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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 6246 letture )
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Un fulmine a ciel sereno: dopo un breve e per certi versi inaspettato split nel 2013, i Wolfmother tornano sui loro passi arrivando addirittura ad annunciare un nuovo album -il terzo- e subito lo mettono in streaming su bandcamp, stupendo sia i fan che gli addetti ai lavori. Dopo il progetto solista del leader Andrew Stockdale la band torna all'essenziale, con il confermatissimo Ian Peres che si divide tra basso e tastiere e il versatile Vin Steele che dalla sei corde passa dietro le pelli: un trio come agli esordi quindi, e viene da pensare che forse questa sia in fin dei conti la dimensione ideale per la band australiana. Artwork decisamente vintage, a partire dai colori scelti: foto ad "effetto seppiato" della band on stage su sfondo arancione tendente al marrone e sgualciture fittizie per un effetto retrò riuscito fin dal primo impatto, e che verrà confermato dal sound stesso del disco; Stockdale ha infatti voluto registrare le tracce con un suono grezzo e crudo, rendendolo più sporco e scarno rispetto a Cosmic Egg. Sicuramente qualcuno storcerà il naso di fronte a questa scelta ritenendola anacronistica, ma in realtà tale decisione -assai coraggiosa, a mio avviso- appare appropriata e aiuta a entrare nello spirito che verosimilmente ha ispirato la stesura dei pezzi, dando ad essi spontaneità e verve. Il mastermind è l'autore di tutti i brani e ci si potrebbe aspettare che un nuovo full length a così breve distanza di tempo da Keep Moving possa essere un azzardo e risultare poco ispirato (o peggio) e invece, nonostante le grandi differenze tra i due lavori, la qualità in New Crown non manca affatto.
Il mood del disco omonimo torna alla mente nell'energica opener How Many Times, la quale è l'ideale biglietto da visita di questo album: il piede schiaccia fin da subito sull'acceleratore e possiamo farci trascinare dal turbinio delle note di un rock che sembra provenire da un'epoca ormai perduta. La sabbathiana Enemy Is In Your Mind è contraddistinta dalla pesantezza del riff di chitarra del riccioluto leader e dalle caleidoscopiche evoluzioni di Ian Peres, pesantezza evidente anche nella coinvolgente My Tangerine Dream che dopo le distorsioni del basso e il drumming cadenzato ci sorprende con il suo semplicissimo finale acustico dal sapore country; tanto per non farci mancare niente abbiamo poi addirittura un assaggio di punk (?!) con la divertente Feelings. "I Ain't Got No" sembra un mix tra i White Stripes e gli Stones di Jumpin' Jack Flash, Heavy Weight tiene fede al proprio titolo con un sound grasso e impastato che ci impantana nell'ascolto, mentre nella psichedelica Tall Ships Stockdale raggiunge picchi elevatissimi grazie al suo range vocale e non è da meno neppure alla sei corde (il riff di chitarra che fa ripartire il brano dopo il lisergico intermezzo di tastiere ha l'effetto di uno schiaffo in pieno viso) dando vita a un brano disturbante, soprattutto nell'assolo e nel finale artificialmente "deturpato": un gran bel pezzo, non c'è che dire, tra i migliori di questo LP. Sulle due release di bandcamp sono disponibili come undicesima traccia altrettante bonus tracks, I Don't Know Why -dal mood ipnotico e rilassante- e Lucky Star che, pur essendo abbastanza piacevoli, poco aggiungono al platter in questione (specialmente la seconda, la quale stilisticamente si discosta moltissimo dalle altre composizioni risultando avulsa dal contesto).
Come detto, lo spirito e l'aura che permeano gli intenti del trio sono accostabili a quelli che scaturivano dal primo, inarrivabile album, seppur nei risultati New Crown sia più "essenziale"; anche la formula è per certi versi abbastanza simile ma qui troviamo una produzione -volutamente- quasi da garage band, adatta a rendere il pathos dei pezzi e catapultarci in un'altra epoca musicale. Non c'è una vera e propria hit, niente ballad in stile Far Away, i Wolfmother badano al sodo tralasciando le sperimentazioni di Cosmic Egg; questo è un disco piuttosto breve, vertiginoso e incalzante, che va ascoltato tutto d'un fiato per meglio apprezzarlo, cosa agevolata tra l'altro dalla struttura stessa delle canzoni. Quali, quindi, le conclusioni su questa release? Ci sono sostanzialmente due modi per guardare a New Crown: il primo è pensare che gli australiani ripercorrono pedissequamente il cammino di quei gruppi storici che in pratica hanno creato il genere rock riproponendone la stessa formula, e accusarli perciò di rifarsi a dei cliché ormai datati; l'altro è vedere in tutto questo semplicemente una scelta artistica -e quindi l'essere coerenti da parte degli australiani a quello che a tutti gli effetti è il proprio progetto musicale- e godere di quest'opera senza troppe elucubrazioni mentali abbandonandosi alla musica. Da parte mia posso dire che preferisco ascoltare una band composta da musicisti talentuosi che si rifà nello stile ai grandi del passato creando comunque un qualche cosa dal sound immediatamente riconoscibile, piuttosto che degli "innovatori" i quali poi si rivelino incapaci di scrivere -e magari suonare- una canzone decente; se vi piacciono i Wolfmother e le sonorità un po' datate e grezze difficilmente questo disco vi deluderà.
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7
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a me ricorda un pò Iiggy pop and the stooges... |
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6
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Ricordo come fosse ieri la prima impressione che ebbi ascoltandolo... perplessità per la produzione... grossa perplessità per la mancanza degli inediti che la band suonava dal vivo. Everyday drone e Year Of The Dragon troveranno infatti posto nel solista di Stockdale, uscito parallelamente (poco prima poco dopo è lo stesso) e se devo essere onesto di due album, perchè stockdale=wolfmother, non sono riuscito ad apprezzare molto. Diversamente mediocri entrambi. Mediocrità e pressapochismo inaccettabili dalla band che ha scritto Woman, Sundial, 10.000 feet e la meravigliosa Back Round che forse è il pezzo hard rock più bello in assoluto che abbia sentito nel nuovo millennio. Sarà perchè li adoro, che proprio li devo stroncare a sto giro: 65 |
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5
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Bel disco, non c'è che dire, però mi sembra che iniziano a ripetersi......... |
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4
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Il primo album mi era piacuto moltissimo,questo è leggermente inferiore si mantiene sempre su buoni livelli, però la produzione non è il massimo come qualità ed è un po altalenante,e si sente soprattutto nella traccia 9,questo è lo scotto da pagare con l'autoproduzione con un mixaggio e qualità audio non proprio al massimo,la batteria risulta un pochino compressa complessivamente parlando e riff di chitarra non sono proprio indimenticabili a dire il vero,mi sono piaciute molto la title track New Crown,I ain't got not e Radio,destinate a fruttatre nei concerti,potenza e melodia non mancano,però sinceramente mi sarei aspettato un po di più. |
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3
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Visti live due o tre estati fa, Andrew si è scassato una bottiglia di liquore sul palco ed ha inchiappettato la sua chitarra sopra l'amplificatore tra l'imbarazzo dei compagni... Numero uno! Sempre piaciuti, questo finisce dritto in lista  |
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2
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Ottimo, devo procurarmi anche questo! |
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1
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Disco che mi sta piacendo un bel pò! Bella rece. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. How Many Times 2. Enemy Is In Your Mind 3. Heavy Weight 4. New Crown 5. Tall Ships 6. Feelings 7. "I Ain't Got No" 8. She Got It 9. My Tangerine Dream 10. Radio
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Line Up
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Andrew Stockdale (Voce, Chitarra) Ian Peres (Basso, Tastiere) Vin Steele (Batteria)
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