. Comunque è vero in Rock è stato l'inizio di tutto. Alla prossima.
Raven
Mercoledì 5 Novembre 2008, 12.04.23
7
Anch'io ho attaccato la chitarra al chiodo, ma il mondo del rock non si era nemmeno accorto che l'avessi staccata.
fuso
Mercoledì 5 Novembre 2008, 11.35.43
6
bè, io sono nato musicalmente 15 anni dopo In Rock..potrai mai perdonarmi Richard???? chissà Jim Marshall cosa ha pensato trovandosi davanti una persona completamente inebetita ahahahah
Richard
Mercoledì 5 Novembre 2008, 10.37.19
5
. 1) Tommy Bolin è sempre stato mal sopportato dall' entoruage dei Deep Purple perchè portava sul palco i suoi problemi di eroina e alcool. Più di una volta è collassato "on stage". Superato e dimenticato...R.I.P. 2) Joe Vescovi dopo lo scioglimento dei Trip ha suonato con Tozzi, Dik Dik e altre formazioni minori. Non mi risulta un suo rientro ne con Trip ne con altri. 3) Audience, formazione minore del prog inglese ma non per questo meno meritevole . Conobbi il singer Howart Wert a suo tempo : grande e personalissima voce. I Had A Dream è un gioiello.. 4) ...si può anche attaccare la chitarra al chiodo...(io lo feci e il mondo del rock tirò un sospirone di sollievo...) 5) ...solito grande pezzo, ragazzo.. (grazie per il RAGAZZO. Ero l'attendente del Generale Cadorna, fatti due conti...) COMUNQUE GRAZIE A TUTTI PER IL SOSTEGNO, LA SIMPATIA E A METALLIZED PER L'INFINITA PAZIENZA. ................ALLA PROSSIMA.......
pincheloco
Mercoledì 5 Novembre 2008, 8.53.08
4
A proposito seguito il tuo consiglio sugli Audience, hai ragione meritano veramente.
pincheloco
Mercoledì 5 Novembre 2008, 8.50.18
3
L'articolo che avrei proprio voluto leggere. Sono nato con i Deep e posso dire di avere tutta la discografia ufficiale, fino a the house in vinile poi CD. Spero di leggere presto anche qualcosa su mark 3 con Tommy Bolin (r.i.p.) e mark 4. Letto quasi con le lacrime agli occhi ....troppi ricordi. Racconto favoloso come sempre. Grandissimi anche i Trip, io ho 3 loro album "The Trip","Caronte" e "Atlantide", non so se abbiano fatto altro e se si mi puoi dare delle indicazioni? Jim Marshall? e Chissà quali altri personaggi hai avuto modo di incontrare....cazzo ma quanto ti invidio? Io ho aperto dei topic su alcuni artisti del passato, spero ne scriverai appena possibile. Certo c'è molto da fare. Aspettiamo sempre i tuoi nuovi articoli con piacere.
Raven
Mercoledì 5 Novembre 2008, 8.40.09
2
Si può anche piangere nell'ascolto di questo brano oppure attaccare la chitarra al chiodo oppure fare dell'hard la propria scelta di vita ; una suite con 10 minuti di autentica magia che ti segna per sempre. Questa mi è proprio piaciuta , solito grande pezzo, ragazzo.
Sylver
Mercoledì 5 Novembre 2008, 7.34.45
1
micidiale..come sempre
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